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Il mio Corso di Sopravvivenza di Secondo Livello con OLTRE SAR

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  • čas přidán 11. 02. 2023
  • Ho frequentato finalmente anche il secondo livello del corso di sopravvivenza di OLTRE SAR con il mio istruttore Giovanni Faina.
    Il corso è stato fantastico e ho potuto passare tutta la notte in autonomia. Nello stesso weekend ho anche affrontato l'esame per il passaggio ad operatore FISSS.
    Molti prodotti che ho usato durante questa avventura sono disponibili qui:
    backpacco.it/
    Il podcast dove mi preparo al corso con Giovanni Faina è disponibile qui:
    anchor.fm/dash...
    Montaggio: Beatrice Libra
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Komentáře • 23

  • @christiansanna7106
    @christiansanna7106 Před rokem +2

    Mamma mia quante cose istruttive, ed estremamente interessanti... Complimenti Paolo. 👍🏻💯🙏🏻

  • @micheleplacidone7516
    @micheleplacidone7516 Před rokem +1

    Ciao Paolo!!! Grande!

  • @katzonesurvival
    @katzonesurvival Před rokem +2

    Ho inserito pure io un "foglio di alluminio" nel mio KitKatz ma forse c'è ancora un po' di spazio per carta e matita... Ottimi spunti!

    • @giovanni_f_faina
      @giovanni_f_faina Před rokem +1

      Ciao Katz, il piccolo kit che consegno ai corsi, si è sviluppato nel tempo a causa della mia reticenza a trasportare le classiche scatoline da mezzo chilo in tasca, con dentro un'accozzaglia di affarini più o meno utili, questo invece è semplice, pesa nulla e occupa in tasca altrettanto...immagina il sorriso e la soddisfazione quando mi hanno mostrato quel tuo video, ti stimo molto e il fatto che anche tu abbia sviluppato una cosa molto simile, mi fa estremamente piacere!

    • @katzonesurvival
      @katzonesurvival Před rokem +1

      Grande! Per me è significativo che persone diverse giungano alla "stessa" soluzione. È una dotazione minimale ma fondamentale!

  • @enrygarcia
    @enrygarcia Před rokem +1

    Paolo... con tutti sti corsi... diventerai un Master...!!! ahahahaha... 💪

    • @backpacco
      @backpacco  Před rokem +1

      ahahah, bastassero i corsi :-)

  • @cristianokodarin7746
    @cristianokodarin7746 Před rokem +1

    Ciao Paolo,ma usare la metallina come telo e il sacco per contenere foglie per il giaciglio?

    • @silvioska9361
      @silvioska9361 Před rokem +3

      Usare la metallina come telo, ha senso se riesci ad accendere il fuoco per sfruttarne la capacità riflettente, altrimenti ha più funzionalità nel tenerla addosso come coperta.

    • @cristianokodarin7746
      @cristianokodarin7746 Před rokem

      @@silvioska9361 si questo intendevo,se c'è il fuoco fa anche da riflettore....

    • @silvioska9361
      @silvioska9361 Před rokem +2

      @@cristianokodarin7746 è la certezza del fuoco il punto saliente

    • @cristianokodarin7746
      @cristianokodarin7746 Před rokem

      @@silvioska9361 si direi proprio che è la chiave di Volta in una situazione di sopravvivenza....

    • @backpacco
      @backpacco  Před rokem

      Guarda, foglie secche non ce ne erano dopo una settimana di pioggia, avrei dovuto metterci dei rovi :-)
      La metallina, una volta acceso il fuoco, l'ho usata anche come riflettente per dormirci sotto e si stava bene.

