Vera Gheno "Chiodi" Agota Kristoff

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  • čas přidán 22. 08. 2024
  • Fonte:
    www.spreaker.c...
    Vera Gheno
    traduttrice, con Fabio Pusterla di
    "Chiodi"
    Agota Kristof
    Edizioni Casagrande, Bellinzona
    www.edizionicasagrande.com
    Quando nel 1956, poco più che ventenne, Agota Kristof fugge dall’Ungheria con la sua bambina di quattro mesi, oltre che dal paese dell’infanzia si separa dai quaderni che raccolgono le sue prime poesie.
    Il dispiacere per la perdita di quei versi spinge l’autrice a riscriverli così come se li ricorda e forse a reinventarli. Negli anni, Kristof compone altre poesie, sia in ungherese che in francese, la sua nuova lingua, e poco prima di morire esprime il desiderio di vedere raccolte tutte queste poesie in un libro. Il desiderio si avvera nel 2017, quando le Éditions Zoé le pubblicano in un’edizione bilingue ungherese-francese, e si avvera oggi anche in italiano, grazie alle versioni di Vera Gheno e di Fabio Pusterla.
    I temi di questi componimenti sono quelli ben noti ai tanti e fedeli lettori dei romanzi e dei racconti di Agota Kristof - lo smarrimento, la perdita, l’esilio, il ricordo dell’amore, l’attesa, il desiderio - ma qui, nell’immediatezza della poesia, sembrano raggiungere un grado di intensità ancora maggiore.
    Chiodi
    Sopra le case e la vita
    nebbia grigia lieve
    con le foglie a venire
    degli alberi nei miei occhi
    aspettavo l’estate
    più di tutto
    dell’estate amavo la polvere la bianca
    calda polvere
    insetti e rane vi morivano soffocati
    se non cadeva la pioggia
    per settimane
    un prato e piume viola sul prato
    crescono
    gli uccelli il collo dei pozzi
    il vento stende sotto una sega
    chiodi
    puntuti e smussati
    chiudono porte montano grate
    tutt’attorno sulle finestre
    così si edificano gli anni così si edifica
    la morte
    Ti aspettavo
    Ti aspettavo in fondo alla strada nella pioggia
    andavo a capo chino ti vedevo lo stesso
    ma non riuscivo a sfiorarti la mano
    Ti aspettavo su una panchina le ombre degli alberi
    cadevano sulla ghiaia fresca
    come anche la tua ombra mentre ti avvicinavi
    Ti aspettavo una volta di notte sul monte
    crepitavano i rami quando li hai scostati
    dal tuo viso e mi hai detto che non potevi restare
    Ti aspettavo a riva con l’orecchio incollato
    a terra sentivo il tonfo dei tuoi passi
    sulla sabbia morbida poi si fece silenzio
    Ti aspettavo quando arrivavano i treni lontani
    e le persone tornavano tutte a casa
    mi hai fatto un cenno da un finestrino il treno non si è fermato
    IL POSTO DELLE PAROLE
    ascoltare fa pensare
    www.ilpostodelleparole.it

Komentáře • 1

  • @anedone22
    @anedone22 Před 6 měsíci +3

    Mi permetto di lasciare qui un mio piccolo tributo alla Kristòf
    czcams.com/video/Ot1TGex2QWo/video.htmlsi=kBUSpyVXec5uDskF