Estrazione del sughero nel Complesso nuragico di Romanzesu a Bitti (NU)

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  • čas přidán 10. 09. 2024
  • Il bosco a Quercus Suber caratterizza l’area archeologica e gran parte dell’altipiano granitico bittese producendo un sughero di prima qualità. L’estrazione de “sa ostrica” avviene mediamente ogni dieci anni, viene fatta manualmente da scorzini esperti con l’utilizzo di particolari asce appositamente realizzate.
    Questa pianta era già conosciuta in epoca protostorica per le proprietà isolanti della sua corteccia che veniva utilizzata come materiale da coibentazione, come sembrerebbe testimoniato dal rinvenimento di inserti di sughero in connessione muraria all’interno di alcune strutture nuragiche (capanna di S’Urbale, nuraghi Barumini, Losa e Nuraddeo). Anche a Romanzesu nello scavo di una capanna è stato rinvenuto un lembo di sughero carbonizzato in uno strato di frequentazione.
    Il sughero, proprio per le sue caratteristiche specifiche, è stato utilizzato nell’ isola, senza soluzione di continuità, dall’ antichità ad oggi, per la realizzazione di contenitori, utensili e sgabelli. È possibile ammirare alcuni di questi oggetti (mesales, avariles, banchittos ecc.), tipici prodotti della locale tradizione pastorale, nel Museo della Civiltà Pastorale e Contadina di Bitti.
    Probabilmente in epoca nuragica, oltre alla corteccia erano utilizzati anche i frutti della quercia; le ghiande, triturate finemente venivano impastate con farine di cereali per produrre un pane non lievitato. Indizi, in questo senso, proverrebbero dallo scavo di nuraghe Arrubiu di Orroli.
    Durante la visita guidata nel villaggio santuario e nei musei sarà possibile acquisire anche tutte le informazioni relative alle modalità di estrazione del sughero, alle sue proprietà e al suo utilizzo dall’antichità ai giorni nostri.

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