Gubbio, la meraviglia dell'alzata dei ceri

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  • čas přidán 16. 05. 2018
  • Mi è capitato per la prima volta ieri di vederla dal vivo, anche se ne avevo sentito molto parlare e avevo visto filmati e foto e letto molto. Però è un'altra cosa vivere lì la Festa dei ceri di Gubbio, mischiarsi a quei colori e alla gioia di vivere che pulsava in ogni angolo della cittadina, ascoltare le grida della folla ad ogni gesto millenario. E' bellissimo e impressionante, come le case che si spalancano quel giorno per amici e conoscenti a libare e bere insieme come se la festa fosse sempre nuova, ogni volta una sorpresa. So che accade in altre città (a Siena con il Palio sicuramente), e ognuno di questi appuntamenti intorno a cui gira tutto l'anno, ha radici forti piantate nella storia e nell'anima dell'Italia. I ceri di Gubbio non hanno mai mancato un solo 15 maggio in tutta la loro storia, che inizia con la morte di Sant'Ubaldo, vescovo della città, nel dodicesimo secolo: non c'è stata disavventura o tragedia della storia che le siano state di impedimento. Quando gli uomini erano in guerra, toccò alle donne alzare i ceri e farli correre per le strade di Gubbio. Dentro quella festa c'è popolo, c'è anima, c'è storia, c'è il senso del proprio destino, rapporto con l'infinito, la radice cristiana di questo popolo. Ci pensavo tornando al giornale, mentre mi arrivavano le ultime notizie sulla confusa gestione del dopo voto del 4 marzo, e soprattutto le uscite pubbliche assai antipatiche che venivano dalla Unione europea, pronta a richiami e moniti non si sa nemmeno bene a chi, visto che qui di governi ancora non se ne vede l'ombra. Direte, ma che c'entrano queste cose con la Festa dei ceri di Gubbio? Tantissimo, per quanto possa apparire strano. Vedere quel popolo di Gubbio mi ha reso chiarissimo come l'Italia sia un paese veramente diverso da tutti gli altri dell'Unione europea. Quella diversità è certo riconosciuta oltre ai nostri confini: vengono in Italia da tutto il mondo per vedere e godere di questa particolarità, e la trovano molto folkloristica, piacevole, bella. Il fatto è che non è qui la sua diversità, ma nelle radici del popolo italiano, nella sua anima, e nel suol corpo che ha prodotto un paese differente dagli altri, ha originato un modo di pensare al proprio stare insieme, e perfino di intraprendere che non ha paragoni nel vecchio continente. Da quelle radici sono nate comunità, quelli che oggi definiremmo modelli di welfare, e perfino un modo diverso di usare il denaro, prestarlo, alla fine pure fare finanza. L'Italia è un paese che non può funzionare nella gabbia di regole ferree immaginate per altri paesi più simili, che ha una struttura storico-economica che si soffocherebbe utilizzando principi che sembrano virtuosi girando per l'Europa. Guardando i ceri ieri ho pensato che in fondo in fondo Matteo Salvini e Luigi Di Maio non hanno tutti i torti sul vecchio continente...

Komentáře • 3

  • @massimopelicciardi8495
    @massimopelicciardi8495 Před 3 lety +1

    💙

  • @manciniemanuela7748
    @manciniemanuela7748 Před 3 lety

    W.w. Ti

  • @vincenzorussotraetto6800

    *È qualche giorno che non dormo.*
    Sarò malato? È COVID? È digestione? Sarà pure cattiva digestione ma è almeno una settimana e che cosa avrebbe dovuto sbrigare il mio stomaco.
    *Stanotte accaldamento*. Sarà febbre? Misuro 36.7. Non e' febbre, è accaldamento.
    *Poi una smania.*
    *Suonano il campanello e mi precipito in piena notte*.
    Apro e tre signori, uno dietro all'altro, tutti e tre insieme: *"Buongiorno e buonanotte, campa e dormi che l'equilibrio è responsabilità nostra, uno dietro l'altro, con rigore e disciplina, amore e passione da mille anni. Campa di giorno e dormi di notte, Campa e dormi"*
    *Ed io non dimentico dal 24 aprile 2018 al 24 aprile 2019*
    *uno dietro l'altro, con rigore e disciplina, amore e passione da mille anni:*
    *Sant'Ubaldo*
    *San Giorgio*
    *Sant'Antonio*
    E io non dimentico, sono con voi da Mantova e da Lecco