Nichilismo: che cos'è? - Pomeriggi Maturandi a distanza

Sdílet
Vložit
  • čas přidán 11. 09. 2024
  • Il primo incontro dei Pomeriggi Maturandi a distanza si è tenuto giovedì 16 aprile sul tema "Nichilismo: che cos'è". A tenerlo è stato Carmine di Martino, Professore dell'Università degli Studi di Milano.

Komentáře • 11

  • @sergiobuschi4201
    @sergiobuschi4201 Před 3 lety +1

    Mi viene in mente il vecchio Aristotele: "se affermi che "non esiste una verità universale" stai ipotizzando uno stato delle cose universale in cui sarebbe vera una proposizione".
    Allora gia la frase "cos'è il nichilismo" dovrebbe essere rigettata, in quanto dire che "il nichilismo è (...)" è un controsenso, se c'è qualcosa "che è", già non siamo nichilisti.
    Va beh, sono i limiti del linguaggio, ma l'apertura propriamente filosofica ricade su tale contraddizione:
    "Il nichilismo è ciò che contraddistingue la nostra epoca.."
    Non si rendono conto che il "nichilismo" diviene un precetto storico sebbene pessimistico, un senso assoluto che afferma il divieto di pensare un senso pena passar da ignoranti che non sono stati informati del fatto che vivono in un'epoca nichilsta.
    Quindi esiste una storia, un momento, una fase, o epoca, caratterizzat da
    qualcosa di particolare? Di determinante, che la inchioda in una forma o
    in una non-forma?
    Ma il nichilismo è legato all'intento della mente e della volontà, possono sempre scattare, in infiniti modi in infinite persone, come si fa a dire che l'epoca si è cristallizata nel nichilismo?
    L'ignoranza anzi l'auto-ignoranza del niccianesimo è sempre spassosa.

    • @portofrancomilano2112
      @portofrancomilano2112  Před 3 lety

      Grazie

    • @sergiobuschi4201
      @sergiobuschi4201 Před 3 lety

      @@portofrancomilano2112 In verità sono stato come al solito troppo caustico, dopo mi spiace.

    • @danielecini2403
      @danielecini2403 Před 2 lety

      Il nichilismo è un movimento filosofico ed in quanto tale deve poggiare su dei principi. Questi postulati in realtà non sono pessimisti come lo si vuol designare, anzi, il nichilismo è tutt'altro che pessimismo (la condizione per il quale il nichilismo è negativo, deriva dal fatto che viene attribuito al dubbio, all'incoscienza e all'incertezza il carattere del male, della stoltezza e dell'ignoranza; e già tutto questo lascia supporre che ci sia un imperativo che associa la positività alla ragione e alla conoscenza). Il postulato "non esiste nessuna verità" è invece tutt'altro che contraddittorio: un postulato va accettato a priori e in questo preciso caso, va inteso come "non esiste una verità religiosa, morale, esistenziale e politica tranne questa negazione". In geometria euclidea esistono 5 postulati da prendere per buoni, ed affermare la negazione di uno o più di questi, è del tutto lecito, ma ciò non è sufficiente per confutare la geometria euclidea. Semplicemente negando i presupposti di Euclide si sfocia in altre forme di geometria: le geometrie non euclidee (parabolica, iperbolica, ellittica, sferica, ecc.). La confutazione di una dottrina non è mai stata una cosa davvero fatta dai filosofi. L'unica confutazione possibile sarebbe giungere a diverse conclusioni dagli stessi principi e dimostrare l'inesistenza di una pluralità di soluzioni. Dimostrare l' "ignoranza" dei filosofi nichilisti e in particolar modo dei seguaci di Nietzsche, partendo dall'aristotelismo, oltre a sfociare in diverse forme di sapere - e in questo caso diverse definizioni di conoscenza - è totalmente insufficiente nel "confutare" il nichilismo. Se noti bene, ciò che ho scritto si poggia sulle dimostrazioni logiche, ma anche queste poggiano su dei postulati. Volendo potresti costruire anche tu una intera logica, un'intera geometria e un'intera filosofia partendo da dei principi, ma in alcun modo potresti negare il nichilismo ( e ciò vale anche per qualunque altro movimento filosofico ), la geometria euclidea e la logica che oggi è universalmente adottata (sono un po' titubante su questo "universalmente" ad essere sincero).

