Possibilmente la migliore resa di ogni altro tenore che ho ascoltato. Voce piena, metallica, esplosiva, dizione praticamente perfetta. Mi ricorda vagamente Corelli
Ecco è quello che ho sempre detto...timbrare...timbrare...GRANDE PERTILE.Sia Pertile che Lauri Volpi erano talmente timbrati che a volte(Grazie a Dio) erano impercettibilmente crescenti...questo significa che avevano ben chiara l'idea delle loro casse di risonanza e come usarle al meglio.Sempre crescenti...e mai calanti.
Alessandro Moccia Hai detto una (leggi bene) BESTIALITÀ SACROSANTA😂. Bestialità perché oggi il concetto di timbrare e timbrare per avere una vera voce pura, duratura e obbediente non esiste più. Sacrosanta perché è verità assoluta quello che hai detto. Timbrare e timbrare significa avere la voce più pura e completa che c’è e usare tutte le risonanze disponibili. Così si faceva una volta e il bello è che era naturale cercare di ottenere questi risultati. Poi chi più chi meno ma il risultato era questo per queste voci robuste che dovevano sfogare tutta la loro qualità.
Anch'io tengo così il si naturale a dispetto di coloro (cantanti compresi)Credono che tenere una nota è il pane della voce...mai...concetto antistilistico e volgare...quando ce stato bisogno ho sfondato i timpani a qualcuno ma solo quando sono stato provocato.Del Monaco diceva è facile essere cantati ma è molto difficili essere interpreti.Poi quei famosi cantanti da si naturale tenuto quando li ascolto nei Pagliacci,Chénier e in Tosca non valgono nulla.
Alessandro Moccia Certo, soprattutto se in tutta la parte precedente non hanno emesso una nota corretta con recitazione, stile e convinzione. Del Monaco scolpiva la parola. In grandi prima di lui scolpivano la parola.
Questo è il si come scritto sullo spartito da Puccini. Ovviamente condivido il vostro giusto parere ad entrambi, canticchiare una aria e risparmirsi per il finale vale ZERO. Anche il grande Lauri Volpi teneva il si non troppo lungo e anche Del Monaco.
Posto che a me non piace il timbro, ma è una questione di gusti, respira troppe volte spezzando frasi che altri interpreti cantano intere, sulla mancanza del SI, che i suoi sostenitori ritengono superfluo, sperticandosi in argomentazioni sgangherate sulla perfezione della parte precedente dell'esecuzione, come se nessuno riuscisse a fare altrettanto, è evidente che se non teneva il SI è perché non ne era capace, tutto il resto è fuffa.
Senza toccare le opinioni personali su esecuzione e tecnica, chiarisco il fatto del Si naturale secondo la storia della musica. Lo spartito originale, anzi, lo sparito così come è non prevede il Si Naturale lungo ma esattamente come Pertile, Merli e altri di quell’epoca lo eseguivano. Per carità a me piace Il si naturale lungo come si è sempre fatto ma per correttezza va specificato che a quell’epoca non si usava allungare una parte non scritta. Al massimo allungavano il La naturale dopo. Cito altri esempi: il finale di meco alaltar di Venere non ha il si bemolle. Tanti acuti prolungati che conosciamo, in realtà non sono mai esistiti su sortito. Al massimo c’era l’opzione ma su questi no. Sono belli come li conosciamo ma a quell’epoca difficilmente avrebbero cambiato qualche cosa nella registrazione. L’unico che cambio’ delle parti nello spartito fu Umberto Giordano insieme a Mario Del Monaco durante il suo studio dell’Andrea Chenier. Quanto ai fiati, anche quelli corrispondono alle vecchie interpretazioni di questa romanza. Guardi le dico la verità: Pertile nemmeno a me piace totalmente, cioè, quanto a vocalità è ben sotto a Francesco Merli, visto che sono contemporanei ma in quanto a tecnica vocale è stato un punto di riferimento dei giovani tenori che lo hanno succeduto. Poi, il resto, gusto personali… Saluti
Possibilmente la migliore resa di ogni altro tenore che ho ascoltato. Voce piena, metallica, esplosiva, dizione praticamente perfetta. Mi ricorda vagamente Corelli
Ecco è quello che ho sempre detto...timbrare...timbrare...GRANDE PERTILE.Sia Pertile che Lauri Volpi erano talmente timbrati che a volte(Grazie a Dio) erano impercettibilmente crescenti...questo significa che avevano ben chiara l'idea delle loro casse di risonanza e come usarle al meglio.Sempre crescenti...e mai calanti.
