Psicologia, Isolamento e Distacco dalla Realtà - Cogitata con Marco Crepaldi

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  • čas přidán 11. 03. 2022
  • Marco Crepaldi, psicologo e fondatore di Associazione Hikikomori Italia, ai Cogito Studios!
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Komentáře • 149

  • @Polissena
    @Polissena Před 2 lety +64

    Stimolante questa cogitata. Ho adorato Marco come intervistato, ancora di più di quando indossa le vesti dell'intervistatore. My two cents: avere avuto una adolescenza soggettivamente terribile, ha reso la mia vita adulta - al confronto - più rosea. Non ho mai rimpianto "l'infanzia giorno beato", né i cosiddetti anni d'oro del liceo, al punto che è piacevole per me l'idea di invecchiare e non ho paura di lasciarmi alle spalle la cosiddetta parte migliore della vita, come altri invece sembrano temere. Però devo dire che non credo che ciò che "non mi ha ammazzata" mi abbia rafforzata. Anzi, secondo me ciò che non mi ha ammazzata mi ha lasciata con pessimi meccanismi di coping. Nonostante io creda che la mia vita attuale sia migliore della mia prima giovinezza, credo anche di non avere le risorse psicologiche adeguate per godermela a pieno. Mi trovo più d'accordo con Marco, sul tema della competizione. Io personalmente sono uscita dall'adolescenza imbruttita, intristita intimidita e priva delle risorse per affrontare la vita. Quello che mi ha aiutata, poi, non è stata la competizione né l'autoironia, bensì uscire da un ambiente che io consideravo tossico (paesello tipo "i Malavoglia" + scuola).

    • @davvero3427
      @davvero3427 Před rokem

      mi ritrovo molto nella situazione che hai descritto

    • @amosmattia
      @amosmattia Před rokem +1

      Cambiare ambiente ha aiutato anche me, a me Rick piace su molti punti, però la sue tesi mi paiono deboli quando afferma che con l’impegno o l’autoironia si possa uscire da situazioni difficili. Non sempre è vero purtroppo. Bisogna provare e riapprovare ma la vita non assicura assolutamente il successo.

    • @giorgiobalestrieri2235
      @giorgiobalestrieri2235 Před 7 měsíci

      concordo in pieno, ho 28 anni ora e mi sento molto più ''felice'' o quantomeno sereno ora che 10/15 anni fa.

  • @ildiofattouomo
    @ildiofattouomo Před 2 lety +30

    Non concordo sulla conoscenza non sempre è un bene conoscere. Ho visto e vissuto sofferenze che la maggior parte delle persone non può nemmeno immaginare. E non è bello rendersi conto dell'esistenza di determinate realtà. Ogni realtà è diversa, ognuno vive nella sua realtà. Ogni vita è diversa per questo non si può dare una definizione univoca alla vita che sia valida per tutti. Certe realtà sia di gioia che di dolore se non le viviamo sulla nostra pelle o non ci abbiano a che fare anche in prima persona non possiamo neanche immaginarle. Facciamo proprio fatica a comprenderle, semplicemente perché non le abbiamo mai conosciute. Sicuramente sì da un lato conoscere è un bene ma non tutti hanno la forza di accettare determinate realtà.

  • @emiliarbs
    @emiliarbs Před 2 lety +37

    Il crossover che stavo aspettando 💕

    • @cmdd802
      @cmdd802 Před 2 lety +3

      Guarda, non ho ancora visto nemmeno un fotogramma ma ho già esclamato 30 secondi di "Uuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuhh!

  • @marcomusolino1068
    @marcomusolino1068 Před 2 lety +10

    Ho ascoltato finalmente questa live. Sono felice per Rick che ha trovato nell'autoironia una via per riprendersi da un periodo buio. Il problema è che questa è stata la sua esperienza. Molte persone non trovano mai un equilibrio interiore riguardo determinate problematiche. Oppure il percorso può essere molto più lungo e difficile. Per questo come dice Crepaldi, è "difficile" ed è un discorso di equilibrio e di "responsabilità sociale condivisa" io aggiungerei. In qualche modo siamo anche responsabili degli altri. Se la mia libertà finisce dove inizia quella di un'altra persona, con parole e messaggi di vario tipo io esco dalla mia bolla ed entro nelle bolle di altre persone quindi (forse) dovremmo tutti farci un minimo caso. Una via di mezzo tra "signora mia, oggi non si può più dire niente!" e "ti denunzio perché hai osato dire che sono pelato". Ci deve essere una via di mezzo, possiamo cercarla.

  • @Ketto1900
    @Ketto1900 Před 2 lety +31

    Marco Crepaldi bellissimo esempio di come si possa ragionare anche su argomenti complessi.

  • @mariannagarrone8101
    @mariannagarrone8101 Před 2 lety +9

    C'è un aspetto che non è stato toccato e che secondo me è importante: ovvero il valore che si dà alla singola vita umana. Ciò che spesso induce ad estraniarsi dalla realtà e ad evitare il confronto con la società è la percezione che il valore del nostro essere dipenda dall' essere più o meno conformi a quei modelli di successo/performanza che sono spesse volte irrealistici ed irraggiungibili, inseriti magari una gerarchia. I fallimenti, che potrebbero essere un valore di per sè, come è valore l'esperienza, vengono vissuti come una perdita delle proprie "patenti di validità" per poter "giocare quella partita" e restando in panchina ci si sottrae dallo scoprire quanto e dove si potrebbe crescere, (spesso in molti più ambiti di quel che si crede) , e quali sono le qualità che emergono durante il proprio percorso di vita.
    Credo che il nocciolo dei problemi vada ricercato riflettendo proprio su quale sia il valore di una vita umana e quale siano i suoi scopi.
    Se si valorizzano l'esperienza di vita e la crescita (a misura però del proprio essere e della propria storia), avremmo tanta gente felice di mettersi in gioco.
    Se si valorizza solo il risultato eccellente per di più in alcuni ambiti privilegiati
    tanta gente avrà voglia di sottrarsi a quella logica del successo.
    In altre parole, se l'esistenza di un essere umano vale di più se è iperperformante in ambiti considerati più fighi di altri, come chessò, prendere un premio nobel per la fisica, il senso di apatia esistenziale che gli Hikkikomori provano è presto spiegato: "non sono competitivo dunque rinuncio".
    È ovvio che la realtà contempla felicemente molte più sfumature dei modelli ideali, ma se sempre più spesso si sente l'esigenza di sottrarsi a quel confronto significa che il messaggio:
    "la tua esistenza vale solo se sei competitivo/performante"
    da qualche parte arriva e forse non arriva solo dal proprio nucleo familiare che comunque è parte di un contesto più ampio. E torniamo a doverci domandare quale sia lo scopo (o gli scopi) che vogliamo dare al nostro esistere. Forse se valessimo in quanto possibilità dell'esperienza che possiamo fare nel mondo, non saremmo così "umanofobici" e con questo intendo aver paura della nostra imperfezione, ovvero di ciò che siamo.
    Ps: comunque bel dibattito! 😊

