Murillo - Sacra Famiglia. Commento iconografico-spirituale a cura di Alessio Fucile

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  • čas přidán 11. 09. 2024
  • Ti presento la «Sacra Famiglia», quadro del 1650 oggi custodito al Museo Del Prado di Madrid e opera di Bartolomé Esteban Pérez Murillo, artista tra i più famosi del barocco spagnolo.
    Murillo, conosciuto come il «pittore della dolcezza», in quest’opera ha fissato una serena scena familiare intorno a Giuseppe, Maria e al Bambino. La scena di genere rappresenta una sorta di scatto fotografico in un momento di intimità quotidiana: una casa semplice e povera che funge anche da bottega di falegnameria.
    Non vi sono i tradizionali simboli che identificano i personaggi religiosi come aureole o luci divine. Maria, stranamente in secondo piano, sta avvolgendo in un gomitolo il filo che si srotola dall’arcolaio; ai suoi piedi la cesta di vimini con i panni da rammendare è resa con estremo realismo. Maria osserva amorevolmente la scena e il lavoro che sta svolgendo rimanda a quanto accade in lei per opera dello Spirito che tesse nel suo grembo la vita del figlio di Dio.
    Il centro della scena invece è occupato da un giovane Giuseppe, anche qui particolare quasi inedito, che si è allontanato momentaneamente dal banco di lavoro, appena visibile alle sue spalle, per giocare con il piccolo Gesù. Le gambe del giovane padre sono coperte da un mantello rosso-marrone, colore che indica l’umanità ma anche la passione e l’amore: Giuseppe diventa come la greppia che delicatamente e discretamente accoglie Dio che si fa uomo per amore e per la salvezza del creato. San Giuseppe è rappresentato dal Murillo come un uomo vigoroso, maturato tra circostanze che hanno provato la sua vita; eppure egli è rimasto lì, nel mezzo di tutto ciò che gli è accaduto e che si è alla fine rivelato perno della storia della salvezza. Alla luce di ciò che narra il Vangelo circa la sua vita comprendiamo, ad esempio, che davanti a una difficoltà o ad a un evento inaspettato, spesso non serve a molto rifletterci e analizzarne ogni particolare: si ha invece bisogno di accogliere una chiave di lettura più grande che è dono di Dio. Di fronte a scelte decisive e dolorose, Giuseppe agirà sempre allo stesso modo: prega e affronta; prega e si prende la responsabilità di ciò che ha davanti in quel momento; prega e si ingegna ad affrontare le cose che gli stanno capitando. Non ci sono effetti speciali nella sua esperienza: è lui ad essere speciale, perché è l’emblema della fiducia e della concretezza. Tutta la sua personalità è racchiusa in questo dettaglio: «Destatosi dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l'angelo del Signore e prese con sé la sua sposa» (Mt 1,24). Non esiste nessun altro modo per realizzare i sogni se non destarsi e mettersi in gioco imparando a donarsi per il bene degli altri.
    Il Bambino è a piedi scalzi e indossa una veste in tessuto leggero con un panno più pesante legato con una sciarpa intorno alla vita. Rassicurato dalla presenza del padre, gioca con un cagnolino e con un uccellino che tiene stretto nella mano. I due animali rientrano nel messaggio teologico che l’artista vuole offrire all’osservatore: il pettirosso è simbolo di generosità ed allude alla passione di Gesù poiché tentò, secondo i Vangeli apocrifi, di estrarre le spine della corona che cingeva il capo del Messia e per questo il suo petto si sarebbe intriso di sangue; il cagnolino invece è simbolo di fedeltà e di obbedienza.
    Grazie per la tua attenzione.

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