Donizetti - Di quai soavi lagrime (Poliuto o sia I martiri) - Astrea Amaduzzi - Live in Milan 2022

Donizetti - "Di quai soavi lagrime", Cavatina di Paolina (dal "Poliuto o sia I martiri")
Astrea Amaduzzi, soprano lirico di coloratura (Italia)
Mattia Peli, pianoforte (Italia)
Basilica dei Santi Martiri Nereo e Achilleo - Milano, 8 maggio 2022
Dall'evento musicale "EXSULTATE, JUBILATE" - Concerto di musica vocale sacra per il 'Festival internazionale itinerante di Belcanto Italiano' - Musiche di Pergolesi, Vivaldi, Durante, Bach, Haydn, Mozart, Schubert, Rossini, Donizetti e Verdi
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Donizetti, che si trovava all'inizio del 1838 a Venezia, confidava al suo riverito maestro Mayr che il pensiero della morte della moglie Virginia, avvenuta meno di sei mesi prima (il 30 luglio 1837), non lo lasciava mai:
"La musica ha gran potere per me... sarei morto! Piango ancora come il primo dì." (da una lettera di Donizetti datata 20 dicembre 1837)
In quell'anno, il compositore di Bergamo componeva una nuova opera il POLIUTO, ma l'opera incontrò la proibizione della rappresentazione a Napoli, data dalla censura:
"Sai tu che ora forse proibirà il Poliuto, perchè è un santo? Ed io sono alla metà! Vedi con che voglia scrivo." (da una lettera di Donizetti, che risale probabilmente all'1 giugno 1838)
Giunto a Parigi il 21 ottobre 1838, meno di un mese dopo riferiva ad Antonio Dolci che: "darò l'opera, che a Napoli mi fu proibita, in lingua francese al gran Teatro francese de 'L'Académie Royale'." (da una lettera di Donizetti datata 13 novembre 1838)
«Il "Poliuto", narrando di martiri cristiani e di persecuzioni, è pervaso da un religioso fervore che giunge in certi punti ad un intensità di linguaggio alquanto alta. (...)
Al principio dell'opera nel buio d'uno speco, il coro intona preghiere sommesse, e s'adombra così il melodramma d'un colore che riesce a perdurare senza intervengano altri elementi a disperderlo.»
(Gianandrea Gavazzeni - "GAETANO DONIZETTI, Vita e Musiche", 1937)