  • @alessandro995
    @alessandro995 Před 2 lety +48

    Bella chiacchierata! Mi sento di dire una nota sul discorso della competizione, decisamente interessante. A mio avviso entrambi siete troppo esposti ad elementi che vi fanno percepire la situazione forse un po' diversa da com'è "realmente". Non pretendo (ci mancherebbe) di avere la situazione rappresentativa in tasca, ma solamente di portare un'altra posizione, diversa.
    Secondo me Riccardo, per il suo lavoro probabilmente, è troppo esposto a notizie, che quasi per definizione sono "estreme". Sicuramente molti dei problemi che solleva sono reali, ma non sono così presenti come sembra.
    Marco invece, anche lì probabilmente per il suo lavoro, è abituato a parlare con persone più "fragili" del "normale", o che comunque si trovano in un momento di difficoltà (lasciando nella testa del professionista quell'immagine anche a mesi di distanza, quando magari la situazione è cambiata enormemente).
    Fatte queste promesse arrivo al punto: a mio avviso la competizione può essere considerata "giusta" in Italia, ma più da un punto di vista meramente del "compitino" che ti danno. Esempio: esami, progetti universitari e cose così.
    Da punto di vista dell'ambizione (tema strettamente collegato a mio avviso), il discorso cambia radicalmente. Cosa intendo? Che quello che era "competitivo" lo era solamente all'università. Appena gli tolgono dei chiari obiettivi predeterminati, le sue aspirazioni sono praticamente nulle, o comunque non particolarmente eccezionali.
    In questa retorica la competizione sarebbe quindi più incentrata sulla scuola, più che sui propri obiettivi di lungo termine. Cosa che fa dell'Italia in generale, un paese molto poco competitivo secondo me. Le persone non hanno grandi aspirazioni, se non quelle di vivere una vita "normale".
    Il disagio provato da certi ragazzi deriva quindi, secondo me, non tanto dalla competizione in sé per sé, quanto dal modo con cui si viene trattati a seguito di un feedback negativo. All'università è più difficile, certamente, ma nella scuola il rapporto spesso poco umano dei docenti con gli alunni (almeno in confronto al mondo anglosassone), potrebbe essere sì modificato.

    • @alessandro995
      @alessandro995 Před 2 lety +4

      @@hits_different In quei contesti i professori sono quasi tuoi "amici". Qui c'è ancora molto un distacco nella relazione che si crea, che non favorisce la ricezione degli spunti per migliorare.
      In altre parole. Se io studente voglio migliorare, ci deve essere qualcuno che mi dice come. Ma se 1) il prof lo fa in modo brusco, distaccato e menefreghista e 2) lo studente è abituato a considerare il prof in modo troppo distante da lui, non riuscirà a recepire

    • @Ilsavee
      @Ilsavee Před 2 lety

      @@alessandro995 Ho l'impressione che tu abbia generalizzato un po' troppo il sistema scolastico e le sue conseguenze sia in Italia sia in inghilterra, ci sono infiniti modi per spronare lo studente a migliorare e lo si può fare anche in modo brusco come l'allenatore di basket di Rick. Il vero punto è trovare un equilibrio in cui la competitività fa progredire chi è in grado di reggere e trovare un modello per chi ha bisogno di un altro metodo per dare il meglio di sè

    • @francescagibilisco4402
      @francescagibilisco4402 Před rokem

      Concordo con lo psicologo...

  • @isolatixscelta
    @isolatixscelta Před rokem +2

    Bravissimo Marco si vede che ne sai dell'argomento Hikikomori. Infatti riguardo alle aspettative e che l Hikikomori in realtà si sente una persona speciale e appunto per questo si chiede costantemente che cosa ha sbagliato e perché non riesce a sfruttare le sue potenzialità per arrivare dove merita. E parlando da Ex Hikikomori posso dire che forse proprio il fatto di sentirci speciali ci porta a bloccarci perché ci rende anche un po' arroganti e prepotenti nei confronti delle persone normali che vediamo fare cose a nostro parere inutili/insensate o di basso valore. Tuttavia non riuscendo a sfruttare le nostre capacità ci sentiamo a nostra volta frustrati

  • @92snowboarder
    @92snowboarder Před 2 lety +2

    Il dibattito più importante, interessante, riflessivo e omnicomprensivo di sempre, alla base delle nostre azioni e interazioni.
    COMPLIMENTI!

  • @XXISecolo
    @XXISecolo Před 2 lety +3

    Questi lati di Rick duFer fragili del passato sono interessanti (parlo dell'acne, giusto per non esser fraintesi), grazie per aver condiviso! Credo sara' utile a molti nell'adolescenza ora.

  • @pedroloto
    @pedroloto Před 2 lety

    Che bella cogitata, grazie a entrambi!

  • @crisbagu3200
    @crisbagu3200 Před 2 lety +7

    La competitività non può essere eliminata perché la si subisce sia nel senso della fuga che dello sviluppo dell'aggressività e della frustrazione. Siamo noi che dobbiamo lavorare su di noi per viverla nel modo più equilibrato possibile. Rick ha ragione nel dire che la conoscenza, che passa dal progresso scientifico, è fondamentale. Perché per conoscere sé stessi e padroneggiarsi abbiamo bisogno di più strumenti possibili. Capire come funziona il mondo ne è parte.
    La competitività non la crea nessuno di per sé, emerge nel corso delle relazioni. Si aspira ad un mondo equo, poi raggiungerlo è la sfida di una vita.

