Ovindoli - QuotaMille (ep.23)

Sdílet
Vložit
  • čas přidán 5. 12. 2021
  • QuotaMille - Rubrica per il TGR Abruzzo
    Un viaggio alla scoperta dei borghi d'Abruzzo a più di mille metri d'altezza.
    Ovindoli (1375 m.s.l.m.)
    Secondo alcuni il nome deriverebbe da “ovis”, per via dell’attività pastorale che qui, su questo altopiano, si è sempre svolta sin dai tempi de marsi.
    Ovindoli ha un importante passato storico: ne è testimonianza questo arco di pietra, un tempo facente parte delle antiche mura che la cingevano. E proprio qui, in questo palazzo che gli abitanti chiamano di Re Zappone, Ovindoli ha incrociato il proprio destino con la Grande Storia: secondo la leggenda, infatti, nel 1268 vi sostò Carlo d’Angiò, la notte prima di scendere con le sue truppe verso i Piani Palentini per scontrarsi contro Corradino di Svevia nella celebre battaglia di Tagliacozzo.
    L’evento colpì così tanto l’immaginario del tempo, da essere cantata da Dante nella sua Divina Commedia.
    --------
    E se vi doveste perdere per i vicoli di Ovindoli, potreste imbattervi in questa piccola meraviglia: il “casale delle Rocche”.
    Fu costruita nel 1939 dai Torlonia, in una posizione nascosta e isolata dal resto del paese. E proprio per la sua posizione strategica fu utilizzato come avamposto della Luftwaffe dai tedeschi che lo ribattezzarono “il nido dell’aquila”.
    Da qui infatti si domina interamente la piana del Fucino, ben protetti da questi alberi secolari.
    In paese circola una leggenda: sembra che ci sia una stanza, dove è possibile ascoltare tutti i discorsi pronunciati in ogni altro luogo della struttura: la chiamano la stanza dell’impiccato, ed è situata nella torretta più alta.
    LA VILLA DELL'IMPERATORE
    a San Potito, frazione di Ovindoli, giace una villa imperiale di epoca romana, risalente con ogni probabilità al I secolo d.C., al tempo dell’incredibile impresa del prosciugamento del sottostante Lago Fucino da parte di Claudio.
    Fu scoperta negli anni ’80, e si stima abbia dimensioni notevoli, tanto da comprendere al suo interno le terme, un anfiteatro e persino un piccolo teatro.
    La tradizione l’attribuisce a Lucio Vero, l’Imperatore dimenticato. Era infatti il fratello minore del ben più famoso imperatore Marco Aurelio, con cui spartì il ruolo di co-imperatore, un evento senza precedenti fino ad allora nell’Impero.
    Lucio Vero è famoso soprattutto per la vittoriosa campagna militare attuata contro i Parti, in Mesopotamia, da cui tornò carico di onori e di ricchezze.
    Quella spedizione, però, nascondeva una tragedia inaspettata: la “peste antonina”, che le legioni guidate da Lucio Vero contrassero in Oriente e diffusero nell’Impero al loro ritorno. Si trattò di un disastro immane, che decimò la popolazione e imperversò per oltre 30 anni in tutta Europa.
    Secondo la leggenda Lucio Vero, subito dopo quella campagna, si ritirò proprio a San Potito, nella sua villa, per rimediare a un “mal d’occhio” contratto in battaglia.
    E proprio durante quel soggiorno gli furono condotti davanti in catene il martire Simplicio e i suoi due figli, Costanzo e Vittoriano, che stavano creando scompliglio a Roma per i loro miracoli.
    Di fronte al loro rifiuto di rinnegare Dio e di adorare gli idoli pagani, Lucio Vero decise di farli decapitare, ma non appena le loro teste toccarono terra, vennero fuori dal terreno tre zampilli di acqua purissima, mentre la terra prese a tremare.
    E le reliquie dei tre santi sono oggi conservate nella vicina Celano, dove sono i Santi Patroni.
    Rubrica a cura di Paolo Pacitti
    con Peppe Millanta
    Riprese e montaggio Sem Cipriani

Komentáře • 2

  • @christianmassa9090
    @christianmassa9090 Před rokem

    tutto il servizio con la scritta Ovindoli che copre in parte le immagini del paesaggio rovinandole un po', peccato. per il resto ottimo.