una POESIA per farvi gli AUGURI

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  • čas přidán 24. 12. 2023
  • Una finestra, di Forugh Farrokhzad
    Una finestra per vedere
    una finestra per sentire
    una finestra che come bocca di un pozzo
    giunga in fondo al cuore della terra.
    E si apra lungo questa continua grazia azzurra,
    una finestra che nel favore notturno del profumo di nobili stelle
    trabocchi di piccole mani della solitudine,
    e da lì potremo invitare il sole
    all’esilio dei gerani.
    Mi basta una finestra.
    Vengo dal paese delle bambole
    sotto l’ombra di alberi di carta
    nel giardino di un libro illustrato
    dalle stagioni secche dell’esperienza arida dell’amicizia e dell’amore]
    dai sentieri polverosi dell’innocenza
    dagli anni fiorenti nelle pallide lettere dell’alfabeto
    da dietro i banchi di una scuola malsana
    quando i bambini ormai sapevano
    scrivere sulla lavagna la parola pietra
    gli stormi confusi volarono dai vecchi alberi.
    Vengo dal cuore fra le radici di piante carnivore
    e la mia testa ancora
    trema all’urlo terribile di una farfalla
    crocifissa sull’album con uno spillo.
    Quando la mia fede era impiccata alle fragili corde della giustizia
    e in tutta la città
    facevano a pezzi il cuore dei miei occhi,
    quando soffocarono con il fazzoletto nero della legge
    gli occhi infantili del mio amare
    e dalle tempie pulsanti della mia speranza
    sgorgavano fiotti di sangue,
    quando la mia vita ormai non era più nulla,
    nulla, se non il tic-tac di un orologio,
    capii che dovevo amare,
    amare, amare follemente.
    Mi basta una finestra.
    una finestra nell’ora dell’intesa, dello sguardo, del silenzio.
    Adesso l’albero di noci è talmente cresciuto
    che spiega alle sue giovani foglie
    la presenza del muro.
    Chiedi allo specchio
    il nome che ti salverà,
    la terra che freme sotto i tuoi passi
    non è più sola di te stessa?
    I profeti del nostro tempo
    hanno forse portato le scritture della rovina?
    Queste esplosioni continue,
    e le nuvole sporche
    sono forse l’annuncio di un canto sacro?
    Tu, amico, tu, fratello, tu che hai il mio stesso sangue
    quando arriverai sulla luna
    scrivi la storia della strage dei fiori.
    Sempre i sogni
    s’infrangono dall’alto e muoiono,
    io annuso il quadrifoglio
    che spunta sulla tomba di antichi sensi.
    La donna che divenne polvere nel sudario dell’attesa e del pudore,]
    era forse la mia giovinezza?
    Salirò di nuovo, io, per le scale della curiosità
    per salutare il buon Dio che cammina sul tetto di casa?
    Sento che il tempo è trascorso
    sento che è un istante la mia parte
    tra le pagine di storia
    sento che il tavolo è il pretesto di una pausa
    tra i miei capelli e le mani di questo triste sconosciuto.
    Parla, parla con me
    esiste forse qualcuno che conceda a te il suo corpo caldo?
    E da te non desideri altro che sentire la vita che scorre?
    Parla, parla con me,
    salva,
    al riparo della mia finestra,
    sono amica del sole.
    #yogaconenny #auguri #poesia

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