Giovedì Santo : Messa in "Coena Domini" Omelia di fra Francesco Piloni MInistro Provinciale OFM

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  • čas přidán 27. 03. 2024
  • Messa in "Coena Domini" Omelia di fra Francesco Piloni MInistro Provinciale OFM di Umbria e Sardegna
    È sempre una celebrazione unica speciale questa della Messa in “Coena Domini” dove il Signore Gesù ci consegna il vertice dell’amore, e ci fa entrare in questi giorni che sono il cuore pulsante per un cristiano, dal giovedì sera alla domenica di risurrezione il battezzato ha questo cuore che pulsa e pulsa di questo ossigeno in questa celebrazione del Giovedì Santo e poi del Venerdì Santo, del silenzio e dell’attesa del Sabato Santo, fino all’esplosione della Domenica di Resurrezione.
    Siate i benvenuti in questo luogo della Porziuncola così amato da Francesco e da Chiara, un luogo che costantemente, giornalmente consegna a molti cristiani che abitano qui e pellegrini il dono più grande che Dio ci ha lasciato che è l’Eucaristia; Gesù in questa sera della Messa il “Coena Domini” ci consegna l’eucaristia, il suo rimanere con noi il suo rimanere in noi ogni volta che ci nutriamo del Corpo di Cristo, il suo modo di rimanere vivo tra noi, l’Eucaristia è l’onnipotenza dell’amore di Dio, ma in questa Messa il “Coena Domini”, Gesù istituisce anche il sacerdozio ministeriale il dono dei sacerdoti dei miei confratelli dei frati e dei sacerdoti che celebrano qui e che voi ognuno di voi conosce e che porta nel cuore.
    Ma Gesù in questa notte santa consegna il comandamento dell’amore: «amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi», noi che spesso non sappiamo come si ama c’è un «come» chiaro che ci ha consegnato Gesù, e poi Gesù compie dei gesti di servizio nella lavanda dei piedi che sono eterni che non avranno mai fine e guardate che tutti noi cerchiamo cose che non abbiano la data di scadenza, noi abbiamo urgenza di Amore Che non avrà fine, come inizia il Vangelo.
    Allora vorrei leggere questa pagina del Vangelo che è appena stata proclamata di questa ultima cena di Gesù, con un sottofondo, il sottofondo di un’altra cena, quella di Betania, la casa dell’amicizia, che è raccontata nel Vangelo di Marco, di Matteo, di Giovanni e questo perché tutti noi abbiamo l’urgenza di re-imparare l’amore e nella cena di Betania e nell’ultima cena al cenacolo, lì ci sono i gesti dell’amore, dicevo quegli eterni, quelli che abbiamo necessità di imparare e che ha imparato Gesù da Giuseppe e da Maria ma che ha imparato anche da una donna a Betania; quei gesti che lui ha imparato e gustato e Gesù vedendoli fare da una donna è chiaro che lui è netta la percezione che questo modo di amare, può essere il nostro.
    L’Ultima Cena è la grande scuola che Gesù ci lascia per imparare i gesti dell’amore che non avranno fine, sono Betania e il Cenacolo si richiamano in modo evidente, sono uno l’anticipo dell’altro, uno il compimento dell’altro, per chi sceglie di vivere nell’amore più grande. Questa non è semplicemente poesia, il tuo cuore ha un’urgenza impressionante di un amore più grande di quello misurato, calcolato; per noi i gesti della cena di Betania che si compiono nell’Ultima Cena, sono la possibilità di vivere in un modo unico il Vangelo.
    Allora alla cena di Betania c’è Lazzaro che è resuscitato dai morti, è un vivo tornato dai morti, al cenacolo c’è Gesù, che tra poco dovrà attraversare la morte ed è una grande consolazione per lui aver visto lì con i suoi occhi, aver goduto di un uomo tornato dai morti.
    Ancora a Betania che è la casa dell’amicizia, fanno una cena, al Cenacolo Gesù vuole ardentemente mangiare la cena con i suoi discepoli, la prepara perché lì al cenacolo deve ricreare e consegnare una parola che non aveva mai usato per i suoi discepoli li chiamerà non più servi, ma amici.
    A Betania c’è una donna che serve, Marta, che conosciamo, al Cenacolo Gesù assume la veste del servizio e i gesti del servizio nel lavare i piedi ai suoi discepoli, gesti che Gesù ha sempre annunciato nel Vangelo, gesti che ha sempre cercano nei suoi discepoli, gesti che anche oggi cerca in noi; aveva detto proprio lui: «non sono venuto per essere servito, ma per servire e dare la vita il riscatto per molti», è la cena che introduce nel riscatto.
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