Per ritornare a Udine, da Roma, scelgo di prendere l’IC 588 Roma Termini - Trieste Centrale, scendendo a Venezia Mestre per prendere la coincidenza.
Dal binario 1 est di Termini il treno parte in orario. I vetri sporchi mi impediscono di fare delle riprese decenti ma comunque mi godo l’uscita da Roma Termini dove in poche decine di metri passi dal XXl° al lV° secolo: succede solo a Roma! Prima fermata, Orte, poi Terni: da qui il binario è unico perchè, per i lavori a Prato, il percorso è deviato via Spoleto e Foligno. Passiamo la stazione tristemente nota e oggi dismessa di Giuncano e quella, bellissima, anno 1866, di Gaifana, attiva. Poi Fabriano, Genga, Jesi e Falconara Marittima dove il nostro Intercity invertirà la marcia in direzione Bologna.
Lungo il viaggio - poco meno di nove ore - “ continuo la lettura de “A una fermata dal destino” di Robert Krause, uscito nel giugno di quest’anno.
Il libro è scritto a “quadri”, tutto si svolge sul treno Monaco-Berlino del 13 agosto 1961. Il treno sul quale si trovano i nostri è l’ultimo che attraverserà il confine: a Berlino stanno costruendo un muro. Il ritmo regolare ed incalzante delle ruote sui binari sembra quello scandito dall’orologio, e in tutti i personaggi, il dubbio se dare una svolta alla loro vita restando ad Ovest o preferire gli affetti sacrificando la propria libertà, ad Est, è presente dall’inizio alla fine. Abbiamo anche Edith, la macchinista della Sachsenstolz, che condensa in un gesto il senso della storia. Evito di spoilerare oltre, leggetelo!
Da Falconara, dove inizia a piovere e, poco più tardi, un buon temporale svela i difetti tutti anagrafici degli intercomunicanti delle Gran Confort, ripartiamo fermando a Senigallia, Pesaro, Cattolica, Riccione, Rimini, Cesena, Forlì dalla quale ripartiamo con un ritardo di 20 minuti che mi fanno preoccupare per la coincidenza, a Mestre, per Udine dove il margine di tempo per cambiare treno è di soli 8 minuti. Mi rassegno a cercare i regionali successivi ma il macchinista è un grande e, passata Bologna e Montegrotto Terme, arriviamo a Padova in anticipo! Apro la app di Trenitalia per fare il biglietto ma… la Postepay è momentaneamente inattiva: tutto il lavoro del macchinista, buttato via. A Mestre trovo un capotreno comprensivo che mi fa fare il biglietto a bordo e arrivo a Udine per le nove e mezza, dove le corse degli autobus sono terminate mezz’ora prima (com’era quella classifica del Sole 24 ore che collocava Udine in testa qualità della vita?). Riesco ad acchiappare al volo l’ultimo bus che però arriva ad un quarto d’ora a piedi da casa, meglio che niente.
Considerazione personale: vero che le GC riadattate a Intercity Giorno sono vecchiotte, ma le trovo molto più comode, spaziose e luminose della Freccia delle 6,47 che ho preso all’andata e che mi ha costretto, anche se in Premium, a cinque ore e mezza rannicchiato in un sedile con metà spazio e senza nemmeno il caffè, che era compreso nel prezzo fino a qualche mese fa, sostituito da una bottiglietta d’acqua, che tutto fa tranne che, alle 6,47 del mattino, svegliarti.
Alla prossima!