Husserl - 1. La fenomenologia

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  • čas přidán 10. 02. 2024
  • La prima di una serie di tre lezioni dedicate alla fenomenologia di Husserl e risalenti al novembre 2020, nel quadro di un corso di filosofia contemporanea all'Università di Venezia. In questa prima lezione vengono esposte le tesi filosofiche fondamentali di Edmund Husserl.

Komentáře • 26

  • @romeosciommeri2500
    @romeosciommeri2500 Před 3 měsíci +2

    Grazie. Mi sembra di capire per la prima volta qualcosa di Husserl, grazie a Lei. Certamente per carenza da parte mia quando ho ascoltato lezioni di altri, ma anche per Sua competenza ed efficace capacità didattica. Queste Sue tre lezioni mi sono state preziose, anche perché nel capire qualcosa di Husserl ho anche capito qualcosa di più di un discorso di Buddha che una ventina di anni fa mi costrinse a leggere più volte il passo che ora Le riporto, affascinato ma senza capirci molto soprattutto delle ultime parole.
    "” Allora, Bahiya, dovrai esercitarti così: In ciò che è visto ci sia solo ciò che è visto. In ciò che è sentito ci sia solo ciò che è sentito. In ciò che è percepito ci sia solo ciò che è percepito. In ciò che è conosciuto ci sia solo ciò che è conosciuto. Così devi esercitarti. Quando per te ci sarà solo ciò che è visto in ciò che è visto, solo ciò che è sentito in ciò che è sentito, solo ciò che è percepito in ciò che è percepito, solo ciò che è conosciuto in ciò che è conosciuto, allora, Bahiya, non sarai più in relazione con quello. Quando non sarai più in relazione con quello, non sarai più in quello. Quando non sarai in quello, tu non sarai né qui né al di là, né in entrambi o fra loro due. Proprio così è la fine della sofferenza.” (Udana 1.10)

  • @Gabric_123
    @Gabric_123 Před měsícem

    grazie Professor Cortella, veramente molto chiaro. Ho già studiato due Introduzioni alla fenomenologia (De Monticelli e Costa), è utile avere conferme e spiegazioni tecniche e chiare.
    un commento: indipendente dal valore assoluto della fenomenologia (non sono un filosofo professionista), credo che l'approccio di sospendere il giudizio (per vedere il problema), sia un metodo potente per vedere senza pregiudizi. mi pongo in ascolto, guardo ai fenomeni (definisco il problema ) e solo successivamente posso ragionare con strumenti scientifici...

  • @carpetcrawlers66
    @carpetcrawlers66 Před měsícem

    Grazie Professore.
    Lezione magistrale

  • @adminluca
    @adminluca Před měsícem +1

    Nonostante le fondamentali differenze tra il pensiero di Husserl e quello di Hegel (soprattutto la contrapposizione tra assoluto concettualmente mediato ed assoluto "immediato") sembra che ci siano notevoli punti in comune tra i due. Entrambi concepiscono la filosofia come episteme, cioè come scienza rigorosa ed optano per un recupero della tradizione greca. Entrambi sono fortemente critici di quella che percepiscono come una tendenza relativistica della loro epoca (le filosofie romantiche dei "colpi di pistola" in Hegel e lo storicismo in Husserl), e si sono formati in un ambiente postkantiano/neokantiano. Entrambi sono critici delle interpretazioni "psicologistiche" del kantismo e tentano un superamento tanto del realismo ingenuo o rappresentativo quanto dell'idealismo soggettivo. Inoltre il tardo Husserl dedica pagine importanti al tema dell'intersoggettività, il che lo avvicina ancora di più ad Hegel.
    Eppure non mi risulta che Husserl si sia mai confrontato direttamente e criticamente con le opere di Hegel o con i suoi successori (marxisti o neohegeliani a lui contemporanei). Mi chiedo quindi se e quanto Husserl fosse consapevole di questa vicinanza, ma soprattutto mi chiedo: come mai l'hegelismo, se si esclude il marxismo che però per buona parte della sua storia sembra aver preso le distanza dal "trascendentale", ha avuto nella filosofia del Novecento una fortuna tutto sommato modesta, con correnti neohegeliane che sembrano essere quasi solo dei "sentieri interrotti" nella storia della filosofia, mentre invece la fenomenologia husserliana sembra essere un po' lo sfondo (anche critico) in cui hanno operato Heidegger, Sartre, Derrida ed altri giganti del Novecento? Come mai la critica alla filosofia intesa come episteme sembra privilegiare Husserl come bersaglio e quasi mai Hegel, che anzi diventa paradossalmente un alleato di autori considerati "relativisti", come Derrida ed i vari pragmatisti e neopragmatisti americani? Anche la filosofia hegeliana è stata oggetto di forti critiche (Schopenhauer, Kierkegaard ecc...), ma il progetto di Husserl non sembra nè voler continuare esplicitamente il progetto hegeliano né rispondere ai suoi vari critici.
    Senza voler esagerare con i tentativi di trovare per forza una "logica" nella storia della filosofia, spesso questi tentativi danno buoni frutti e c'è un senso di continuità e consequenzialità tra Cartesio ed Hegel passando per Kant, ma anche tra Hegel e Marx e da Marx ad Habermas. Allo stesso modo c'è un forte senso di continuità che da Husserl arriva fino a Derrida passando per Heidegger e Sartre. L'apparente discontinuità che separano Hegel ed Husserl invece mi colpisce molto. Eppure sono entrambi autori tedeschi con le stesse influenze di fondo, con tutto sommato gli stessi obiettivi e separati da meno di un secolo. Questa discontinuità fornisce (dico dal punto di vista dello "studente") al pensiero di Husserl un sapore anacronistico, come se il grande tentativo di fare episteme con la filosofia si fosse non solo già consumato un secolo prima, ma fosse anche già stato ampiamente criticato dalle varie correnti irrazionalistiche. Husserl non sembra (non in modo sufficientemente ampio, almeno) confrontarsi con il suo più importante predecessore e di conseguenza nemmeno prova a difendere la fenomenologia da quelle critiche che, pur essendo critiche ad Hegel, potrebbero essere fatte valere anche come critiche ad Husserl ed a qualsaisi progetto analogo. Ammesso che le considerazioni fatte siano corrette, questo è un limite del procedere logicamente (o hegelianamente) in storia della filosofia, oppure ci sono effettivamente delle ragioni storiche e filosofiche per questa apparente discontinuità?