    • @sergiobuschi4201
      @sergiobuschi4201 Před 2 lety

      @@danielecini2403 La ringrazio dell'elaborata risposta.
      Si tratta di mettere a fuoco la semantica che usiamo nel linguaggio (il che è in tema con lo stesso discorso ...).
      Lo so che il nichilismo è un movimento, che precede Nietzsche, tuttavia oggi è incentrato su Nietzsche (dal nichilismo nascerà l'uomo-superiore), come tutta la filosofia post-moderna da Deleuze in poi, fondandosi sul Nietzsche rilanciato.
      Ma appunto, secondo me, è una sorta di barare, lo stesso suo linguaggio è (credo) frutto di un viraggio semantico, tale linguaggio, o è contraddittorio o mosso da una strategia sofistica.
      Per la seconda visione:
      Per colpa di Platone-Socrate (e il loro agente Euripide), il mondo era ipnotizzato da molteplici idoli di verità assolute, perchè vittima della morale degli schiavi che si coalizzano in tal modo ec. ecc. questi idoli sono crollati ma poi ci ha pensato Nietzsche a buttali giù per bene dato che questa marmaglia decadente cerca sempre di riproporli o restaurali.
      Ok? (questo è Nietzsche per chi lo legge davvero)
      QUiindi il nichilismo che nascerebbe da tale sfacelo (presunto, non c'è mai stato in verità) viene riproposto come l'uscita dalle idolatrie di vario tipo, il maestro della libertà, anzi Nietzsche è fautore di un nuovo autentico cristianesimo del vero amore ecc.
      In sostanza il nichilismo sarebbe la consapevolezza che ogni modello interpretativo, o teoria di qualcosa, possiede, deriva dai suoi fondamenti, da presupposti, quindi possiamo e dobbiamo storicizzare, epistemologicizzare ecc..non è che cade dall'alto misteriosamente per cui possiamo e dobbiamo solo inginocchiarci, pregare con occhi bassi e senza pensare! Perchè Nietzsche ci ha liberato!
      Queste demenzialità, le conosco bene!
      Ma credere a questo significa considerare totalmente idiota tuttà l'umanità alle spalle e buona parte di quella presente! Quindi far finta di aver scoperto l'acqua tiepida, dandosi del genio (caso di Nietzsche).
      Ora si da al caso che io sia un matematico, non solo, conosco bene la logica matematica e ad esempio la teoria dei topos , quindi è praticamente pane quotidiano sapere che tutto si muove su vari paradigma interpretativi, che sono state formaliizzate logiche diverse da quella classica ecc. (tra l'altro GOdel diede una "dimostrazione" dell'esistenza di DIo in base alla logica modale dando forma rigorosa alla formulazione di Anselmo)
      VIsto che siamo in argomento, le spiego che tutta la logica matematica, la logica categoriale, la teoria dei modelli, logica quantistica ecc. ecc. alla fine tutto si regge su una (meta)logica che la elebora, alla fine la base è la vecchia logica aristotelica. Lo fanno anche i filosofi, tipo Severino, solo con enormi lacune e ingenuità, ad esempio l'uso di sillogismi basati sull ragionamento per assurdo (o terzo escluso).
      RItengo profondo ed esatto il ragionamento di Aristotele, oppure la frase "non esistono verità assolute tranne questa" ha il significato ingenuo e ambiguo di sopra.
      Ma questo termine "assoluto" è sempre in bocca ai filosofi, io credo da SOcrete in poi che vi sia solo una verità dialettica, e quella scientifica è proprio questo (Popper non l'ha capito nel modo più assolto).
