The Mule, Alison Eastwood: "Clint, un padre spesso assente"

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  • čas přidán 18. 03. 2019
  • di Matteo Ghidoni - LOS ANGELES - Clint Eastwood è un gigante. Ogni suo passo a Hollywood fa rumore, richiama l’attenzione e quasi sempre lascia presagire l’arrivo di una nuova pietra miliare del cinema, di cui sarà impossibile non parlare. Il Corriere - The Mule non è certo un’eccezione. In uscita in questi giorni negli USA e in arrivo nelle sale italiane a partire dal 7 febbraio, il lungometraggio diretto e interpretato da Eastwood, racconta la storia di Earl Stone, un uomo che fa la scelta sbagliata per evitare il fallimento e per salvare la propria famiglia. Ispirato alla storia vera di Leo Sharp, narcotrafficante ultraottantenne che il famoso boss El Chapo chiamava Tata, The Mule è un pugno nello stomaco, di quelli che lasciano senza fiato, ma è anche il capolavoro che tutti si aspettano da una leggenda vivente come Clint.
    A sostenere l’attore e regista, nel raccontare le vicende che hanno coinvolto, un insospettabile fioraio statunitense, che per anni ha trasportato centinaia di kilogrammi di cocaina per conto del cartello di Sinaloa, c’è un cast di primo livello. Interpreti del calibro di Bradley Cooper, che veste i panni di Colin Bates, l’agente DEA incaricato di trovare il Tata e Andy Garcia, che interpreta un signore della droga messicano il cui nome, forse volutamente, non viene mai menzionato: “Ero già amico di Clint ma non avevamo mai lavorato insieme - spiega Garcia - Devo dire che è stato semplice, lui non è un uomo che dà molti consigli, come artista ti lascia fare e in scena reagisce alle tue battute. La mia priorità come attore è sempre quella di servire la storia al meglio, in modo che il film possa essere godibile dal pubblico. Lui sapeva che ero pronto, mi guardava inventare la mia versione del suo personaggio e mi diceva solo: bene, bene”.
    In un momento così difficile nei rapporti fra Messico e Stati Uniti, che tipo di messaggio manda un film del genere?
    “Non credo che si debba parlare di politica in questo caso - continua l’attore, cubano naturalizzato statunitense - raccontiamo di una situazione reale, quella del traffico di droga in Nord America, che non ha nessuna bandiera. Credo che il concetto principale sia che, come padre, devi essere molto attento alle scelte che fai. Ogni tuo errore, con il passare del tempo, ricadrà sulle persone che ami”.

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