548- Il destino dei soldati italiani prigionieri dei nazisti [Pillole di Storia]

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Komentáře • 376

  • @carloalbertoanzuini6877
    @carloalbertoanzuini6877 Před 3 lety +88

    Caro Heikudo grazie per l’argomento che mi riguarda da vicino. Ho 66 anni e sono figlio di uno di questi internati. Mio padre era nato nel 1921 in uno sperduto paesetto nei pressi di Norcia da famiglia poverissima. Mio nonno era simpatizzante socialista e in paese non era molto ben visto. Mio padre invece fin da giovane scalpitava per entrare nei c.d. Carabinieri Reali; fece ben tre domande, tutte respinte data la giovane età. Poi riuscì ad essere ammesso nel corpo, fece un rigoroso addestramento nella casera Moscova di Torino e poi allo scoppio della guerra fu inquadrato nelle Squadriglie d’Assalto dei Carabinieri, una specie di commandos; mio padre sapeva confezionare esplosivi e combattere corpo a corpo; fu paracadutato insieme ad altri camerati su Lubiana per catturare Tito, ma la cosa fallì; poi passò al fronte greco, dove molti nostri soldati morivano facili bersagli per i cecchini greci data la natura montuosa e boscosa della zona di operazioni; poi in Albania, dove, mi raccontava, era colpito dal fatto che le donne sgobbavano come muli a lavorare i campi e gli uomini se ne stavano nei caffè a conversare e fumare la pipa ad acqua (narghila); infine la Russia; italiani sconfitti, ritirata per lo più a piedi, con tanti suicidi, per il freddo e la fame, ma soprattutto i muli squarciati e i soldati che a turno per pochi istanti si infilavano con le gambe per avere un po’ di tepore. Ritorno in Italia e mio padre, monarchico di ferro (io mi chiamo Carlo Alberto) entrò nelle file dei partigiani di Cordero di Montezemolo e combatté agli ordini del Cap. Melis nella zona di Castelluccio e Terni. Fu preso dai fascisti e gli chiesero di aderire alla c.d. Repubblica di Salò, ma lui si rifiutò e sui carri piombati fu inviato insieme ad altri poveri disgraziati prima a Erfurt e poi a Weimar, dove lavorò come schiavo in delle grotte con piccone o martello, forse pneumatico; botte da orbe; infine dulcis in fundo trasferimento a Buchenwald: un anno e mezzo lì, addetto alla lavanderia, aveva come aiutanti quattro donne polacche; di queste esperienze me ne avrà parlato forse 3-4 volte nulla più, per paura di non esser creduto. Due ricordi che lo mettevano in ansia: l’aver mangiato dei ratti per mancanza di cibo e le finte fucilazioni degli aguzzini tedeschi. Poi la liberazione da parte degli americani e soprattutto i corpi gonfi di centinaia di sopravvissuti fino a quel momento, che erano morti rimpinzandosi di scatolette e gallette che gli americani gettavano a piene mani dai carri Sherman Ma mi fermo qui, altrimenti è troppo lungo da descrivere. Nella sua cassa da morto ho riposto il grande tricolore di cotone della sua compagnia con lo stemma sabaudo al centro, la sua ultima volontà. Grazie

    • @BrunoSecondo78
      @BrunoSecondo78 Před 3 lety

      👏😔🇮🇹

    • @FabioPisa-kj5jw
      @FabioPisa-kj5jw Před 3 lety +1

      Entrò nelle file partigiane dici ?
      🤔dopo aver combattuto eroicamente addirittura in Russia!?? MA COME PUÒ ESSSRE POSSIBILE ??Passare addirittura in una banda di banditi ,tale e quale erano i partigiani?

    • @carloalbertoanzuini6877
      @carloalbertoanzuini6877 Před 3 lety +8

      Erano partigiani monarchici

    • @HamburgerTelephone
      @HamburgerTelephone Před 3 lety

      Che storia, grazie per averla condivisa. Una vita vissuta a piena. Leggere queste testimonianze mi affascina e mi porta a riflettere sulla mia vita.

    • @vincenzolandi6547
      @vincenzolandi6547 Před 3 lety +1

      Una grande storia di un Uomo di cui essere orgogliosi, sarei felice di leggere le sue gesta in un libro. Erano Uomini che credevano così tanto nei loro ideali da mettere a rischio la loro vita, ricordo un mio Zio che non fece la resistenza perché era troppo piccolo, ma è stato sempre monarchico, anche se il resto della famiglia, come tutta l'opinione pubblica non condivideva le sue idee.

  • @andyronchetti6626
    @andyronchetti6626 Před 3 lety +26

    Mio nonno era di stanza in Jugoslavia. All'otto settembre i tedeschi lo presero ma fu diciamo fortunato. Lo riempirono di botte e poi lo lasciarono andare. Riusci a tornare in Emilia a piedi. Si chiamava Ronchetti Adelmo , classe 1918

  • @massimilianopugliese
    @massimilianopugliese Před 2 lety +3

    Son molto contento che se ne parli, mio padre era un IMI, prigioniero al campo di Pupping stalag 398...furono 650.000 e pagaronoa caro prezzo la loro scelta.

  • @andreacividino313
    @andreacividino313 Před 3 lety +19

    Ti ringrazio per questa pillola da me particolarmente sentita. Fino a 15 anni fa pensavo che mio padre se la vide molto dura e basta. Fu un partigiano che ormai non c e piu a spiegarmi che la resistenza di mio padre fu la prima e la piu dura forma di resistenza, forse la più eroica: sia i partigiani sia i repubblichini avevano licenze, i repubblichini dormivano in letti e mangiavano nelle mense delle caserme al contrario dei partigiani, ma i prigionieri IMI vissero un incubo fatto di percosse di fame e di ogni genere di vessazioni. Mio padre inizialmente era prigioniero dei tedeschi che per quanto feroci non furono mai dei depravati inumani come furono i croati.
    Se sotto i tedeschi poteva lavorare in una segheria di legnami i croati li rinchiusero nei campi a partire l'inverosimile e morire di fame chi riusciva mangiava i pochissimi scarti e credo ogni genere di animale vivente...
    Mio padre non parlo mai di quello che accadde fu semplicemente un antimilitarista, tutto ciò che poteva ricondurre alla guerra per lui era tabù... disse solo a mia madre che quando vide le bandiere rosse sui camion delle truppe sovietico juguslave quasi perse i sensi dalla felicita... credo di non riuscire proprio ad immaginare cosa possa essere l esperienza della prigionia e la felicità della liberazione.
    Quando i sovietici invasero l Ungheria andò nella sede del PCI dove era iscritto e strappo' la tessera... era un idealista per lui il comunismo liberava dall oppressione... non il contrario...

    • @g.riggio226
      @g.riggio226 Před 2 lety

      Tuo padre fu liberato dalla comunisti per pura casualità... Cioè x il solo fatto che era prigioniero dei loro nemici, non perché secondo loro fosse un uomo meritevole di vivere felicemente in libertà. I capi cmunisti dell'epoca (e forse di nessuna epoca) non erano in alcun modo interessati a dare a qualcuno la libertà. Pensa un pó ai polacchi, agli ucraini e i rumeni, violati mille volte di più degli ungheresi appena furono "liberati" dopo la guerra

    • @mariotrevisan3672
      @mariotrevisan3672 Před 2 lety +1

      L' idéologie communiste à assassiner plus de monde que toutes les guerres Staline , Mao , honneker, pol pot au Cambodge , le fou de Roumanie , Tito .ect .....

    • @andreacividino313
      @andreacividino313 Před 2 lety

      @@mariotrevisan3672 non ho capito assolutamente la risposta incompleta per altro perché non tiene conto dei morti fatti dalle guerre dei paesi capitalisti, per il feroce sfruttamento nelle miniere o nelle fabbriche di Africa, America Latina, Australia, Medio Oriente e Asia... i morti per condizioni di lavoro disumane sono meno gravi dei morti per ideologia? La morte non guarda il motivo ti ammazza e basta

  • @grazianapierobon1517
    @grazianapierobon1517 Před 3 lety +15

    Mio zio si salvò per un pelo dalla deportazione, lo stavano già caricando sul treno quando approfittando di una distrazione delle guardie riuscì a nascondersi con un compagno. Un ferroviere gli indicò come uscire dalla stazione ma si ritrovò a vagare per Milano senza sapere dove andare e ancora in divisa. Entrò nel primo portone aperto, salì le scale ed entrò in un ambulatorio. Il medico che se lo trovò davanti non fece domande ma gli mise addosso un camice per nascondere la divisa. In seguito gli diede soldi e abiti civili per tornare a casa. È stato fortunato ad incontrare la persona giusta.