  • @lost_cloud
    @lost_cloud Před rokem +1

    Paolo, sbagliare é forse la migliore scuola possibile! Addestrarsi, significa SBAGLIARE in condizioni di sicurezza ;)
    Parere personale...
    Rifugio, lo dovete intendere come BIVY non come tenda o come "copertura abitabile" (un tarp) . In situazioni di reale emergenza (come nelle situazioni operative), il miglior riposo si ottiene IN TERRA, quindi il primo pensiero non deve mai essere "crearsi un letto" ed una zona abitabile, ma avere un isolamento...sembrano la stessa cosa, ma sono due vie totalmente diverse!
    Hai due sacchi, e la coperta termica...io avrei riempito un sacco di foglie (é l'aria che isola, non il sacco, piú aria riesci a catturare, piú hai isolamento dal umiditá di risalita...), che ti possa isolare il busto (ti interessa solo quello, se non vai eccessivamente sotto lo zero, gambe e braccia sono piú sensibili al freddo, ma anche piú capaci di regolazione termo muscolare).
    Il secondo sacco, invece, é la tua copertura...devi isolarti dal aria (possibile umiditá, pioggia inclusa) da mettere a 30cm dal terreno (lo apri in una "mini canadese, deve solo mantenere asciutto il possibile, caldo il possibile....c'e' spesso chi ha dormito in mezzo a due tronchi alti appena 30 cm) .
    La coperta termica va SEMPRE usata come sacco nanna...e SEMPRE per dormire in posizione fetale (per due giorni il corpo resiste bene anche senza "allungare le gambe"). La coperta ti riflette unicamente il calore che DEVI PRODURRE peró...non é un "segreto" che in tanti prima di coricarsi si sparano piegamenti o saltelli per innalzare i valori di termogenesi (tranquillo, il dispendio calorico in realtá é irrilevante...5 minuti di esercizio intenso sono circa 100calorie bruciate...2 minuti di squat o flessioni non si arriva a 50 calorie, ma l'attivazione metabolica provoca una termogenesi per circa 2 ore).
    Quindi, "per me", l'errore é stato ricercare un giaciglio tra i rovi...invece che crearti un "semplice" isolante.
    Tenendo presente che a meno che non si tratti di legna stagionata, le piante CONTENGONO ACQUA, quindi sono sensibili alle temperature...é piú probabile che un ramo trovato in terra, o un arbusto, sia giá impregnato di umiditá ed al contatto con i 36 ed oltre gradi del corpo umano, te la rigetti contro...e questo é SEMPRE deleterio (i "letti di fortuna" vanno utilizzati unicamente se hai la possibilitá di piazzarci sopra due/tre strati isolanti , o banalmente un signor sacco a pelo studiato per dormire all'addiaccio)
    Ovviamente questo non esclude che ci si possa allenare anche con altri metodi (non per forza il SERE deve essere inteso come il "migliore"), l'esperienza fá davvero tutto ed anche dopo anni ci sará sempre qualcosa di nuovo che ti metterá alla prova...quindi sempre FORZA E CORAGGIO! ;)
    Ps. Immagino tu abbia giá imparato che in inverno, non si dorme MAI in amaca...ma sempre in bivy...meno esponi al aria (maggiore é l'isolamento), piú stai caldo!

    • @backpacco
      @backpacco  Před rokem +1

      Ciao Giuseppe e grazie per i consigli.
      Mi trovavo su un argine del fiume dopo una settimana di pioggia. Non avevo foglie secche nemmeno a pagarle :-) E non avevo nemmeno vitalba nell'area assegnatami!
      Inizialmente avevo fatto un rifugio con un solo sacco per usare l'altro almeno come pavimento, ma non ci stavo dentro nemmeno in posizione fetale. Se fosse piovuto mi sarei inzuppato lo stesso.
      La metallina e il fuoco hanno ovviamente fatto miracoli, ma la direttiva era di fare un rifugio completo sotto cui sdraiarmi. L'unica cosa che ho potuto recuperare per isolarmi dal terreno erano dei tronchi quasi asciutti in superficie su cui ho dormito direi anche bene.
      L'amaca in inverno è una pacchia, bisogna solo comprarne una buona e attrezzarla. Ci si sta da dio!