  • @alessionappi
    @alessionappi Před 3 měsíci

    Carissimo professore, è un piacere poterla ascoltare a distanza di oltre 20 anni, allora studente del corso di storia della filosofia contemporanea. Spero possa continuare con questi video di grandissima qualità, che utilizzerò con i miei studenti.

  • @martinoazzolini1548
    @martinoazzolini1548 Před 2 měsíci +2

    Gentile Professore, le sue lezioni sono di una chiarezza e profondità rara. Mi stavo chiedendo se esistono lezioni universitarie, da lei tenute, su Heidegger e se lei è nella possibilità di poterle pubblicare su CZcams. Grazie. Cordiali saluti

    • @luciocortella6131
      @luciocortella6131  Před 2 měsíci +2

      È in programma. Comincerò con un video su Essere e tempo, ma ho troppi impegni nel mese di aprile per poterlo editare con cura. Arriverà.

  • @fabrizioarvat1141
    @fabrizioarvat1141 Před 3 měsíci

    Lezione di una chiarezza veramente efficace. Quindi se ho capito bene ciò che Husserl mette in luce è il fatto che ogni fenomeno che cogliamo, posta la riduzione fenomenologica, si mostra ma lo fa sempre in relazione allo sfondo, quindi ai rapporti relazionali con tutti gli altri fenomeni che appaiono e quelli che non appaiono alla coscienza in quanto mondo. L'essenza quindi non è più una sostanza stabile ed invariante in modo platonicamente inteso, ma si trasforma, cambia come relazione della parte al tutto come insieme sue parti con cui è in relazione. L'invariante è la stessa coscienza trascendentale, che in quanto tale, è la condizione di possibilità del darsi dei fenomeni in quanto suo fondamento extramondano in quanto Essere finito non riducibile al piano mondano degli enti.
    L'invariante è sempre sottomesso alla temporalità ed al contesto dello sfondo che lo ospita, ad esempio un triangolo in quanto tale ha determinata essenza come ad esempio la somma degli angoli che hanno sempre come somma 180°, però come oggi sappiamo questa è valida solo in certo tipo di geometria, quella euclidea ed non nelle altre possibili. Se ho capito bene la questione.

  • @evanbattistel797
    @evanbattistel797 Před 4 měsíci

    Grande prof! Come si dice? Allievo una volta, allievo per sempre! Da uno dei suoi, appunto, tanti allievi

    • @luciocortella6131
      @luciocortella6131  Před 4 měsíci +1

      E questi video, pur con tutti i limiti del "mezzo", sono anche un modo per mantenere vivi i contatti con tanti miei vecchi e nuovi studenti.

    • @antoniosansone4599
      @antoniosansone4599 Před 4 měsíci +1

      Complimenti ! Non sono stato un Suo allievo fisicamente, avendo studiato altrove, ma lo sono idealmente visto che leggo i Suoi libri. Spero che pubblicherà dei video su Kant, Nietzsche e Heidegger.
      Grazie !

  • @enricof27
    @enricof27 Před 4 měsíci

    50:49 considerazione conclusiva (provvisoria)

  • @enricof27
    @enricof27 Před 4 měsíci

    “L’assoluto è il vedere” 47:25 una considerazione critica

  • @paolocristiano6848
    @paolocristiano6848 Před 6 hodinami

    E' la Gestalt.