Alessandro Moccia Hai detto una (leggi bene) BESTIALITÀ SACROSANTA😂. Bestialità perché oggi il concetto di timbrare e timbrare per avere una vera voce pura, duratura e obbediente non esiste più. Sacrosanta perché è verità assoluta quello che hai detto. Timbrare e timbrare significa avere la voce più pura e completa che c’è e usare tutte le risonanze disponibili. Così si faceva una volta e il bello è che era naturale cercare di ottenere questi risultati. Poi chi più chi meno ma il risultato era questo per queste voci robuste che dovevano sfogare tutta la loro qualità.
Esatto..oggi dire di timbrare è una bestemmia...cantano con la voce nel c........O
His "Il nome mio nessun" is something else. I never heard someone sang that phase that beautifully...
La voce di Pertile:sovraumana!
Fabulous, thank you for upload
Grande Tenor (Aureliano Pertil) .. Bravissimo
Grande Great
Anch'io tengo così il si naturale a dispetto di coloro (cantanti compresi)Credono che tenere una nota è il pane della voce...mai...concetto antistilistico e volgare...quando ce stato bisogno ho sfondato i timpani a qualcuno ma solo quando sono stato provocato.Del Monaco diceva è facile essere cantati ma è molto difficili essere interpreti.Poi quei famosi cantanti da si naturale tenuto quando li ascolto nei Pagliacci,Chénier e in Tosca non valgono nulla.
Alessandro Moccia Certo, soprattutto se in tutta la parte precedente non hanno emesso una nota corretta con recitazione, stile e convinzione. Del Monaco scolpiva la parola. In grandi prima di lui scolpivano la parola.
Questo è il si come scritto sullo spartito da Puccini.
Ovviamente condivido il vostro giusto parere ad entrambi, canticchiare una aria e risparmirsi per il finale vale ZERO.
Anche il grande Lauri Volpi teneva il si non troppo lungo e anche Del Monaco.
Ciao Alessandro, chi è il tuo maestro?
Posto che a me non piace il timbro, ma è una questione di gusti, respira troppe volte spezzando frasi che altri interpreti cantano intere, sulla mancanza del SI, che i suoi sostenitori ritengono superfluo, sperticandosi in argomentazioni sgangherate sulla perfezione della parte precedente dell'esecuzione, come se nessuno riuscisse a fare altrettanto, è evidente che se non teneva il SI è perché non ne era capace, tutto il resto è fuffa.
Senza toccare le opinioni personali su esecuzione e tecnica, chiarisco il fatto del Si naturale secondo la storia della musica. Lo spartito originale, anzi, lo sparito così come è non prevede il Si Naturale lungo ma esattamente come Pertile, Merli e altri di quell’epoca lo eseguivano. Per carità a me piace Il si naturale lungo come si è sempre fatto ma per correttezza va specificato che a quell’epoca non si usava allungare una parte non scritta. Al massimo allungavano il La naturale dopo. Cito altri esempi: il finale di meco alaltar di Venere non ha il si bemolle. Tanti acuti prolungati che conosciamo, in realtà non sono mai esistiti su sortito. Al massimo c’era l’opzione ma su questi no. Sono belli come li conosciamo ma a quell’epoca difficilmente avrebbero cambiato qualche cosa nella registrazione. L’unico che cambio’ delle parti nello spartito fu Umberto Giordano insieme a Mario Del Monaco durante il suo studio dell’Andrea Chenier. Quanto ai fiati, anche quelli corrispondono alle vecchie interpretazioni di questa romanza.
Guardi le dico la verità: Pertile nemmeno a me piace totalmente, cioè, quanto a vocalità è ben sotto a Francesco Merli, visto che sono contemporanei ma in quanto a tecnica vocale è stato un punto di riferimento dei giovani tenori che lo hanno succeduto. Poi, il resto, gusto personali… Saluti