@Misericordia Le lingue Emiliane rientrano nel ceppo gallo-italico. Non ho detto che il mio dialetto sia celtico (solo gli iralndesi e gallesi parlano ancora una lingua celtica), ho detto che mi sento gallo celtico in quanto il Nord ha avuto influenze celtiche importanti. Al sud molti sono orgogliosi della loro ellenicità, qui siamo orgogliosi delle origine celtiche.
@@parleremilian6879 so che forse la mia domanda non c’entra con la lingua, ma più sulla cultura autoctona In questo periodo mi sto domandando se l’architettura tradizionale del Nord Italia Gallo-italico (come ad esempio gli edifici dei centri storici) è distinta da quella Toscana, o se è stata pesantemente italianizzata da non esserci nette differenze Me lo domando, perchè ho saputo che fino agli anni trenta, in alcune zone rurali del nord (ad esempio nei laghi pre-alpini, nel ferrarese, nel Monte Cimone e nella pianura veneta) c’erano tante case contadine (chiamate masun, caxon) che assomigliano alle abitazioni degli antenati pre-romani, le quali hanno il tetto inclinato come questa 2:13 se non di più. Questa forma del tetto, è ancora presente nella maggior parte degli edifici delle valli alpine del Ticino e della provincia di VCO
@@Guerillalilla Questo dipende da quanta neve viene in media. L'alta pianura emiliana è tra le aree più nevose del Nord Italia, quindi i tetti nelle case tradizionali tendono ad avere una pendenza ben maggiore rispetto al mantovano, il ferrarese o il veneto-friuli. Ovviamente le aree dell'appennino modenese-reggiano-parmense-piacentino e in parte anche bolognese conservano un'architettura più arcaica, che risente meno della cultura classica. Inoltre si deve constatare la peculiarità dell'architettura comune a tutta l'area gallo-italica che va dalla romagna al piemonte, e che si distingue in modo evidente sia dalla liguria, che dal triveneto, e dalla toscana. Inoltre è interessante constatare come le Marche siano una dolce trasizione tra architettura gallo-italica e italica centrale.
@@Guerillalilla L'unico vero fattore unificante d'Italia è il Cattolicesimo, per il suo carattere universalistico appunto. È per questo che pur con il loro carattere locale, le chiese hanno la medesima architettura romanica, rinascimentale, o baroccha. Tutto il resto è un intricato mosaico di popoli, e la cosa più scandalosa è che l'Italia è stata fatta dai rivoluzionari liberal-massoni contro l'unico suo elemento unificante: la religione Cattolica. Vediamo oggi i frutti di questo.
Al minu 2:10 a'm per c'ag sia un sbali, da me (mudnes) as dirèv: "quand a l'ho vesta cuma l'è ridòta..." "Ela" l'è la forma interrogativa, "l'è" l'affermativa.
Cla poesia chè a l'ho ciapeda da un lèber, dounca la gharev d'eser giosta. A ghè dal situasioun c'is polen druer tot e du, mo a ghè di eter ches in dov as drova sol la fourma el/ela. Eseimpi: guerda cum el mess o guerda cum ela mèsa", mia "guerda cuma lè mess, o guerda cuma l'è mèssa". As dis anch: cum el difècil, guerda quant ela saclouna, mo quant el broatt, cum'el pioec, quant sounia dvintè brev.
Keep doing these.....I need to learn more!!
It sounds like Irish
Cool
Mè a sòn Emilièn, no Italièn!!
So, you're actually southern Lombard?
@@gaborodriguez1346 basically i'm gallo-celtic
@Misericordia Le lingue Emiliane rientrano nel ceppo gallo-italico. Non ho detto che il mio dialetto sia celtico (solo gli iralndesi e gallesi parlano ancora una lingua celtica), ho detto che mi sento gallo celtico in quanto il Nord ha avuto influenze celtiche importanti. Al sud molti sono orgogliosi della loro ellenicità, qui siamo orgogliosi delle origine celtiche.
Belle le foto di che posti sono?
Correggio, Sassuolo, Carpi, Formigine, Frassinoro
@@parleremilian6879 so che forse la mia domanda non c’entra con la lingua, ma più sulla cultura autoctona
In questo periodo mi sto domandando se l’architettura tradizionale del Nord Italia Gallo-italico (come ad esempio gli edifici dei centri storici) è distinta da quella Toscana, o se è stata pesantemente italianizzata da non esserci nette differenze
Me lo domando, perchè ho saputo che fino agli anni trenta, in alcune zone rurali del nord (ad esempio nei laghi pre-alpini, nel ferrarese, nel Monte Cimone e nella pianura veneta) c’erano tante case contadine (chiamate masun, caxon) che assomigliano alle abitazioni degli antenati pre-romani, le quali hanno il tetto inclinato come questa 2:13 se non di più. Questa forma del tetto, è ancora presente nella maggior parte degli edifici delle valli alpine del Ticino e della provincia di VCO
@@Guerillalilla Questo dipende da quanta neve viene in media. L'alta pianura emiliana è tra le aree più nevose del Nord Italia, quindi i tetti nelle case tradizionali tendono ad avere una pendenza ben maggiore rispetto al mantovano, il ferrarese o il veneto-friuli.
Ovviamente le aree dell'appennino modenese-reggiano-parmense-piacentino e in parte anche bolognese conservano un'architettura più arcaica, che risente meno della cultura classica.
Inoltre si deve constatare la peculiarità dell'architettura comune a tutta l'area gallo-italica che va dalla romagna al piemonte, e che si distingue in modo evidente sia dalla liguria, che dal triveneto, e dalla toscana. Inoltre è interessante constatare come le Marche siano una dolce trasizione tra architettura gallo-italica e italica centrale.
@@Guerillalilla L'unico vero fattore unificante d'Italia è il Cattolicesimo, per il suo carattere universalistico appunto. È per questo che pur con il loro carattere locale, le chiese hanno la medesima architettura romanica, rinascimentale, o baroccha. Tutto il resto è un intricato mosaico di popoli, e la cosa più scandalosa è che l'Italia è stata fatta dai rivoluzionari liberal-massoni contro l'unico suo elemento unificante: la religione Cattolica. Vediamo oggi i frutti di questo.
Al minu 2:10 a'm per c'ag sia un sbali, da me (mudnes) as dirèv: "quand a l'ho vesta cuma l'è ridòta..."
"Ela" l'è la forma interrogativa, "l'è" l'affermativa.
Cla poesia chè a l'ho ciapeda da un lèber, dounca la gharev d'eser giosta. A ghè dal situasioun c'is polen druer tot e du, mo a ghè di eter ches in dov as drova sol la fourma el/ela. Eseimpi: guerda cum el mess o guerda cum ela mèsa", mia "guerda cuma lè mess, o guerda cuma l'è mèssa". As dis anch: cum el difècil, guerda quant ela saclouna, mo quant el broatt, cum'el pioec, quant sounia dvintè brev.
Come si chiama il lettore?
Pavel, al cuntadein strolegh.