Turn around

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  • čas přidán 5. 07. 2024
  • Voglio dedicare questa, che è una via di mezzo tra una ninna nanna e un girotondo (turn around), alle mie nipotine, che sono cresciute sotto i miei occhi senza che quasi me ne accorgessi, e alla loro mamma (mia figlia) che, prima di loro, fece lo stesso, quando però ero troppo distratto dal caotico dipanarsi della vita per esserne pienamente consapevole, come invece lo sono ora che tutto, per me, vecchio nonno, va più lentamente.
    Tra le canzoni che più mi affascinano, ci sono quelle che riflettono sul passare del tempo. Avec le temps di Leo Ferrè, Who knows where the time goes di Sandy Denny, Time in a bottle o Photographs and memories di Jim Croce o la geniale Un giorno dopo l'altro del nostro indimenticato Luigi Tenco. Per me sono tutti capolavori e tutte contengono una ineludibile, profonda, devastante verità: il tempo passa e si porta via pezzi importanti della nostra vita. La memoria è come guardare qualcosa che ci appartiene, chiuso dentro una teca di cristallo posta davanti a noi che però non possiamo nè aprire nè raggiungerne il contenuto in alcun modo.
    L'autrice di questa dolcissima melodia è una canuta signora che ha iniziato a scrivere canzoni quando aveva già compiuto 50 anni. Molte sue composizioni avevano un contenuto sociale, altre erano per bambini, altre erano di satira politica ma tutte sempre traboccanti di una grande sensibilità e intelligenza. Tra i suoi successi, Little boxes che parla del conformismo e di come, in fondo, facciamo tutti le stesse cose, e What have they done to the rain sul fall out nucleare, quando la gente si preoccupava che la guerra fredda portasse ad una conflagrazione atomica, cosa che oggi mi pare non accada più anche se il pericolo non è diminuito.
    In questo pezzo, invece, si evidenzia come basti una giravolta e già tutto, intorno a noi, è cambiato.
    Ho provato anch'io questa sensazione osservando le mie due nipoti che crescono repentinamente sotto i miei stessi occhi.
    L'inesorabile scorrere del tempo pare impercettibile, ci fa credere che nulla cambi ma... d'un tratto, ci accorgiamo che il mondo non è più lo stesso e perfino noi non siamo più ciò che eravamo.
    La mia versione preferita è quella del Kingston trio ma ne hanno resa una interpretazione straordinaria anche Harry Belafonte e i Brothers four.

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