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LA RELAZIONE DI COPPIA E LE CINQUE FERITE
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- čas přidán 10. 09. 2020
- Nella relazione d'amore inizia tutto con l'innamoramento: nell'altro/altra proietto i miei bisogni e vivo questa fase nell'euforia di una idealizzazione. Non vedo l'altro realmente per quello che è, ma come risposta alle mie necessità. Conclusa questa fase però ritorniamo nella realtà e iniziamo a prendere coscienza di come l'altro è nella vita. Possiamo rimanere delusi ed andarcene o iniziare ad amare davvero. Ma dentro di noi ci sono condizionamenti della nostra infanzia che rischiano di farci entrare in copioni già vissuti e insoddisfacenti. In questo video verranno illustrate le dinamiche delle 5 ferite dell'infanzia nella relazione di coppia. Conduce Silvia Gnudi, Counselor olistico gestalt.
Complimenti e grazie per il video.
Grazie per questo video ,un abbraccio
Grazie mille per questo video. Essendo, nonostante tutto, una persona positiva credo che le ferite quando le abbiamo viste, ed è una scoperta senza dubbio importantissima ma dolorosa tanto quanto la ferita stessa, ecco quando le abbiamo viste, riconosciute, accettate e ci siamo perdonati, allora possiamo guarirle. Rimarrà una cicatrice nell'anima a testimonianza di ciò che è stato ma che non è più. Voglio vederla come una resurrezione o una nuova nascita, come quando Pinocchio diventato bambino guarda con tenerezza a quando era burattino. Con la stessa tenerezza e con tanto amore verso noi stessi riprendiamo il cammino per una nuova vita.
Ancora grazie. ❤️🌹
E' proprio così Maria Cristina. una cicatrice ci sarà sempre e ogni tanto si farà sentire, ma avendola compresa fino in fondo sapremo gestirla e trasformarla in amore per noi. Grazie per il tuo pensiero. Silvia
Grazie mille! Molto utile, spero di poterla seguire in uno dei suoi incontri 😍 . Da operatrice olistica mi accorgo che ogni strumento è utile per superare i blocchi, ed ora mi è arrivato il momento di affrontare la ferita da umiliazione 😍🤗 l'insegnamento e l'insegnante arrivano quando è tempo! Da quando mio figlio andava all'asilo e manifestava i primi disagi attraverso determinati comportamenti e lo portai per la prima volta da psicologa infantile mio marito ha sempre negato la sua partecipazione e affermato che il problema era mio, naturalmente, più volte nel corso della sua crescita ho ricorso a interventi psicologici ma sempre la richiesta della presenza paterna impediva il percorso in quanto i vari terapeuti ritenevano essenziale la sua partecipazione. Ho spesso litigato con lui per questo, soprattutto in quanto i problemi del ragazzo, ormai alla soglia dei 18 anni aumentavano in tutti gli ambiti. Ho lavorato moltissimo su di me e nel frattempo l'atteggiamento di mio marito è un pochino migliorato ma non abbastanza. Di recente è stato disponibile ad un incontro ma ha raccontato una montagna di czzte, scusi il francesismo, ma non ho avuto la forza di svergognarlo davanti a tutti. D'altronde se l'avessi fatto sarebbe sorta una ignobile discussione credo del tutto controproducente, inoltre c'era anche mio figlio presente e ho creduto che sarebbe stato devastante per lui, in privato poi gliene ho chiesto conto in presenza di mio figlio, le risposte furono alquanto scicche. Va bene grazie per gli strumenti che offre, per lo spazio di sfogo/riflessione che ho espresso in queste righe 😍 e le auguro buon lavoro e continui a portare spiragli in questa umanità 🙏🏼🌈 Namasté 🙏🏼
Credo che anche in quanto mi ha raccontato ha espresso quanto importante sia la vocazione materna che riesce a mettere davanti a tutto i propri figli e quanto spesso, ma non sempre per fortuna, sia poco sviluppata quella paterna. Sono felice che le sono stata utile in qualche modo. Un abbraccio Silvia
@@silviagnudi3642 ❤️
Grazie!! 🙏 Estremamente utile e interessante
Grazie Silvia bellissime parole 💖🌸
Salve, bellissima conferenza, grazie 🌷🌷
Grazie
Grazie, molto interessante, la vedo solo ora dopo 11mesi...
Buongiorno, grazie per questo video molto interessante, il contenuto è esposto chiaramente. il mio compagno ha una ferita da abbandono. Per lui è fondamentale trascorrere del tempo insieme. Io ho la ferita da rifiuto, amo trascorrere molto tempo in solitudine. Come comportarsi in questo caso ?
