Astrea Amaduzzi sings Semiramide's Cavatina 'Bel raggio lusinghier' by Rossini (encore), Verona 2021

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  • čas přidán 31. 03. 2023
  • Il L.O.V.E. Museum (Lyric of Verona Experience) a Palazzo Orti Manara diventa sala concerti di musica lirica e bel canto: la prima serata dedicata alla "Bohème" di Puccini, realizzata dall'associazione Museo della Radio di Verona, ha avuto luogo con successo il 17 novembre 2021, alla presenza di un pubblico attento ed entusiasta.
    I protagonisti dell'evento sono state le voci di celebri cantanti lirici del passato, come Gigli, Schipa e altri ancora, ascoltate dai grammofoni ultracentenari di Alberto Chiàntera, alternate all'esecuzione dal vivo della cantante Astrea Amaduzzi, soprano lirico puro belcantista, accompagnata pianisticamente dal M° Mattia Peli. A conclusione dell'opera, l'Amaduzzi ha regalato agli ascoltatori del Museo della lirica di Verona un frizzante "bis" rossiniano, la Cavatina "Bel raggio lusinghier" della "Semiramide".
    tgverona.telenuovo.it/cronaca...
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    ROSSINI: «Il "bel canto" è costituito da tre elementi:
    1° Lo strumento - la voce - lo "Stradivari", se volete;
    2° La tecnica, ossia i mezzi per servirsene;
    3° Lo "stile" che ha come ingredienti: il gusto e il sentimento.
    In primo luogo parliamo della voce, dello strumento che bisogna formare. Il fatto è che la natura ahimé! non crea un organo perfetto in tutte le sue parti, così come un pino non fa nascere uno "Stradivari". Come è necessario un liutaio per costruirlo, così sta al futuro cantante produrre lo strumento di cui intende servirsi. E in questo caso il lavoro è ben più lungo e arduo! (...)
    Si cominciava lavorando esclusivamente all'emissione pura e semplice del suono. L'omogeneità dei timbri, l'uguaglianza tra i registri, questa era la base della formazione sulla quale si basava il resto degli studi. Questo insegnamento pratico constava di almeno tre anni di esercizi. (...)
    Quando finalmente l'organo aveva acquisito la flessibilità e l'uguaglianza volute, ossia una volta che il futuro cantore era in possesso del suo "stradivari", soltanto allora cominciava ad imparare a "servirsene" : LA TECNICA; essa comprendeva l'impostazione, la tenuta dei suoni e tutti gli esercizi di virtuosismo: vocalizzi, gruppetti, trilli, etc. (...)
    Dopo questo, cominciava il lavoro sulle vocali. Ecco in cosa consisteva: l'impostazione dei suoni e i vocalizzi si eseguivano dapprima su ciascuna vocale, una alla volta, "a", "e", "i", "o", "u", poi si facevano scorrere progressivamente quest'ultime, tutte e cinque, su una nota dello stesso valore o su un gruppo di note. (...)
    Lo scopo era di arrivare al punto in cui il suono, per quanto possibile, non variasse di timbro e di intensità, nonostante i movimenti della lingua e delle labbra, provocati dalla successione delle vocali, ora aperte, ora chiuse. In questo modo si ottenevano delle "o" che non sembravano uscire da un megafono, delle "e" che non assomigliavano al verso gracchiante di una raganella e delle "i" che non erano preparate "à la vinaigrette"; questa era una delle parti più delicate dell'insegnamento. Allo studio delle vocali seguiva quello dei dittonghi, delle consonanti, dell'articolazione, della respirazione etc. Si badava soprattutto che il suono si propagasse grazie all'aiuto del palato della bocca. Questo, in effetti, è il trasmettitore per eccellenza di una bella sonorità.»
    (da "Une soirée chez Rossini à Beau-Séjour (Passy) 1858, Exposé par le Maestro, des principes du 'Bel Canto'", testimonianza di Edmond Michotte, 1895 ca.)
    belcantoitaliano.blogspot.com/...
  • Hudba

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