    • @lost_cloud
      @lost_cloud Před rokem

      ​@@backpacco Con i sacchetti di nylon non serve per forza il "secco", ti basta creare uno spessore che trattenga quanta piú aria possibile sotto il peso del corpo, anche foglie molto umide, erba varia o rami con fogliame, l'importante é lo spessore, l'acqua non passerebbe (la condensa si creerebbe nella parte opposta del sacco, quella a contatto con il terreno).
      Hai cosí un "lettino" da 70cm di lunghezza, ed una copertura da circa 130cm*40, crei una "nicchia claustrofobica" (piú che una copertura, immaginati un tunnel)
      I "rovi" , o le cataste di tronchi, cerchi di evitarli per praticitá...se hai sacchetti (ma anche molti tarp) é infatti un attimo forarli o strapparli. Li usi magari per fare strutture, o ancora meglio, una parete in modo da sfruttare il poco telo impermeabile.
      Vale lo stesso principio che si usa ad esempio con il poncho: se hai qualcosa che ti isola dal terreno umido, si usa poi il poncho come copertura...se invece é l'unico "oggetto" isolante che possiedi, lo indossi e ci dormi dentro appoggiato ad un albero o "ad una parete"!
      Le amache le intendo come "appese", perché sei esposto in ogni direzione, quindi hai molta piú dispersione del calore.
      La maggior parte delle amache DD, sono configurabili come bivy, alcune addirittura permettono l'inserimento dello strato isolante tra i teli della pavimentazione...la maggior parte del tuo calore in amaca lo disperdi verso il basso, per gravitá, verso l'alto hai litri e litri d'aria chiusa che riscaldi e ti isola!
      Quindi per assurdo, anche poggiato direttamente sopra una lastra di ghiaccio, con lo stesso strato isolante (materassino, telo isolante, coperta termica etc) riesci a mantenere un maggior calore interno, piuttosto che esposto completamente al aria.
      Cmq le idee per ingegnarti non ti mancano, considera che si impiega ANNI per imparare a valutare i vari scenari e scegliere la configurazione piú ottimale (scenario + ció che hai a disposizione) ...tu lo stai facendo in MESI...quindi é sempre un ottimo lavoro! ;)

    • @giovanni_f_faina
      @giovanni_f_faina Před rokem +1

      G
      Ciao Giuseppe e grazie per l'articolata risposta, ricca di spunti di riflessione.
      Premetto che i miei corsi si rivolgono ad un'utenza di civili amanti della natura, non a militari o aspiranti tali, quindi molti principi che regolano corsi come il SERE, sono ben lontani da me, lo scopo ultimo è farsi vedere e soccorrere, agevolando quanto possibile chi ci sta cercando... inoltre cerco di evitare parole come "SEMPRE", "MAI", "DEVI", perché quando si ha a che fare con la natura, la parola corretta è più spesso "DIPENDE", dal luogo, dal clima, dalle risorse, dalle nostre condizioni ecc... Provo adesso ad affrontare alcuni punti specifici:
      il sacco di foglie, lo faccio fare quando ci sono foglie in quantità tale da non doverci passare 4 ore a raccogliere, più importante comunque è la copertura se si ha poco materiale impermeabile, lui aveva due sacchi medi e un po' di nastro, poteva fare meglio, ma il principio era unirli per coprirsi da eventuale pioggia, poi è giusto che tronchi umidi come letto non sono il massimo, ma conoscendo qualcosa di piante, sopra i tronchi freddi, utili a proteggersi dal ruscellamento di eventuale abbondante pioggia, la soluzione era di mettere un buon mucchio di ramaglie spezzate dalla punta dei rami degli alberi intorno, loro in inverno seccano quasi le estremità per proteggersi dal freddo, più acqua contengono, più il gelo tenderà a uccidere la pianta impedendo la ripresa primaverile (discorso lungo comunque), basta sapere che in inverno le estremità dei rami sono asciutte e tendono ad ammortizzare ed isolare il corpo dai trochi sotto, non dico per dire, lo faccio sul campo da anni...
      Bivvy o "capanna"...anche qui dipende, da fuoco o non fuoco, se pioggia e per quanto, se c'è necessità di poter "lavorare" un minimo, poter star seduti al coperto fa la differenza...comunque molte tecniche, letto rialzato compreso, vanno conosciute e sapute applicare, il "piccolo" esame che Paolo ha sostenuto, mirava tra le altre cose a valutare la capacità di pensiero laterale e la creatività, fondamentale nella sopravvivenza.
      Altra cosa e poi chiudo, se ti fa piacere possiamo continuare in privato, è che la copertura superiore dovrebbe essere ben più alta di 30 cm dal terreno, perché se a contatto col corpo, terrà asciutti, ma per conduzione, ci fredderà enormemente, soprattutto sotto una pioggia invernale.
      Questa non vuole essere una critica, anzi, hai detto molte cose valide da ogni punto di vista, ma solo un chiarimento sul tipo di corso che viene svolto, che ripeto, non ha nulla a che fare con il mondo militare.😉
      A presto💪

