Talmente interessante che mi viene da lanciare una pro-vocazione: non per polemizzare ovviamente, ma per ottenere risposte da Sabine Eck o da qualcun altro tali da chiarirmi meglio il concetto di pensiero frattale ripulendolo da fraintendimenti. Il frattale è sempre e comunque gioioso? Un bambino attraversa il passaggio a livello chiuso e rimane ucciso dal treno. Il conducente non poteva fare nulla per evitarlo: pensiero lineare = non è colpa mia. Finito lì solo apparentemente , pèrchè nel subconscio prende corpo un pensiero frattale = io, conducente, mi sono trovato in quella situazione di provocare, pur senza colpa, la morte di un bambino: perchè nell'ordine dell'Universo dovevo esserci proprio io lì in quel momento? Se nego tutto il problema, questo si radicherà in me trovando espressione in malattie psicosomatiche o in stati depressivi. Grazie
Ciao Piero, postiamo noi la risposta di Sabine: Piero, grazie per la domanda “pro-vocatoria”, provo a rispondere; Ci hanno abituato nel mondo moderno ad essere sempre oggettivi e di avere sempre una risposta, vero Piero!? Sul piano della comprensione lineare il conducente del treno investe il bambino…codice penale, probabilmente omicidio non colposo. Poi, certamente si valuteranno altri fattori oggettivi (il passaggio livello aveva la “sbarra" chiusa o aperta?/ il bambino era custodito o era magari scappato/ il bambino correva per recuperare un pallone….) Questo tragico evento invita comunque a riflettere (pensatore blu) su tanti strati: Come cambierà la vita della madre e del padre che hanno perso un figlio, lo stesso vale per i nonni, i compagni di classe, la sua squadra di calcio, il tabaccaio che abitualmente gli passava qualche caramella… Poi la famiglia del conduttore; come si vive, se il proprio padre ha ucciso -pur senza intenzione- un bambino, magari coetaneo... come re-agisce la comunità, i colleghi di lavoro alla tragedia. Una “colpa” che impregnerà probabilmente generazioni e generazioni… Noi siamo tutti figli di persone che forse 2-3 generazioni fa hanno ucciso qualcuno senza volerlo… o anche intenzionalmente, magari indotti dalla nuda paura di morire. Le guerre ci hanno aperte infinite ferite, ferite tutt’ora sanguinanti. Si può davvero dimenticare? Ovviamente no Piero, come ha ben sottolineato nel suo commento. La memoria collettiva e dell’universo (Akasha) assorbono ogni fatto. Tutto quello che si pensa e si dice fa parte del grande Uno. Quindi per concludere senza chiudere; il pensiero lineare è incompleto ma pratico, il pensiero frattale/stellare ci regala visioni e dimensioni più complesse, ma non ci dona necessariamente delle soluzioni… anzi ci spinge a farci delle domande sempre più profonde. Sulla domanda se il pensare frattale è sempre gioioso mi viene da sottolineare che la gioia per me gioioso è inteso come la consapevolezza di poter "giocare" con i punti di vista senza metterli necessariamente in concorrenza (gioia dell’abbondanza dei punti di vista!?)… flussi di molteplici considerazioni che danzano intorno al quesito senza alcuna meta predefinibile. Ciò che rimane è la scelta che poi ci porterà verso nuove sponde La verità difficilmente è assoluta, piuttosto è sempre anche “scelta”: ed è lì che ci mettiamo in re-sponsabilità ovvero diamo un responso, una risposta … o almeno tentiamo di darla! Allego un link che spiega l’etimologia di questa parola davvero molto importante: www.etimoitaliano.it/2014/01/verita.html
con in aggiunta tutte le considerazioni filosofiche che si possono produrre sul concetto di VERITA'. Grazie ancora di tutto il meraviglioso corso sul Pensiero.
