A Norba Latina.....

Norma (Lt): cinquantenario del Gruppo Archeologico Norba con la partecipazione dei gruppi della Federazione Italiana Giochi Storici (FIGS), presieduta da don Rodolfo Baldazzi, Sbandieratori del Ducato Caetani ed Associazione Festeggiamenti Centro Storico di Sermoneta (lt), Sbandieratori e Musici dei Sette Rioni di Carpineto Romano (Rm), Sbandieratori Junior "Le aquile della Camilla" ed Associazione "Palio del Tributo" di Priverno (Lt), Comunitas Sublacensis di Subiaco (Rm), Associazione "La Stella del Mare" di Nettuno (Rm) ed Ente Carosello Storico di Cori (Lt).
Ha compiuto cinquant'anni dalla fondazione, era il 1974, il Gruppo Archeologico Norba, Rievocazione storica, che si preoccupa di tenere puliti, curati e visitabili i resti dell'antica città romana di Norba, detta Latina, per distinguerla dall'altra antica Norba in Puglia, detta Apula, e risalente all'età del ferro, nel comune di Conversano. Della Norba Latina ne parla Dionigi di Alicarnasso, per la prima volta, nella sua "Storia di Roma arcaica" come facente parte della Lega Latina che fu sconfitta dalla Repubblica Romana nella battaglia del Lago Regillo nel 499 o nel 496 a.C.. La distruzione avvenne nell'82 a.C., ad opera delle truppe di Silla, dato che questa città latina era rimasta fedele a Mario nella guerra civile tra questi due leader politici, il primo degli Optimates ed il secondo dei Populares. Per tanti secoli abbandonata i resti cominciarono ad essere riscoperti dagli archeologici nel '700 e nell'800, nella collina dirimpetto al centro storico medievale dell'odierna Norma. La piena riscoperta e valorizzazione dei "sassi", così definiti per molto tempo dai normani, si ha nella seconda metà del Novecento, soprattutto ad opera dell'archeologa, Stefania Quilici Gigli. I volontari che curano questo sito archeologico, riuniti in associazione nel 1974, da nove anni si preoccupano di allestire e recitare l'opera teatrale "La presa di Norba", scritta da Vincenzo Pinti, nell'antichissima acropoli di Norba. La Norba Latina aspira ad essere inclusa nel patrimonio dell'Umanità come facente parte dell'antichissima Via Appia che corre nella pianura sottostante.