  • @thevandal8463
    @thevandal8463 Před 2 lety +7

    Saranno la fotografia e l'angolazione dell'inquadratura, ma a me Marco sembra strafatto come un folletto nero nel fantabosco

  • @francescos7361
    @francescos7361 Před 2 lety +1

    Grazie vi voglio bene !

  • @francescos7361
    @francescos7361 Před 2 lety +6

    Ridere di se stessi resta importante.

  • @Crix333
    @Crix333 Před 2 lety +25

    Sul discorso della competizione, da amante puro della competizioni, concordo maggiormente con Crepaldi. Purtroppo questa ha lati negativi non gestibili da tutti. Però entrambi non colgono veramente quel che si dovrebbe fare, ossia mettere in comunicazione che vince e chi perde eliminando la naturale aggressività del vincitore dopo che ha vinto e metterlo nelle condizioni di aiutare chi perde. Questo è quello che come società dovremmo insegnare e fare

  • @rambarambacinema
    @rambarambacinema Před 2 lety +5

    Che coppia ❤️❤️❤️

  • @giammarco5418
    @giammarco5418 Před rokem +5

    Sono d'accordissimo con Marco del fatto della pressione scolastica! In effetti nella scuola quella continua competizione crea invidia tra gli alunni e secondo me per questo finiscono definitivamente i rapporti con quei compagni perchè ti rimane una brutta esperienza e vuoi cancellare tutto di quel periodo comprese quelle persone

  • @jenkoo4820
    @jenkoo4820 Před 2 lety +4

    Mi piacerebbe che intervistassi Mauro Scardovelli. Sarebbe una puntata sublime.

  • @alessioromeo1
    @alessioromeo1 Před 2 lety +3

    In un' era in cui l'idiozia dilaga, è bello vedere 2 youtuber che se la cantano e se la suonano. Confermano tutto.

  • @francescomonaco78
    @francescomonaco78 Před 2 lety +2

    Interessantissimo! Secondo me però il problema della competitività é che é una cosa positiva per alcuni e deleteria per altri. Io mi auspico che un giorno ci sarà una scuola che avrà diversi metodi di insegnamento per gli uni e per gli altri

  • @micinomax81
    @micinomax81 Před rokem +3

    l'errore è pensare che la competizione sia qualcosa a sé stante. Tu competi sempre in qualcosa, e le tue prestazioni dipendono da quello. Se ti piace il basket ed entri in una squadra, sarai naturalmente competitivo, perchè sei interessato al gioco. Ma a un bambino o un ragazzo non scelgono di entrare nella "squadra della scuola", vanno a scuola perchè devono studiare, e quindi non sono naturalmente predisposti a competere (a meno che non amino studiare o siano ipercompetitivi di natura su tutto).
    Lo stesso vale per il lavoro. Se hai un lavoro di merda che non ti piace, perchè dovresti essere competitivo? Cioè dovresti immergerti ancora di più in quel lavoro, lavorare ancora di più, studiare modi per lavorare e guadagnare di più... il tutto per fare meglio una cosa che ti disgusta fare e ti fa stare male.
    Poi certo, come dice Rick per avere competizione servono anche dei guidizi, dei parametri attraverso cui puoi fare una classifica dei migliori e dei peggiori. Questo anche nel lavoro. Ma ci sono molti lavori che sono totalmente senza prospettiva, senza possibilità di miglioramento, cioè se lavori in un call center o fai lo spazzino come puoi migliorarti? al massimo puoi cambiare lavoro, ma non hai modo per diventare qualcosa di più in quell'ambito.
    Dal punto di vista della scuola hai qualche voto, hai qualche esame, ma non hai una prospettiva futura, cioè a cosa ti serve tutto questo? i giapponesi sono così competitivi perchè sono abituati al fatto che se prendi una buona laurea in una buona università poi il lavoro lo trovi di sicuro, e quasi certamente te lo tieni per tutta la vita (almeno fino a non molto tempo fa era così). Quindi la loro competitività aveva una logica, non era solo frutto della pressione sociale. Ma se non hai speranze per il futuro, se quello che fai per te non ha senso, non ti porta a nulla, e in futuro magari sarà anche peggio (perchè quando finirai la scuola dovrai trovare un lavoro, che sarà ancora più duro e ancora meno appagante), perchè dovresti competere e impegnarti? meglio rimanere a scuola il più possibile facendosi bocciare o dando gli esami all'università a rilento. meglio rassegnarsi a lavorare nei call center o fare gli spazzini e fare il minimo per portare i soldi a casa.
    La dicotomia della nostra società è questa: c'è una parte di persone che fa quello che gli piace, o che comunque ha successo e soddisfazione dal lavoro e dalla vita, e un'altra parte di reietti, di zombie che non riescono neanche a immaginare di poter passare dall'altra parte, e cercano solo di sopravvivere.

  • @manuelmontanari178
    @manuelmontanari178 Před 2 lety +4

    Ti stimo profondamente Rick Du Fer, posso dire che ho “ampiamente” seguito i tuoi speciali su Bloodborne.
    È da lì che ho iniziato a seguirti, proprio perché avevamo degli interessi in comune, e non uno solo, ma tutti gli “ingredienti” che potrebbero rendere la mia vita grande: tra questi la filosofia ed i videogame insiti in una certa, come detto prima, “filosofia”.
    Vabbè, alla fine lo sai che c’è? Ci risentiamo al prossimo messaggio Rick!

  • @michelemelara4447
    @michelemelara4447 Před 2 lety +4

    Mi trovo più d'accordo con Lovecraft. Se potessi togliere dalla mente tutto quello che conosco probabilmente il mondo smetterebbe di essere un inferno. Non penso assolutamente che la conoscenza vada di pari passo con il benessere psucologico.

