Siamo noi la generazione dei barbari?

Sdílet
Vložit
  • čas přidán 17. 09. 2022
  • 20 anni fa Baricco prevedeva già come sarebbe stata la nuova generazione di oggi: ma come funziona la nostra invasione barbarica?
    L'articolo del Guardian: www.theguardian.com/money/202...
    Musica: www.epidemicsound.com/referra...
    Condividete con i vostri amici e seguitemi
    su Twitter: / mioffroio
    su Facebook: / mioffroio
    su Instagram: / mioffroio

Komentáře • 26

  • @back_to_basic
    @back_to_basic Před rokem +12

    Grazie per questo video interessante!
    Provo ad esprimere qui una mia modesta (seppur lunga) opinione, in qualità di ventenne e dunque appartenente alla Generazione Z.
    È da tempo che riflettevo, tra le differenti tematiche da te proposte, sulla "dicotomia" tra una "conoscenza del particolare" e una "conoscenza del generale" e che, nel mio piccolo, si esprime tra la necessità di approfondire una disciplina nello specifico e, allo stesso tempo, il desiderio di non abbandonare gli altri campi del sapere a cui mi sono affezionata durante gli anni di studio al liceo, dalla filosofia, alla letteratura, alla storia dell'arte, ad altre branche scientifiche e così via...
    Mi trovo molto in sintonia con l'ultimo pensiero da te espresso. Secondo me, l'ideale sarebbe cercare di conciliare entrambi gli aspetti, ma mi rendo conto di quanto sia, nella pratica, piuttosto difficile: per esempio, in ambito lavorativo sono spesso richieste figure professionali altamente qualificate e specializzate in un determinato settore. Questo avviene, però, a parer mio, anche perché gli stessi settori si sono specializzati nel corso del tempo. In altre parole, soprattutto al giorno d'oggi, la classica figura rinascimentale dell'intellettuale "a tutto tondo" come Leonardo da Vinci non ha più modo di concretizzarsi: se ci si vuole dedicare a più ambiti, bisogna per forza accontentarsi di una conoscenza meno minuziosa degli stessi.
    Ovviamente diverso è il discorso circa la volontà di perseguire o meno lo scopo di raggiungere una conoscenza più "orizzontale", ovvero più generica ma anche più ampia, anziché "verticale", più particolareggiata ma anche più ristretta: in merito a ciò, mi trovo più o meno d'accordo con la tua opinione e potrebbe in effetti essere che questa tendenza sia maggiormente riscontrabile tra gli individui della nuova generazione e in minor misura tra quelli delle altre generazioni. Tuttavia ci tengo a fare una distinzione tra una conoscenza propriamente superficiale, spesso frutto di una scarsa propensione alla cultura e di un approccio, per così dire, volutamente frivolo e "qualunquista", e quella conoscenza che abbiamo invece definito "orizzontale": se la seconda costituisce soltanto una differente concezione del sapere, la prima, al contrario, rappresenta un vizio e che dunque può colpire un qualunque individuo di una qualunque generazione.
    Comunque, per riprendere l'altro punto precedentemente esposto, io sarei ugualmente propensa, per quanto inattuabile sia, all'idea riassumibile nella famosa locuzione "in medio stat virtus", ovvero che tra i due "estremi" sopra descritti sarebbe auspicabile trovare un equilibrio. Perché? Perché secondo me, nella vita, abbiamo bisogno di entrambi i tipi di conoscenza: quella più specifica per poter dare un nostro contributo in una determinata branca del sapere; quella più generale perché serve a noi stessi, per la nostra formazione culturale, per la nostra crescita e, perché no, per sviluppare un pensiero "arborescente", tramite il quale è possibile attingere da altri settori delle idee e incorporarle creativamente nel proprio ambito d'interesse, nella prospettiva di realizzazione di futuri sviluppi, di altri punti di vista che portano all'apertura di nuovi orizzonti.
    E credo che questo concetto valga per tutti, indifferentemente dall'età, e che, più in generale, si possa applicare come approccio alla vita: mediante un processo di "sintesi" che incorpora sia "tesi" che "antitesi", ogni generazione può imparare qualcosa da quella che la segue e da quella che la precede. Ci vogliono però una continua mediazione e una certa apertura mentale, nonché buona volontà, per fare in modo che questo possa avvenire.
    Avrei molto altro da dire ma per ora mi limito a questa considerazione; una sezione commenti di CZcams non è il luogo più adatto per descrivere organicamente tutte le altre riflessioni che vorrei invece esporre.
    Chiedo venia per la lunghezza del commento e per le dovute semplificazioni adottate, ma spero di aver fornito ulteriori spunti.