  • @lorenzobertei6474
    @lorenzobertei6474 Před 3 lety +15

    Il mio bisnonno classe 1920 fece la Jugoslavia e la Grecia, l'8 settembre venne catturato e spedito in un campo di concentramento tedesco dove dovette mangiare bucce di patate, riuscì a scappare grazie a un soldato tedesco che lo nascose in un barile vuoto, tornò a casa a piedi dalla Germania e pesava 35 kg

  • @claudiolunghi5365
    @claudiolunghi5365 Před 3 lety +7

    Pillola doverosa e pagina fondamentale, ma troppo spesso dimenticata, della Resistenza Italiana. Hai fatto bene a farla.

  • @sandrobaldan1189
    @sandrobaldan1189 Před 3 měsíci +1

    Complimenti per la ricostruzione storica delle vicende degli IMI. Anche mio padre Luigi Baldan, classe 1917, marinaio motorista navale della Regia Marina Militare, di stanza a Sebenico in Jugoslavia dopo l'8.9.1943 venne catturato dai tedeschi e trasportato prima a Bad Orb e poi a Francoforte sul Meno in Germania, schiavo di Hitler, per l'industria bellica VDM. Dall'aprile 1944 venne trasferito nel campo di lavoro nazista di Sackisch Bad Kudowa (ora in Polonia), da dove riuscì a fuggire nell'aprile 1945, riparando nella vicina Cecoslovacchia. Tornò a casa nel luglio 1945. Ha scritto e pubblicato un libro di memorie di quegli anni da prigioniero IMI dal titolo "Lotta per sopravvivere - La mia Resistenza non armata contro il nazifascismo".

  • @antoniov8028
    @antoniov8028 Před 2 lety +4

    Anche mio padre Cosimo è stato un IMI 20 mesi di prigionia in un campo in Polonia . Ricordo due nomi di campi Stettino e Kustrin. Purtroppo non ne parlava spesso io ero solo un ragazzo e non gli ho mai chiesto tutta la sua storia... Cosa darei per tornare indietro e farmi raccontare per filo e per segno tuta la sua avventura di quei tempi.......

  • @GianLucaGuiglia
    @GianLucaGuiglia Před 3 lety +10

    Grazie ancora una volta. A futura memoria di cosa i nostri nonni hanno passato, sperando che serva a non ripetere gli stessi, maledetti, orrori.

  • @ruggieroalborea2032
    @ruggieroalborea2032 Před 3 lety +12

    Grazie per questo ricordo.
    Vedo che in tanti, qui, abbiamo un parente IMI. Aggiungo il ricordo di mio nonno, classe 1920, catturato nei Balcani e imprigionato in diversi campi di lavoro, l'ultimo dei quali fu Deblin, stalag 307, attuale Polonia.
    Dopo la sua morte, qualche anno fa, ho ritrovato le sue lettere a mia nonna. Le scriveva spessissimo, fino all'inizio di settembre 1943. Poi 2 anni di silenzio, fino alla fine della guerra e della prigionia.
    Posso solo immaginare l'angoscia e la solitudine, sia di chi era prigioniero, sia di chi, dell'Italia, aspettava notizie che non arrivavano...

    • @laBibliotecadiAlessandria
      @laBibliotecadiAlessandria  Před 3 lety +1

      Purtroppo un'attesa che morti altri non è mai terminata. Grazie di aver condiviso

    • @valeriado81
      @valeriado81 Před rokem

      Anche mio nonno è stato nello Stalag 307 di Deblin.

    • @pieromussano7626
      @pieromussano7626 Před 2 měsíci

      Mio padre,classe 1922,fu catturato in Montenegro e spedito ad Essen(Polonia) da dove fuggi' per essere nuovamente catturato in Alto Adige,venduto da locali.Riempito di botte,segni delle quali,non lo abbandonarono sino alla morte,rientro' nel Monferrato ai primi del 1946,non ne parlava volentieri,poveraccio!!!

  • @davidemolinaro7390
    @davidemolinaro7390 Před 3 lety +13

    Uno di quei 600000 Mila italiani era mio nonno che fu impiegato per produrre proiettili proprio contro il fronte italiano, grazie al suo sacrificio morale gli devo la vita perché se avesse rifiutato sarebbe sicuramente morto...
    Grazie a questo video mi hai fatto capire ancor di più il suo sacrificio e la sua lotta per la restistenza. ❤️

  • @pietrobonaiti9147
    @pietrobonaiti9147 Před 3 lety +26

    Mio padre classe 1911 dopo aver combattuto in Africa nel 35 il fronte francese nel giugno 40 ed essere stato mandato in Russia con le fasce si piedi ed il mulo a combattere le Katiuscie ed i carrarmati fu poi preso dai tedeschi l'8 settembre e spedito in campo di centramento anche i miei zii entrambi giovani ventenni facendo vita grama in quei campi di concentramento e la mia fanciullezza è segnata dai loro racconti di privazioni di stenti e di umiliazioni le mie zie la mia nonna la mia mamma rimasero a casa con il terrore dei bombardamenti e le angherie delle milizie fasciste Che tremendo periodo fu per la mia gente per tutti gli italiani

    • @simofigo2010
      @simofigo2010 Před 3 lety +2

      Stima totale.

    • @pumpkin91ful
      @pumpkin91ful Před 3 lety +3

      Le nuove generazioni non hanno minimamente idea .

    • @GaiusIuliusCaesarImperator
      @GaiusIuliusCaesarImperator Před 3 lety +7

      @@pumpkin91ful colpa anche della scuola. Esempio lampante fu la contrarietà del coordinatore della classe del mio secondogenito allo sviluppo della tesina di terza media incentrata appunto sugli IMI in generale e su suo nonno/mio padre nello specifico. La sua ostilità era dovuta al fatto che collegare le altre materie obbligatorie ed a scelta all'argomento principale era una forzatura e avrebbe portato fuori tema il ragazzo. Alle mie argomentazioni si è alzato un muro di gomma contro il quale non sono andato a sbattere , semplicemente l'ho aggirato ignorando l'ammonimento, ovviamente in accordo con il ragazzo, convinto della bontà del lavoro, non fosse altro perché iniziarne un'altro quando questo era ormai a buon punto e quasi a ridosso della scadenza non avrebbe avuto senso. Ma soprattutto lo dovevamo al nonno ed ai suoi commilitoni di sventura, a lungo bistrattati e dimenticati dal proprio Paese.

    • @laBibliotecadiAlessandria
      @laBibliotecadiAlessandria  Před 3 lety +3

      Grazie di aver raccontato la loro storia. E' incredibile, si, che non si raccontino queste storie. Credo sia il solo modo di far comprendere quanto la Resistenza, in senso ampio, sia stato un movimento di popolo e non di una sola parte politica

  • @filippocassano9753
    @filippocassano9753 Před 3 lety +11

    Mio nonno si trovava nei balcani l'8 settembre quando si sveglio' non trovo' piu' nessun ufficiale superiore a lui . decise di guidare le sue truppe verso l'italia . 3 giorni dopo furono catturati dai tedeschi. la resistenza armata era impossibile: le armi erano per la maggior parte non erano funzionanti infatti per tutto il periodo bellico la maggior parte belle bombe lanciate non espolodevano. come nella prima guerra mondiale fu mandato in un campo di concentramento. fu fatto rientrare nel 1946( quasi un anno dopo la fine della guerra) su un treno trasporto bestiame.

  • @PapiTesto
    @PapiTesto Před rokem +1

    Grazie Heicudo per questa interessantissima pillola. Mio padre giurò a Pola l'8 settembre del 43 ma subito dopo caricato sui carri bestiame per la Germania. Ad ogni stazione in convoglio rallentava e le donne lanciavano cibo attraverso le feritoie ai soldati italiani. Mio padre non aveva fame e così con altri 4, mentre il treno riprendeva la corsa, saltarono giù rotolando tra i rovi e le spine mentre venivano mitragliati dai tedeschi. Di cascina in cascina, rischiando molto, camminando di notte e nascosti di giorno da contadini compiacenti, ci mise due mesi ad arrivare a Milano. Un contadino amici del capostazione di Lambrate li nascose su carri di carbone e sopra loro dei teli. Quando annunciava stazione di Lambrate, rallentando, saltarono giù dal treno. Visse due mesi sottoterra vicino casa, respirando tramite un cannone della stufa. Esperienza

  • @vlore7258
    @vlore7258 Před rokem +3

    Mio nonno , qualche volta mi diceva qualche parola in italiano , che ovviamente io non capivo , gli chiedevo come faceva sapere quelle parole e luì mi raccontava per i due soldati che tenevano in casa, in tempo di guerra, nascosto dai tedeschi . Diceva che erano bravi falegnami e che quell tavolo grande che sta in sala lo hanno fatto loro .Lui si ricordava anche di loro nomi . Dopo guerra loro, hanno costruito una zattera con il quale sono partiti verso casa, con la speranza di essere aiutati dalle navi delli aleati che si trovavano in Adriatico. Poi di loro , mio nonno non ha avuto più notizie .Destino ha voluto che dopo 58 anni, a età di 19 anni, mio nonno è tutta la famiglia, frà le lacrime , mi augurava buona fortuna , mentre io ho lasciato la mia terra con la zattera, verso un horizonte sconosciuto .

