“I Diavoli neri. La vera storia della battaglia di Mogadiscio” di Paolo Riccò
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- čas přidán 19. 09. 2020
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In questo racconto serrato e partecipe, il generale Riccò, attuale comandante dell'Aviazione dell'esercito, nonché Medaglia di Bronzo al Valor Militare per il coraggio dimostrato a Mogadiscio, ricostruisce attraverso documenti e testimonianze inedite la vera storia di quei tragici giorni, svelando i particolari di una vicenda i cui aspetti non sono ancora stati del tutto resi noti.
«2 luglio 1993. Il contingente partito dall'Italia e sbarcato a Mogadiscio per una missione di pace si ritrovò di colpo in guerra. Era formato in gran parte da ragazzi di vent'anni o poco più che si erano offerti volontari per la missione. Io ero lì con quei ragazzi. Non avevo ancora compiuto trent'anni ma a differenza loro ero un soldato di professione, un capitano di fresca nomina al comando di una compagnia di paracadutisti della Folgore, i Diavoli Neri.»
Sono ormai passati più di venticinque anni da quel 2 luglio 1993, il giorno della battaglia di Mogadiscio tra le truppe italiane e i ribelli somali. Ma il ricordo di quegli scontri è ancora vivo nella memoria di tutti, non solo di chi lo ha vissuto in prima persona come il generale Paolo Riccò. Conosciuta anche come la battaglia del checkpoint «Pasta» e ricordata per essere stata la prima che ha visto impiegati i militari dell'esercito italiano dalla fine della Seconda guerra mondiale, fu uno scontro molto cruento in cui persero la vita tre soldati italiani e moltissimi altri furono gravemente feriti. La XV compagnia paracadutisti «Diavoli Neri», grazie al durissimo addestramento a cui li aveva sottoposti il loro capitano, il generale Riccò, fu l'unica compagnia in grado di rispondere all'attacco delle milizie somale.
Acquistato e letto per bene tutto in un fiato. Questi sono i Comandanti ed i Soldati che il nostro Esercito merita. Le star da cerimonia avrebbero da cambiar mestiere. Ad Maiora! 🖤🟩⬜🟥🖤 E aggiungo, Ferrea Mole, Ferreo Cuore 🟦🟥!
La fierezza delle parole espressa da Comandanti che non hanno esitato . Perché se è vero che “ Si diventa vecchi soldati stando lontani dalle fucilate” è altrettanto vero che diventano Grandi Comandanti ,coloro i quali rischiano la pelle con e per i loro uomini. Onore 🇮🇹.
Grande Comandante!!!! Ha detto bene noi purtroppo aspettiamo troppo tempo,sempre per evitare danni collaterali fino al rischio della propria vita!
Orgogliosi di Voi!
onore al gen. Riccò e a tutti i suoi uomini.
Grazie per la testimonianza!
Grande Paolo, onorato di averti fatto da istruttore quando hai scelto di diventare Pilota dell'AVES.
Ieri ho scritto un commento complessivo sulla vicenda che esprime un po' il mio sentimento, anzi un misto di sentimenti suscitati dal libro. Ma c'è un punto ben più importante che ci tenevo a sottolineare e che va al di là di quella singola vicenda.
Libro eccezionale, a distanza di anni ancora mi commuovo rivivendo lo spirito della Folgore, e il dispiacere per aver seguito gli eventi ormai da civile, mi ha fatto molto piacere leggere anche i nomi di alcuni comandanti che ho avuto al 185^ qualche anno prima, quando feci la mia leva come artiglierie paracadutista.
Non si può andare in guerra con delle regole d'ingaggio...soprattutto con guerriglia urbana come Mogadisho
Grazie al vostro sacrificio. Onore a tutti voi. Cap.le art. Chiocchi !!!
Ho letto il libro...eccezionale. incredibile la storia del 2 luglio e la corsa con la campagnola senza pneumatici per salvarsi
E' un piacere sapere che ci sono uomini come voi. Orgoglioso, una volta di più, di aver fatto parte della Brigata Folgore!
Libro molto bello , intenso , vero . In alcuni passaggi sembra la sceneggiatura , gia' scritta per un film . Complimenti .
Proprio in quel periodo prestavo servizio di leva presso la Brigata Folgore , onori ai nostri caduti 3°/'92 sempre presente !!!
Carissimo Generale sappiamo bene come sono le leggi italiane in territorio italiano, ma il contesto dove ci si trova, (in zona di guerra) cambia perchè anche se si va in missione di pace è pur sempre un area di guerriglie dove bisogna imporre anche con la forza le leggi, non si può aspettare che la persona armata, che si ha di fronte spari per prima basta imporgli di lasciare l'arma e se non accettà sarà un problema suo cosi' siamo stati addestrati. il dialogo viene dopo il disarmo! Buon lavoro Generale.
ONORE ai nostri Grandi Soldati
Io ero piccolo vivevo a Mogadiscio vicino la zona dove il generale sta raccontando ……
Grande Intervista, complimenti!
Le regole di ingaggio hanno causato i nostri morti le nostre regole di ingaggio consistono nel non agire a farsi ammazzare ma che regole sono ,a cosa servono ?????