    • @miOffroio
      @miOffroio  Před rokem +3

      Grazie per il commento prezioso, e sono molto d'accordo sul distinguere tra la conoscenza orizzontale "superficiale" e quella invece che tenta di assaporare un po' di tutto per non farsi sfuggire ambiti anche lontani tra loro. Io ne faccio spesso una questione di umiltà: affrontare le cose con poco tempo e approfondimento è inevitabilmente limitante, e suscettibile di errori, e per questo è essenziale affidarsi a chi quella conoscenza la possiede in modo più profondo, e tenere a mente che possiamo solo cogliere una minima parte di tutta quella ricchezza.

    • @back_to_basic
      @back_to_basic Před rokem +1

      @@miOffroio E io invece ringrazio te per aver letto pazientemente il mio commento e per la risposta.
      Sono perfettamente d'accordo su quello che hai scritto e su quella che correttamente definisci "questione di umiltà".
      Aggiungerei inoltre che forse è proprio un atteggiamento propositivo nei confronti della cultura che ci permette di maturare, dunque di acquisire la consapevolezza della vastità di tale ricchezza e, inevitabilmente, dell'impossibilità di coglierla nella sua interezza... un po' come quando ammiriamo il cielo notturno e ci rendiamo conto di come siamo così piccoli e insignificanti in confronto all'intero Universo.
      Questo, tuttavia, non dev'essere motivo di sconforto; al contrario, penso invece che debba destarci meraviglia e motivarci a perseguire il nostro, e personalissimo, cammino verso la conoscenza, per migliorare costantemente la comprensione del mondo che ci circonda e, di riflesso, anche di noi stessi (come è già stato ribadito in un altro commento).
      È certamente un percorso che richiede impegno, ma allo stesso tempo può regalare anche tante soddisfazioni.
      Ancora grazie! Mi fa piacere scambiare queste preziose riflessioni.
      Ti auguro un buon proseguimento!

  • @Stefpanino
    @Stefpanino Před rokem +1

    allargare gli orizzonti della propria conoscenza è molto importante;
    affacciarsi su altri temi come fisica, filosofia, storia, politica ecc... ti aiuta a comprendere te stesso e il mondo;
    ho poco da dire perchè sono d'accordo con te

  • @Udics
    @Udics Před rokem +1

    E...adesso mettiamoci all'opera.
    Tutto assolutamente condivisibile.
    Ci sono tutte le condizioni al contorno per costruire il nuovo mondo.
    Esercizio preparatorio :
    "Sono in un parcheggio, al caldo gradevolissimo sole di questa fine estate.
    Ho ascoltato in assoluto raccoglimento il video.
    Facciamo un elenco di persone che mi hanno permesso ciò e di come le sistemiamo nel nuovo mondo?"

  • @mariamartelli5009
    @mariamartelli5009 Před rokem +1

    Corsi e ricorsi ossia si torna all'antico studioso che si occupava di tutto e non del singolo particolare di studio. Per cui un filosofo poteva essere anche astronomo, musicista letterato ecc. Ora per la vastita' di confini conosciuti e di argomenti affrontati e approfonditi ci approcciamo con velocita' febbrile tramite i social che visitiamo ogni momento da un argomento ad un altro da un dibattito ad un divulgatore ecc. Con l'illusione forse di avere in mano il mondo intero. Ma il problema che si rischia di vivere superficialmente l'istante reale che ho di fronte, avendone forse paura. La mediazione dei social si mi informa ma alla fine mi stordisce con una non esperienza. Te parli del tuorlo. Il tuorlo deve essere un esperienza sociale importante affettiva di corpo anima sensibilita' decisione volonta' amore e si diciamolo fatica e impegno per viverla. Solo così potro' vivere con il giusto equilibrio senza esserne fagocitato, dall' albume. Scusa il rigiro di parole spero che si sia capito il giudizio. I barbari ben vengano ma non buttino il bambino con l'acqua sporca.

  • @maurizi0d236
    @maurizi0d236 Před rokem +1

    Ciao Lorenzo, bellissimo video , complimenti! L’ultima parte soprattutto mi ha fatto parecchio riflettere. Sicuramente è un libro da recuperare.

  • @cana0
    @cana0 Před rokem +1

    La parte finale soprattutto mi trova totalmente in accordo e mi ha fatto pensare, grazie mille per questo video

  • @pierfrancescocosta6336

    Credo che anche Il Post e l'Atlantic (statunitense) abbiano pubblicato degli articoli a riguardo! 😉

    • @miOffroio
      @miOffroio  Před rokem +1

      Sì avevo letto quello del Post, che però si rifà in parte a quello del Guardian. Grazie!