  • @andreageuna6649
    @andreageuna6649 Před 3 lety +11

    Il fratello di mio nonno fu arrestato dai tedeschi a Salonicco dopo l'8 settembre e fu deportato in un lager "da qualche parte" (la famiglia non ha mai saputo dove) in Cecoslovacchia, dove morì (probabilmente di polmonite causata dalle condizioni di trasporto) il 1° gennaio 1944

    • @laBibliotecadiAlessandria
      @laBibliotecadiAlessandria  Před 3 lety +1

      I catturati in Grecia avevano anche il contrappasso di essere stati presi con le divise estive. Grazie di aver condiviso

  • @andreasette7287
    @andreasette7287 Před 3 lety +9

    Buon pomeriggio a tutti,che storia mai raccontata a scuola, dopo l'8 settembre del '43 più di 800.000 soldati Italiani vengono catturati e deportati in territorio tedesco nei lager,vengono divisi e usati per lavori forzati e tenuti in modo orrendo nei lager, più di 600.000 nonostante le sofferenze e l'orrore subito rimangono fedeli al giuramento verso la Patria e dicono no alla RSI. ..una resistenza dimenticata,bel video Gioele grazie per questa altra lezione di storia☆☆☆☆

  • @armandograndinetti2671
    @armandograndinetti2671 Před 2 lety +4

    Mio padre era dislocato in Jugoslavia e faceva parte del reparto autocentro di stanza a Spalato ed era autista di camion. Si chiamava Grandinetti Grado Stelvio. Il giorno 8 Settembre insieme a molti altri soldati è salito in treno per tornare a casa. Alla stazione di Trieste è stato arrestato dai tedeschi e poiché indossava sulla camicia le mostrine del reparto autocentro non è stato mandato subito in Germania in quanto poteva essere utile per eventuali trasporti. Insieme ad altri 6 compagni è stato rinchiuso in un edificio diroccato all' interno della stazione di Trieste, vigilato da una guardia armata. Durante la notte, nonostante la vigilanza, mio padre ed i suoi compagni ad uno ad uno sono scesi da una finestra del primo piano e sono scappati. Da Trieste, passando attraverso i campi, nonché dentro ai canali, con l' aiuto dei contadini è riuscito ad arrivare fin dopo Bologna. Da li poi è riuscito a salire sopra ad una tradotta fin nelle Marche ed arrivare finalmente a casa, sporco e pieno di pidocchi.

  • @vincenzocavallo1704
    @vincenzocavallo1704 Před 5 měsíci +1

    Ciao a tutti.
    Anche mio padre classe 1923 fu un IMI fu catturato in Croazia il 9 settembre del 43.
    Faceva parte del 93 reggimento caserma di Ancona.
    Arrivo allo Stalag IID agli inizi di Ottobre del 1943.
    Fini poi in un campo nei pressi di Colonia. rientro in Italia nel settembre del 1945.
    E' mancato che ero troppo piccolo e mi ha potuto raccontare praticamente nulla.

  • @edoardodesilva821
    @edoardodesilva821 Před 3 lety +5

    Pillola di storia fatta veramente molto bene! Complimenti per la delicatezza usata nel trattare questa storia; molto spesso non è facile affrontare questi argomenti…

    • @elisabettabolino8416
      @elisabettabolino8416 Před 3 lety +1

      Mi associo. Finalmente un vero resoconto storico, oggettivo e privo di ogni qualsivoglia personale interpretazione degli eventi. Grazie e complimenti.

  • @atranotte8154
    @atranotte8154 Před 3 lety +7

    Mio nonno era molto vago su quello che gli capitò: dalla jugoslavia(?) fu rastrellato e deportato, ma non so se arrivò mai in Germania. Quando era in un campo, forse una caserma, questo fu bombardato dagli "americani" secondo lui per farli scappare. Commentava: morirono tanti ma noi si scappò. Quando gli facevo notare che era un po' ingiusto bombardare chi vorresti far scappare, lui disapprovava, segno che forse un po' di fame e botte le aveva viste.
    A quel punto tornò a casa a piedi, vorrei sapere come fece, in divisa e da borghese cittadino quale era, sicuramente poco familiare ai boschi e a dove trovare da mangiare.
    Arrivato in Italia trovò della gente, non mi ha mai detto se li conosceva già prima o no, che lo fecero stare nascosto in un pollaio 2 anni. Nonostante le ispezioni dei repubblichini non fu mai trovati, perché so nascondeva nell'ntercapedine in maglia di ferro dove cadevano le piume e il guano... e prese nemmeno la tigna! Da allora però non ha più voluto vedere uova e galline: vive o cotte che fossero.
    Nel dopoguerra fece il maestro di scuola e gigolò a Cortina e poi professore e pittore a Livorno.
    Purtroppo morì quando ero troppo piccolo per fargli domande e quindi tanti particolari della sua storia mi mancano.
    So però che quando fu mandato in Albania era talmente addestrato che "aprì" una bomba a mano in caserma pensando fosse una fiaschetta per farsi caldo in montagna, ma fu salvato da un ufficiale che la lanciò dalla finestra. So anche che era tanto ben armato che non sparò mai perché non ebbe mai un fucile funzionante e che per le scsrpe si era saputo inventare una suola di balza, da buono scultore, e dovette farle per tutto il reggimento, perché quelle in dotazione le avevano perse per la via.
    Altro dettaglio di famiglia curioso ma slegato:
    Mia nonna era laureata in tedesco e per questo trattò spesso coi tedeschi per salvare civili capitati nel posto sbagliato o rastrellati per rappresaglie, durante l'occupazione e la battaglia di Firenze, e si racconta che ne salvò molti, avrà aiutato il fatto che era molto bella e i tedeschi si dimenticavano dei loro incarichi militari per darsi alla più importante occupazione del baccaglio.
    Dopo la guerra però si trasferì e la prendevano per fascista a causa della conoscenza del tedesco. Risolse la cosa imparandosi l'inglese da autodidatta, così finì a essere quella incaricata dai conoscente di trattare con gli americani, e finì per insegnarlo al liceo.

  • @GaiusIuliusCaesarImperator
    @GaiusIuliusCaesarImperator Před 3 lety +16

    Avevi promesso di fare un video sugli IMI dopo una mia richiesta di tempo fa, sei stato di parola. Riservandomi di vederlo con calma e valutarlo poi, ti ringrazio anticipatamente , anche a nome di mio padre , fante della divisione Acqui ( si, proprio quella di Cefalonia, a cui lui fortunatamente non era stato ancora aggregato in quanto aveva appena terminato l'addestramento, facendo parte dell'ultimo scaglione di leva), internato nello Stalag IB di Hohenstein prima e nello Stalag X B di Sandbostel poi.

  • @voudicepa8002
    @voudicepa8002 Před 3 lety +10

    Complimenti per le considerazioni conclusive della Pillola 👍

  • @MrGentiz
    @MrGentiz Před 3 lety +4

    ho avuto la fortuna di avere una serie di scambi di lettere manoscritte con Mario Rigoni Stern (ai tempi delle superiori non era solo il mio autore preferito ma il mio eroe). Mi ha fatto piacere veder il suo nome nella tua pillola. Grazie

  • @andreatresoldi112
    @andreatresoldi112 Před 3 lety +5

    Ciao a tutti, lascio anche la "mia" testimonianza viste quelle nei commenti. Moro Tommaso era mio nonno, classe 1918, fu catturato a Fiume a fine settembre del 43, deportato a litomerice, vicino teplice, Repubblica Ceca attuale, mansione di contadino fu quella data dai tedeschi, alla fine della guerra riuscì a tornare a casa con un suo commilitone di ariano Polesine. Riscontro nei commenti il fatto dell'alimentazione a base di bucce di patata che posso confermare grazie ai racconti di nonna. Lui morì in giovane età a causa di un incidente, avrei voluto mi raccontasse quelle tragiche vicende, ma conservo fortunatamente ad oggi tutti i documenti e le lettere di quel periodo. Grazie x la pillola.

  • @fabiocattaneo5104
    @fabiocattaneo5104 Před 3 lety +3

    Anche mio padre, classe 1921, è stato deportato in Germania mentre era nelle truppe di occupazione in Jugoslavia, all'inizio ha lavorato nelle ferrovie poi è stato mandato in una fattoria, dove almeno non ha più sofferto la fame. Non dobbiamo nasconderci quello che fu il fascismo una immensa tragedia per il nostro popolo, ha generato tanta violenza e odio, con aggressioni gratuite verso popoli che erano e sono nostri fratelli, come per esempio i greci (ricordiamoci la triste frase del Duce: "spezzeremo le reni alla Grecia").
    Grazie per il video!