  • @fabiocortese6069
    @fabiocortese6069 Před rokem +1

    Anche quando si parla di benessere psicologico: la questione te la sei posta perché c’è stato un avanzamento tecnologico altrimenti non sarebbe nemmeno sorta. È il sapere che guida l’avanzamento della società e poi, indirettamente, si sviluppano gli altri aspetti

  • @silvanaporcu8130
    @silvanaporcu8130 Před 2 lety +25

    Ciao.
    La scuola ha enormi problemi e su questo non ci piove. I genitori, purtroppo, spesso hanno ragione nel senso che troppi insegnanti hanno grossi problemi sia dal punto di vista didattico che relazionale.
    Ciò è dovuto ad un reclutamento del personale basato per lo più su concorsi farlocchi e che non sarebbero validi anche se fossero più seri.
    Gli insegnanti devono essere assunti per chiamata diretta in base ad un curriculum da onorare sul campo.
    Con le conseguenze del caso: licenziamento per giusta causa.
    Per quanto riguarda gli esami di stato vanno aboliti: cosa diavolo mi deve dimostrare uno studente dopo 3 o 5 anni durante i quali l'ho interrogato mille volte ed al quale ho corretto una caterva di compiti scritti?
    Che sa ripetere una tesina spesso letteralmente comprata?
    Gli esami che hanno senso sono le certificazioni e gli esami universitari.
    Ciao.

  • @tsukeru4761
    @tsukeru4761 Před 2 lety +1

    Il discorso che ha fatto rick sul fatto che trovare il modello, un etichetta da cui sentirsi rappresentato faccia sentire un po' meno responsabile dei propri problemi perché è come se fosse tutto già predestinato lo capisco bene.

  • @LudoLeo8
    @LudoLeo8 Před 2 lety +1

    1:19:00 che soddisfazione trovare confronti di questo tipo.

  • @Fedbo
    @Fedbo Před 2 lety +5

    Off topic Una domanda tecnica sul suono: ascoltando con buone cuffie/casse daily cogito da molto tempo, si notano dei tipici artefatti della compressione audio. Come se il suono alla fonte sia ottimo (microfono, preamp, registrazione) ma qualcosa lo comprometta negli ultimi step, forse esportato a basso bitrate mp3? Spero qualcuno legga e che il feedback sia d'aiuto! È davvero un peccato non poterne godere al meglio

    • @fedsanber
      @fedsanber Před 2 lety +3

      Ciao! Potrebbe essere che CZcams ci faccia questo scherzo, comprime molto sia audio che video, proverò a vedere se cambiando delle impostazioni su OBS posso aumentare il bitrate dell’audio. Per il resto grazie per la segnalazione!

    • @lucgus2543
      @lucgus2543 Před 2 lety

      @@fedsanber Ciao, cerca "reaperiani wav youtube" per evitare la conversione dell'audio da parte di youtube

  • @emirbambino8528
    @emirbambino8528 Před 2 lety +14

    Confronto interessante ma la visione della scuola di Rick non la condivido, si può paragonare davvero la competizione sportiva con quella scolastica? La scuola deve mettere giudizi è vero, serve per la crescita, ma il voto è una visione troppo limitata, i giudizi dovrebbero essere scritti in modo esaustivo e complesso per indicarti i tuoi margini di miglioramento. Poi sicuro che la squola oggi sia "troppo buona"? Si vedono solo ragazzi a pezzi, insoddisfatti e stressati a causa di questo sistema, che basa le sue valutazioni su quanto sei bravo a immagazzinare informazioni nel cervello per poi rivomitarle fuori e periodicamente scordarti tutto. Visto che via via andiamo sempre di più a selezionare le cose per cui siamo predisposti e a scartare le cose che non suscitano il nostro interesse, mi chiedo io, come mai la scuola non ti agevola in ciò? La scuola dovrebbe aiutarti a capire la tua strada, è innutile incastrarsi per anni su cose che evidentemente non sono nelle tue corde, quando potresti dare il massimo in altre materie per cui dimostri un certo interesse reale. Poi la bocciatura...che ancora oggi si debba minacciare gli studenti per farli studiare. In Inghilterra la bocciatura non è prevista, e secondo me questo ti aiuta a responsabilizzare i giovani. Non hai mai voluto fare un cazzo? PERFETTO, la vita ti riserverà molte difficoltà, io studio perché non voglio trovarmi nella merda in futuro, non perché altrimenti mi tocca patire questa sofferenza un altro anno. O almeno questa dovrebbe essere la mentalità dei ragazzi.

    • @emirbambino8528
      @emirbambino8528 Před 2 lety

      @ziz za ma se Rick dice chiaramente che la scuola dovrebbe preparare i ragazzi ad affrontare la vita e a responsabilizzarsi, questo non è forse il modo migliore? Poi non venirmi a dire che la bocciatura aiuta i ragazzi, è solo una condizione che serve per spronare, la paura di risubire per un'altro anno questo patimento, e questo non aiuta di certo i giovani ad avere un esperienza scolastica gratificante. Poi il paragone con l'alcol e la macchina è stupido, bere una grappa che non sei in grado di metabolizzare nonostante le raccomandazioni dei genitori è comunque un'azione individuale, a scuola sei accompagnato da professori che dovrebbero essere lì a posta per aiutarti a prendere consapevolezza attraverso un percorso. È meglio un professore che ti porta a studiare perché altrimenti rischi di essere rimandato? Oppure un professore che ti porta a studiare perché ti aiuta a capire che è meglio per il mio futuro?

    • @emirbambino8528
      @emirbambino8528 Před 2 lety

      @ziz za stai sviluppando tutte le tue argomentazioni sul fatto che i 14enni sono dei bimbi ritardati che vanno mandati a letto senza cena (su quali basi poi? BOH), vedi sono proprio visioni come la tua che impediscono l'autoaffermazione dei ragazzi (cosa che a Rick è molto cara) e che impediscono ai ragazzi di sviluppare la giusta sicurezza di se.

    • @emirbambino8528
      @emirbambino8528 Před 2 lety

      @ziz za come se tutti i minorenni fossero uguali, come se si potesse paragonare quando sei minorenne a 8 anni con quando lo sei a 15 con quando lo sei a 17...come se nella fase "minorenne" non si crescesse nel tempo e non si maturasse.