  • @sorallaunn1347
    @sorallaunn1347 Před rokem

    Analisi interessante la tua, e fattori di cui tener conto indubbiamente nello scontro generazionale. Non mi trovo d'accordo, però sul fatto di propendere per la vastità della conoscenza a discapito della profondità soltanto perché il sapere è immenso e non ci si può fossilizzare su una sola opera. Che dire allora di tutte quelle persone che hanno impegnato una vita a studiare la divina commedia o la bibbia ad esempio, contro ragazzini che stanno sempre sul web e attingono una nozione di qua e una di là sapendo di tutto un po', ma in realtà nulla perché comunque non si ha il tempo per andare a fondo di tutto o di verificare le fonti.

    • @miOffroio
      @miOffroio  Před rokem +1

      Sì è un dilemma che precede la differenza tra generazioni, per quanto secondo me sarà difficile trovare in questa generazione persone che decidano spontaneamente di dedicare l'intera vita ad un'unica opera. Non so se sia perché l'accesso al sapere è molto più facile che in passato, o è solo qualcosa che passerà nel giro di un'altra generazione

    • @carlot9397
      @carlot9397 Před rokem +1

      Anche la noia non è da sottovalutare... molte idee brillanti vengono quando il cervello è a "riposo" (in coda, sotto la doccia ecc) e ha appunto tempo per lavorare senza ricevere continuamente stimoli da multitasking e leggevo che in futuro visto che saranno le macchine a fare la maggior parte dei lavori, verrà valorizzato il lavoro umano che sarà in grado di pensare in modo approfondito e "differente" dalla massa. Se ti interessa l'argomento consiglio l'autore Cal Newport se non l'hai già letto. Complimenti per il canale cmq 👍 spieghi come Alberto Angela 🔝👏😉

  • @alessandrodimarco2965
    @alessandrodimarco2965 Před rokem +1

    Il più grande problema secondo me della nostra generazione Z è che la maggior parte di noi cercano troppo, su quel potente strumento che è internet, cose "divertenti" (meme, eventi sportivi, video di risse o satira) piuttosto che cose interessanti e utili al miglioramento di se stessi e della società. (documentari, giornalismo d'inchiesta, argomenti etici o riviste scientifiche ed ambientali) 💡
    La gen Z ha potenzialità, ma purtroppo siamo anche molto pigri e arrendevoli a volte.
    Preferiamo lasciare che il mondo intorno a noi collassi concentrandoci sul goderci egoisticamente e superficialmente il presente con feste, balli, aperitivi, viaggi, videogiochi. Senza pensare alle cose davvero importanti nel mondo. 🎉
    Ci siamo dimenticati del vero significato di "svago" e passatempo, credendo che sia la principale attività a cui mirare nella vita. E non dico che bisognerebbe lavorare di più, dico che bisognerebbe riflettere di più, riavvicinarsi alla filosofia e all'etica ridandogli la credibilità e l'importanza di un tempo. Oggi giorno la maggior parte dei ragazzi nelle scuole ridono all'arrivo di un professore di filosofia. Come se non abbia importanza distinguere il moralmente giusto dallo sbagliato. 📖

