Università italiana: baroni?
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- čas přidán 6. 09. 2024
- Entriamo nel vivo della serie sull'Università Italiana, con Giovanni Federico e Giulio Anichini. Nella fattispecie, parliamo di carriere, dei criteri di selezione e dei relativi, arcinoti, problemi di corruzione, nepotismo e baronato.
Discutiamo di quanto sia meritocratica l'università italiana, quanto sia esteso il fenomeno delle raccomandazioni, e che tipo di anticorpi il sistema dovrebbe sviluppare per cambiare.
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esco fuori tema in questo commento per proporre ad Anichini di organizzare un incontro tra Giovanni Federico e Boldrin per una critica al libro di Brancaccio, Giammetti, Lucarelli " La Guerra Capitalista"
Un punto molto importante che mi sembra non sia stato menzionato è che i concorsi per progresso di carriera (associato => ordinario per intenderci) sono, per legge, concorsi pubblici aperti; il problema è che se viene selezionato un esterno, il costo per l'università "chiamante" è 1, dato che si configura come nuova assunzione, mentre se passa un candidato interno il costo è 0.3 in proporzione. In Italia non si riesce a separare la progressione di carriera dalle chiamate esterne come fanno in tutti sistemi seri.
Su Spotify la puntata è tagliata a 3 minuti e 48 secondi
Segnalo che sia Spotity che Google Podcast continuano a tagliare gli episodi a pochi minuti! È successo a questo episodio e al successivo
Un paio di commenti, da una persona che ha appena finito il PhD e sta facendo un postdoc in Olanda: (1) La selezione degli interni esiste ovunque, come dite voi, ma non deve essere necessariamente solo nel caso di una persona veramente eccezionale: a parità di CV con un candidato esterno, o anche con un CV leggermente peggiore, può anche avere senso preferire una persona ben integrata nel dipartimento (e.g. che gestisce già alcuni corsi, collabora e va d'accordo con i colleghi...), visto che alla fine è una persona con cui bisognerà lavorare tutti i giorni, quindi la compatibilità è molto importante. (2) Spesso il concetto di "migliore" per una data posizione non esiste, nel senso che nella maggior parte dei casi ci sono candidati che superano tutti una soglia minima di qualità, e sceglierne uno piuttosto che un altro è molto arbitrario. Anche per questo fattori personali entrano in gioco anche qua, non solo in Italia. Forse la differenza è quanto alto è il livello minimo richiesto ai candidati.
Prof si vedono i risultati della ricerca in Italia e penso sia questo il grande problema
Potremmo essere dire che in Italia la ricerca non va avanti e tutti fanno ricerca, quindi è una ricerca domestica per accumulare pubblicazioni !! Prof diciamo ai ragazzi in gamba di fare ricerca all’estero… si ricorda il film la meglio gioventù ?
120 sono le ore di didattica frontale...se ci metti l'organizzazione e la progettazione del corso, la preparazione lezioni, i ricevimenti, le tesi, gli appelli, le sedute di laurea, le compilazioni dei registri, la correzione compiti etc etc etc per ottenere l'impegno complessivo devi moltiplicare le 120 ore per 5 o a volte 10...
Per gli ordinari i concorsi 'interni' erano un regime transitorio che non esiste più. Ora sono solo 'aperti'.
Ma per cortesia 120 ore all'anno sono ridicole, comprensibili solo perché nel frattempo bisogna fare ricerca
Non sono d'accordo per vari motivi:
1) spesso i professori rifanno lo stesso corso per più anni. Inoltre molti esami non possono cambiare: le lezioni analisi 1 (come molte lezioni per materie stem) non cambiano ogni anno.
2) In generale le umanistiche tendono maggiormente a cambiare lezioni, ma mai totalmente. In alcuni casi per esempio inseriscono qualcosa in più o tolgono una parte, ma la struttura tende a non cambiare ogni anno, anche perché l'esame alla fine è quello. In più (parlo per esperienza personale) spesso fanno corsi sullo stesso argomento per cui stanno facendo ricerca, così da "dimezzare" il lavoro.
3) Per le poche esperienze di ricevimento che ho avuto, in generale i ricevimenti durano 1/2 ore a settimana. Inoltre i professori possono tranquillamente sospenderli anche per molto tempo, per esempio durante le sessioni d'esame e nelle pause natalizie ed estive.