Grazie infinite !!! Ciao buona serata 👋
🙏
Talmente interessante che mi viene da lanciare una pro-vocazione: non per polemizzare ovviamente, ma per ottenere risposte da Sabine Eck o da qualcun altro tali da chiarirmi meglio il concetto di pensiero frattale ripulendolo da fraintendimenti. Il frattale è sempre e comunque gioioso? Un bambino attraversa il passaggio a livello chiuso e rimane ucciso dal treno. Il conducente non poteva fare nulla per evitarlo: pensiero lineare = non è colpa mia. Finito lì solo apparentemente , pèrchè nel subconscio prende corpo un pensiero frattale = io, conducente, mi sono trovato in quella situazione di provocare, pur senza colpa, la morte di un bambino: perchè nell'ordine dell'Universo dovevo esserci proprio io lì in quel momento? Se nego tutto il problema, questo si radicherà in me trovando espressione in malattie psicosomatiche o in stati depressivi. Grazie
Ciao Piero, postiamo noi la risposta di Sabine:
Piero, grazie per la domanda “pro-vocatoria”, provo a rispondere;
Ci hanno abituato nel mondo moderno ad essere sempre oggettivi e di avere sempre una risposta, vero Piero!?
Sul piano della comprensione lineare il conducente del treno investe il bambino…codice penale, probabilmente omicidio non colposo.
Poi, certamente si valuteranno altri fattori oggettivi (il passaggio livello aveva la “sbarra" chiusa o aperta?/ il bambino era custodito o era magari scappato/ il bambino correva per recuperare un pallone….)
Questo tragico evento invita comunque a riflettere (pensatore blu) su tanti strati:
Come cambierà la vita della madre e del padre che hanno perso un figlio, lo stesso vale per i nonni, i compagni di classe, la sua squadra di calcio, il tabaccaio che abitualmente gli passava qualche caramella…
Poi la famiglia del conduttore; come si vive, se il proprio padre ha ucciso -pur senza intenzione- un bambino, magari coetaneo... come re-agisce la comunità, i colleghi di lavoro alla tragedia.
Una “colpa” che impregnerà probabilmente generazioni e generazioni…
Noi siamo tutti figli di persone che forse 2-3 generazioni fa hanno ucciso qualcuno senza volerlo… o anche intenzionalmente, magari indotti dalla nuda paura di morire. Le guerre ci hanno aperte infinite ferite, ferite tutt’ora sanguinanti.
Si può davvero dimenticare? Ovviamente no Piero, come ha ben sottolineato nel suo commento.
La memoria collettiva e dell’universo (Akasha) assorbono ogni fatto.
Tutto quello che si pensa e si dice fa parte del grande Uno.
Quindi per concludere senza chiudere; il pensiero lineare è incompleto ma pratico, il pensiero frattale/stellare ci regala visioni e dimensioni più complesse, ma non ci dona necessariamente delle soluzioni… anzi ci spinge a farci delle domande sempre più profonde.
Sulla domanda se il pensare frattale è sempre gioioso mi viene da sottolineare che la gioia per me gioioso è inteso come la consapevolezza di poter "giocare" con i punti di vista senza metterli necessariamente in concorrenza (gioia dell’abbondanza dei punti di vista!?)… flussi di molteplici considerazioni che danzano intorno al quesito senza alcuna meta predefinibile.
Ciò che rimane è la scelta che poi ci porterà verso nuove sponde
La verità difficilmente è assoluta, piuttosto è sempre anche “scelta”: ed è lì che ci mettiamo in re-sponsabilità ovvero diamo un responso, una risposta … o almeno tentiamo di darla!
Allego un link che spiega l’etimologia di questa parola davvero molto importante: www.etimoitaliano.it/2014/01/verita.html
@@LupoeContadino grazie a Sabine della bellissima ed esauriente risposta!
con in aggiunta tutte le considerazioni filosofiche che si possono produrre sul concetto di VERITA'. Grazie ancora di tutto il meraviglioso corso sul Pensiero.