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Gli immigrati francofoni per costruire la pace

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  • čas přidán 2. 07. 2024
  • 12PORTE - 4 luglio 2024: La pace, profonda aspirazione del cuore dell’uomo, richiede la saggezza del discernimento e ripudia ogni lettura fondamentalista delle Sacre Scritture. È il tema del convegno che ha visto riunite domenica alla Villa Pallavicini di Bologna, le comunità Migrantes dell’Africa francofona, provenienti da varie parti d’Italia, per riflettere insieme e per pregare. L’incontro ha assunto un significato speciale per la presenza di numerosi ambasciatori e rappresentati diplomatici dei paesi di provenienza, accreditati presso la Santa Sede. Il convegno, che si è concluso con la celebrazione della Santa Messa, è stato presieduto dal Cardinale Matteo Zuppi, nella doppia veste di arcivescovo di Bologna e di presidente della CEI e del vescovo di Franceville, Mons. Ephrem Ndjoni, che ha portato la voce dei vescovi delle Chiese di provenienza dei Migranti.
    Abbiamo chiesto a mons. Ndjoni il suo parere sull’accoglienza ecclesiale dei Migranti e soprattutto qual è il messaggio che i vescovi in Africa cercano di trasmettere ai tanti loro giovani tentati di partire per l’Europa.
    NDIJONI
    ZUPPI
    (Ciascuno di noi ha la sua storia. Ognuno nasce con i suoi diritti, con i suoi costumi, la sua cultura. Ma questo non può mai giustificare la violenza. Se Dio ci ha creati differenti è per essere ricchi delle nostre differenze, non per essere divisi. Siamo differenti ma non siamo affatto nemici. Questo è il tema. Basta divisioni. L’etnia, come la nazionalità, è una grande ricchezza, ma non si può giustificare in nessun modo la violenza con l’etnicismo. Ci sono ancora troppi pregiudizi e spesso queste cose succedono anche in Italia. 50 anni fa quelli che dal sud venivano verso il nord trovavano problemi simili a quelli che oggi hanno i lavoratori stranieri che hanno una occupazione, ma ad esempio, non riescono a trovare una casa. È una cosa inaccettabile. Dobbiamo imparare a vivere insieme. A lavorare insieme, a pensarci insieme, a pensarci come membri di una medesima famiglia umana ed essere, come dice il Papa, “Fratelli tutti”).
    Numerosa la partecipazione dei rappresentanti diplomatici dei paesi francofoni dell’Africa, una presenza significativa, ha detto il Cardinale Zuppi, perché mostra il desiderio, nella diversità delle competenze, delle provenienze e anche delle religioni, di costruire legami di amicizia e di collaborazione tra i popoli. Ai nostri microfoni, Eric Chesnel, ambasciatore del Gabon presso la Santa Sede e l’Ordine di Malta.
    CHESNEL
    (Siamo venuti su invito di Sua Eminenza il Cardinale Zuppi. Nutriamo molta ammirazione per l'attività del cardinale arcivescovo di Bologna, presidente della conferenza episcopale italiana. L’anno scorso abbiamo affrontato il tema delle migrazioni, è una questione che ci riguarda tutti e in particolare noi africani. Quest'anno riflettiamo sul tema della pace, come suggerito dal Sommo Pontefice: non può esserci una risoluzione del problema della pace senza una connessione con l’impegno a risolvere la questione dell’immigrazione. Con la nostra partecipazione vogliamo mostrare la nostra convinta adesione a questa prospettiva. Non abbiamo dimenticato il messaggio che il Santo Padre ha rivolto agli ambasciatori: dobbiamo essere attori del dialogo, della disponibilità a lavorare a favore della pace. Questa è la definizione della nostra missione ed ecco perché oggi su 14 ambasciate residenti a Roma per l'Africa francofona, siamo qui in 10 rappresentanze: è un grandissimo successo e vogliamo esprimere con entusiasmo il nostro desiderio di partecipare a questo evento.
    Migrantes è l’organismo che promuove l’attività pastorale degli immigrati in Italia. Il direttore mons. Pierpaolo Felicolo è intervenuto all’incontro ricordando il contributo positivo che i migranti danno alla costruzione della pace.
    FELICOLO
    L’incontro è stato promosso dalla coordinazione nazionale delle comunità francofone in Italia presso Migrantes.
    TSAMBA

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