    • @emirbambino8528
      @emirbambino8528 Před 2 lety

      @ziz za continuo a sostenere che le lacune possano essere colmate senza necessariamente far patire un anno di sofferenze in più, e che la strada ideale per colmarle sia un'altra. Ma sai cosa, la pensiamo in modo diverso ed il bello della democrazia è questo. Per me il malessere psicologico che comporta la bocciatura non vale la pena mai in nessun caso, sono tante le sdrade con finalità di recupero che dovrebbero essere offerte, ma un recupero che sia da affiancare al proseguimento della scuola, non che ti faccia rifare una tappa.

  • @martinoarioli5341
    @martinoarioli5341 Před 7 měsíci

    Secondo me il problema di base è pensare che esista una conoscenza cui accedere e attraverso la quale sia possibile comprendere il Mondo. La scienza è basata su modelli e per sua natura fatta di errori, mentre un modello di società ipercompetitivo tende spesso a non dare la possibilità di commetterne.
    Aggiungo che se esiste una conoscenza scientifica inconfutabile e questa fosse la misura del benessere sociale, questo assunto dovrebbe poter essere dimostrato scientificamente. Altrimenti l’assunto che il progresso scientifico si traduca in benessere sociale sarebbe a sua volta una convinzione/credenza

  • @davidfrau4116
    @davidfrau4116 Před 2 lety +2

    Propongo una bella cogitata con Gianluca Gotto se possible!! Grazie

  • @mattialeonardi8636
    @mattialeonardi8636 Před 2 lety +3

    Io non ho disegnato,perche mi sentivo uno sfigato all'artistico vedendo altri più bravi di me. Quando ho smesso di essere competitivo ho pensato a crescere per me stesso e ho mandato avanti altre passioni.

    • @alessiodaini7907
      @alessiodaini7907 Před 2 lety

      Questo non è essere competitivi, perché questo il tuo è stato associare la mancanza di amor proprio in qualcosa in cui sei meno capace rispetto agli altri. Competitività spinge, attraverso il confronto, a superare un ostacolo dettato da un punto di riferimento. La competitività prevede una serie di fallimenti possibili che confermano che quell'ostacolo deve essere ancora superato. Questo è essere competitivi. Possiamo dire che non avevi uno spirito competitivo e che la pressione di qualcosa che metteva competizione, fosse motivo di ansia e che il tuo modo di essere era tale che non potesse sopportarlo, perché non avevi la mentalità da competitivo. Certo, se lo mettiamo come estremo, si arriva ad una vita altrettanto stressante e insana, che porta ad un blocco e che ammazza la passione(ma qui sembra che questo approccio non ci sia stato, nel tuo caso, anzi l'esatto contrario). Hai abbandonato completamente l'idea di dover seguire dei tempi dettati dagli altri e il doverti giudicare come persona per i risultati dettati da un sistema di vita che si basa sulla competizione. Penso che questo sia proprio essere fuori posto, se ci si pensa bene.

    • @alessiodaini7907
      @alessiodaini7907 Před 2 lety +1

      Cioè se ci pensi, ti sei sentito fuori posto con i ragazzi bravi a disegnare dell'artistico, ti sei sentito fuori posto con la gara che hai percepito. Il confronto ti ha spaventato, perché è stata interpretata la competizione, come un dovere e motivo morale di critica. Non essere adatti per la competizione, senza dubbio alcuno, porta malessere in un ambiente competitivo e ci fa sentire fuori posto con quell'ambiente e anche del qualcosa che, in qualche modo, ci lega con tale ambiente.

    • @mattialeonardi8636
      @mattialeonardi8636 Před 2 lety +2

      @@alessiodaini7907 è il sentirsi sbagliati e senza speranza, che mi ha portato ad abbandonare tutto, le superiori sono state davvero difficili. Adesso sto molto meglio perché mi sono rivalutato. E viaggio competendo con me stesso.

    • @mattialeonardi8636
      @mattialeonardi8636 Před 2 lety +1

      @@alessiodaini7907 capisco cosa intendi ,forse hai ragione ma all'inizio ci ho provato a superare gli altri. Comunque non lo credo sano, voler battere gli altri. io credo sia molto meglio voler battere se stessi e (battere gli altri se diventano un reale ostacolo,un ostacolo in un preciso momento per un determinato scopo che va al di fuori del battere semplicemente l'altro per pura gratificazione..Essere migliori degli altri,non è un obiettivo che mi piace per me stesso. Crescere e seguire la propria via e vivere intensamente la propria vita, questo è un obiettivo che voglio prendermi.

    • @alessiodaini7907
      @alessiodaini7907 Před 2 lety +1

      @@mattialeonardi8636 Già, e se si è sbagliati, qual è il proprio posto? Non esiste posto giusto, non esiste qualità positiva che ti fa rivalutare. Lo dico sempre che anche la mentalità e l'approccio con cui vediamo la propria esistenza, il nostro essere, a dare valore e sfumatura ad essa e a tutto quello che ci circonda. Anche quando i problemi sono grossi, questo fa un'importante differenza. L'importante è rendersi conto di ciò.

  • @fabiocortese6069
    @fabiocortese6069 Před rokem +1

    Il tema della competizione è troppo soggettivo e non è generalizzabile: esistono anche persone che, se non messe in un contesto competitivo, non rendono.

  • @dubmike9976
    @dubmike9976 Před 2 lety +1

    Al 47:00 parli del effetto Ryan Gosling

  • @matteofilipponi2206
    @matteofilipponi2206 Před 8 měsíci

    Tra la competizione e l’ evoluzione della society ci metterei un cuscinetto che si chiamano compassione e gentilezza.
    Siamo talmente concentrati nel fare meglio noi che non “vediamo” il prossimo.
    Giudicare, puntare il dito e fregarsene degli altri, pur che non perda tempo ad arrivare all’ obiettivo.
    Si tratta della maetafora mors tua vita mea, ma la domanda è questa:
    Una volta che hai ucciso tutti, che te ne fai di quello che hai?
    La soluzione sarebbe quella competizione collaborativa.

  • @sfnau2563
    @sfnau2563 Před 9 měsíci

    ma scherzate è più comodo mettere la è accentata, e io non lo sapevo come farla, me l'avete fatto scoprire voi ! grazie

  • @ildiofattouomo
    @ildiofattouomo Před 2 lety +3

    Non sono d'accordo sulla natura, la natura non ci vuole morti, la natura ci vuole autentici. È la cultura è anch'essa parte della nostra natura.