    • @lost_cloud
      @lost_cloud Před rokem +1

      @@giovanni_f_faina No, assolutamente, nessuna critica anzi...ho capito perfettamente il discorso, sono spiegazioni che completano il quadro della situazione.
      Non avevo compreso che fosse un vero e proprio esame di ingegno in situazione quasi estrema, cambia le condizioni iniziali.
      Io stesso se potessi verrei piú che volentieri a fare questi corsi (se la distanza non fosse un problema), perché danno una formazione trasversale che pone appunto quesiti e soluzioni diverse dal SERE, che ripeto, neanche noi lo consideriamo come l'unica strada, o la migliore...anzi il piú delle volte hai detto benissimo tu "L'ESSERE VISTI", quindi soccorsi, diventa lo scopo fondamentela...il SERE mira logicamente a ben altro.
      Ottime anche le spiegazioni di botanica, ed immagino che non mancheranno anche quelle geologiche e di "comprensione del territorio circostante", che sembrá una banalitá ma molti "esperti" (o pseudo tali...) tralasciano completamente, e sappiamo che poi sono i dettagli che fanno la vera differenza nel saper valutare la propria condizione in area, quindi saper organizzare il miglior iter per evadere da una condizione di emergenza.
      Ps. Errore mio non aver chiarito subito i "30cm", ho dato per scontato che si comprendesse, ma effettivamente scrivendo di getto é risultato poco chiaro; ovviamente vengono intesi 30 cm di distanza sopra la testa (classico avambraccio), creare quindi una "camera" dove potersi disporre ed avere 30 cm di distanza dal telo superiore, ovviamente se ci si poggia al soffitto (o se non c'e' abbastanza aria nel mezzo) la dispersione termica potrebbe essere addirittura accelerata per eccessivo scambio termico.
      Stesso discorso per l'isolamento dal terreno, se la previsione era "ripararsi da possibile pioggia", sarebbe risultato inutile preparare un giaciglio contro una possibile gelata, la migliore soluzione sarebbe stata oggettivamente quella che hai descritto (dividere i sacchi, unirli col nastro per crearsi una copertura controvento). Cosi come l'eventualitá di poter far fuoco che cambia drasticamente ogni cosa, con configurazioni ben diverse.
      La cosa piú affascinante di questi ambiti é che anche dopo 20 anni, ci sará sempre qualcosa di nuovo da poter imparare e mettere in pratica...e sono contento che in Italia esistano realtá cosí valide...quindi sempre complimenti!

  • @mohameddoccali7872
    @mohameddoccali7872 Před rokem +1

    🖒❤

  • @mastrus
    @mastrus Před rokem

    Per me il fuoco con archetto una tra le cose meno utili in caso di emergenza, e a livello antropologico. Nel nord Italia per il clima non lo si è mai usato. Guardando le statistiche del CNAS (Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico) chi si perde non ha mai un coltello, no coltello no fuoco con archetto. Le persone che si sono perse più giorni si sono salvate perchè avevano altri tipi di attrezzatura (accendino, macchina ecc.).

    • @backpacco
      @backpacco  Před rokem

      Il fuoco con l'archetto è davvero l'ultima spiaggia, ma imparare a farlo ti fa ricordare bene quanto è importante portare con te gli accessori giusti per procurarti il fuoco a mio avviso.
      È anche, tuttavia, una connessione intima con la natura e alla base della nostra evoluzione come specie. Direi che è un tassello che non deve mancare nelle nostre esperienze su questo pianeta, anche per apprezzare la modernità in un certo senso 🙂