Eve Of Destruction (Barry Mac Guire, 1965)

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  • čas přidán 11. 09. 2024
  • Playlist Yesterday's Art For Today's Music: Rome, Barberini Palace
    Eve Of Destruction, by P.F. Sloan (real name Philip Gary Schlein), performed by Barry Mac Guire
    In the video:
    00:40 Gian Lorenzo Bernini: Portrait of Pope Urban VIII Barberini, Rome, Barberini Palace, 1st floor, room 18
    02:06 Agnolo Di Cosimo known as Bronzino: Portrait of Stefano IV Colonna, 1546, Rome, Barberini Palace, 1st floor, room 16
    The Barberinis are a Roman noble family (originally from Barberino Val d'Elsa) in Tuscany which reached the maximum power with Cardinal Maffeo Barberini, appointed Pope in 1623 with the name of Urban VIII. Pope Urban worked to improve the city of Rome and perfect the welcome of pilgrims who, especially on the occasion of the "holy years" when they obtained a "plenary indulgence", gave the Church important donations to complete the work and allowed the acquisition of artworks which enriched the State of Church and which we find today in Roman museums.In this regard, Pope Urban is known for having called, during his papacy (less than 21 years), eight extraordinary jubilees and for having "stripped" ancient monuments (such as the Colosseum) of marble and decorations, used for new buildings: the Latin phrase "Quod non fecerunt barbari, fecerunt Barberini" (=What the barbarians did not do, the Barberinis did») has remained famous.
    In Rome, "Piazza Colonna", where Palazzo Chigi is located, seat of the Presidency of the Council of Ministers, does not take its name from the column placed in the center of the square: the Colonnas were a patrician family already in the Roman imperial era, maintaining considerable influence over the centuries in Rome, in Italy and in Europe with the various "branches" of the family, maintaining a military and chivalrous tradition such as that of Stefano IV Colonna di Sciarra, Lord of Palestrina and lieutenant of the Medici in Florence; it was he who defended Pope Clement VII in Castel Sant'Angelo during the "sack of Rome" (1527) operated by the lansquenets ("barbarians" and Protestants) who joined the Spaniards of Charles III of Bourbon and an unknown number of Italian brigands. Bronzino, who was appointed official portrait painter of the Medici, portrays him with the clear intention of highlighting the military virtues of the subject: the burnished armor, the solid and sure pose, the gestures of the hands that highlight the helmet and the sword , the firm and proud gaze, describe Stefano Colonna like a biography.
    Eve of Destruction is universally known as a "protest song", written in the USA in 1965 when the number of soldiers sent to "instruct" their South Vietnamese colleagues was growing, the civil rights movements were growing as well as the disappointment of the people pacifist. Despite the censorship excluding radio airplay in the USA and UK, Barry McGuire's single was first in sales for weeks in the UK, USA and Canada. In Italy it reached 49th, and the Italian version (by Mogol and Luciano Beretta) entitled "Questo vecchio pazzo mondo" (=This old crazy world), although refined (perhaps for fear of censorship the text was centered on the usual love betrayal), did not go beyond the 62nd place.
    DESCRIZIONE ED ELUCUBRAZIONE IN ITALIANO QUI SOTTO

Komentáře • 3

  • @leowatkins3718
    @leowatkins3718 Před rokem

    This song was banned in England soon after it was released. This made it even more popular, still got my copy.

    • @luigidaroma
      @luigidaroma  Před rokem +1

      I knew about it and mentioned it in my description, but didn't know when. Thanks, now I know. Even in several US states it was banned. In Italy it was not forbidden perhaps because few people spoke English and understood the lyrics