  • @gabrielecoradeschi7989
    @gabrielecoradeschi7989 Před 2 lety +2

    Ho visto l'anteprima e mi son detto:" perchè intervista ilvostrocarodexter?"

  • @giovannidibartolomeo2967

    Video molto interessante! Purtroppo a causa della durata, difficile da seguire totalmente!
    Poter "dividere" magari in DUE (...3 no! Sarebbe troppo dispersivo)... VISIONI?...boh!?!?

  • @riccardo.claudio
    @riccardo.claudio Před 2 lety +1

    1:33:00 "Grazie MarcoCrepaldi per il tuo Abbonamento!" mmmmh

  • @amosmattia
    @amosmattia Před rokem +1

    Bello, però muovo una critica: non è vero che con l’impegno e magari l’autoironia, si possa uscire sicuramente da situazioni difficili. Mettiamo il caso di uno che l’abbia piccolo, mettiamo il caso che sia stato deriso, non è che facendoci battute poi diventa prestante e susciti per forza attrazione nel sesso opposto, magari uno si sforza anche ma non è che si nasca per forza divertenti. Purtroppo ci sono disuguaglianze non colmabili. Il punto è che si nasce con istinti innati, e questi, magari per dei difetti fisici non possano venire realizzati. La situazione di Rick era molto spiacevole, non lo metto in dubbio, però insomma, ritrovarsi, ad esempio ad avere una statura molto bassa e venire scartati per questo… beh non bello direi. Poi, mi si prende l’esempio di de Vito, e ho capito, ma è una star apprezzata con status, per un poveraccio che ha mezzi e capacità ridotte, non ne esce magari. Questo non significa lasciarsi andare, bisogno coltivare hobby, passioni e cercare di stare meglio, ma purtroppo la vita non da a tutti la possibilità di riuscire, anzi il fallimento è spesso la norma. A me il politicamente corretto spesso mi pare esagerato, ma ne capisco la base teorica, che delle volte è fondata. Brunetta, è un personaggio per me molto sgradevole, ma quando ha fatto l’intervista parlando dei suoi problemi aveva assolutamente ragione. Non li risolvi facendoci una risata purtroppo.

  • @anto3071985
    @anto3071985 Před 2 lety +6

    gli Hikikomori pienamente isolati li vedo come persone troppo sensibili per stare in mezzo alle persone, esagero nel pensarlo?

    • @Ilsavee
      @Ilsavee Před 2 lety +8

      è più una questione di gestione della propria sensibilità. Chiaramente più si è sensibili e più è difficile gestirsi

  • @staserapagoio2999
    @staserapagoio2999 Před 2 lety +4

    Maschi, come state?

  • @salvatore198
    @salvatore198 Před 2 lety +2

    Madonna Du Fer come parla veloce

    • @des_98
      @des_98 Před 2 lety +5

      Il video è rallentabile dalla rotellina ;)

    • @giangiochannel767
      @giangiochannel767 Před 2 lety +10

      Mortebianca fans: "Hold my beer"

    • @paolonuzzolese6858
      @paolonuzzolese6858 Před 2 lety +6

      Io lo sento in x2

    • @des_98
      @des_98 Před 2 lety

      @@paolonuzzolese6858 io lo sconsiglierei, ma se preferisci...

  • @zingara2400
    @zingara2400 Před rokem +1

    Mah... io educo cani, ed in base alla mia esperienza, gli individui che non sanno relazionarsi all'ambiente in maniera positiva sono quelli ai quali non sono stati forniti gli strumenti per poterlo fare, ovvero quelli che banalmente sono stati 'iperprotetti' e assecondati malamente nei loro timori naturali. L'indole personale ed il carattere incidono solo sull'approccio educativo. Nella cerchia dei miei innumerevoli nipoti noto lo stesso fenomeno. Pertanto, la differenza la fanno i referenti educativi, ed il loro grado di maturità.

  • @marcobusarello7841
    @marcobusarello7841 Před 2 lety +18

    Solo una cosa: il lavoro del promotore finanziario soprattutto agli inizi non porta soldi e non è un posto fisso e la carriera è una delle meno sicure a partita iva (ps non sono promotore finanziario ma lavoro nel settore). L ospite parte subito con una cagata pazzesca x rincorrere uno stereotipo. Cfr family banker Mediolanum, figura commercialona al 99%, reclutano laureati in filosofia lettere e geologia disoccupati invece che economia. Peraltro rick, mollare dopo poco tempo quella strada è facile in termini di investimento di formazione e rinuncia economica, non è come se avessi abbandonato la carriera da neurochirurgo, dai.
    Le pressioni della famiglia invece le capisco ma sono tutta altra cosa rispetto alla rinuncia a denaro e sicurezza (reali). Conosco ragazzi avvocati che andrebbero a lavorare in comune o in banca (guadagnerebbero di più e con più certezza) ma la famiglia magari ha la fissa dell "avvocato".

  • @giuseppegiadone8348
    @giuseppegiadone8348 Před 2 lety +4

    Non concordo su certi aspetti della scuola di rick, del resto bel dibattito.

  • @Friariello91
    @Friariello91 Před 2 lety +1

    1:18:40 qui non sono assolutamente d'accordo con Rick: dire che l'avanzamento della società è quantificabile solo col progresso tecnologico lo trovo estremamente miope. L'esempio a lungo termine del Giappone e le nostre vite improvvisamente invase da nuove dipendenze, social e pornografia sono un esempio lampante.
    1:38:42 sullo swá siamo completare d'accordo invece.

