Gubbio 2015 - “Casa sotto la Ripa”, poesia di Umberto Marvardi dedicata ad Aldo Ajò.
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- čas přidán 27. 03. 2020
- La Casa sotto la Ripa è incastonata in modo inconfondibile nello splendido scenario della nostra città.
Muta di colore con il mutare delle stagioni: la maglia di vite americana che la riveste diventa verde, rossa, bruna, a seconda del tempo.
Questa caratteristica dimora è stata l’abitazione del ceramista, pittore e poeta eugubino Aldo Ajò, la cui arte originalissima ha dato il via a un nuovo modo di plasmare la materia nel periodo centrale e più fecondo del “secolo breve”.
In questa bellissima casa tutto è rimasto immutato e uguale: il salotto con le ceramiche sparse qua e là e i dipinti appesi, il bagno dove addirittura le mattonelle sono state create da Ajò, gli specchi e i letti con particolari in ceramica, la toletta, i lampadari, finanche le maniglie delle porte e di un mobile.
E nel laboratorio attiguo alla casa ancora si possono osservare i colori nei piattini su tavoli da lavoro, la sua seggiola, che usava quando era intento all’opera, i ripiani degli scaffali stracolmi di oggetti da finire rimasti lì come se l’artista dovesse tornare da un momento all’altro per portarli a compimento. In questa casa si respira cultura.
E non si fa molta fatica a immaginare riunioni e appassionanti colloqui con le grandi personalità che l’hanno frequentata, a partire da Ungaretti.
Una poesia, “Casa sotto la ripa” di Umberto Marvardi e un “monumento” minore della nostra città, la casa laboratorio di Aldo Ajò.
Questo accostamento per rispondere al progetto promosso dalla Treccani dal titolo “Il paesaggio: pensa, guarda, pensa, posta”. Alla scoperta del patrimonio culturale nascosto.
Il video che ne è scaturito è un breve viaggio emozionale attraverso le magiche stanze della “Casa sotto la Ripa” dove i ragazzi della scuola Mastro Giorgio-Nelli hanno toccato con mano, fin negli aspetti più reconditi, la profonda umanità di un grande personaggio, interprete significativo dell’arte e della cultura.
Le umili forme viventi animali e vegetali nei lavori di Ajò sono interpretate da Marvardi come una sorta di avvicinamento al soprannaturale e una preghiera a Dio.
Un grazie particolare va ai ragazzi della classe 3E della Scuola “Mastro Giorgio-Nelli” di Gubbio, anno 2015 e alla Prof.ssa Anna Maria Menichetti per avermi dato l’opportunità di collaborare al loro interessante progetto.
Grazie Gianloremzo, bello, anche per le immagini ormai rare!