  • @pensallegro
    @pensallegro Před měsícem +1

    A me sembra che confonda il noumeno kantiano con la verità oggettiva di un fenomeno: dire che un sostrato oggettivo (noumeno) possa essere interpretato in vari modi (Husserl) anzichè in un modo soltanto (Kant) non vuol dire affatto che tale sostrato oggettivo (che è l' oggetto materiale in sè) non esista. Non è dunque vero, come lui sostiene, che secondo Husserl non c' è il noumeno, perchè Husserl non nega affatto la presenza di un sostrato oggettivo dietro un certo fenomeno (anzi lo ammette esplicitamente!), bensì afferma che l' interpretazione di tale sostrato è soggettiva, anche se in ultima analisi non nega l' esistenza di una verità interpretativa ultima magari irraggiungibile (l' orizzonte di Socrate) ma a cui si tende col susseguirsi delle varie "evidenze adeguate" (terminologia husserliana).

    • @luciocortella6131
      @luciocortella6131  Před měsícem +1

      Non vi è in Husserl alcuna traccia di "noumeno", né di "sostrato oggettivo dietro al fenomeno". Ciò che Husserl chiama "oggetto intenzionale" (e che è sempre "più di quel che in ogni momento singolo c'è di esplicitamente inteso" [Meditazioni cartesiane, II] ) e che è "il prolungamento reale o possibile della percezione", è costituito solamente da "potenzialità implicite nelle attualità coscienziali". Si tratta di ciò che viene da lui definito "orizzonte" (a anche "sfondo"). Non è perciò un oggetto trascendente la coscienza (ovvero ulteriore rispetto al fenomeno). Da ciò la conclusione che egli ne trae: "La fenomenologia è per ciò stesso idealismo trascendentale, seppur in un senso essenzialmente nuovo" [Meditazioni Cartesiane, IV]. E dopo aver scartato l'idealismo hegeliano (per il suo carattere deduttivo), prende le distanze anche dal noumeno kantiano in questo modo: "Né la fenomenologia è ancora un idealismo di tipo kantiano, che crede di poter mantenere aperto, almeno come concetto limite, un mondo di COSE IN SÈ". Si tratta di idealismo (senza cosa in sé né sostrato) perché "l'ego in virtù della sua propria essenza costituisce in sé anche un altro, un essere "oggettivo".
      Vi è poi un secondo senso con cui Husserl intende l’oggetto ed è la sua costituzione intersoggettiva. In altri termini possiamo parlare di oggetti in quanto noi tutti li abbiamo costituiti: è “l’intersoggettività universale in cui si risolve TUTTA l’obiettività, TUTTO CIÒ CHE È IN GENERALE” [Crisi delle scienze europee, III]. Il grande problema husserliano (com'è possibile che noi crediamo in un mondo oggettivo trascendente la coscienza quando propriamente vediamo solo fenomeni immanenti?) viene risolto con il rinvio all'intersoggettività trascendentale. Ma neppure questa via ci autorizza a parlare di sostrato o di noumeno.

    • @pensallegro
      @pensallegro Před měsícem

      @@luciocortella6131 grazie professore della splendida risposta, grazie alla quale ho letteralmente capito la filosofia di Husserl.

    • @pensallegro
      @pensallegro Před měsícem

      @@luciocortella6131 Continuando a riflettere:
      anche qualora il fenomeno fosse privo di sostrato (dunque in seguito alla sospensione del giudizio sulla realtà si scoprisse che non aveva ragione Kant e che magari stiamo vivendo ad esempio un sogno senza accorgercene) rimarrebbe la domanda: DI CHE "STOFFA" È FATTO IL FENOMENO (che sia fenomeno onirico o meno)? Qualcuno risponderebbe che come la coscienza il fenomeno è di natura quantistica, ma anche in tal caso, le chiedo se si potrebbe asserire che i "quanti" in questione siano sostrati del fenomeno essendo in tal caso il fenomeno un modo di interpretare tale aggregato di quanti.
      Similmente, se fossimo frutto di una simulazione al computer, i bit del computer non sarebbero il sostrato del fenomeno IN QUANTO MATTONI COSTITUTIVI DEL FENOMENO?
      Sto praticamente proponendo una concezione di sostrato corrispondente alla stoffa costitutiva del fenomeno, il che sarebbe compatibile sia con la sospensione del giudizio sul mondo (ma non sul fenomeno, che viene dato come evidentemente esistente) operata da Husserl sia con l' evidenza di un sostrato al fenomeno.

  • @enricof27
    @enricof27 Před 2 měsíci

    Si deve sospendere il giudizio sull’esistenza del mondo #Εποχή 29:55

  • @paolocristiano6848
    @paolocristiano6848 Před 6 hodinami

    Questo Husserl era un relativista. Tutto già confutato da Aristotele.

  • @paolocristiano6848
    @paolocristiano6848 Před 6 hodinami

    Un motore a scoppio non funzionerá mai con la fenomenologia.

  • @paolocristiano6848
    @paolocristiano6848 Před 2 měsíci

    In realtà quando vedi un albero non sai cosa stai vedendo.... E' puro relativismo.

    • @luciocortella6131
      @luciocortella6131  Před měsícem

      Confondere la fenomenologia di Husserl (forse l'ultima grande filosofia con pretese di assolutezza) con il relativismo vuol dire non averla capita per niente. Mi dispiace: proprio per niente.

  • @paolocristiano6848
    @paolocristiano6848 Před 6 hodinami

    E' una filosofia sterile.