Il complesso abbaziale di S Maria in Sivis a Sesto al Reghena spiegato dal prof. FABIO DOTTA

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  • čas přidán 6. 09. 2024
  • Nel documentario il prof. Fabio Dotta spiega il complesso abbaziale di Santa Maria in Silvis a Sesto al Reghena concentrandosi in particolare nelle architetture che si affacciano in Piazza Castello e in Piazza Cardinale Barbo e che costituivano un sistema fortilizio paragonabile ad un castello con alte mura merlate, n°7 torri e un fossato con acqua corrente. Siamo in una piccola isola fluviale che il Reghena forma in uno dei più bei borghi dell’Italia Settentrionale a soli 9 Km da Portogruaro e 29 Km da Oderzo. Nel video, frutto di riprese in due giorni distinti del febbraio 2024 , viene descritta la Torre Grimani, la torre campanaria di 7,7 m per lato e h 33,60 m, l’abbazia benedettina e l’attiguo sedime della chiesa primitiva dedicata a Sant’Andrea, il palazzo del comune, l’edificio della cancelleria ex sede del potere politico con anche una parte dedicata a carceri, la canonica e l’area verde ornamentale con essenze caducifoglie posta a nord. Nel documentario vengono rese note parti che non si trovano in nessun altro video ne libro sia sulla famiglia veneziana Grimani, sia sulla destinazione d’uso del vano sopra l’ingresso principale all’abbazia, sia sulle stesse architetture (in particolare del campanile) di cui si forniscono quote altimetriche e volumetriche e sul monumento ai Caduti. “Mi ricordo quando nell’estate del 1989 trascorsi dodici giorni a Parigi ospite fortunato dentro un lussuoso palazzo in cui sopra abitava il ministro francese Fabius nei pressi del Museo Picasso. Tra gli invitati c’era anche C.P. che non conoscevo e che mi disse abitava in Via Giotto a Sesto al Reghena. Andai poi a trovarlo e vidi il borgo per la prima volta : mi ricordo che suonava esercitandosi dentro la Torre Grimani dove adesso ce la sede della Pro Loco. Venni invitato a pizze con persone del borgo e dei paesi limitrofi. Quando poi una dozzina di anni dopo ebbi una fidanzata di Cordovado P.B. che lavorava (e risiedeva) a Portogruaro le feci come primo regalo un quadro acquerellato che rappresentava la torre Grimani. Mi ricordo anche una messa di Natale con l’intera abbazia stracolma (a cui ci andai malvolentieri) e che dovetti stare in piedi proprio sotto l’affresco rinascimentale del Paradiso del 1450 di Antonio da Firenze. Vari anni dopo questi eventi incisi nella mia memoria è stata mia volontà descrivere un luogo in parte liquido ed in parte solido, verde e suggestivo, carico di bellezza e poco noto poiché lontano dai principali assi viari ad alta percorrenza come a voler tenere vivi questi episodi della mia vita terrena e come ad augurare a tante altre persone di viverli in questi luoghi”. (Fabio Dotta).

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