  • @lucamosso5309
    @lucamosso5309 Před 3 lety +3

    Mettere nella giusta prospettiva un argomento come questo è il miglior modo per onorare la memoria di tutti coloro che furono protagonisti

  • @thasecondman
    @thasecondman Před 3 lety +4

    Grazie mille, é un tema che sento vicino. Molti giovani del mio paese in Ossola subirono questo destino. Dopo l´8 settembre si erano nascosti sulle montagne ma i tedeschi lo vennero a sapere, presero in ostaggio i loro genitori e li constrinsero a consegnarsi. Ricordo in particolare un mio parente che venne internato e mi raccontó appunto soprattutto della paura per i bombardamenti nelle fabbriche in cui lavoravano. Come nota di colore, aveva una serie di tatuaggi che si era fatto fare in quell´occasione da un altro internato, un bulgaro se non ricordo male.

  • @orgogliozeneize
    @orgogliozeneize Před 3 lety +17

    Mio nonno,classe 1916,era stanziato nelle isole greche e dopo l'otto settembre fu internato in qualche campo di prigionia.Non ne ha mai parlato se non a grandi linee neanche con mio padre.So solo che aveva delle strane unghie e da piccolo mi facevano senso.Crescendo mio padre mi confidò che diventano così quando te le strappano.Non era un partigiano,era un soldato normale che ha passato quello che ha passato dopo l'infame otto settembre.

    • @paololavezzo7037
      @paololavezzo7037 Před 3 lety +4

      Che il Re e Badoglio abbiano fatto un infamia verso il loro popolo si.

    • @andreacividino313
      @andreacividino313 Před 3 lety +3

      @@paololavezzo7037 ti sei dimenticato di mussolini.....

    • @anc1649
      @anc1649 Před 3 lety +1

      Mio nonno avveva le cicacitrici sulle braccia, per via dei frustini.

    • @laBibliotecadiAlessandria
      @laBibliotecadiAlessandria  Před 3 lety +1

      Grazie per averlo raccontato

    • @g.riggio226
      @g.riggio226 Před 2 lety

      @@andreacividino313 se ne è dimenticato solo perché con questo argomento non c'entra proprio in bel nulla

  • @cristinalindagiuliaseghett2346

    La storia è molto sottovalutata, eppure è la più universale delle discipline.

    • @cristinalindagiuliaseghett2346
      @cristinalindagiuliaseghett2346 Před 3 lety +3

      @Nic TheCow vero, credo che le persone non la capiscano perché viene pure insegnata male: nomi, date, luoghi che vengono imparati come le declinazioni del latino. Poi quando dici ad più distratto dei tuoi studenti che esiste una storia del calcio, questi resta sbalordito. 😂
      Ogni cosa è storia: storia della musica, della scienza, della moda, della gastronomia…

    • @cristinalindagiuliaseghett2346
      @cristinalindagiuliaseghett2346 Před 3 lety +1

      @Nic TheCow gli studi accademici dovrebbero invece insegnare ad essere critici e a verificare ciò che sentiamo o leggiamo, ma questo non sempre avviene. Sarà che forse anche l’istruzione universitaria è divenuta un obbligo morale, o che queste sono fortemente politicizzate, non saprei dare una risposta univoca. Sta di fatto che mio fratello minore un giorno di tanti anni fa, tornò a casa e mi chiese: “ma è vero che Hitler ha inaugurato le camere a gas con sua mamma?” era stata la sua professoressa di storia a dirlo🤦🏻‍♀️ e all’università un suo professoressa disse che i ballerini che interpretavano gli spazzacamini in Mary Poppins erano poi morti di cancro ai testicoli: son tutti vivi e vegeti e hanno fatto un cameo in altri film pure da anziani. Cose simili le avranno lette su Internet e tradendo la loro etica professionale non si son nemmeno preoccupati di verificare le informazioni…eppure insegnano.

    • @andreacividino313
      @andreacividino313 Před 3 lety +1

      @Nic TheCow Comprendo bene ciò che dici, nonostante cio il 900 è stato il secolo dell istruzione, della speranza nella democrazia che non si puo compiere se non attraverso un elevazione culturale delle "classi sociali" che compongono una nazione. Il problema principale è il "livellamento culturale" compiuto dalle classi "dominanti" che non gradiscono una popolazione troppo elevata.
      Mia figlia ha studiato un anno in Finlandia la' le discipline umanistiche non sono molto importanti forse perché hanno uno Stato che funziona perfettamente. Casualmente però studiano molto bene la loro recente storia e la piu antica storia di Russia, Polonia e Germania (oltre a quella dei paesi scandinavi)... quando hai vicini scomodi e necessario conoscerne e prevederne le mosse...

    • @andreacividino313
      @andreacividino313 Před 3 lety +2

      @Nic TheCow sul fatto che nessuno sa come è andata la storia avrei un bel po di dubbi... che la storia sia una approssimazione verso la verità può starci ma che nessuno sappia come è andata e un po generalista come opinione e molto approssimativa come affermazione quasi populista, direi il frutto di decenni di TV generalista... esistono i libri, esistono gli storici, esiste il lavoro di storico che ha metodologie molto precise. Se ti dicessi che ogni notizia deve essere documentata e provata da controlli incrociati fatti di testimonianze, cronache, prove esistenti, materiali documentali di archivio, che ogni ordine dato ad un politico o ad un soldato tuttora conserva prove scritte ed una quantità di scartoffie burocratiche tuttavia utilissime mi crederesti? Ma sopratutto mi capiresti?....

  • @andreatondini9383
    @andreatondini9383 Před 3 lety +7

    Ho comprato casa e nella ristrutturazione ho trovato la bandiera d'Italia con lo stemma degli internati militari... Devo dire che è stata un'emozione

  • @Gattofoghin
    @Gattofoghin Před 2 měsíci

    6:18 Grazie per la pillola, mio padre era un IMI, internato in Germania e ritornato in Italia nel settembre del 45

  • @maurodimuzio3242
    @maurodimuzio3242 Před měsícem

    Bravo Gioele, hai reso il giusto omaggio a dei coraggiosi, dei veri eroi. Conosco bene tre di loro, uno era mio zio, che non ne ha mai voluto parlare, due amici di mio padre, uno di loro è ancora vivo, è stato Presidente dell'Associazione degli IMI

  • @giorgiobonfio4371
    @giorgiobonfio4371 Před 3 lety

    Complimenti , veramente una GRANDE PILLOLA! Grazie ancora!

  • @stefano986
    @stefano986 Před 3 lety +8

    Mio padre aviatore, catturato a Mostar, ex Iugoslavia, i graduati misero quel po di benzina in un aereo, e lasciarono i sottoposti senza ordini e senza risorse!
    Vennero accerchiati dai tedeschi, e trasportati con marce forzate e carri bestiame in Germania.
    A lavorare in una fabbrica della junkers a spostare a mani nude barre di acciaio. Il primo natale veramente mangiò bucce di patate scaldate su una stufa.torno dopo con una tradotta organizzata dai russi, con la paura di essere internati in russia.. Pesava 35kg

    • @laBibliotecadiAlessandria
      @laBibliotecadiAlessandria  Před 3 lety +1

      Grazie di avercelo raccontato

    • @nicolacipolla7545
      @nicolacipolla7545 Před 2 lety

      Anche mio padre fece parte di questa categoria di militari. Era della classe 1909, richiamato alle armi nel dicembre 1941 all'età di 32 anni per la durata di 4 anni. I primi due anni li passò in Albania, poi dopo l'armistizio fu preso prigioniero dai tedeschi e tradotto in Germania a bordo di vagoni stipati all'inverosimile e in piedi per tutto il viaggio. Mi raccontava che in Germania fu messo inizialmente nelle stazioni ferroviarie a scaricare vagoni merce, con la neve che gli cadeva addosso e il gelo che gli paralizzava le mani e i piedi. Poi fu messo in una mensa a sbucciare patate, e mi raccontava che, per la fame, assieme agli altri prigionieri si cuocevano di nascosto le bucce che staccavano di proposito con parte della polpa. Ultimamente, si ritenne fortunato di essere stato assegnato proprio in una fabbrica di armamento pesante, soprattutto perché non pativa più il freddo in quanto l'ambiente era riscaldato per il calore che emanava dai metalli incandescenti. Unica ricompensa, quella di essere riuscito a ritornare alla fine del 1945.

    • @laBibliotecadiAlessandria
      @laBibliotecadiAlessandria  Před 2 lety

      Grazie di averlo condiviso

    • @armandofuochi9554
      @armandofuochi9554 Před 2 lety

      Onore al tuo grande padre!!!

    • @stefano986
      @stefano986 Před 2 lety +1

      @@armandofuochi9554 grazie,è venuto a mancare da un anno, non ha mai parlato molto di quello che ha visto.Io l'ho imparato in un riassunto di una pagina che presento al ministero come ex internato,per cercare di avere un qualche rimborso..chiaramente a nessuno fu mai riconcilia niente!