Buongiorno Alessandra, direi che il tema è complesso. Le ferite rimangono nella nostra vita, ma se ne siamo consapevoli possiamo sicuramente migliorare il nostro atteggiamento. Ora avendo posto lei la domanda rivolgo a lei la risposta: nella forma nevrotica del rifiuto c'è appunto la solitudine, ma soprattutto la fuga. Il che significa che chi ha questa ferita (nella forma più nevrotica) ha difficoltà ad affrontare il confronto e a prendersi il proprio posto. Ma ovviamente non so come funziona nei particolari la vostra relazione e quindi posso solo suggerire di comunicare le proprie difficoltà e i propri bisogni in modo amorevole e rispettoso e trovare un sano compromesso tra di voi
@@silviagnudi3642 La ringrazio molto per la sua risposta.
Grazie mi è tanto di aiuto.
Felice di essere stata utile
@@silviagnudi3642 buongiorno dottoressa mi piacciono i suoi video ,quando parla. mette tranquillità e mai in difficoltà sempre pronta ad scoltare con pazienza, anche quando parla di argomenti difficili per esempio il discorso tradimento ,ci sono tante sfaccettature ,che a volte, si ascolta solo il tono non osservando il corpo .spero tanto di seguirla sempre. quando riesco e non sempre riesco ascoltarmi e stare calma..ma con i suoi video mi accorgo quanto mi sta aiutando,sia a lavoro casa 🏡 in qualsiasi situazione ce la farò 🤞 un abbraccio forte marzia.buona giornata soprattutto buon lavoro .👋
Salve dottoressa, possibile che le ferite che si erano quasi del tutto rimarginate, si possano riaprire e peggiorare di molto a causa di situazioni esterne? Grazie.
Buongiorno Silvia, è la prima volta che l'ascolto e mi è piaciuto tantissimo questo video. Io sto lavorando su me stessa da un po' di tempo, è sto facendo la scuola di naturopatia per diventare terapeuta. Io ho una ferita di abbandono, ed è vero, faccio una gran fatica a lasciare andare una relazione chiusa da sei mesi. Come hanno chiesto nell'ultima domanda, essendo consapevole di questa ferita, sto cercando di strutturarmi e di essere indipendente emotivamente. E son sei mesi che, grazie anche al Covid, mi sono fatta una gran bella esperienza di solitudine non solo dalle relazioni affettive. Però non mi sento ancora in equilibrio e non so fino a che punto devo "pretendere" da me o fin dove devo anche accettare questo bisogno di relazione e potermi riaffacciare piano piano. Anche perché di base è un bisogno umano. Grazie mille per la sua risposta
Cara Laura, io credo che come hai detto tu, siamo esseri sociali e abbiamo bisogno di relazione. Il problema non è il bisogno di entrare in una relazione di coppia, ma è come cerchiamo ed entriamo nella relazione di coppia. In altre parole quando siamo davvero consapevoli dei nostri limiti e dei nostri bisogni "nevrotici" possiamo muoverci nella relazione con più attenzione verso di noi. Allora pur sentendo il nostro grande bisogno dell'altro, non acceteremo più relazioni dove manca reciprocità, dove invece che amore sentiamo l'ansia di perdere l'altro, dove quindi il bisogno di rimanere nella coppia è più legato alla paura della perdita che allo scambio di un sentimento reciproco. Personalmente posso dire che non guarirò mai dalla mia ferita di abbandono, ma ho fatto pace con essa, l'accetto, la comprendo e quindi quando mi accorgo che sto ricadendo nella "nevrosi" di dipendenza, mi prendo cura di me e cambio direzione o evito di entrare in pretese infantili, proiettando sull'altro la soluzione dei miei bisogni. Come dico spesso la crescita non è diventare qualcun altro o cambiare personalità, ma diventare il nostro meglio. Spero di essere stata utile e le auguro una relazione reciproca e appagante.
Si ti ringrazio tantissimo, chiarissimo ed utilissimo!!!
Buongiorno dottoressa. Le volevo fare una domanda perche non mi e chiara una cosa. Io credo di ritrovarmi nella ferita del rifiuto e dell abbandono. Ho avuto relazioni con narcisisti. Ma da quello che ho capito la ferita dell ingiustizia la ha il narcisista. Quindi anche se ho la ferita del rifiuto non e detto che ho quella dell ingiustizia? Grazie
Buon giorno Silvia io lavoro su di me da quando ero ragazzo e oggi mi riconosco nel l'umigliato to e la mia partner e vittima di ingiustizia sta di fatto che ci amiamo ma io mi ritrovo molto avanti rispetto a lei che si è fermata subito dopo la nascita di NS figlio. Il punto è come posso aiutarla a raggiungermi?
