Didattica delle competenze

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  • čas přidán 19. 08. 2017
  • Cosa si intende per competenza e cos'è la didattica per competenze

Komentáře • 14

  • @barbaragonnella2011
    @barbaragonnella2011 Před rokem +1

    Grazie mille, senza la conoscenza non ci può essere competenza e lei ha contribuito all'arricchimento nozionistico che va messo abilmente in atto e in modo adeguato.

  • @severino728
    @severino728 Před 4 lety +7

    Caro direttore Faustini, la lettera del prof. Lucio Garofolo, apparsa sul suo giornale in concomitanza con l’inizio del nuovo anno scolastico relativa all’annosa diatriba conoscenze/competenze tra docenti e pedagogisti, mi obbliga ad approfondire l’argomento. In verità la diatriba non è bina ma trina: “conoscenze/abilità/competenze”. Riporto testualmente dalla “Raccomandazione del Consiglio dell’Unione europea” (22/5/2018), per la promozione dello sviluppo delle “competenze”, le seguenti definizioni: “La conoscenza si compone di fatti, cifre, idee e concetti che forniscono le basi per la comprensione”; “Per abilità si intende la capacità di applicare le conoscenze esistenti”; “Le competenze sono una combinazione di conoscenze, abilità e atteggiamenti necessari per agire o reagire a idee, persone o situazioni”, in una parola per la propria realizzazione personale e occupazionale.
    Nonostante il linguaggio ermetico, una cosa emerge con chiarezza che chi le ha elaborate deve avere del processo di apprendimento un’idea economico-produttivistica a tre livelli di crescita: prima si conosce, poi si applica e infine si utilizza.
    Fanno giustamente osservare gli insegnanti che non è possibile distinguere, e nemmeno valutare, la conoscenza in sé dalla sua fruibilità: solo applicandole è possibile apprendere le regole grammaticali; solo riferendole ad un contesto è possibile cogliere il senso dei fatti storico-sociali. Perché allora insistere con distinzioni che sviliscono l’idea di conoscenza da sempre pensata come inclusiva dei tre aspetti? Semplice: per spiegare in modo plastico l’errore didattico degli insegnanti: l’essersi fermati al primo, imbottire cioè la mente degli studenti di nozioni imparate a memoria (“a pappagallo”) senza applicazione e riferimento alcuno. Quale miglior capro espiatorio cui addossare la responsabilità della non più celabile débâcle della scuola.
    C’è un passaggio nelle “Raccomandazioni”, illustrativo delle “competenze” che conferma questa pregiudiziale volontà correttiva: “Nell’economia della conoscenza, la memorizzazione di fatti e procedure non è sufficiente per conseguire progressi e successi; competenze quali il pensiero critico, la capacità di cooperare, la creatività, l’autoregolamentazione sono molto più importanti”. Tradotto: cari insegnanti, non potete continuare ad essere meri trasmettitori mnemonici di fatti e procedure: aggiornatevi! Ma appena viene svelata la prima arma di questo svecchiamento, la competenza del pensiero critico, scoppia liberatrice una risata atlantica. Già ai tempi di Socrate si sapeva che a nulla serve apprendere idee e concetti se non si sa farne uso critico: possibile che lor signori l’abbiano scoperto solo adesso? Il loro ammonimento ripetuto come un mantra “meno conoscenze, più competenze” è ridicolo oltre che offensivo: se il senso critico nei giovani si è atrofizzato non è per eccesso di conoscenze, ma per la loro penuria - visto l’entusiasmo con cui hanno accolto il consiglio - ché, se viene meno il grano, anche la farina scarseggia. Le altre competenze poi non è che siano tanto meno datate della prima. L’“autoregolazione” ad esempio cioè l’autodisciplina, la perseveranza nello studio, la responsabilità costruttiva un tempo i giovani se le facevano venire in fretta vista la quantità di conoscenze che dovevano dimostrare di aver assimilato per non rischiare la bocciatura; oggi, con la promozione assicurata, non potendo più pretenderle le si promuove. Povera scuola! Anche tra i pedagogisti nostrani v’è sconcerto; se messi colle spalle al muro finiscono coll’ammettere che più che convinzione, la loro è sudditanza: “L’Europa lo chiede”. È talmente insensata questa tripartizione del sapere che c’è chi pensa possa servire - cosa ancor più dissennata - ad allestire strumenti di misurazione oggettiva delle istituzioni scolastico-occupazionali europee. Dopo il diametro dei piselli e la curvatura dei cetrioli non ci sarebbe nulla di strano se standardizzassero pure le misure ideali del diplomato medio europeo e dei loro formatori. Sarebbe l’annichilimento della loro autonomia professionale. I docenti diverrebbero dei semplici passacarte.

  • @antilopegialla9316
    @antilopegialla9316 Před 5 lety +2

    Grazie, molto ben fatto.

  • @pinamerlofiorillo9569

    Grazie

  • @gianniamato72
    @gianniamato72 Před 11 měsíci

    relazione tra autonomia scolastica e inclusione

  • @Angelica.Alemanno
    @Angelica.Alemanno Před 2 lety

    Peccato che non citi gli anni di pubblicazione dei documenti di riferimento.

  • @pinamerlofiorillo9569

    Rilascia attestato?

  • @tamaragaraventa8810
    @tamaragaraventa8810 Před 4 lety

    Buon giorno

    • @kikkakaminski
      @kikkakaminski Před 3 lety +1

      Io supplenza a t.d. mi chiedo le UDA (unità di apprendimento 1400 del 2019) sono le stessa cosa didattica per competenze?