  • @simofigo2010
    @simofigo2010 Před 3 lety +6

    Grande. Pillola immensa. 😎🖖P.s na pillola sulla resistenza teteska.

  • @antoniopistacchio7579
    @antoniopistacchio7579 Před 3 lety +4

    Mio nonno Antonio Passarella classe 1922 Prata Sannita -CE , reggimento Alpini stanziato in jugoslavia, fino al 8 settembre combatte con i tedeschi contro i titini, il 10 settembre nel giro di una notte fu accerchiato dai tedeschi, per fortuna riparandosi sotto i cadaveri riuscì a scappare, durante il viaggio di ritorno a casa, a 20 km dalla meta ad isernia fu catturato e portato a bukewald ma durante il viaggio insieme ad altri militari italiani riuscirono a scappare, indovinate come lo ringraziò l’Italia ? Nel ‘46 fu richiamato alla leva

    • @laBibliotecadiAlessandria
      @laBibliotecadiAlessandria  Před 3 lety +2

      Grazie della condivisione. Questa cosa dei richiamati è veramente incredibile, pura burocrazia senza volto

  • @maxtzetung
    @maxtzetung Před 2 měsíci

    La storia di quel periodo è molto complessa. Il fratello di mia madre rispose a un bando tedesco e partì come lavoratore volontario in Germania. Lo destinarono a lavorare in una fattoria, mi raccontò che fu trattato bene, ebbe cibo a volontà, dato che in quel periodo, chi viveva nella campagne aveva molto più cibo di chi stava in città. Mi padre per esempio soffrì la fame.

  • @armandofuochi9554
    @armandofuochi9554 Před 2 lety

    Come sempre….. fantastico!!!

  • @Giovanni-eu1jx
    @Giovanni-eu1jx Před rokem

    Grazie, una pillola preziosissima

  • @mauroluongo1314
    @mauroluongo1314 Před rokem

    Grazie Heikudo per questo bellissimo video. Vorrei condividere con voi, dopo aver letto le altre storie, l'esperienza di mio nonno, classe 1919. Fu mandato in Russia suo malgrado (era socialista) e, siccome non aveva l'equipaggiamento adatto ad affrontare il rigido inverno russo, perse l'uso di un polmone (fortunatamente è riuscito a vivere fino ad 89 anni anche senza uno di essi). Per questo motivo venne rispedito in Italia poche settimane prima della tremenda ritirata. Un colpo di fortuna nella sfortuna. Per varie peripezie ci mise mesi per tornare nel suo paese (Boscoreale, in provincia di Napoli) pochi giorni prima dell'8 settembre. Dopo neanche una settimana da questo ritorno travagliato, essendo ora un "disertore", venne preso e portato in un campo di lavoro nel nord della Germania dove rimase fino alla fine della guerra. Dopodiché tornò a piedi insieme a tanti altri in Italia. Anche il ritorno fu travagliato, ricordandoci che nei giorni dopo la resa della Germania, nel caos generale, c'erano ancora gruppi di soldati sparsi che facevano rappresaglie. Nel ritorno perse un amico, vittima appunto di una rappresaglia tedesca, insieme ad altre persone che scelsero un percorso diverso pensando fosse più sicuro. Alla fine riuscì finalmente a tornare a casa sano e salvo. Abbiamo ancora i documenti di mio nonno che conserviamo come cimeli.

  • @pumpkin91ful
    @pumpkin91ful Před 3 lety +4

    Lo zio di mio padre (cugino di suo padre )combatté in Russia ,poi fu prigioniero dei tedeschi, lavorando in una fattoria, raccontava che si faceva a botte per delle bucce di patate per la fame..

  • @GiovanniP-sd2cl
    @GiovanniP-sd2cl Před rokem

    Grande lezione!

  • @fralencemelograno
    @fralencemelograno Před 3 lety +2

    Di fronte al nuovo ospedale di Rodi, c’ era un campo di concentramento terribile, la “Casa dei Pini”, molti italiani sono stati tenuti prigionieri li.

  • @Alfareslibero
    @Alfareslibero Před 3 lety +10

    Queste storie, questi frammenti di memoria, non devono mai essere messi da parte e dovrebbero far parte della nostra coscienza come collettività. Una delle nostre radici su cui i nostri nonni hanno fatto nascere e crescere la repubblica. Ben fatto !

  • @lucianociciretti5943
    @lucianociciretti5943 Před 3 lety

    Vorrei ringraziarti . Sono un tuo coetaneo ed amante della storia. Riesci ad essere sempre puntuale e chiaro nella narrazione.

    • @laBibliotecadiAlessandria
      @laBibliotecadiAlessandria  Před 3 lety

      Grazie!

    • @lucianociciretti5943
      @lucianociciretti5943 Před 3 lety

      @@laBibliotecadiAlessandria Se possibile, vorrei chiederti una pillola sui bombardamenti da parte degli alleati durante la seconda guerra mondiale delle città di Foggia e Dresda, le uniche due rase completamente al suolo ( credo). Grazie in anticipo

    • @laBibliotecadiAlessandria
      @laBibliotecadiAlessandria  Před 3 lety

      In realtà ne ho già parlato durante la serie sulla seconda guerra mondiale, vedremo in futuro se riprenderli

    • @lucianociciretti5943
      @lucianociciretti5943 Před 3 lety

      @@laBibliotecadiAlessandria si sì lo so avendole seguite tutte, mi sarebbe piaciuta una pillola interamente a loro dedicata, perché è un argomento poco trattato dagli storici. Grazie davvero per l' impegno e la passione che ci metti.

  • @r.fr.9141
    @r.fr.9141 Před 3 lety +3

    Aggiungo la storia di mio padre che prigioniero in Germania fu mandato nei campi a raccogliere patate. Per tutta la vita ha avuto la parte posteriore del collo piena di pustole, ricordo delle manganellate ricevute quando veniva scoperto a mangiare di nascosto bucce di patate.

  • @marcodorazio7746
    @marcodorazio7746 Před 3 lety

    Storia triste, triste fino all' annichilamento.Ma bravo chi la ha raccontata con tanto equilibrio e partecipazione.Che dire di più? Che la gente è diversa, e nessuno riesce a prescindere dalle proprie convinzioni vere o presunte per affidarsi ad una serena spassionata disamina

  • @DarkDragonJustice
    @DarkDragonJustice Před 3 lety +5

    chi dimentica la storia, dimentica i suoi insegnamenti.

  • @coloradopp
    @coloradopp Před 2 lety

    Bella pillola che mi ha chiarito la storia di un anziano che fu costretto a rifornire di acqua le locomotive tedesche, e che si ritrovò ma Berlino, rimase sbandato per una settimana, poi una pattuglia di russi lo identificò, fu "ripulito" e quindi fatto tornare a casa. Avessi saputo tutto ciò prima che ci lasciasse...

  • @andreacogo3972
    @andreacogo3972 Před 2 lety

    Bellissima pillola.. Grazie Heikudo!

  • @cirinodipaola5075
    @cirinodipaola5075 Před 3 lety +1

    Molto bello il video....................

  • @arcasanfilippo
    @arcasanfilippo Před 2 měsíci

    Mio nonno fu uno di questi poveri soldati abbandonati dai comandi....autiere della divisione Messina dislocata in Jugoslavia, fortunatamente fu uno di quei 200.000 che riuscii a scappare e che, dopo un mese e 2 giorni di marcia attraversando lo stivale occupato da tedeschi e repubblichini, riuscii a ritornare a casa. Mi raccontava mia nonna che tornò con le scarpe allacciate col fil di ferro, durante la fuga ha mangiato ciò che la natura offriva o ciò che qualche contadino coraggioso gli dava. Ogni volta che vado in giro per un bosco e mi sento un po' stanco dopo un'ora di cammino, penso a lui ,alla sua forza e al suo coraggio

  • @lastoriainminiatura7032
    @lastoriainminiatura7032 Před 2 měsíci

    Grazie come sempre, una mia considerazione: militari e un ottimo esempio di ufficiali, in un paese però che si dimentica di loro troppo spesso

  • @diegodormetta5006
    @diegodormetta5006 Před 2 lety +1

    Mio padre, 1924, IMI vicino a Mathausen, poi a Vienna in una fabbrica di materiale aeronautico. Liberato dalla Armata Rossa nel '45. Non raccontava se non pochissimi particolari. Quando tornò a casa la sua fidanzata, mia madre, non lo riconobbe.