      Per la seconda opzione è un ovvio delineare il livello tra ciò che posso elaborare, e quindi sviluppare, (ri)creare, interpretando e un metalivallo concettuale che interpreta, che assume come autentico invariante il continuo essere varibile dell'interpretazione ecc. MA questa è una banalità, ovvietà assoluta.
      Per la prima, Aristotele punta ben più in alto, nessuna verità "assoluta" è riportata in un libero, in formule, lo scienziato non è un adoratore di formule, in quanto sa meglio di altri che queste sono il frutto di un processo elaborativo, sempre in divenire, il suo è un approccio alla ricerca di un senso, di un nesso riguardo a questa realtà in cui ci ritroviamo, quindi il nichilismo preso sul serio (non mascherato da dialettica critica, che tra l'altro aborrisce) mentre dileggia che si affanna nello sforzo di ricerca di senso, non fa altro che affermare un suo senso, la sua si un'idea assoluta! Un senso preciso del mondo! Che a modo suo tende ad imporsi, a configurare realtà culturali,
      CHe senso ha biasimare chi ascolta Radio Maria se davvero niente ha senso?
      Come fa a dimostrare che non esistono fatti assoluti? Tuttavia per dissetarsi beve acqua e non cianuro, come mai ha questa certezza sebbene non ne possieda la dimostrazione?
      Una certezza molto più forte di convinzioni filosofiche, solo per spirito di sopravvivenza?
      Ma il semplice pensare, dialogare, che certezza avrebbe? Come stanno insieme i pensieri?
      QUindi il nichilismo o si maschera per ciò che non è, ed è banalità, o è assurdo in se.
      Ma poi, non era un certo Socrate (che Nietzsche considera un veleno merdoso che ha infestato il mondo) quello che andava mostrando che ogni verità di cui siamo certi, devremmo dubitare, in base ad una analisi approfondita!
      però non era un sofista! La verità è un perocrso continuo di ricerca.
      Per i nicciani che sono sofisti, del genere dei pezzi di merda, no!
      Loro giocano con la loro doppia maschera, ad esempio FOucault replicando (caso rarissimo) a delle critiche che lo adducevano a nichilista rispondeva: "è singolare che si biasimi quello che è un intento di storicità e analisi!" (cioè la sua è profonda archeologia del sapere volta a capire in modo profondo secondo l'avolversi storico delle idee e delle culture ecc), solo che a parte banalità non ha mai cavato un ragno dal buco.
      Poi dialogando con Chomsky esordisce con "non esiste una natura umana!"
      Le solita decostruzione fatta di ovvietà ultrariciclate buone per tutti i modi:
      " In nessun trattao si trova una definizione, i moduli del linguaggio chomskiano in fondo sono frutto di evoluzione, magari esistevano uomini diversi, cos'è l'uomo? ma anche le cultura si evolvono, le usanze, e l'idea di uomo ecc." Possiamo continuare, prima ancora vi erano ominidi scimmieschi, ecc. ecc. fino ad arrivare ai quark...per poi scoprire che anche tutto questo discorso altro non è che un pensiero di un uomo di oggi ecc.
      Non ci vuole niente, perchè facilissimo portare tutto al noumeno, ma così (insegna Kant, per quel poco che insegna) si esce dalla filosofia. Voilà, questo è il solito, unico, perenne trucco dei nicciani, si sentono importanti, si esaltano.

