Barocci - Riposo durante fuga in Egitto. Commento iconografico spirituale a cura di Alessio Fucile

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  • čas přidán 22. 08. 2024
  • Federico Barocci, precursore del barocco, trasferisce nelle sue opere una profonda umanità che impreziosisce il semplice gesto quotidiano e l' espressione così naturale dei personaggi rappresentati. Riposo durante la fuga in Egitto, ritrae San Giuseppe mentre porge al Bambino un rametto con due ciliegie. Per questo l’opera è conosciuta anche come «Madonna delle ciliegie». Affascina il gioco di sguardi tra Giuseppe, il Bambino e la Madonna che non sfugge all’asinello ritratto sullo sfondo della scena, tutto intento a guardare la sacra Famiglia. L’asino del resto, non è solo la probabile cavalcatura dei tre fuggiaschi, ma è un simbolo che ci rappresenta. Nel presepio è immagine dei pagani che, grazie a Cristo, sono liberati dalla soma del peccato. Riferimento biblico è Isaia che profetizza la missione di Gesù: «Egli si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori. È stato trafitto per i nostri delitti, schiacciato per le nostre iniquità. Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui; per le sue piaghe noi siamo stati guariti».
    Rosso, come la passione che Gesù affronterà e di cui il viaggio in Egitto è una prefigurazione, è il mantello di san Giuseppe, rosso come il frutto che porge al Figlio. Gesù sorride e se con il braccio coperto dalla camicia, prende il frutto dal padre, con l’altro, nudo, porge le ciliegie alla madre. Il Bambino è colto nell’atto di liberarsi da quel lino che lo avvolge, rimando al telo sindonico che lo avvolgerà dopo la passione e che sarà testimone della sua risurrezione. Le ciliegie, per la loro forma simile al cuore e per il loro colore, sono simbolo dell’amore di Gesù e del suo sangue versato sulla croce. La ciliegia, succosa e dolce, è anche riferimento al frutto dell’albero dell’Eden che aveva ucciso Adamo ma che ora, grazie all’Incarnazione di Gesù, si trasforma in frutto di vita per gli uomini. La Madre, graziosa e delicata, seduta per terra, veste di rosso e blu, colori delle due nature, umana e divina, del Verbo. Si volge idealmente verso di noi e raccoglie con una ciotola dell’acqua limpida da un ruscelletto. Il gesto allude ai testi apocrifi che narrano di sorgenti miracolose scaturite per dar da bere alla sacra famiglia, ma rimanda anche, proprio nella ciotola d’acqua, al Battesimo che, quale frutto della passione di Cristo, ci salva dal peccato e dalla morte. Il volto pensoso di Maria allude a quanto descritto nel Vangelo di Luca che della Vergine afferma: «serbava tutte queste cose in se, meditandole nel suo cuore». Il pane che spunta dalla bisaccia è simbolo eucaristico e il luminoso sfondo, che si apre su un immenso paesaggio, allude all'intera umanità per la quale il futuro sacrificio di Gesù si è consumato. L’arte del Barocci trasmette ottimismo e speranza. In quest’opera infatti, dal tema tragico, Barocci offre uno spaccato di serenità e di gioia. I personaggi intuiscono che anche gli accadimenti negativi della loro vita non dipendono da una mera casualità, per un destino oscuro e indecifrabile. Qualcuno, anche nel disagio e nella fatica della prova li sta guidando e si prende cura di loro e dei loro bisogni. Ci sono eventi nella tua vita che, per quanto tremendi possano essere stati, hanno finito per modificare qualcosa che non andava, hanno corretto atteggiamenti, pensieri e convinzioni. Hanno forse stimolato cambiamenti e decisioni importanti che forse altrimenti non avresti mai preso. Eventi che hanno contribuito a un evoluzione in meglio della tua vita e di coloro che ti stanno accanto. Vorrei suggerirti sottovoce che quegli eventi, per quanto ti abbiano fatto male, non sono arrivati per un capriccio del destino o del caso. Mi piace credere che contenessero un messaggio importante che necessitava della tua partecipazione profonda per essere compreso. Mi piace anche pensare che siano arrivati per il tuo bene. Capisco che è molto difficile applicare queste convinzioni quando si tratta di grossi traumi, come malattie e lutti. Capisco che quando perdiamo persone care non c’è tanto spazio per questi ragionamenti. Pur comprendendo e sforzandomi di manifestare la mia vicinanza in queste circostanze, resta la verità innegabile che ammalarsi e perdere qualcuno che amiamo sia inevitabile! Ed è altrettanto vero che se alcuni non c’è la fanno è perché forse non riescono a trovare un senso per quelle esperienze. Altri, invece, proprio a causa di quegli eventi, sperimentano una trasformazione profonda e spesso per la prima volta scoprono la parte migliore di loro stessi e della vita. Sentono di essere persone migliori perché hanno saputo attraversare il dolore e il buio, comprendendone il significato e accettandolo come parte della loro esperienza umana. Ti lascio con una espressione di San Paolo che ha sperimentato sulla sua pelle il morso del dolore e dell’incomprensione e nonostante ciò è arrivato a dire: «Io ritengo, infatti, che le sofferenze del momento presente non sono paragonabili alla gloria futura che dovrà essere rivelata in noi».

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