    • @back_to_basic
      @back_to_basic Před rokem +3

      Secondo me quello che dici non è di per sé connaturato alla nostra generazione, ma lo possiamo riscontrare, seppur in modi diversi, anche in altre generazioni e in un qualsiasi altro periodo storico. Ovvero, in altre parole, l'adozione di uno stile di vita "superficiale" non è una caratteristica peculiare ed esclusiva di diversi ragazzi (ma anche adulti) d'oggi, ma è invece, più semplicemente, manifestazione di numerosi altri fattori che concorrono a tale risultato: stato di "benessere" economico, contesto storico, culturale e sociale, educazione ricevuta, attitudini e scelte personali e così via...
      Un esempio banale e semplice: come vivevano certi aristocratici del Settecento, tra cui inoltre i famosi "cicisbei" descritti da Parini? Conducevano una vita mondana, dedicavano parecchio tempo allo svago, vivevano con "superficialità", non solo perché se lo potevano permettere, ma anche perché era di loro gradimento vivere così anziché impiegare anche solo una parte del loro tempo ad interrogarsi sul mondo o ad attività utili e benefiche.
      Un altro esempio ancora, per chi volesse viaggiare ancora di più nel tempo, riguarda le critiche di Lucilio, per mezzo della satira, contro la corruzione e i vizi della società... situazioni non così tanto lontane da quelle che riscontriamo ancora oggi.
      La storia e la letteratura ci forniscono, perciò, tantissimi esempi (che ovviamente non riesco a riportare nella loro interezza in un solo commento CZcams) e inoltre tante preziose chiavi di lettura per comprendere meglio il presente.
      Quello che vorrei dunque dire è che, almeno secondo me, l'atteggiamento che tu descrivi non è esclusivo della nostra generazione, né tipico di soli questi tempi, ma è facilmente individuabile in tanti altri contesti storici e si manifesta ogniqualvolta sussistono le condizioni a esso favorevoli.
      Ovviamente in tutto questo non dobbiamo dimenticare che, di fronte a un qualunque fenomeno preso in esame, bisogna sempre tenere conto del contesto, dunque analizzare nello specifico ciascun caso, a seconda del periodo storico che stiamo affrontando; non è di mia intenzione, infatti, ridurre il discorso a un'enorme generalizzazione che non tenga conto del particolare, ma lo spazio in una sezione commenti è ridotto.
      Per esempio, già in questo video si illustrano alcune delle caratteristiche della, se così vogliamo chiamarla, "rivoluzione" messa in atto dalla generazione Z, e che diventano sue peculiari se messe a confronto con altri conflitti generazionali verificatisi nel corso della storia.
      E riguardo la "arrendevolezza", che anche secondo me si riscontra un po' più facilmente nella nostra generazione, si potrebbe aprire un'ampia parentesi, perché se per alcuni giovani potrebbe trattarsi effettivamente di pigrizia o di "superficialità", per altri è invece una parte della loro espressione del malcontento e del malumore per le circostanze in cui ci troviamo: tra pandemia, guerre, crisi, surriscaldamento globale... le prospettive future di un giovane di oggi non sono poi così tanto rosee. I giovani delle generazioni precedenti, a differenza di quelli della nostra, avevano davvero la sensazione che avrebbero potuto cambiare qualcosa (penso per esempio a tutti i movimenti studenteschi degli anni Sessanta e Settanta) e quindi si impegnavano in tal senso; adesso, invece, diversi giovani si sentono delusi e stanchi e non sentono di poter cambiare il mondo e di poter affermare la propria volontà, come se investiti da una realtà a cui loro non appartiene e soprattutto immodificabile.
      Sì, ho ridotto la questione ai minimi termini... Si potrebbe invece scrivere un intero libro a proposito in cui si tengano conto anche dei cambiamenti sociali, economici, tecnologici negli anni e di come essi ci influenzino. Anzi, forse già in parte Zygmunt Bauman spiega il contesto in cui tutti noi (sia giovani che adulti) viviamo in "Vita liquida" (conosco il libro ma non l'ho ancora letto, a onor del vero).
      Per chiudere il commento, se vogliamo riprendere un insegnamento dagli antichi, allora trasliamo per l'oggi il concetto dell'otium latino, cioè quello con cui l'uomo cura il proprio spirito nel tempo libero (ovvero non il tempo dedicato al "negotium", alle attività più pratiche, come oggi potrebbe essere, ad esempio, un lavoro) studiando, leggendo e, come dici tu, riflettendo di più: la cultura ci può aiutare a crescere, a maturare e anche a sviluppare maggiore propensione per il dibattito filosofico, quindi a vivere più coscienziosamente e con maggiore consapevolezza il presente. Senza, ovviamente, togliere il giusto tempo allo svago e alle attività ricreative che maggiormente si confanno alla nostra personalità.
      A chi avesse avuto la pazienza di leggere fin qui: sarò lieta di cogliere altri punti di vista perché la questione mi interessa e vorrei suscitare un dibattito costruttivo sul tema.

  • @jaco3041
    @jaco3041 Před rokem +1

    Oddio Baricco uno dei fini esploratori intellettuali… ha scritto di quelle stronzate negli ultimi anni, una merda fra tutte “Quel che stavamo cercando”.

  • @claudioliccardo458
    @claudioliccardo458 Před rokem

    Primo

  • @ababqhqbqh7070
    @ababqhqbqh7070 Před rokem +4

    Sei troppo bello aiuto

  • @alessiagirolamo740
    @alessiagirolamo740 Před rokem

    Molto interessante il video e anche tu.... Sei molto carino 😍 comunque

  • @claudioliccardo458
    @claudioliccardo458 Před rokem +1

    Seguo anche le tue sorelle su tik tok 😂