    • @danielecini2403
      @danielecini2403 Před 2 lety

      @@sergiobuschi4201 Allora ho trovato una persona che in ambito matematico ha un'esperienza molto più elevata della mia... Credo che però che siano state travisate le mie argomentazioni. Se hai letto Nietzsche, nello Zarathustra, lui fa riferimento a due virtù: la virtù meschina e la virtù che dona. Nietzsche è molto accurato nel descrivere la virtù che dona come la virtù che non è più vittima della costrizione Kantiana e dell'imperativo categorico, del platonismo e della "virtù del prossimo" promulgata dal cristianesimo. Questa virtù è semplicemente unica, propria di ognuno e non può essere retta su tavole come una legge universale o come comandamento (come hanno fatto gli altri filosofi esempi sono Platone, gli scolastici, Hobbes, Locke (nonostante ne condivida i pensieri) per poi giungere al fior fiore Immanuel Kant. Nietzsche descrive il filosofare di questi filosofastri come un "orbitare sempre sullo stesso cerchio" proprio per questo). La virtù meschina, invece, è una virtù che vuole essere imposta, che vuole diventare la categoria morale degli uomini (quello che la Germania ha avuto con Kant), diventare ascetismo, un porto sicuro in cui ancorarsi quando non si sa cosa fare, ripudio del corpo, della volontà, amore per il cielo e per l'ideale (quel che invece diffondeva il cristianesimo). La virtù che dona non supera mai la virtù meschina, mai è superiore o "più virtuosa"; non a caso la sua contrapposizione è definita ugualmente virtù, seppur meschina. Onde evitare il paradosso, Nietzsche definisce come energia ad intensità diverse queste virtù, ma entrambe sono energia ed entrambe sono potenza e non possono essere messe a misura con una qualche classificazione alla maniera di Platone, Aristotele o Kant. Perciò con Nietzsche si definisce la morte del platonismo. Per quanto riguarda il voler imporre il proprio punto di vista, lo spirito critico di Nietzsche non manca soprattutto in "al di là del bene e del male", "anticristo" e "crepuscolo degli idoli". Ma ciò non va inteso come un "voler imporre il proprio punto di vista", anzi, semmai è proprio l'opposto. Ti cito una parte dello Zarathustra: "Voi mi venerate; ma come farete se un giorno la vostra venerazione cadrà? Badate che non vi schiacci una statua! Dite di credere a Zarathustra? Ma che importa Zarathustra! Voi siete i miei credenti, ma che importano tutti i credenti!" - Zarathustra ai suoi "discepoli". Ciò è proprio quel che Nietzsche vuole intendere nella sua filosofia: non esistono assolutismi, al diavolo Nietzsche stesso se i suoi insegnamenti fanno soffrire le persone, se "il corpo non è abbastanza forte per una tale energia". Questo rivalutare le prospettive e i valori è proprio il fulcro della volontà di potenza e del super uomo. Dire della filosofia Nietzschiana come un mero voler imporre un punto di vista, è come dire della filosofia di Spinoza di essere una riformulazione meno energica di quella di Giordano Bruno o prendendo in causa il tuo Aristotele, dire d'aver scopiazzato di qua e di la la logica indiana e TAK: ecco il sillogismo! ( Come vedi ho scritto 3 cazzate apposta). Ad ogni modo, stroncando dunque che la filosofia di Nietzsche non è un inculcare un punto di vista, il nichilismo è letteralmente l'opposto delle correnti di pensiero che ho già citato prima, dunque non è scontato ammettere il nichilismo come prospetto di vita o accettare per buoni i principi del nichilismo. Come ho scritto prima: "non esiste una verità assoluta tranne questa" ciò è un modo per indicare che il nichilismo poggia su degli assunti, assunti che sono opposti a quelli dell'esistenzialismo, del positivismo, dell'utilitarismo, della religione ecc. E ciò non vedo proprio come possa entrare in contrasto. Un vero nichilista - per intenderci - non è un dogmatico, un devoto, un virtuoso o un esempio (come hanno mirato ad essere i filosofi da Platone (io considero veleno il platonismo) fino a Kant, per poi affievolirsi con Fichte e a seguirsi). cosa ha fatto Platone? Ha eretto un bene e un male, ha detto agli uomini come agire, comportarsi e come diventare "saggi" e ciò si fonda sull'esistenza della dimensione iperuranica. Nietzsche invece propone un divenire di valori e un trasmutare di prospettive, se ad oggi la filosofia morale ha un certo ideale di bene, Nietzsche dice semplicemente di spaccare quel bene e costruirne un altro e fate sempre questo, proprio per non ammettere assolutismi. Ma Nietzsche anche doveva poggiare su degni assiomi, perciò vedo insensato criticare di incoerenza, mendicità e inconsistenza il nichilismo