Ferruccio Masci: la sua anarchia

Oggi è Ferruccio Masci a raccontarsi.
Si definisce anarchico: colui che è capace del massimo rispetto e di un atto d'amore verso chiunque e la vita che sta vivendo.
Una vita che per lui non è il luogo nel quale si compete per raggiungere dei risultati e il successo. La felicità non è data da quello che posseggo ma da quello che sono o, come direbbe il suo amico Nietzsche ,da quello che si diviene, il nostro coraggio di cambiare continuamente.
Ferruccio ricorda un'infanzia felice, vissuta in campagna con la sua famiglia.
Alle medie le sue insegnanti gli trasmettono l'amore per la cultura e nasce in lui il desiderio, esaudito al liceo, di conoscere la filosofia. Lei e la scrittura saranno compagne di vita.
Si diploma e, mentre frequenta il militare, si iscrive all'università. Intanto inizia a fare supplenza nelle scuole; da allora non smetterà di insegnare.
Fare l'insegnante gli permette di sfamare la sua voglia di sapere, potendo continuare a studiare. Emozionare i ragazzi scopre essere qualcosa di cui non può fare a meno.
Per Ferruccio la scuola è il luogo degli esseri umani, un atto d'amore che si intreccia inevitabilmente al teatro, altra attività a cui dedicherà la sua vita.