  • @giampieroprevidi6575
    @giampieroprevidi6575 Před 3 lety

    Video bellissimo uno dei più educativi forse il più educativo mai visto sinora. Complimenti vivissimi

  • @jeanjeudi6364
    @jeanjeudi6364 Před 2 lety +1

    Mio padre è stato un prigioniero IMI e rifiutò l'adesione a Salò. Pensiamo un po' se i 2 milioni di soldati italiani còlti dall'armistizio avessero fatto fronte comune contro i tedeschi. Probabilmente non sarebbero riusciti ad invadere l'Italia. Come ci disse un mio professore negli anni '70 che era stato ufficiale durante la guerra, se nel bollettino dell'armistizio Badoglio avesse aggiunto categoricamente: - la guerra continua contro i TEDESCHI e non un vago accenno " da qualsiasi altra provenienza" , probabile che l'Italia non sarebbe stata invasa, oltre agli uomini e mezzi nazisti che erano già presenti.

    • @minotaurus91
      @minotaurus91 Před rokem

      Badoglio era un codardo, temeva la (prevedibile) reazione tedesca e non voleva compromettersi troppo nel caso fosse stato catturato dai nazisti.

  • @antonellaromano
    @antonellaromano Před 3 lety +7

    La pillola di oggi è particolarmente toccante; in tanti, hanno lasciato commenti dove raccontano di familiari che hanno vissuto l'atroce esperienza dell'internamento. Ho avuto anch'io in famiglia dei parenti che sono rimasti travolti dall'armistizio e non hanno raccontato, se non per grandi linee, quell'orrore. Siccome adoro gli epistolari ed i diari, nel tempo ho acquistato alcuni libri, con le testimonianze dirette di quel tremendo periodo; mi è rimasto particolarmente impresso questo libro: "Una povera cosa inutile: storia e diario di prigionia dell'IMI Andrea Aschieri (Stablack 1943 - Zeithain 1944). Per non dimenticare, chi per sventura anagrafica, si trovò a vivere e morire, in uno dei più crudeli momenti della storia umana.

    • @orsociondolone1237
      @orsociondolone1237 Před 3 lety +2

      Mio nonno materno era del 1909 e a quel che mi dice mia madre fu fatto prigioniero, non so da chi, e mandato nei paesi baltici da dove tornò quasi per un miracolo ma si rifiutò di raccontare le sue peripezie e le sue peregrinazioni. Non so se dovette finire il periodo di ferma, ma negli anni 70 lo Stato si ricordò di lui e di quelli che come lui avevano fatto la guerra ed erano dipendenti della PA, e nel 1973 andò in pensione con quello che fu chiamato scivolo, ma non fu fortunato, lasciò il lavoro nel giugno 1973 e fu ricoverato per un infarto, tornato a casa guarito morì lo stesso giorno delle dimissioni, 28 agosto 1973, nella casetta che aveva comprato per farci fare le vacanze al mare.

    • @antonellaromano
      @antonellaromano Před 3 lety +1

      @@orsociondolone1237 Le persone a cui faccio riferimento, erano cugini di mia mamma; non parlavano mai di quello che avevano vissuto, ma se capitava che il discorso fosse inevitabile, vedevi una specie di nervosismo ed un terrore che si faceva strada in loro, cambiava lo sguardo..... credo soffrissero di sindrome da shock post traumatico. Non si sono mai aperti, quelle sofferenze sono rimaste conficcate nell'anima. Odiavano i tedeschi..... Non hanno mai perdonato.... Odiavano anche il re.....

    • @antonellaromano
      @antonellaromano Před 3 lety +2

      @@fabioartoscassone9305 È possibile carissimo, al peggio non c'è mai limite..... è arrivato qualcuno a cantare le lodi delle SS....e l'efficienza delle loro divisioni....🤨🤨🤨

    • @GaiusIuliusCaesarImperator
      @GaiusIuliusCaesarImperator Před 3 lety

      @@fabioartoscassone9305..... dicevi?

    • @GaiusIuliusCaesarImperator
      @GaiusIuliusCaesarImperator Před 3 lety

      @@antonellaromano proprio a quel personaggino si riferiva Fabio....

  • @il30esimocavalierediren2
    @il30esimocavalierediren2 Před 3 lety +2

    Bellissimo video complimenti ♥️

  • @antoniov8028
    @antoniov8028 Před 2 lety

    Grazie per averne parlato........

  • @ugofch
    @ugofch Před 3 lety +1

    Bella "pillola": se non lo hai mai letto, ti consiglio "Gli ultimi 28. La storia incredibile dei prigionieri di guerra italiani dimenticati in Russia" di Francesco Bigazzi ed Evgenij Zhirnov.

  • @armandofuochi9554
    @armandofuochi9554 Před rokem

    Un abbraccio…. Sei una persona meravigliosa!!!!!!

  • @terror3vor
    @terror3vor Před 3 lety +2

    Mio nonno, classe 1919 non raccontò mai in mia presenza cosa gli accadde di preciso, sapevo solo che prima di partire il mio bisnonno si fece fare barba e capelli dal figlio, con la promessa di non tagliarsi nulla fino al suo ritorno. Prigioniero dei tedeschi, mi sembra di ricordare dissero tornò dopo 5 anni di fame. Il padre aveva barba e capelli fino alla cintola. Quando ero bambino e si andava a mangiare dai nonni non era possibile lasciare qualcosa nel piatto senza ricevere occhiatacce dal nonno. Chi ha avuto racconti più dettagliati è fortunato, tantissimi si perdono nella storia.

    • @laBibliotecadiAlessandria
      @laBibliotecadiAlessandria  Před 3 lety +2

      Grazie di aver condiviso la sua storia intanto. Si purtroppo, tante si perdono e ancora di più si perderanno col tempo

  • @mariocinque8588
    @mariocinque8588 Před 3 lety +3

    Ciao mio suocero fu protagonista nella battaglia di Cefalonia, alla fine scampò alla fucilazione, e fu fatto prigioniero, risalendo la Iugoslavia a piedi.

    • @fabiomilani8005
      @fabiomilani8005 Před 3 lety +1

      Stima totale per tuo suocero!!!

    • @fabiomilani8005
      @fabiomilani8005 Před 3 lety

      Sono esperienze che ci accomunano,anche mio nonno tornò a piedi dalla Grecia ( era al confine greco albanese)una cosa che raccontava era che ,dopo tutte le vicende del viaggio,venne denunciato ai tedeschi dai vicini di casa,il caso volle che il sergente tedesco salì da solo e mio nonno era armato.....mio nonno non andò in Germania,spero che il sergente tedesco ci sia tornato...,.

    • @laBibliotecadiAlessandria
      @laBibliotecadiAlessandria  Před 3 lety +2

      Grazie a tutti per le vostre storie

  • @sofijakeli8818
    @sofijakeli8818 Před 10 měsíci

    Mi farebbe piacere sentire (quando si parla di Georgia)la storia di Pore Mosulishvili e di Laurenti Japaridze! Grazie

  • @alessandrafontana2036

    Grazie mille!

  • @barbaramazzaglia4023
    @barbaramazzaglia4023 Před 2 lety

    Mio padre fu fatto prigioniero in Grecia subito dopo l armistizio dell' 8 settembre e fu portato in Germania a Dussendolf e lo fecero lavorare in una segheria. Mi raccontò che soffrì moltissimo la fame. Una volta un tedesco gli chiese il suo orologio e lui glielo diede in cambio di 8" filloni " di pane che per non farselo rubare dagli altri soldati , nascose dentro una buca scavata sotto il letto. Non mi rendevo conto del senso di tutto ciò, ero troppo giovane e mi sembravano cose che non aveva vissuto proprio mio padre che me le stava raccontando, ma qualcun altro. Grazie Gioele

  • @nuvolarossa7785
    @nuvolarossa7785 Před 3 lety +5

    Quella degli I.M.I. va considerata Resistenza.

    • @GaiusIuliusCaesarImperator
      @GaiusIuliusCaesarImperator Před 3 lety +2

      Assolutamente si!

    • @minotaurus91
      @minotaurus91 Před rokem

      Non solo, ma forse anche la resistenza più nobile e autentica che abbiamo avuto. E per decenni si è cercato di insabbiarla, solo perché i comunisti volevano prendersi tutto il merito. Come al solito, se non hai un partito politico che ti para il culo non conti nulla. Ma si sa, questa è l'Italia...

  • @ilariotommasi80
    @ilariotommasi80 Před 3 lety

    Grazie per queste pillole. Complimenti per la capacità affabulatoria e la moderazione nel trattare argomenti complicati e che toccano ancora i sentimenti delle persone. Mi piacerebbe sapere qualcosa in più sui militari che nel momento in cui potevano scegliere se tornare in Italia o rimanere sul posto (per es. in Russia) sono rimasti nel paese in cui erano andati a combattere, hanno cambiato nome e si sono russizzati. Grazie ancora

    • @laBibliotecadiAlessandria
      @laBibliotecadiAlessandria  Před 3 lety

      Ti ringrazio! In realtà l'armir era stata rimpatriata quasi nella sua interezza. Il resto, che io sappia, seguì il destino degli altri IMI, ma non conosco unità che si siano unite ai sovietici

    • @ilariotommasi80
      @ilariotommasi80 Před 3 lety +1

      @@laBibliotecadiAlessandria in realtà stavo seguendo il ricordo di un racconto di un mio zio che era nell'ARMIR. Mi raccontava che sia lui che moltissimi altri della sua divisione, in un momento difficile della campagna di Russia, furono salvati da contadine russe e poi si sono trovati nel momento di scegliere se rientrare nel fronte ed in Italia oppure rimanere in Russia a fare i contadini, cioè a fare la vita che facevano in Italia prima delle guerra. Mi ha sempre colpito questa parte del suo racconto in cui ricordava con nostalgia a quel momento che avrebbe potuto cambiare la sua vita. Lui scelse di rientrare, mentre moltissimi suoi amici ed altre persone della sua divisione scelsero di rimanere acquisendo un nome russo. Quindi diciamo che questa piccola storia è il frutto di scelte individuali e non di scelte strategiche militari.

