Bravo Mons, Marini lo dica a certi parroci che odiano la musica,,e vorrebbero cacciare via le Corali dalle parrocchie,,,faccia un censimento dei cori parrocchiali in Italia,,,,,,non a parole ✋✋✋✋
Il canto gregoriano e la polifonia, a mio umile parere, non dovrebbe sparire solo per il fatto che le messe sono celebrate nelle lingue nazionali. Il proprio gregoriano si può benissimo alternare con il canto corale, con la partecipazione attiva del popolo ed il coro. Nella mia esperienza pastorale, in qualità di cappellano in un carcere di Montréal, ho sperimentato con i giovani questo tipo di celebrazione, usando in primo luogo la musica registrata, con il proprio gregoriano di ogni domenica. I detenuti hanno un libretto con le parti della messa cantata in latino e la traduzione a fianco e, ascoltando, ho notato che si lasciano trasportare dalla musica scoprendola sempre più. Poi, al fine di non trascurare la partecipazione attiva, essi cantano alcuni corali di Bach in lingua francese o inglese e le celebrazioni sono vive. Le messe sono sempre ben partecipate e si nota quanto il senso del sacro colpisce, anche giovani che erano lontani dalla Chiesa. Spesso si pensa che i giovani non siano in grado di pregare con una forma liturgica più tradizionale, il che non è vero. La mia esperienza ha dimostrato quanto sia importante far scoprire ai giovani la bellezza del canto e la profondità della preghiera cantata nella liturgia.
Secondo me quando parla di saper accettare la sconfitta, saper fare un passo indietro e saper rinunciare a qualcosa di sé stessi parla molto anche della propria esperienza personale. Soprattutto parlando degli ultimi sette anni...
Io sono un musicista classico, ex religioso e ora insegnante presso il Ministero. Occorre equilibrio . . . un bravo direttore di coro, informato e integrato nel discorso globale, saprà come muoversi. Spesso i parroci seguono il proprio gusto . . . nella quasi totale mancanza di preparazione musicale e gusto. Non temo smentite . . . ma se ne può parlare. Abbiamo spazio per il Gregoriano, la polifonia, i corali . . . canto responsoriale . . . tutto. Occorre preparazione, gusto, impegno e rispetto. E chi si impegna e applica con equilibrio, non può essere trattato come uno stereo . . . pregare si, ma anche dare spazio (non carta bianca) a chi SCOMMETTE sul canto nel culto. Parroco e maestro del coro (entrambi preparati in materia) ed equilibrio, saranno sufficienti.
"..quando siamo nella liturgia" dobbiamo RISPETTARE la liturgia e fare i canti APPROPRIATI alla liturgia sia nel testo che con proprietà di forme. Purtroppo chi "comanda" non sempre ha la cultura per offrire la "bellezza" nella liturgia.
Il problema è che la stragrande maggioranza dei parroci non capisce nulla di musica, pertanto a fare un passo indietro onde evitare scontri, dovrebbero essere proprio i parroci che devono riconoscere la competenza musicale dei direttori delle corali e fidarsi. Non soltanto, i direttori e gli organisti, essendo professionisti, vanno retribuiti.
Il repertorio della musica sacra è molto cambiato non solo da prima del Concilio ad oggi, ma anche da dopo lo stesso concilio, fino agli anni 70\80. Oggi le chitarre non favoriscono nessuna elevazione dell'anima a Dio. Canti stucchevoli, giovanilismo che non sa di niente, canzonette da TV di second'ordine.
Troppo diplomatico. Bisogna lottare per una santa e sana liturgia. E se il parroco dovesse pensare al teatrino più che alla lode di Dio, bisogna cambiare chiesa e favorire quelle fedeli al corretto linguaggio liturgico.
Ma ,mi sembra di vedere al fianco frisina......il che è già di per sé, un pessimo presagio.....qntvdi peggio la musica liturgica ha dato da dopo il.concilio......la bruttezza artistico musicale nonché i testi ......hanno fatto della santa chiesa un san remo da 4 soldi....
