Ambrogio Sparagna LIVE - Luglio suona bene 2017 - Saltarella - www.HTO.tv

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  • čas přidán 1. 10. 2017
  • Ambrogio Sparagna con l’Orchestra Popolare al gran completo, Anna Rita Colaianni ed il Coro Popolare in stato di grazia, i Ballerini Popolari ispirati dalla vulcanica Francesca Trenta. Questo il “melting-pot” andato in scena nella Cavea dell’Auditorium Parco della Musica di Roma per l’edizione 2017 di “Luglio suona bene. Una serata tutta imperniata sulle radici antiche del Canto Popolare, radici che suggono e si nutrono della linfa vitale che dall’Appennino centrale sgorga generosamente.
    Un concerto, oltre due ore di Musica, con la “M” maiuscola, che trascina, coinvolge, ammalia e rapisce. Musica identitaria nata per creare un legame tutto volto all’unione ed alla condivisione. Una specie di “rito”, una sorta di “matrimonio” dove, lo sposo e la sposa sono le popolazioni ed i loro territori. Quelle terre feconde, ma al contempo aspre, quei luoghi, scrigni di incommensurabili bellezze, che a volte vengono sconvolti dalla forza stessa che li ha plasmati e modellati.
    Il Concerto di quest’anno, inserito nel Programma di “Luglio suona bene”, incarna lo spirito profondo dei luoghi, disegnati lungo la Via Salaria, che così drammaticamente sono stati sconvolti dal sisma dell’estate dello scorso anno.
    Dare una mano a ricostruire, e non solo le abitazioni, ma ricostruire un futuro incernierandolo con la tradizione, le imprescindibili tradizioni. Ricostruire i paesi partendo proprio dalle radici più autentiche, da quell’identità che unisce. Le sonorità profuse dall’Organetto del M° Sparagna, le melodie generate dai componenti tutti dell’Orchestra Polare sono stati il “vero” palcoscenico per le movenze dei Danzatori Popolari che hanno dato corpo alle coreografie di Francesca Trenta. Le tonalità del Coro Popolare, “governato” da Anna Rita Colaianni, come quinte naturali, a “dipingere” i paesaggi evocati dalle voci di Raffaello Simeoni, Eleonora Bordonaro e Patrizio Trampetti. I gruppi provenienti dal “cratere” del sisma ad esorcizzare la paura di vivere, a dimostrare che quei luoghi, ancorché tragicamente segnati, erano, sono e restano vivi ed indomabili.
    La consapevolezza che solamente in compagnia si può guarire e che l’isolamento colpisce mortalmente l’anima è la chiave di lettura del Concerto del M° Sparagna. Ambrogio, fine e colto Etnomusicologo, richiama l’attenzione, accende un faro, puntandolo diretto negli occhi degli spettatori, per mantenere alta ed inalterata l’attenzione su una ricostruzione che potremmo definire “rispettosa delle tradizioni”.
    Al di là della formula di rito “dov’era, com’era”, Ambrogio innalza l’asticella, de visu, richiamando l’attenzione su un aspetto che il più delle volte, se non tutte le volte, viene considerato di secondaria importanza. Sono esclusivamente le tradizioni, radicatesi nei secoli, che uniscono una popolazione, che plasmano un Popolo, che crea una comunità. La sua Musica, i suoi Progetti, anche se apparentemente, ed ad un ascoltatore distratto, potrebbero essere un cammino a ritroso, rivolto esclusivamente al passato, anche remoto, a ben vedere sono di tutt’altra caratura. Il suo è uno sguardo gettato oltre la siepe, un' iperbole temporale, al di là del “semplice” orizzonte degli eventi; una sorta di ponte inventato per oltrepassare quel mostruoso “buco nero” generato dal sisma. Una via di fuga, un’uscita di emergenza cha fa tesoro di tutto quanto abbiamo sin qui “sentito” come più intimo, più personale, di tutto ciò che ci ha reso quello che siamo a dispetto degli elementi.
    Nella sua costante ricerca musicale, Ambrogio è, parimenti ad un acciarino, uno strumento che ci aiuta a ricordare chi siamo, da dove veniamo. Egli genera la fiammella che, se propriamente alimentata, diventa fuoco e focolare con il quale scaldarci e cucinare dentro le nostre case. Le abitazioni distrutte verranno ricostruite, ci vorrà del tempo, ma alla fine risorgeranno, magari anche com’erano e dov’erano. Quelle nuove abitazioni, però, diventeranno case se, e solo se, le tradizioni con le quali quelle popolazioni sono cresciute, verranno rispettate.
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    Michela Cossidente
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Komentáře • 7

  • @denisececchiniartist
    @denisececchiniartist Před 6 měsíci

    Super

  • @robertovitangeli3205
    @robertovitangeli3205 Před 3 lety +3

    Amatrice per sempre ❤

  • @angelogencarelli6306
    @angelogencarelli6306 Před rokem

    Che bravi che siete il ballo tiene in vita il mangiare troppo non va bene e si invecchia io o 70 anni ballo tarandella e latino

  • @chiaramarena2119
    @chiaramarena2119 Před 8 měsíci

    Amatrice è stata Abruzzi, contesa tra Aquila e Ascoli nei secoli. Con il fascismo è entrata a far parte del Lazio, cosiddetta Alta Sabina, ma cultura dialetto e storia sono dell' Abruzzo, al confine con Marche e Umbria, non è reatino o sabina, se non da un punto di vista amministrativo.

  • @elisabethzapletal2624
    @elisabethzapletal2624 Před 5 lety

    Dove e M° Ambrogio?

  • @ottaviomarrocchi144
    @ottaviomarrocchi144 Před 3 lety

    Co
    ,Il