  • @luigidaroma
    @luigidaroma  Před rokem

    Eve Of Destruction, di P.F. Sloan (nome d’arte di Philip Gary Schlein), cantata da Barry Mac Guire
    Nel video:
    00:40 Gian Lorenzo Bernini: Ritratto di Papa Urbano VIII Barberini, Roma, Palazzo Barberini, 1° piano, sala 18
    02:06 Agnolo Di Cosimo detto il Bronzino: Ritratto di Stefano IV Colonna, 1546, Roma, Palazzo Barberini, 1° piano, sala 16
    I Barberini sono una famiglia nobiliare romana (originaria di Barberino Val d'Elsa in Toscana) che raggiunse il massimo della potenza con il Cardinale Maffeo Barberini, nominato Papa nel 1623 col nome di Urbano VIII. Papa Urbano si adoprò per migliorare la città di Roma e perfezionare l'accoglienza dei pellegrini, che, specialmente in occasione degli "anni santi" quando ottenevano "l'indulgenza plenaria", consegnavano alla Chiesa importanti oboli per completare i lavori e consentivano l'acquisizione delle opere d'arte che arricchivano lo Stato della Chiesa e che oggi ritroviamo nei musei romani. Al riguardo, Papa Urbano è noto per aver indetto, durante il papato (meno di 21 anni) otto giubilei straordinari e per aver "spogliato" monumenti antichi (come il Colosseo) di marmi e decorazioni, utilizzati per nuove costruzioni: è rimasta celebre la frase latina "Quod non fecerunt barbari, fecerunt Barberini" (=Quello che non fecero i barbari, lo fecero i Barberini»).
    A Roma "Piazza Colonna", dove c'è Palazzo Chigi, sede della Presidenza del Consiglio dei Ministri, non prende nome dalla colonna posta al centro della piazza: i Colonna erano una famiglia patrizia già in epoca romana imperiale, mantenendo nei secoli notevole influenza a Roma, in Italia ed in Europa con i vari "rami" della famiglia, mantenendo una tradizione militare e cavalleresca come quella di Stefano IV Colonna di Sciarra, Signore di Palestrina e luogotenente dei Medici a Firenze, il quale difese Papa Clemente VII in Castel Sant'Angelo durante il "sacco di Roma" (1527) operato dai lanzichenecchi ("barbari" e protestanti) unitisi agli spagnoli di Carlo III Borbone ed a un imprecisato numero di briganti italiani. Il Bronzino, che fu nominato ritrattista ufficiale dei Medici, lo ritrae con il chiaro intento di mettere in risalto le virtù militari del soggetto: l’armatura brunita, la posa solida e sicura, i gesti delle mani che evidenziano l’elmo e la spada, lo sguardo fermo e fiero, descrivono Stefano Colonna al pari di una biografia.
    Eve of Destruction (= la vigilia della distruzione) è universalmente nota come una “canzone di protesta”, scritta in USA nel 1965 quando cresceva il numero di soldati mandati a “istruire” i colleghi del Vietnam del sud, cresceva il disappunto del popolo pacifista e si facevano sentire i movimenti per i diritti civili. Nonostante la censura abbia escluso passaggi promozionali radiofonici e televisivi in USA e UK, il singolo di Barry McGuire fu per settimane primo nelle vendite nel Regno Unito, in USA e in Canada. In Italia arrivò 49°, e la versione italiana (di Mogol e Luciano Beretta) intitolata “Questo vecchio pazzo mondo”, ancorché ingentilita (forse per timore della censura il testo era accentrato sul solito tradimento amoroso), non è andata oltre il 62° posto. Ma in Italia non era ancora sviluppata la contestazione studentesca e gli autori dei testi non avevano ancora affrontato appieno la problematica: “Mettete dei fiori nei vostri cannoni” fu scritta ed eseguita dai Giganti a Sanremo nel 1967, anno in cui Gianni Morandi incise “C’era un ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stones”, scritta da Mauro Lusini l’anno precedente.
    Poi c’è stato il sessantotto, con l’occupazione di scuole e università e contemporaneo movimento operaio. Io ho vissuto il sessantotto, frequentavo il penultimo anno di liceo in una scuola romana solo maschile, dove a tutti è parso inutile dormire da soli di notte per terra. E abbiamo “aiutato” nell’occupazione le alunne di una scuola femminile. Insomma, invece delle bombe molotov abbiamo usato… profilattici (non vi scandalizzate: solo le coppie già formate li usava; noialtri ci abbiamo solo provato, ma non era ancora l’epoca del sesso libero). Ma c’era chi credeva nella lotta operaia, ottenendo solo che la controparte (i fascisti) si organizzava a sua volta. E i poliziotti in mezzo a prendere mazzate di qua e di là. Nasceva l’area “extraparlamentare”, finanziata da potenze straniere o autofinanziata con rapine e sequestri. Nel 1971 acquistando il periodico “Lotta continua” si riceveva in omaggio un 45 giri con 3 motivi scritti e cantati da Pino Masi, uno dei quali era “L’ora del fucile”, una cover di “Eve of Destruction” che istigava a imbracciare il fucile contro i padroni: l’opposto del pacifismo originale. Poi sono nate le Brigate rosse, ma questa è un’altra storia. Chi fosse interessato, trova il brano di Pino Masi qui:
    czcams.com/video/qQ0VPHdtcHA/video.html