Bravo Mons, Marini lo dica a certi parroci che odiano la musica,,e vorrebbero cacciare via le Corali dalle parrocchie,,,faccia un censimento dei cori parrocchiali in Italia,,,,,,non a parole ✋✋✋✋
Il canto gregoriano e la polifonia, a mio umile parere, non dovrebbe sparire solo per il fatto che le messe sono celebrate nelle lingue nazionali. Il proprio gregoriano si può benissimo alternare con il canto corale, con la partecipazione attiva del popolo ed il coro. Nella mia esperienza pastorale, in qualità di cappellano in un carcere di Montréal, ho sperimentato con i giovani questo tipo di celebrazione, usando in primo luogo la musica registrata, con il proprio gregoriano di ogni domenica. I detenuti hanno un libretto con le parti della messa cantata in latino e la traduzione a fianco e, ascoltando, ho notato che si lasciano trasportare dalla musica scoprendola sempre più. Poi, al fine di non trascurare la partecipazione attiva, essi cantano alcuni corali di Bach in lingua francese o inglese e le celebrazioni sono vive. Le messe sono sempre ben partecipate e si nota quanto il senso del sacro colpisce, anche giovani che erano lontani dalla Chiesa. Spesso si pensa che i giovani non siano in grado di pregare con una forma liturgica più tradizionale, il che non è vero. La mia esperienza ha dimostrato quanto sia importante far scoprire ai giovani la bellezza del canto e la profondità della preghiera cantata nella liturgia.
La liturgia è luogo di unità e non di separazione né di lotta.
Ma la colonna sonora era necessaria?
czcams.com/video/JeC0FT-K_V4/video.html Ahí lo tiene sin sonidos perturbadores ;)
Secondo me quando parla di saper accettare la sconfitta, saper fare un passo indietro e saper rinunciare a qualcosa di sé stessi parla molto anche della propria esperienza personale. Soprattutto parlando degli ultimi sette anni...
Io sono un musicista classico, ex religioso e ora insegnante presso il Ministero. Occorre equilibrio . . . un bravo direttore di coro, informato e integrato nel discorso globale, saprà come muoversi. Spesso i parroci seguono il proprio gusto . . . nella quasi totale mancanza di preparazione musicale e gusto. Non temo smentite . . . ma se ne può parlare. Abbiamo spazio per il Gregoriano, la polifonia, i corali . . . canto responsoriale . . . tutto.
Occorre preparazione, gusto, impegno e rispetto. E chi si impegna e applica con equilibrio, non può essere trattato come uno stereo . . . pregare si, ma anche dare spazio (non carta bianca) a chi SCOMMETTE sul canto nel culto. Parroco e maestro del coro (entrambi preparati in materia) ed equilibrio, saranno sufficienti.
"..quando siamo nella liturgia" dobbiamo RISPETTARE la liturgia e fare i canti APPROPRIATI alla liturgia sia nel testo che con proprietà di forme. Purtroppo chi "comanda" non sempre ha la cultura per offrire la "bellezza" nella liturgia.
Un verdadero hombre de Dios 🙏😻🤗
Il problema è che la stragrande maggioranza dei parroci non capisce nulla di musica, pertanto a fare un passo indietro onde evitare scontri, dovrebbero essere proprio i parroci che devono riconoscere la competenza musicale dei direttori delle corali e fidarsi. Non soltanto, i direttori e gli organisti, essendo professionisti, vanno retribuiti.
La vittoria di una squadra di calcio insegnerà qualcosa di nuovo. Nasce forse una piccola formazione. Vedremo!
Il repertorio della musica sacra è molto cambiato non solo da prima del Concilio ad oggi, ma anche da dopo lo stesso concilio, fino agli anni 70\80. Oggi le chitarre non favoriscono nessuna elevazione dell'anima a Dio. Canti stucchevoli, giovanilismo che non sa di niente, canzonette da TV di second'ordine.
Troppo diplomatico. Bisogna lottare per una santa e sana liturgia. E se il parroco dovesse pensare al teatrino più che alla lode di Dio, bisogna cambiare chiesa e favorire quelle fedeli al corretto linguaggio liturgico.
Gli inni sono bellissimi ma all, inizio e al termine della funzione, in certi momenti tolgono la concentrazione,
Ma ,mi sembra di vedere al fianco frisina......il che è già di per sé, un pessimo presagio.....qntvdi peggio la musica liturgica ha dato da dopo il.concilio......la bruttezza artistico musicale nonché i testi ......hanno fatto della santa chiesa un san remo da 4 soldi....