A. De Francesco: Garibaldi e garibaldini tra realtà e risorgimento

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  • čas přidán 18. 02. 2024
  • In collaborazione con il Dipartimento di Storia dell’Università Statale di Milano
    (Direttore Grado G. Merlo)
    Casa della Cultura, via Borgogna 3, Milano MM1 San Babila
    UNITA’ D’ITALIA: VERSO IL CENTOCINQUANTESIMO (1861-2011)
    DUE NODI TEMATICI
    venerdì 30 aprile 2010
    TERZO INCONTRO
    IL RUOLO DEI DEMOCRATICI NEL RISORGIMENTO
    “GARIBALDI E GARIBALDINI TRA REALTÀ E RISORGIMENTO”
    lectio di ANTONIO DE FRANCESCO
    introduce ANTONIO CARIOTI
    Antonio De Francesco è professore all’Università Statale di Milano e autore de “L’antichità della Nazione, di prossima pubblicazione
    Sembra veramente opportuno e sensato promuovere, in prospettiva e in occasione del centocinquantesimo anniversario dell’unità d’Italia, proprio a Milano, già capitale della rivoluzione nazionale nel 1848, iniziative di riflessione storica e di dibattito culturale e politico su taluni problemi ed eventi del nostro Risorgimento. E ciò anche per contrastare una tendenza, affermatasi a partire dal secondo dopoguerra, che ha deformato o radicalizzato talune interpretazioni, guardando al Risorgimento quasi esclusivamente come a una rivoluzione sociale mancata oppure a una conquista regia, a un prodotto di elite, a un “episodio contingente”, con il risultato d’intentarne un antistorico processo.
    Anche se gli ideali e i valori risorgimentali non appartengono più in modo diretto ed esplicito ad uno schieramento politico attuale, è però anche vero che essi rappresentano un fiume carsico e trasversale di tanta parte della cultura politica italiana, di cui è doveroso mettere in luce l’evoluzione e la perdurante fecondità. Un grande storico, Rosario Romeo, nelle conclusioni della sua grandiosa biografia di Cavour ha scritto, sul finire del secolo scorso, che è ingiusto e pericoloso disconoscere il “senso di uno sviluppo che inserisce a pieno titolo la società italiana nel processo di secolarizzazione del mondo moderno” e la funzione di “ridotte minoranze” che pure hanno consentito di creare nuove realtà materiali e morali, facendo compiere un “salto in avanti (…) in confronto alla realtà sonnacchiosa degli staterelli preunitari, che dietro la facciata quieta e aggraziata celavano tante miserie e tanta impotenza”.

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