Come evitare che un teste ti accusi?

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  • čas přidán 11. 09. 2019
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    Come evitare che un testimone ti accusi ingiustamente?
    Come abbiamo detto nel precedente video, il dibattimento è il momento in cui si forma la prova davanti al Giudice.
    Più precisamente, nell’arena processuale, si ha lo scontro dialettico tra Accusa e Difesa che procederanno a esaminare e controesaminare i testimoni del processo.
    A seguito di questo si costituiranno le prove in virtù delle quali il Giudice andrà a prendere la sua fatidica decisione.
    Devi sapere che a dibattimento la Pubblica Accusa chiama in giudizio testimoni che hanno già reso, nel corso delle indagini, dichiarazioni innanzi agli Organi di Polizia.
    Dunque sia l’Accusa sia la Difesa, disponendo del fascicolo delle indagini, conoscono già ciò che hanno detto queste persone nel chiuso delle caserme dei carabinieri, delle Questure o degli Uffici della Procura.
    Chi è che non conosce “una virgola” di quelle dichiarazioni è il Giudice, il quale deve rimanere “vergine” in quanto deve formare il suo convincimento nell’aula di giustizia.
    Logica vorrebbe che i testimoni ripetano ciò che hanno detto ai Carabinieri, alla Polizia, o al Pubblico Ministero nella fase delle indagini preliminari, ma in realtà non è così.
    Molte volte a dibattimento le dichiarazioni cambiano.
    Perché?
    Come mai il testimone - che nel corso delle indagini preliminari era una persona informata dei fatti - cambia le carte in tavola?
    Lasciamo perdere la possibilità di un testimone che è stato minacciato o corrotto e quindi si dimostra reticente o falso e concentriamoci su altri aspetti.
    Dunque, possono essere successe 3 cose:
    - Il testimone si è dimenticato le cose (e posso assicurarti che capita molto spesso).
    - Il testimone, nella concitazione del momento, magari anche pressato dagli organi di polizia, ha reso delle dichiarazioni distorte o errate che poi vorrebbe correggere in fase dibattimentale.
    - Il testimone ha raccontato il falso agli Organi di polizia.
    Il comune denominatore tra queste tre ipotesi è uno solo: il testimone, nella fase delle indagini, ha reso delle dichiarazioni che non collimano con quelle che vengono rese in dibattimento alla presenza delle parti processuali e del Giudicante.
    In parole semplici: il teste nelle indagini ha messo giù spade e a dibattimento risponde a bastoni!
    Ecco perché l’accertamento della verità deve avvenire nel contradditorio delle parti attraverso lo scontro dialettico tra Accusa e Difesa.
    E allora facciamo un esempio di scuola così ci capiamo meglio.
    Viene realizzata una rapina a mano armata in banca.
    La polizia sente a sommarie informazioni un teste che ha visto entrare il rapinatore che era vestito in giacca e cravatta e la cravatta era rossa.
    In effetti la polizia segue la pista di un rapinatore seriale che veste giacca e cravatta e più precisamente una cravatta rossa.
    L’agente di polizia giudiziaria chiede al testimone: “Ma il rapinatore indossava una cravatta rossa?”.
    La persona risponde ma non lo so, potrebbe essere, forse ma forse. Magari sì ma non ne sono sicuro.
    Insomma dopo una certa tiritera la persona informata su fatti dirà forse sì. “Ma sì dai era rossa”.
    Di modo che l’operante scriverà che la persona informata sui fatti ha riferito: “Vedevo il rapinatore che aveva una cravatta rossa”.
    Come vedete il gioco è fatto. Il rapinatore portava una cravatta rossa. Anche se il teste non ne era sicuro ma si è fatto influenzare durante la sua deposizione innanzi all’Autorità di polizia.
    Una volta arrivati a processo si possono verificare due cose.
    Il Pubblico Ministero potrebbe chiedere: “Si ricorda se il rapinatore era vestito giacca e cravatta con una cravatta...”
    A questo punto il Difensore dovrà insorgere opponendosi alla domanda in quanto essa è suggestiva, ossia suggerisce la risposta al teste.
    La domanda corretta sarà: “Ricorda l’abbigliamento del rapinatore?”.
    E qui veniamo alla seconda ipotesi.
    Il teste risponde: “In giacca e cravatta”.
    P.M.: Ricorda di che colore era la cravatta?
    A questo punto il teste, che non aveva visto la cravatta rossa, potrà rispondere che non si ricorda.
    A quel punto il P.M. potrà contestare, in aiuto alla memoria, che il teste aveva riferito innanzi all’Autorità di Polizia che la cravatta fosse rossa.
    Il teste magari non sarà proprio convinto ma alla fine risponderà: “Sì se l’ho detto allora sarà rossa”.
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Komentáře • 4

  • @lucabianchi8270
    @lucabianchi8270 Před 4 lety +1

    Grazie per il video Avvocato molto interessante

  • @n.nn.n4833
    @n.nn.n4833 Před 4 lety +3

    Quindi se nessun testimone risulta aver reso dichiarazioni durante la fase Delle indagini preliminari, non può esserci nessun testimone, presente al processo?
    ma se è la parte offesa a cambiare più volte le sue dichiarazioni , cambiando più volte la sua versione dei fatti... Non è sufficiente questo a far dubitare il giudice sulla veridicità Delle dichiarazioni???

  • @TensioneLeone
    @TensioneLeone Před 4 lety

    Come mai nel Maxiprocesso durante il dibattimento
    Il Giudice Giordano conosceva già le testimonianze rese in Istruttoria . Vedi quella di Buscetta

  • @nakhilhassan1975
    @nakhilhassan1975 Před 4 lety +1

    Guarda il riassunto della storia su CZcams
    palazzo di giustizia torino
    io voglio che il mio video venga visto dalla magistratura Torino Italia
    Non voglio andare in prigione da innocente
    Sono stato condannato a 4 anni e 10 mesi di prigione