4) Inoltre bisogna anche tenere conto che molti professori sono circondati da assistenti e dottorandi: praticamente scaricano molto del lavoro su altri, facendo loro seguire i laureandi o anche facendoli fare gli esami direttamente.
grazie per avermi spiegato il funzionamento dell'università italiana
Bellissima live. Ho capito meglio le dinamiche universitarie italiane, in generale. Grazie
a cagliari in ingegneria le sorelle prendono il cognome dei rispettivi mariti per (secondo loro) non dare troppo nell'occhio
Aggiungo anche che il sistema di reclutamento non incentiva a tenere la schiena dritta, anzi.
"120 ore sono poche". Dipende da cosa si insegna e da quanto si fa ricerca. Purtroppo permane la vecchia logica della misura a peso.
Qualcuno può linkare o nominare l'articolo che viene menzionato sul nepotismo in facoltà?
Il numero delle citazioni può influenzare l'accesso a un concorso per professore associato/ordinario?
Devo finire di sentire il video ma vorrei proporre un tema, a sto punto mi verrebbe da chiedere ma qual è un sistema universitario vincente e come funziona ? Grazie
Ci sono due video precedenti di questa serie che ti consiglio di guardare
Prossima puntata in teoria
È stato fatto in passato un video dove il prof parla del sistema Californiano.
Prof e’ il cane che si morde la coda ! Pochi posti e professori che lo utilizzano in modi mediocri e utilitaristici!! Ma all’estero vivono sui dobloni o semplicemente sul merito ?
Fare la specializzazione medica da la possibilità di accedere alla professione di professore universitario?
Trovo difficile credere che possa esserci una diffusa mediocrità localistica senza un forte driver sottostante, come il nepotismo.
Esistono delle ricerche che mostrano la percentuale di parentele di primo e secondo grado, fatto 100 il totale di professori ordinari ed associati?
io avevo una domanda, chi mi legge può rispondermi:
cosa ci guadagna un professore universitario a fare da relatore ad uno studente?
ad ingegneria osservo che molti professori propongono delle tesi che sembrano più un metodo per scaricare sugli studenti quote di lavoro palloso che preferiscono delegare. Però salvo questi casi spesso è lo studente che si accorda col relatore per l'argomento e non capisco che incentivi ha il professore a fare da relatore
@@LapoCozzi Come hai scritto, in generale si cerca di far lavorare lo studente su argomenti su cui si sta lavorando per trarne un eventuale beneficio (risultati di partenza utili per una pubblicazione, ma anche roba da "rivendere" in progetti finanziati o lavori di consulenza). Dipende molto dalla bravura dello studente se alla fine è più il tempo che ci si perde a seguilo che il guadagno ottenuto o meno. Inoltre è un modo per trovare qualche ragazzo in gamba a cui val la pena di proporre di fare il dottorato. Infine, oltre a fare curriculum (poco, ma a parità del resto è sempre meglio poter dire di aver anche seguito tanti studenti per le tesi), è anche previsto che i professori propongano dei lavori di tesi, altrimenti chi si laurerebbe? Ad ingegneria ci sono spesso anche lavori di tesi proposti da aziende e gestiti da un professore che vuole far bella figura con l'azienda nella speranza che poi questa gli chieda in futuro anche delle consulenze pagate.
@@lucacordogliodimontezemolo6083 ti ringrazio per la risposta così articolata, ora è più chiaro😁
😊
L'ordinario che non pubblica, se non ricordo male, non ha scatti di anzianità.
Domanda ma un problema è che abbiamo troppe università se ne avessimo di meno potremmo cercare di ingrandirle e concentrare tutto il capitale? Magari creando un sistema competitivo tra le università che cerchi di eliminare le università e dipartimento inefficienti e incentivare la "selezione naturale" delle università buone?
La vera singolarità italiana è che abbiamo poche università e troppo grandi. Non so da dove arrivino certe leggende.
@@giuseppemingione2015 vuoi venire a dibatterne in live? Sei il benvenuto quando vuoi
@@giuseppemingione2015 Sarebbe veramente interessante se potesse intervenire in un dibattito di liberi oltre, per portare il suo punto di vista sui temi della Universita italiana e su come migliorare gli aspetti non positivi.
Mio commento tattico
La meritocrazia in Italia non c’è esatto