    • @laBibliotecadiAlessandria
      @laBibliotecadiAlessandria  Před 3 lety

      Allora cercherò ancora, grazie!

    • @paolox2458
      @paolox2458 Před 3 lety +1

      Ciao Ilario. Mio nonno è stato in Russia, fu fatto prigioniero, si è salvato rocambolescamente per un improvviso e momentaneo cambio di fronte. Tornò talmente lesso che gli dovettero tagliare gli stivali. 2000 km a piedi fino alla Polonia a 30 sotto zero.
      Ho sempre ricercato assiduamente notizie su questi italiani 'perduti' dalle parti del Don. Non ci possono essere statistiche, si tratta di persone che hanno rapidamente imparato il russo (se non sbaglio in Unione Sovietica si parlavano 108 lingue diverse, avere una pronuncia strana era normale) e con la complicità di qualche ragazza locale (in Russia mancavano i maschi vuoi per le deportazioni e vuoi per la guerra) si sono integrati nel posto, pensando da allora solo a coltivare campi. Ho letto resoconti giornalistici degli anni '60 e '70 dove si affermava che su qualche autobus in città ucraine qualcuno gli si era rivolto sottovoce in italiano e poi era rapidamente sparito nel nulla.
      A complicare le cose c'erano già dei disertori austroungarici trentini della prima guerra mondiale, che avevano fatto la stessa cosa. Calcola anche che c'erano delle minoranze italiane dall'epoca degli zar, in Ucraina e Crimea, immigrati nell'800, poi deportati in Turkmenistan, nell'artico e altrove; quindi non doveva essere molto strano avere qualcosa di italiano, tipo un nonno.
      Non si saprà mai quanti furono, neanche approssimativamente.
      Su un libro (mi pare la strada del davai) ho anche letto che un soldato italiano durante la ritirata prese la divisa di un russo e si aggregò alle truppe sovietiche; zitto zitto. Pensa un po'

    • @ilariotommasi80
      @ilariotommasi80 Před 3 lety

      @@paolox2458 grazie per aver condiviso questa storia personale.

  • @matteopelleriti4254
    @matteopelleriti4254 Před 3 lety +1

    Spiegazione molto bene fatta, completa e oggettiva, complimenti

  • @elliottferris5929
    @elliottferris5929 Před 3 lety +3

    C 'e un ottimo museo sugli internati italiani a Roma in via Labicana,ne consiglio la visita..!

  • @alessandromerlo374
    @alessandromerlo374 Před rokem

    Gioele, ottimo lavoro. L'argomento è veramente strano e tipicamente italiano. In effetti non erano prigionieri e per i tedeschi veri e propri traditori. Ti consiglio di fare una pillola sulla repubblica sociale, di quanto più grande sarebbe stata la tragedia se non ci fosse stata. Di come l'odio di Hitler (non dimentichiamo che era austriaco) avrebbe dilagato con distruzioni di città e sterminio della popolazione.

  • @yuripalazzo3512
    @yuripalazzo3512 Před 3 lety +1

    Mio nonno è stato un soldato prigioniero dei tedeschi, non ho mai saputo come e perché ci sia finito, mio nonno è morto 2 anni prima che io nascessi. L'unica cosa che so è che tornò a casa (a Foggia) a piedi, o almeno questo è quello che mi disse mio padre. Non vedo l'ora di finire di lavorare per vedere il tuo video.

    • @laBibliotecadiAlessandria
      @laBibliotecadiAlessandria  Před 3 lety

      Grazie di averlo ricordato

    • @yuripalazzo3512
      @yuripalazzo3512 Před 3 lety

      Ho chiesto a mio padre e ho saputo almeno che era stato preso in Albania. Di più non possiamo sapere perché mio nonno, stando a quello che dice mio padre, preferiva non parlare di questi argomenti. Però di tanto in tanto veniva chiamato per cerimonie commemorative

  • @mauriziobandiera4961
    @mauriziobandiera4961 Před 3 lety +3

    mia nonna mandava pacchi a mio padre imi in germania ma non è mai arrivato niente. Per l resto bravo non hai dimenticato niente tutto collima con i racconti di mio padre, ancora complimenti.( non aderirono alla rsi perchè il giuramento che avevano fatto non era a Mussolini ma al re, e sapevano che la guerra era persa e non ne volevano più sapere)

  • @biagiopianta3969
    @biagiopianta3969 Před 2 měsíci

    alcune cose non corrispondono. Mio nonno preso prigioniero venne internato a Bukenwald per due anni. Si rifiuto di aderire a Salo. Inizio a lavorare in una fabbrica di aerei 7 su 7, 12 ore al giorno. Mangiava una sola volta al giorno. Si è vero li picchiavano, poteva uscire dal campo e si recava al paese vicino per comprare qualcosa da mangiare. Infatti veniva pagato, ma lo stipendio (poca cosa) veniva versato in una banca a Milano.A lui gli lasciavano pochi spiccioli con i quali comprava patate e grano. No, non è vero dei treni una volta liberati. mio nonno si fece a piedi da Bukenwald al paese in Basilicata a piedi.

  • @lastoriainminiatura7032
    @lastoriainminiatura7032 Před 2 měsíci

    Nel mio paese, Sermoneta, presso il cimitero comunale fino ad alcuni anni fa c'era una campanella e una targa invitava il visitatore a farla suonare, 15 rintocchi a ricordare i 15.000 italiani morti nell'Egeo

  • @michelepetrocchi
    @michelepetrocchi Před 3 lety

    Sei un grande....sia per come racconti, sia per i temi che racconti.

  • @fabiofiori6220
    @fabiofiori6220 Před 3 lety +3

    Complimenti x la pillola...io la penso come te.traditi dalla propria nazione....umiliati dall ex alleato...onore a quei soldati dimenticati da noi...

  • @wilmamilani1947
    @wilmamilani1947 Před 3 lety +3

    Mio padre classe 1916 dall’ Albania in Germania a “”lavorare “” in miniera e “”mangiare “” pelli di patate 💕in queste foto potrebbe esserci anche lui 💕È morto nel 1984 con un cancro alle ossa !!!

  • @mariadeluca7203
    @mariadeluca7203 Před 3 lety +2

    e una bella storia di veri uomini che decisero di non combattere per una follia che il totalitarismo mi è piaciuto molto anche perché ho fatto il servizio militare nella brigata Acqui ero caporalmaggiore delle trasmissioni esattamente della compagnia trasmissioni (Cefalonia) e mi ero chiesto sempre perché la mia compagnia si chiamasse così poi mano mano ho scoperto la verità ma questa pillola di storia e una pietra miliare che deve assolutamente essere raccontata

  • @andreavendrame3965
    @andreavendrame3965 Před rokem

    Questa me l ero persa. Nipote di imi anch'io, era il racconto della guera più ripetuto da mio nonno, e io che ascoltavo e riascoltato all infinito. Fu internato a hannover circa, nn sapeva neanche lui. Lavorava in ferrovia, razione giornaliera 2 fette di pane e una noce di burro, rubavano gli scarti del ristorante della srazione. Poi liberato dai sovietici, e portato in Russia, ritornò un anno dopo la fine della guerra.
    Molti scelsero la prigionia anche per motivi politici. Mio nonno , democratico, diceva che preferiva soffrire li piuttosto che combattere per nazisti e fascisti.

  • @vincenzocanta9783
    @vincenzocanta9783 Před rokem

    "Italienische soldaten, deutsche soldaten: prima amici, poi nemici!"
    Così negli anni '60 un conoscente si senti' apostrofare da un poliziotto di frontiera all'ingresso in Germania, dopo aver visto il documento di identità italiano .
    Certi ricordi della guerra erano ancora vivi, da entrambe le parti....

  • @vincenzocanta9783
    @vincenzocanta9783 Před rokem +1

    Per le genti del Nord Europa, tutto quello che sta più a Sud viene considerato comunque inferiore..ieri e oggi!