  • @EmanueleDeliber
    @EmanueleDeliber Před 2 lety +1

    43

  • @petermussner5286
    @petermussner5286 Před rokem

    grandi

  • @diamondrl0
    @diamondrl0 Před 2 lety +2

    Dibattito molto stimolante, e mi trovo d'accordo con Marco per quanto riguarda la competizione, secondo me da un lato è bene confrontarsi con gli altri per poter auspicare ad essere il meglio che puoi, bensì dall'altro lato ti ritrovi con una pressione ed un'ansia non facile da gestire. Piuttosto io mi concentro spesso sulla competizione contro me stesso, ovvero guardo indietro e cerco di essere il meglio che posso rispetto a come sono cresciuto e agli sbagli che ho fatto, ma è ovvio che nella società la competizione non può assolutamente mancare, in tutti gli ambiti.
    Inoltre, vorrei dire una cosa sulla schwa, che non è solo un modo per dire "io aderisco a", prova a vederla più da un punto di vista veramente inclusivo. In inglese si può tranquillamente usare il they/them, plurale che in grammatica viene usato anche per riferirsi ad una persona della quale non sai il genere ed eviti di dire she o he, dunque corretto anche per il singolare, inoltre l'inglese non è una lingua binaria come la nostra. L'italiano invece non ha il neutro e dunque le minoranze che dovrebbero usarlo per sentirsi a loro agio non possono di certo troncare le parole così, quindi o si adattano a uno dei due pronomi (come ho fatto io, non mi pesa personalmente ma a tanta gente fa star male a causa della disforia di genere), oppure evitano il più possibile di usare parole binarie (ad esempio al posto di dire content* dicono felice), ma ovviamente i pronomi non si possono evitare per sempre. La necessità del linguaggio inclusivo deriva da un disagio che si crea linguisticamente, alla fine nello scritto non costa a nessuno mettere un asterisco o la schwa, così tutte le persone in un ambiente pubblico si sentiranno incluse, ma è l'uso che ne facciamo della lingua a renderla "sessista". Siamo tutti consapevoli del fatto che non avremo mai subito una soluzione o un terzo pronome, ma iniziare a pensare ad una soluzione e ad un cambiamento sociale di questo tipo non è male. Anche perchè credo che se la società non fosse così binaria, la lingua ne risentirebbe in meglio e non ci sarebbero più tutte queste questioni sui pronomi e il misgendering che ora a noi persone trans fa malissimo, perchè se fatto volontariamente è una microaggressione molto dannosa. Credo sia l'uso della lingua quello che va cambiato, non la lingua stessa, anche perchè sarebbe un po' impossibile forzare così la mano, ma vi assicuro che è solo un puro tentativo di sentirsi un po' di più a proprio agio nella vita di tutti i giorni, in pochissimi vogliono solo mettersi in mostra visto i tempi che corrono

    • @Friariello91
      @Friariello91 Před 2 lety +1

      Bravo, credo che la competizione con sé stessi sia l'unica competizione sana se l'obbiettivo è davvero migliorare in qualcosa.
      Per il resto, la grammatica è binaria perché é la natura umana ad esserlo.
      Chiedo microscusa per la microaggressione.

    • @diamondrl0
      @diamondrl0 Před 2 lety

      @@Friariello91 la natura umana non è mai stata binaria, infatti esistono persone intersessuali e nessuno è al 100% maschio o femmina (i cromosomi non sono gli unici a determinare il sesso, vedi la gente con i cromosomi a posto ma con scompensi ormonali che deve fare ricorso alle terapie). Nell'antichità ci sono sempre state figure ermafrodite

    • @Friariello91
      @Friariello91 Před 2 lety

      L'intersessualitá o ermafroditismo veri e propri sono eccezioni estremamente rare che confermano la regola. Si può nascere anche con due peni, 6 dita, labbro leporino o con la coda... per non parlare delle svariate condizioni (o patologie, non so quale termine sia corretto) che "in natura" porterebbero alla morte dell'infante, ma a cui oggi si prova a dare una vita dignitosa grazie alla tecnologia (progeria, macromegalia, epidermolisi bollosa, fino agli autismi vari e chi più ne ha più ne metta).
      Dobbiamo dire che non è vero che l'essere umano ha un cervello perché incidentalmente nascono neonati acefalici?
      C'è bisogno di specificare che bisogna includere chi è senza mandibola perché ci sono persone affette da agnatia?
      Per me sei libero di esperire la vita come più sei a tuo agio, di cambiare idee e sembianze e di ricambiarle ancora alla ricerca della preziosa serenità, ma non dovresti piegare la realtà ai dettami di un'ideologia.
      Edit: hai cancellato il tuo commento, ti lascio comunque la mia risposta 🫂

    • @diamondrl0
      @diamondrl0 Před 2 lety

      @@Friariello91 ah beh di certo non ho detto che è regola, sto solo specificando che esistono quei casi e che quindi la società esclude a prescindere certe cose, tra l'altro il colonialismo è stato il primo a cancellare la libertà di genere (ad esempio i nativi americani), per cui a parte la natura umana c'è anche il fattore sociale. E poi, come già detto, ci sono talmente tanti fattori in gioco che non si può dire di essere completamente binari, tra ormoni e vari fenotipi. Però hai ragione, ovviamente quei casi che dicevo io sono rari. Non è un'ideologia perché riconosco perfettamente la realtà, anzi, per poter parlare di queste cose sappi che cerco di studiare il più possibile (sia per curiosità, che per appunto poter avere discussioni interessanti e con argomentazioni reali, senza ideologie ma con puri fatti). Effettivamente la natura è binaria, solo non come lo intende la società, che ormai lo dice soltanto per denigrare una minoranza di persone
      Io comunque non ho eliminato il commento, anzi il tuo mi risulta eliminato.. bah sarà un bug di CZcams

    • @Friariello91
      @Friariello91 Před 2 lety

      @@diamondrl0 io visualizzo i miei due commenti precedenti ma non più il tuo primo commento. Comunque a me non sembra che la società voglia denigrare una minoranza, al contrario: mi sembra che voglia disintegrare, manipolandola e mortificandola, qualsiasi sedicente "normalità" che unisce in una maggioranza. Credo questo si possa dire sia riguardo alle tematiche di genere e fluidità di genere, sia per tanti altri discorsi in cui (partendo da problemi più o meno reali e rilevanti) le minoranze diventano un mero strumento ideologico per portare avanti un progetto di ingegneria sociale. A me questo non sta bene, e nonostante ciò non ho nessuna voglia di denigrare alcuna minoranza. Sinceramente non ho neanche interesse nell'etichettare una minoranza come tale, credo il divide et impera convenga solo ai pochissimi in vetta alla piramide sociale, non certo a me o a te.

