Femminicidio Cecchettin. omicidio volontario premeditato - TGR Veneto 15/05/2024

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  • čas přidán 14. 05. 2024
  • Il servizio di Davide Calimani con il montaggio di Anna De Zen e l'intervista al procuratore capo di Venezia Bruno Cherchi
    A circa sei mesi di distanza dal femminicidio di Giulia Cecchettin, le indagini sono concluse. La Procura di Venezia si appresta a chiedere il processo per Filippo Turetta, con le accuse di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione, crudeltà, efferatezza, sequestro di persona, porto d'armi continuato e occultamento di cadavere. Il Procuratore Bruno Cherchi lo ha comunicato nel corso di una conferenza stampa convocata in procura a Venezia.
    Il processo potrebbe iniziare dopo l'estate
    E' probabile che il processo venga celebrato dopo l'estate. Giulia Cecchettin, 22enne di Vigonovo, in provincia di Venezia, venne uccisa lo scorso novembre dall’ex fidanzato Filippo Turetta, in carcere a Verona con l'accusa di omicidio volontario. Dopo averla accoltellata vicino a casa, il 22enne di Torreglia si diede alla fuga. Venne arrestato in Germania dopo otto giorni dal delitto, e trasferito nel carcere di Montorio.
    La ricostruzione
    Secondo la ricostruzione degli investigatori il delitto si svolse in più fasi: iniziato con una prima aggressione nel parcheggio sotto casa della giovane studentessa, era poi proseguito nella vicina zona industriale, con le coltellate inferte sul corpo di Giulia Cecchettin, che cercava di mettersi in salvo. Caricata in auto la vittima, Turetta aveva raggiunto il lago di Barcis, e lì aveva scaricato il corpo dell'ex fidanzata, per poi iniziare una lunga fuga in automobile che lo aveva portato in Germania. Un omicidio premeditato, ritiene dunque l'accusa, vista la ricostruzione dei fatti, e in considerazione dei diversi oggetti rinvenuti nell'auto dell'assassino e durante i sopralluoghi: sacchi, nastro adesivo, coltello, computer, telefonini.
    Cherchi: premeditazione data da tutta una serie di modalità e attività
    L'aggravante della premeditazione per Filippo Turetta, per la procura di Venezia è ampiamente e documentalmente dimostrata. "La premeditazione allo stato è data da tutta una serie di modalità e attività che Turetta ha fatto prima di aggredire la Cecchettin. Ossia la ricerca sul web di luoghi di montagna dove nascondere il cadavere, l'acquisto di cerotti, scotch e corde con cui legarla e di altri strumenti atti al suo disegno, l'acquisto della cartina stradale per la fuga", spiega il procuratore di Venezia Bruno Cherchi. Per l'indagato, detenuto nel carcere di Verona, l'accusa è di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e dalla crudeltà, sequestro di persona e occultamento di cadavere, inoltre gli viene contestato anche lo stalking.

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