  • @gianantonioarzuffi5078
    @gianantonioarzuffi5078 Před 3 lety +4

    Mio padre classe 1923 fu fatto prigioniero l'otto settembre a Milano nella caserma Mameli del 3 reggimento bersaglieri in piazzale Suzzani. Deportato in Germania nella Renania Settentrionale-Vestfalia nel campo di lavoro come IMI presso l'industria Conti Continental TS, dove si costruivano gomme per aerei da caccia. Le condizioni di vita erano terribili, caldo opprimente nei reparti e freddo tipico del nord Germania all'esterno e nelle baracche dove dormivano . Due erano i suoi ricordi nei racconti (rarissimi) che mi faceva , la brodaglia due volte al giorno di pelli di patate e una fettina trasparente di pane nero fatto con la segatura! Il secondo riguardava un anziano magrissimo e altissimo feldwebel ( sergente) dell'organizzazione Todt che armato di un manganello picchiava impietosamente, chiunque rallentasse il ritmo di lavoro. Anche a lui fu proposto di entrare nelle truppe in via di arruolamento nella vicina Paderbon ma si rifiutò e conoscendo mio padre, non fu un atto di " resistenza" , ma credo di disprezzo nei confronti dei nostri comandanti militari di allora! Comunque quel periodo di prigionia costo moltissimo al fisico di mio padre, che infatti morì abbastanza giovane a 59 anni, uno dei tantissimi morti di fame, della seconda guerra mondiale.

    • @marcodorazio7746
      @marcodorazio7746 Před 3 lety

      Tuo padre merita il rispetto, mio e spero di moltissimi altri

    • @gianantonioarzuffi5078
      @gianantonioarzuffi5078 Před 3 lety

      @@marcodorazio7746 Il rispetto e l'orgoglio di essere suo figlio , lo ha sempre avuto . Spero di rivederlo ancora nell'altro " mondo ".

    • @laBibliotecadiAlessandria
      @laBibliotecadiAlessandria  Před 3 lety

      Grazie di averlo raccontato. E' incredibile pensare che sopravvissero 2 anni cosi

  • @alaimomelloni3715
    @alaimomelloni3715 Před 3 lety +4

    Grazie ...uno degli IMI era mio PAPÀ

  • @michelepetrocchi
    @michelepetrocchi Před 3 lety +2

    Ci provo a richiederti una miniserie sul "rapporto" tra destra e sinistra dall'8 settembre fino ad oggi o almeno fino agli anni di piombo

    • @minotaurus91
      @minotaurus91 Před rokem

      "Destra" e "sinistra" non vogliono dire niente, sono etichette senza significato che servono solo a confonderci ancora di più le idee. Piuttosto si dovrebbe parlare di ideologie politiche e di partiti, allora sì che il discorso diverrebbe più chiaro e comprensibile.

  • @flowre1981
    @flowre1981 Před 2 lety +1

    mio nonno classe 1920 di un paesino del sud fu spedito alla colonia etiope nel 38, combatteconto i ribelli li e poi fu spostato in Tripolitania da li combatte el alamen per poi ritornare in italia ed appogiare i liberatori

  • @claudiocamporesi1659
    @claudiocamporesi1659 Před 3 lety +3

    Grande Pillola ( direi che questa e’ quasi una flebo).
    Mi soffermerei su di un aspetto della questione : la maggior parte di questi soldati era nata o comunque stata educata sotto il Fascismo. La figura del Duce era , salvo rari casi , ritenuta infallibile ed indiscutibile.
    Furono gli eventi bellici dal 1941 in poi a far cambiare idea : la evidente impreparazione , le sconfitte cocenti , la manifesta inferiorita’ nei confronti non solo del “ nemico” , ma anche e soprattutto nei confronti degli “ alleati” teutonici causarono un disamore diffuso. Cui , ovviamente , si aggiunse la mai celata diffidenza nei confronti della “ razza eletta” .
    Complimenti.

  • @barbaraperasti7301
    @barbaraperasti7301 Před 2 lety +1

    Grazie infinite per questa pillola! ❤ Mio Nonno, ufficiale nell 'Esercito Italiano, è finito in Polonia..lì, conoscendo le lingue, è stato presto "arruolato " come traduttore..ma per i 2 anni che è stato in prigionia, ha sempre cercato di proteggere e aiutare i suoi "ragazzi ", consigliando loro anche di tornare in Italia, a qualsiasi costo..Anche sotto la Repubblica Sociale..Dopo la Guerra, tanti lo hanno cercato e ringraziato..gli altri morivano di tifo e malnutrizione a migliaia

    • @laBibliotecadiAlessandria
      @laBibliotecadiAlessandria  Před 2 lety +1

      Grazie di averne condiviso la storia

    • @barbaraperasti7301
      @barbaraperasti7301 Před 2 lety

      @@laBibliotecadiAlessandria Grazie infinite a Te! Ho cercato di essere concisa e breve, ma là storia di prigionia di Nonno ha tanti aspetti, molto molto significativi ❤

  • @luidbii4045
    @luidbii4045 Před 3 lety

    Mio nonno dopo il campo di lavoro forzato in Germania riuscì a scappare grazie all'aiuto di una famiglia tedesca ebbe pure un figlio in Germania che non ha più visto dopo essere riuscito a tornare a casa. Grazie per questa pillola mi ha fatto pensare a mio nonno ed al suo amore per la nostra Patria.

  • @brodoliniquarte
    @brodoliniquarte Před 2 lety

    Grazie mille...mio padre, classe 1915, dopo la campagna di Albania e poi di stanza in Grecia ad Icaria, fu preso prigioniero dai tedeschi;tornò a casa che pensava 48 kili, suo padre non lo riconobbe. Solo negli ultimi anni della sua vita mio papà riuscì a raccontare cosa aveva subito. Lui lavorava a costruire rotaie per i tedeschi, sotto i bombardamenti alleati...mai si fece convincere ad arruolarsi nella Wehrmacht, eppure al suo ritorno non ebbe mai i privilegi che ebbero i partigiani. Anche questa, purtroppo, è storia...

  • @cosimoorsano8326
    @cosimoorsano8326 Před 3 lety

    Grazie grazie con queste notizie mi sento molto più ITALIANA. FIERA Giovanna 60 anni

  • @MrGennarosica
    @MrGennarosica Před 2 lety

    Grazie

  • @vincenzocanta9783
    @vincenzocanta9783 Před rokem

    I treni con carri bestiame circolarono a lungo anche da noi, anche nel dopoguerra, fin quasi al 1950....

  • @alaincanalis1162
    @alaincanalis1162 Před 2 lety

    Per favore puoi raccontare la storia dei soldati italiani ((credo nel 43, mio padre c'era)) appena sbarcati in Africa e subito fatti prigionieri dagli alleati. Anche quella è una storia tragica dei nostri poveri soldati di quel tempo.....Mi pare ci fosse pure Fausto Coppi, stessa classe di mio padre.....

  • @hastequick1618
    @hastequick1618 Před 3 lety +1

    Un destino triste in ogni caso.

  • @ariannatrapani5824
    @ariannatrapani5824 Před 3 lety

    Odio fare commenti che non riguardino il video ma, in effetti (LOL), non so quale sia la sede adatta per suggerire temi per possibili video. Sto guardando una bella serie della Rai, anno 1990, che si chiama "La mia guerra" (che tra l'altro consiglio per il numero di documenti dell'Istituto Luce e i testimoni diretti in studio), che ha suscitato una serie di desideri di approfondimento di alcuni temi "di costume" diciamo così, collaterali alla Storia con la S maiuscola ma perfettamente in linea con quella inaugurata dagli Annales di Bloch

  • @Dylon_gog
    @Dylon_gog Před 3 lety +1

    Mi immagino quanti commenti manchino all'appello sotto questo video poiché i nonni di questi spettatori virtuali sono morti durante la guerra senza lasciare discendenti.

  • @Cruci96
    @Cruci96 Před 3 lety +2

    domanda, cosa accadde ai soldati italiani in Cina? non se ne parla praticamente mai ma Tientsin era italiana

    • @andreacividino313
      @andreacividino313 Před 3 lety +2

      Mio zio Davide era uno di quei Maro' del S. Marco, morì nel 40 per un incidente al poligono. So che vennero fatti prigionieri dai giapponesi ma molti riuscirono a fuggire rocambolescamente nei mari del sud... in generale fu una prigionia piuttosto dura....

    • @paololavezzo7037
      @paololavezzo7037 Před 3 lety +1

      Furono catturati e inviati nei campi di concentramento terribili del Giappone.

    • @andreacividino313
      @andreacividino313 Před 3 lety +1

      @All Battlefield games onestamente non ne so nulla ma ovviamente un mitra come il MAB38 fece gola a chiunque ci mettesse le mani sopra...👍

    • @andreacividino313
      @andreacividino313 Před 3 lety +1

      @All Battlefield games anche ai tedeschi... lo apprezzarono moltissimo : leggero, potente, preciso... non semplice la manutenzione ma i risultati erano superlativi nonostante i caricatori più comuni fossero da 20 colpi... altro che l MP40....