L'utilitarismo di Bentham e Mill
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- čas přidán 22. 05. 2024
- Nella prima metà dell'Ottocento in Gran Bretagna sorse una nuova corrente filosofica, figlia dell'atmosfera positivistica, che tentava di applicare lo sguardo scientifico e matematico alla vita morale: si trattava dell'utilitarismo, fondato da Jeremy Bentham e proseguito da James Mill.
Sommario dei contenuti:
00:00 Intro
01:19 Il piano degli utilitaristi
08:08 Bentham e Mill
11:21 L'utilità delle azioni
19:47 Il calcolo dei piaceri
30:50 Le proposte concrete
37:53 Il principio di associazione
46:08 Associazioni utili
48:39 Conclusione
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SCOPERTO solo ora, spiegazione molto brillante. Cercherò le altre lezioni. Grazie
Grazie prof. Ci hai portato praticamente alle origini della sociologia moderna. Interessante panoramica.. 😊
Ti ringrazio di esistere. In questo periodo sono sempre triste per via della situazione politica e sociale in cui versa l'Europa, sono frustrato dal mio lavoro nauseabondo e ho sempre voglia di morire, poi però mi guardo i tuoi video e ritrovo la voglia di star qui a marcire senza senso. Sei un po come l'Ultima Passeggiata prima di morire, ogni volta che voglio farla finita mi guardo un tuo video e ritrovo la curiosità di restare. Alla fine è una mia perenne sconfitta morale, ma ci sta. Come diceva Gaber "C'è una fine per tutto... E non è sempre la morte." Grazie mile.
A distanza di un anno ti sei ammazzato? Se non rispondi dedurrò di si
Sto recuperando i video di filosofia e ho trovato questo commento di due anni fa, spero che ad oggi tu stia meglio, un abbraccio ❤️
Bravissimo, chiarissimo e molto interessante. Iniziava molto utile per i non addetti ai lavori
Interessante, grazie tante
Sei bravissimo maestro
Che bello, e spero di incontrare in seguito qualcuno che sostenga lo stesso che sostengo io, nella storia della filosofia successiva, se si unissero insieme i principi morali dell'utilitarismo e del liberalismo a quelli morali della legge universale e cosmopoliti di Kant.
"Fa che la tua morale sia legge universale e che le tue azioni, le tue scelte e il tuo comportamento procurino la massima felicità possibile a te e agli altri nel maggior numero possibile, nel mondo intero e non nella tua singola famiglia, comunità o nazione, senza ledere la libertà individuale di nessun altro".
Questa è in pratica la mia legge morale interna, universalizzabile, utilitarista, liberale e cosmopolita, che non ha bisogno di uno Stato, di leggi scritte, di una religione imposta o di una finalità morale ultraterrena, per spingermi a seguirla. Una morale che resta valida qualunque sia l'esito della scommessa di Pascal, senza bisogno di alcuna risposta metafisica impossibile da ottenere, se Dio ci fosse o se non ci fosse e qualunque sia il futuro destino della mia anima.
prof sto studiando l'utilitarismo ma ho delle difficoltà ,mi può dire le caratteristiche dell' utilitarismo (contenuto empirico) e per una breve relazione grazie, complimenti per il canale
Salve Professore, sto studiando l'utilitarismo e non riesco a comprendere le critiche che Harsanyi fa a Bentham.
Non sono un grande conoscitore di Harsanyi, però penso che la critica a cui tu ti riferisca sia quella da lui rivolta all'utilitarismo edonistico. In pratica, Harsanyi (anch'egli un utilitarista, anche se di stampo più moderno) rimprovera a Bentham il fatto di aver ricondotto tutta l'analisi dei comportamenti al principio del piacere e del dolore, cioè all'idea che un'azione sia buona nella misura in cui genera piacere in me e negli altri attorno a me, tanto che si debba cercare di misura tale piacere, la sua estensione e così via. Secondo Harsanyi, però, non c'è solo il piacere inteso come qualcosa che si prova; c'è anche nell'uomo il desiderio di creare degli stati di cose oggettivi, che vanno oltre il piacere. Si parla con lui, quindi, non più di un utilitarismo edonista, ma di un utilitarismo della preferenza.
Mi spiego con un esempio. Per Bentham, come detto, ciò che conta è il piacere che si prova. Quindi ad esempio se io faccio un'azione che non genera, in me o in chi sta attorno a me, un piacere diretto, quest'azione non è positiva dal punto di vista morale. Pertanto, l'azione ad esempio di privarsi di una parte dei propri averi per stipulare un'assicurazione sulla vita sarebbe in fondo immorale: non mi fa provare piacere ma anzi mi fa soffrire, perché mi priva di denaro. E il piacere provato dai miei familiari alla notizia dell'assicurazione che ho stipulato probabilmente sarebbe inferiore rispetto al dolore che sto provando io per essermi privato di quei soldi. Eppure noi facciamo continuamente scelte del genere: cioè agiamo in vista non solo di un piacere nostro o altrui, ma anche di un piacere che si realizzerà forse tra 40 o 50 anni, quando saremo già morti e non potremo neppure provarlo, e che comunque non possiamo più di tanto conoscere. Cioè quel che conta, in ultima istanza, secondo Harsanyi non è tanto il piacere, ma la soddisfazione delle preferenze del soggetto, indipendentemente dal piacere o dal dolore che esse producono. Se io preferisco che la mia famiglia, dopo la mia morte, abbia un po' di soldi, allora perseguo quello scopo anche se non mi fa provare piacere o se non so se mi farà provare piacere; e questo è comunque morale.
Professore cosa ne pensa della critica che muoveva dickens all utilitarismo?
Utilissime lezioni. Ma devo fare qualche precisazione altrimenti si generano confusione e fraintendimenti. Bisognerebbe distinguere tra analisi positiva (quello che succede nel mondo) da analisi normativa (quello che dovrebbe essere fatto). Per esempio l’egoismo è un comportamento che osservo e mi chiedo quali siano le sue conseguenze. Poi bisogna distinguere tra utilità ordinale (ranking) e cardinale (confronto) e non pensare che così definita si possono comparare utilità diverse per persone diverse. Senza tutto lo sviluppo dei marginalisti in economia e la modellizzazione di Samuelson tutti questi concetti sembrano approssimativi.
Prof potrebbe consigliarmi le loro opere più importanti? In modo da acquistarle.
Per Bentham credo che il titolo migliore sia "Introduzione ai principi della morale e della legislazione".
@@scrip79 Grazie mille!
sono molto interessato a questo autore.Pero' mi chiedo se tutto alla fin fine del suo pensiero si risolva nella semplice dissertazione filosofica.Perchè alla fin fine tutti sogniamo un mondo in cui sia felice un numero sempre piu' vasto di persone,ma la verità è che buona parte del tempo di vita è dominato anche dal dolore....si pensi a chi fa un lavoro che non gli piace,alle malattie al soffrire la fame e gli eventi climatici ...e poi mi chiedo se nell'esempio del ladro che si è fatto nel video si possa dire che il rubare sia solo mosso dal piacere...invece nel passato si rubava anche per fame e neccessità ...
2022.07.28 G
Alla fine il principio è quello della morale kantiana con la differenza che questi vogliono misurare bene e male prodotti 😆