La madonina - Camillo Moser

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  • čas přidán 21. 05. 2024
  • Dal concerto dell'11 maggio 2024 eseguito nella chiesa La Visitazione a Torino.
    La Madonina
    Che dolceza ne la voze de me mama
    quando ‘nsieme s’arivava al capitel:
    la polsava ‘n momentin,
    la pregava pianpianìn,
    e a la fin la me diseva: «Vei che nen».
    Ve saludo, Madonina, steme ben!
    Do violete profumade ‘n primavera,
    qualche volta ‘n goz de oio nel lumin.
    Tanti ani è zà pasà,
    quasi gnente gh’è restà,
    mi me sento ancor la voze: «Vei che nen».
    Ve saludo, Madonina, steme ben!
    È restà en tochetin de Madonina,
    ma che ride quando lì ghe cioca ‘l sòl,
    el fis’ceta ‘n oselet
    propri ‘n zima sul muret:
    Quela voze benedeta ancor la ven.
    Ve saludo, Madonina, steme ben,
    ve saludo, Madonina, steme ben!
    La canzone dei due artisti di Lavis ha fatto conoscere questo capitello in tutto il Trentino
    La canzone è opera di due celebri artisti e amici lavisani, il poeta Italo Varner (1922-1992) e il musicista Camillo Moser (1932-1985). Fu composta nel 1965 e da subito è entrata nel repertorio di numerosi cori alpini.
    La capacità di rievocare tempi andati, quando era possibile fermarsi un attimo a pensare e a godere delle piccole gioie della vita, ricavarsi il tempo per un pensiero alla Madonna, che fin dal 1702 i lavisani avevano eletto a speciale protettrice della borgata, e soprattutto lo struggente ricordo della madre del narratore, il tutto sapientemente accompagnato da una musica che libera le emozioni trattenute, hanno fatto sì che questa canzone sia diventata, nel suo genere, una delle più amate e richieste.
    (Valter Incerpi, tenore primo Coro Edelweiss)
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