GESTIRE LA RABBIA E LE EMOZIONI - Maharishi Mahesh Yogi in italiano 🇮🇹

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  • čas přidán 5. 09. 2024
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    Traduzione a cura di Gennaro Conte e Daniele Muratori Caputo
    Voce: Daniele Muratori Caputo
    studente: Vorrei farti una domanda che ha a che fare con le relazioni sociali fra le persone. Questo mi ha sempre interessato in questi anni durante i quali ti ho seguito.
    So che tu dici che quando ci adiriamo o quando siamo incolleriti ciò indica una debolezza in noi e io ci credo. Ma so anche che qualche volta nei confronti delle persone divento furibondo a causa di quello che succede, anche se può essere in gran misura una logica conseguenza di un mio errore. E qualche volta sento crescermi dentro una grande rabbia che vorrei esprimere lì per lì. In altre parole vorrei rispondere per le rime.
    Vorrei allora sapere questo, Maharishi, e forse mi puoi aiutare. So che quando diciamo parole che sono negative, mossi dalla collera, esse inquinano l'ambiente, ma so anche che, nel trattenere questa rabbia in me, sentirò un grande stress, quindi vorrei sapere come affrontarlo al meglio. Posso esprimere la mia rabbia o in qualche modo posso trattarla in modo diverso?
    Maharishi: Yogasthah kuru karmani, questa è la formula per l'azione, cosa fare: stabile nell'Essere compi l'azione.
    Quello che accadrà allora è che il sé sarà allora stabile a quel livello di vita che unisce ogni cosa, che sottende ogni cosa. Allora ogni cosa sarà sempre più in termini di noi stessi, ogni cosa ci è cara.
    Se il dito tocca l’inchiostro della penna, questo è un errore del dito, ma noi non lo tagliamo, perché sappiamo che è una parte della nostra vita, è una parte della nostra vita.
    Quando la nostra consapevolezza cresce, altre cose sono parte della nostra vita, anche se questo senso manca, anche se manca il senso che questo è parte della mia vita, è parte della mia vita. Non dobbiamo avere quel 'senso' nella nostra consapevolezza conscia, come non dobbiamo avere la consapevolezza conscia che il dito è parte del mio corpo. Nessuno si ricorda di questo.
    Nella nostra mente non ricordiamo che il corpo è mio, il dito è mio, no! Spontaneamente la consapevolezza è tale da riconoscere che il corpo è mio e questo è mio, questo è mio. Quindi, siccome la nostra consapevolezza è limitata solamente al corpo, allora spontaneamente, senza neanche ricordare o memorizzare che il dito è parte del nostro corpo, spontaneamente il comportamento verso il dito è molto intimo, assolutamente intimo.
    Allo stesso modo quando la consapevolezza si espande, e si espande a mano a mano che ci tuffiamo nell'Essere sempre di più e di più con l'infusione dell'Essere, la consapevolezza si espande, allora ogni cosa diventa spontaneamente parte del nostro essere - sempre più in termini di Quello, sempre più in termini di Quello.

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