Documentary | Carlo Ginzburg. Dialogue on Pavese
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- čas přidán 7. 12. 2020
- A conversation between Carlo Ginzburg and Giulia Boringhieri, on the occasion of the 70th anniversary of Cesare Pavese's death, which occurred shortly after his victory of the Strega Prize in 1950.
The documentary, originally conceived for the final ceremony of the 2020 Pavese Prize (which was then re-arranged closed-doors and live streamed due to the resurgence of the Coronavirus emergency), was premiered at 2020 Turin International Book Fair.
A production by Fondazione Cesare Pavese and Comune di Santo Stefano Belbo
With the contribution of: Regione Piemonte, Fondazione CRC
Shooting and editing: Daniele Ferrero
Photography: Bruno Murialdo - Zábava
Veramente bellissimo e emozionate. Mi ha dato tanto da pensare. Sono la prima figlia di Giorgio Colli. Colli ha avuto stretti contatti con Pavese all'interno della casa editrice Einaudi. Già nel 1945 Colli parlava a Pavese di un'edizione più completa possibile di Friedrich Nietzsche. Entrambi avevano un grande interesse per la grecità.
Carlo Ginzburg, uomo di straordinaria umiltà, e di incredibile dolcezza
grazie infinite per questa bellissima intervista che mi ha commosso moltissimo,che fortuna potere ascoltare il professore ginzburg rispondendo alle domande profonde e sensibile di giulia boringhieri..
parole davvero toccanti. grazie.
era bello, passeggiando per le vie di bologna o entrando nella sala dell'archiginnasio, vedere o intravedere ginzburg, e lasciarsi irraggiare dalla calda aura della sua personalità. (scrivo 'era', e non 'è', perché non ci abito più, tutto lì).
per chi ama la figura di pavese consiglio tra l'altro il capitolo 'il fratello infelice' contenuto nel libro di ernesto ferrero 'i migliori anni della nostra vita'.
Stupenda intervista,parole di un'Anima del presente, che evoca un'Anima del passato.
Il Prof. Ginzburg come in ogni occasione capace di andare al cuore delle questioni oggetto di analisi e confronto. Qui particolarmente coinvolgente ed emozionato nel ricordo di Pavese, e non di Pavese solamente.
Che persona straordinaria. Grazie
il lapsus calami (ma lo è?) poco dopo il 7' di questa bella intervista, dalle "classi subalterne" (che è il detto di Carlo Ginzbug) a "classi materne", beh che dire? vale tutta la conversazione. Forse la classi subalterne sono davvero una madre, ma una madre dimenticata, dimenticata dai figli che non ricordano l'amore delle madri. Se ne dimenticano e devono impiegare poi tutta una lunga vita per ricordarsene
Più che interessante intervista; come c'era da aspettarsi, peraltro.
Obietterei sull'empatia, limitatamente all'esempio scelto di Carlo Levi, il cui romanzo mi aveva fatto innamorare per scaturire intero da quell'intimo partecipare che in sé ritrova i moti altrui. Il ricomporre quelle memorie a distanza di anni forse favorì l'immedesimazione; e fu del resto per la poca freddezza clinica, com'egli stesso ammette, che finì per mai esercitare la professione di medico.
Intervista meravigliosa.
Grazie per questa toccante intervista.
stupenda intervista. Grazie davvero
Veramente bellísimo
Grazie
Figlio di Leone e Natalia... 🙌❤️
che musica suona durante la conversazione
il brano si intitola Belonging Muted dura soltanto 25 secondi
Mierda
Nella descrizione, si parla di emergenza sanitaria.
Sarebbe il caso di Chiamarlo " Golpe 19", ma l'occasione di poter essere fascisti senza problemi, è stata troppo Ghiotta
In particolare, per i cosiddetti intellettuali
Diciamo o non diciamo?
🤣
L’imbarazzo di uno storico invitato a parlare di uno scrittore “medio” (cit. Pasolini).
Pasolini se la tirava troppo e tirava troppo la corda.
e tirava di naso
Pavese mal poeta y pésimo escritor
Per fortuna che ci sei tu
Non so cosa pensare. Di analogo al tipo di lavoro, gia' lessi il Diario integrale di Etti Hillesum: i grandi letterari parlano di flusso emozionale di un parlato ed un lessico veramente famigliare, ma nel senso che si compone di una alternanza di presenze, assenze, vuoti e pieni. Anche i registri umorali sono sempre diversi, perche' fatti di momenti esaltanti ma anche di struggimenti depressivi e nostalgici. Tutto passa, o meglio, tutti passano lasciando il loro lessico. Certamente Etti Hillesum, sicuramente per la selezione tematica, quei tutti appartenevano quantomeno ad unita' tematiche di interesse. Nell'opera omnia Ginzburg, e noi lo sappiamo dallo strumento di trasmissione e dai suoi scritti, possiamo dire che piu' che una unita' intellettuale vi sia tutto un ambiente piu' eclettico, piu' amicale, piu' da circolo di amici veri o di interesse. In questa prospettiva certamente un circolo piu' omnicomprensivo, meno esclusivo o elitario ma piu' utile praticamente.