Buongiorno Milo, in che cosa ti senti avanti a lei? Quanti anni ha tuo figlio? e potrei farti molte domande perchè è impossibile rispondere alla tua domanda. Però posso dirti alcune cose: la maschera della ferita di umiliazione è il masochismo che tradotto è assumersi la responsabilità anche degli altri. Quindi nessuno può aiutare nessuno in un cambiamento, se non chi il cambiamento lo deve fare. La nascita di un figlio è una fase delicata che causa sicuramente nuovi equilibri (o disequilibri nella coppia). Quindi la domanda quanti anni ha tuo figlio è anche in relazione al tempo necessario per ritrovare in tre una nuova armonia. Se poi la tua compagna soffre di ferita da Ingiustizia e quindi vive nel bisogno di essere perfetta e dimostrarlo, diventa difficile da parte tua farle osservazioni in merito e partendo soprattutto dall'idea che tu sei avanti e lei no. Credo che comunque sia fondamentale in una coppia espriemere i propri bisogni parlando sempre di noi e mai dell'altro, quindi se hai bisogno di più presenza da parte sua, certamente è più efficace dire: sai mi manca molto il tempo con te come potremmo organizzarci... piuttosto che: non ha più tempo per me, sembra che non ti interessi più tanto. Come ti ho detto non può esistere una risposta alla tua domanda, camminare in due è a volte faticoso e solo una comunicazione chiara prima di tutto con te stesso su ciò che vuoi e ti manca e poi con l'altro, può essere il primo passo verso una trasformazione positiva. Ti auguro il meglio!
Io le ho tutte
Rosy certamente ci sono atteggiamenti che possiamo ritrovare in tutte e 5 le ferite ma ci sono sempre 1 o 2 ferite che prevalgono sulle altre
Grazie io ho avuto genitori che non s amavano e non ho mai voluto una relazione stabile lavorando su me stessa ho imparato a stare bene da sola dopo varie prove di relazioni con un uomo oggi sto provando ad aprire una opportunità per me stessa ma il mio partner è freddo un po narcista maestro di aikido ma non accetta i suoi difetti pensando di essere perfettamente prefetto volevo chiederle la sua emai
@@antonellaugliano7848 la mia mail è ildelfinoblu2006@gmail.com
Comunque il punto non è se il tuo compagno accetta o meno i suoi difetti, ma se tu riesci a stare bene con lui nonostante i suoi difetti. Devi pensare se è davvero lui l'uomo con cui vuoi invecchiare.
Da ciò che ho sentito non dovrebbero proprio esistere coppie. Ognuno dovrebbe stare solo e basta, coppie come dice lei non esistono!
Quello che ho esposto è solo l'osservazione di quello che succede quando non riusciamo ad accettare le nostre ferite e non riusciamo ad amarci fino in fondo. La strada non è essere perfetti, la strada è riconoscere le nostre difficoltà, cercare di migliorarci ma anche essere verso di noi amorevoli e compassionevoli. La coppia si forma su questi livelli evolutivi. Ci saranno coppie dove questo amore per se non si è ancora raggiugno (e forse non si raggiungerà mai) ed entreranno spesso in conflitto perchè cercano nell'altro la soluzione ai propri disagi. Ma ci sono anche coppie dove questo processo sta avvenendo e quindi, pur con tutti i difetti che possono esistere, riusciranno a condividere un cammino senza avere la pretesa eccessiva di essere "salvato" o di "salvare" l'altro.
@@silviagnudi3642 9 coppie su 10 e forse pure di più stanno insieme per bisogno affettivo. Io parlo da single ma per me non c è nulla di male a provare attaccamento nei confronti di una persona. Come si ha bisogno di mangiare, di respirare, di distrarsi, abbiamo bisogno anche di quello. È la nostra anima a chiederlo. Voglio vedere se suo marito domani senza alcun preavviso scappa via con un altra se lei rimarrebbe indifferente. A parole siamo tutti bravi
Mi rendo conto che si sente ferito da quello che ho detto e scritto, Naturalmente non voglio farle cambiare idea. Quello che dico e scrivo è frutto di esperienze personali e professionali, ma rispetto il suo pensiero
@@silviagnudi3642ferito sicuramente no. In disaccordo probabile. Io so stare anche solo con me stesso e sto benone. Ma quando si parla di legame, si parla inevitabilmente di legame affettivo. Il legame affettivo esiste e ce l abbiamo tutti. Compreso io. Non cerchiamo di nascondere per forza cose che esistono in ognuno di noi. Altrimenti saremmo tutti monaci buddisti o asceti. Condivido molte cose che lei dice e scrive. Ma fino a un certo punto. Poi mi sembrano un po' troppo forzate
@@matteonardelli491 forse il discorso è troppo complesso per confrontarci in questo modo. Mi dispiace se dalle mie parole abbia compreso che nego il legame affettivo, io stessa non potrei farne a meno. Ho cercato di comunicare che esistono modi diversi e a mio parere più sani per entrare e vivere i legami affettivi. Comunque accolgo le sue parole e spero in futuro di trovare un modo migliore per comunicare quello in cui credo e utilizzo proprio per sostenere le persone nella relazione con se stessi e con gli altri.