Radon: uno studio propone una nuova prospettiva nella valutazione del rischio

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  • čas přidán 14. 03. 2024
  • Il radon è un gas radioattivo di origine naturale che può rappresentare un serio rischio per la salute umana, soprattutto quando si accumula in concentrazioni elevate in ambienti chiusi come le nostre abitazioni, le scuole o i luoghi di lavoro. Il suo potere nocivo e cancerogeno è stato confermato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità: è infatti la prima causa dei tumori del polmone nei non fumatori e la seconda, dopo il fumo di sigaretta, nei fumatori.
    La direttiva europea 59 del 2013 stabilisce norme di sicurezza relative alla protezione contro i pericoli derivanti dall'esposizione alle radiazioni ionizzanti. In questo contesto ogni Stato membro ha il compito di individuare le aree a priorità di radon, ovvero quelle aree dove in un determinato numero di abitazioni il radon supera i livelli di riferimento massimi stabiliti dalla Direttiva.
    Uno studio, guidato dal Dipartimento di Geoscienze dell’Università di Padova e da poco pubblicato sulla rivista Science of the Total Environment, ha proposto una nuova metodologia per la definizione delle aree a rischio radon. La ricerca, realizzata anche grazie alla collaborazione della Provincia di Bolzano, si è focalizzata sul sito pilota della Val Pusteria e ha proposto un approccio basato da un lato sulla misurazione delle concentrazioni di radon rilevato nel terreno e dall’altro sull’applicazione di una valutazione del rischio basata su alcuni fattori chiave che aumentano la vulnerabilità, primo tra tutti la popolazione presente.
    Ci spiega di più Eleonora Benà, dottoranda del Dipartimento di Geoscienze e prima autrice della ricerca.

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