  • @reptileita
    @reptileita Před rokem

    Pierfranco Ravotto, lei è consapevole di aver partecipato al processo di rovina della scuola, promuovendo queste insensatezze?
    Basta un sì o un no.
    I risultati si ottegono definendo degli obiettivi da raggiungere chiari, univoci e standardizzati, non con questa pappardella "conoscenze abilità attitudini e competenze".

    • @PierfrancoRavotto
      @PierfrancoRavotto  Před rokem

      No 🙂
      Peraltro non vedo la contrapposizione. Concordo su quanto scrive relativamente agli obiettivi. E penso si debbano definire obiettivi di conoscenza, obiettivi di competenza, obiettivi relativamente alle Attitudes (adesso si preferisce tradurre con Atteggiamenti piuttosto che come Attitudini ); e obiettivi di competenza. Più facilmente verificabili i primi, più difficili da misurare gli ultimi.
      In questo intervento cercavo di fare chiarezza sull'uso dei termini.

    • @reptileita
      @reptileita Před rokem

      ​@@PierfrancoRavotto Spero che sia chiaro che con la cosiddetta "autonomia scolastica" ogni scuola sta producendo documenti colmi di parole vuote riferiti a "conoscenze, abilità e competenze". Completamente inutili!
      Quello che fate voi sono argomentazioni da studiosi di docimologia (a proposito, è possibile esere studiosi di docimologia senza aver mai messo piede in un aula di scuola primaria o secondaria?). Gli obiettivi circostanziati di cui stiamo parlando, dovrebbero essere definiti a livello statale, e dovrebbero essere correlati da prove di verifica standardizzate, in modo da non creare ambiguità sull'effettivo risultato voluto, ed essere più chiari possibile.
      Attualmente come ho detto ogni scuola produce documenti vuoti che poi non segue nemmeno, limitandosi a usare il libro di testo (inevitabilmente e giustamente). Aumentando a dismisura la burocrazia e togliendo energie alle cose importanti.
      Il ragionamento sulle "conoscenze, abilità e competenze" dovrebbe stare all'insegnamento come l'epistemologia sta al lavoro sperimentale.
      Se ogni volta che sto effettuando misurazioni sperimentali dovessi leggere un trattato Popper perderei completamente di vista il mio obiettivo... Ed è quello che sta succedendo alla scuola italiana.

    • @PierfrancoRavotto
      @PierfrancoRavotto  Před rokem +1

      @@reptileita intanto ti tranquillizzo, non sono un docimologo ma un docente. Ho cominciato nel 1970 con supplenze alle superiori, alle medie, nei corsi 150 ore, nella formazione professionale. Dal 1975 ho regolarmente insegnato in Istituti tecnici: Elettrotecnica, elettronica, sistemi automatici. Dal 2007 tengo corsi di formazione per i docenti.
      E' pieno di documenti con parole vuote? E' vero, purtroppo. Come è vero che spesso si usano le parole a sproposito. Il video - di qualche anno fa - era relativo a suggerire come e per cosa utilizzare quei termini.
      Con Bricks - www.rivistabricks.it - cerchiamo di far raccontare esperienze concrete. Non lo garantisco per tutti, ma la maggior parte degli articoli non sono fatti di parole vuote.
      :-)

  • @gianniamato72
    @gianniamato72 Před 11 měsíci

    COMPETENZE DIDATTICHE
    Sono la comprovata capacità di utilizzare conoscenze , abilità e capacità personali e sociali in situazioni di studio ,lavoro e nello sviluppo professionale. Per acquisire AUTONOMIA E RESPONSABILITà.
    Le COMPETENZE sono un saper fare per risolvere i problemi è un sapere agito in situazioni reali.
    Ad esempio uno studente del alberghiero dopo avere avuto la didattica e la nozionistica di un cocktail ,lo produce in modo reale nel laboratorio.
    Ne 18/12/2006 il parlamento europeo ha definito 8 COMPETENZE CHIAVE
    Comunicare in madre lingua
    Comunicare in lingua straniera
    C. di matematica e basi di scienze e tecnologiche
    C. digitali
    Imparare ad imparare
    C. di civica e sociali
    Spirito di iniziativa imprenditoriale
    Consapevolezza ed espressione culturale.
    8 COMPETENZE CHIAVE DI CITTADINANZA DL 296 /2007
    Comunicare . Progettare…Imparare ad imparare…Acquisire ed interpretare l’informazione….Individuare collegamenti e relazioni…Risolvere i problemi…Agire in modo autonomo e responsabile…collaborare e partecipare…
    Le Indicazioni nazionale del 2012
    Traguardi per lo sviluppo di competenze riferimenti ineludibili nel senso che il docente deve attenersi ad una linea guida anche se può modificarla ma nei limiti.
    Gli studenti devono avere acquisito nel primo biennio o per la maturità le competenze e non solo nozionistica ,sterile , frontale,passiva .
    Ma usando didattiche laboratoriali attiva che rende lo studente protagonista attivo nel processo di costruzione di conoscenze.
    Oppure ci sono metodologie didattiche come il cooperative learning, role playng per coinvolgere gli alunni apatici.
    Le UDA devono essere compiti autentici ma che ci vogliono competenze.
    Il docente deve essere anche guida ,formatore, incoraggiarlo,motivarlo per farlo arrivare alle competenze anche con ambienti diversi di apprendimento creando classi digitali , forum ecc.
    I 4 ASSI CULTURALI
    Matematico ,scientifico, tecnologico,sociale.