  • @distico
    @distico Před 2 lety +7

    Il tuo insegnante di pallacanestro ha fallito nel momento in cui tu hai iniziato a giocare scorretto. Competere per qualcosa che ci serve, delle risorse come il cibo, l'acqua, ha senso. Il fine ultimo e' otterenere quelle risorse, magari anche evitando il conflitto mentre nel nostro mondo la competizione e' spesso fine a se stessa. Soffrire perche' non si e' vinta una gara significa aver confuso il gioco con il proprio valore come persona. Credo che una persona sana non dovrebbe soffrire perdendo una partita di pallacanestro e non dovrebbe ridursi a barare.

    • @rickdufer
      @rickdufer  Před 2 lety

      1) quando ho mai detto di aver giocato scorretto?
      2) quando ho detto che perdere una partita mi causava sofferenza?

    • @distico
      @distico Před 2 lety +7

      @@rickdufer 1) Lo dici a 1:11:53: "nell'ambito della pallacanestro sono diventato un difensore, anche un po scorretto perché volevo [...]" (intuisco: "volevo impressionare l'allenatore")
      2) Lo dice Marco che lo vede su una casistica di pazienti. E lo vedo io con mio figlio che pur essendo estremamente dotato in tutti gli sport passa una brutta giornata se non e' arrivato primo in qualsiasi cosa anche un gioco tra amici. E' cresciuto tra persone che non danno valore al primeggiare ma che allo stesso tempo lo hanno lascito libero di essere competitivo. Nella speranza che impari da solo l'inutilita' di questo dolore autoinflitto in una societa' dove la collaborazione e' piu' conveniente sotto tutti gli aspetti.

  • @nea_22
    @nea_22 Před rokem

    Mi dispiace ma sono praticamente sempre stato d'accordo con Marco.
    Sulla competizione mi sei sembrato molto schierato, forse per le esperienze che hai vissuto, e mi è sembrato che ad un certo punto ti sia ritrovato nella posizione di non poter ritrattare ed hai quindi dovuto difenderti con delle argomentazioni un po' deboli. Mi riferisco al collegamento che hai trovato tra competizione e conoscenza, dato che credo non valga in tutti gli ambiti e penso che comuqnue la conoscenza possa derivare anche dalla cooperazione. Non escludo la possibilità di aver capito male io comunque.
    Sulla schwa/asterisco ho avuto l'impressione che avessi un'opinione troppo schierata ideologicamente.
    Per il resto sei un mostro, continuerò a seguirti con piacere

  • @ilfisarmonicistapazz
    @ilfisarmonicistapazz Před 2 lety +2

    1:07:00 d’accordo con Marco

  • @Alex-hp3cz
    @Alex-hp3cz Před 2 lety

    La conoscenza, unica panacea.

  • @RobbyRoberts91
    @RobbyRoberts91 Před 6 měsíci

    argh

  • @ingridprestopino6441
    @ingridprestopino6441 Před 2 lety

    Tips: se avete il pene piccolo da oggi potete dire che nonostante ciò non avete bisogno di comprarvi un SUV né di scatenare guerre più o meno nucleari ;) giocatevela bene la carta dell'ironia.

  • @guialinari338
    @guialinari338 Před 2 lety +1

    Che problemi hai con Trump?? 🤔

  • @andrea.caldari11
    @andrea.caldari11 Před 2 lety +11

    Marco Crepaldi

  • @simonedamiani3670
    @simonedamiani3670 Před 2 lety

    Tutto bene questa puntata, ma il discorso del primato della tecnica sul benessere psicologico “stride molto “, Galimberti tramite Günther Anders ( allievo di Heidegger), ha dedicato molto tempo a questo argomento, e per quanto a Rick non vada a genio Galimberti, non liquiderei un argomento cosi complesso come è stato fatto… ognuno può avere i suoi punti di vista, ma da un “divulgatore filosofico” mi aspetto una spiegazione filosofica che stia “ su da sola”, altrimenti meglio tacere…

  • @otaku_gamerita
    @otaku_gamerita Před 2 lety +3

    Secondo me la competività fa bene, ho sentito che in Giappone hanno il quoziente intellettivo medio di 106QI, ovviamente Dio non voglia che qui in Italia ci siano tutti i problemi che la troppa pressione causa a noi adolescenti, ma un po' meno buonismo non guasterebbe

    • @otaku_gamerita
      @otaku_gamerita Před 2 lety

      Per molti 106 può essere poco ma in realtà noi italiani stiamo intorno agli 89 se non vado errando

    • @stezanghi9013
      @stezanghi9013 Před 2 lety +8

      @@otaku_gamerita ma sai che merda vivere in Giappone? Pressione sociale in qualsiasi cosa , altro che la nostra ansia ....

    • @ilariap.7519
      @ilariap.7519 Před 2 lety +8

      QI alto ma frotte di hikikomori che come ha ben detto Marco pesano sulla società. Allora forse c'è qualcosa che non va, non si tratta di essere buonisti.

    • @manuelmontanari178
      @manuelmontanari178 Před 2 lety +1

      Esatto, sono un tipo di persona a cui non piacciono le cose “scriptate”, detto in modo videoludico, quindi la mentalità Giapponese o anche americana non è tra le più piacenti, perlomeno per quanto mi riguarda.

    • @pomodoro3478
      @pomodoro3478 Před 2 lety +2

      Tasso di suicidio in Giappone è tra i più alti del mondo. Al diavolo il QI

  • @doppio763
    @doppio763 Před 2 lety +2

    Anche il problema di chi si lava le mani delle stronzate che dice mascherandole per ironia è un problema.
    Ad un certo punto parli dei pelati con il pene piccolo, forse una frecciatina al caro zio monty? :)

    • @TCgis95
      @TCgis95 Před 2 lety

      Minuto?

    • @doppio763
      @doppio763 Před 2 lety

      @@TCgis95 48:00 circa e poi a 57:00, ovviamente è un discorso riferito a putin ma dati i trascorsi non ho potuto non pensare a montemagno

  • @themaskio4804
    @themaskio4804 Před 2 lety +2

    Io sono per il machismo duferiano. Siamo una specie vivente, dobbiamo sopravvivere, non lamentarci e piagnucolare delle prese per il culo

  • @simonesimone3754
    @simonesimone3754 Před 6 měsíci

    Si,ma la competitività nei videogame,che caxxo di competitività è?😂😂😂