Tolkien e la filosofia del linguaggio

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  • čas přidán 9. 09. 2024
  • Come spiega Verlyn Flieger, Tolkien basava la propria narrativa sull'idea di Owen Barfield che linguaggio, mitologia e mente un tutt'uno: non può esistere una storia senza qualcuno che la racconti, non si può raccontare una storia senza un linguaggio per esprimerla. Non solo: non può esistere un linguaggio senza qualcosa di cui parlare. Attraverso vari esempi, la Flieger dimostra che il linguaggio è un processo, che dipende dall’esperienza, dalle cose e dal tempo: la natura delle cose e delle persone plasma il nome che ad esse viene attribuito, ed esso questo può cambiare, in base all’esperienza e alla storia.

Komentáře • 27

  • @mildonuldacal1495
    @mildonuldacal1495 Před měsícem +12

    Che begli argomenti che tocchi in questo periodo! Ho apprezzato la menzione all'uguale importanza di Quenya e Sindarin. Fra l'altro "Quenya" è un'appropriazione abbastanza indebita degli Eldar di Valinor di un nome: in origine indicava la lingua di TUTTI i Quendi, anche quelli che non avrebbero seguito Oromë, anche i futuri Moriquendi. Infatti la forma iniziale di "Quenya" era "Quendya", ossia "Quendese". Ma, soprattutto grazie agli esuli Noldor, nella TdM ci si abituò a usare il termine a indicare SOLO la lingua che loro parlavano in Valinor. Tolkien lo sa, e menziona anche quale sarebbe la parola più adatta a indicare l'idioma di questi ultimi: Tarquesta, l'Alto Idioma, o Tarquenya. Ma, da fine narratore qual è, non ce lo fa scoprire nei romanzi, nemmeno nel Silm., dove ciò che sappiamo è solo ciò che gli Elfi dell'epoca ti fanno sapere... 😀

  • @leonardofantoni4086
    @leonardofantoni4086 Před měsícem +1

    Arrivo tardi! Bellissima analisi Paolo!!! Mi ha colpito in particolare modo la lingua degli Ent e Barbalbero e alla fine dell’unica nota filologica nello Hobbit!! Grazie per queste perle che ci aiutano a capire di più Tolkien!

  • @TizioFittizio
    @TizioFittizio Před 18 dny

    Un video prezioso, grazie di cuore.

  • @antonioleone8481
    @antonioleone8481 Před měsícem

    Complimenti, grazie.

  • @Lalaith-fb2mz
    @Lalaith-fb2mz Před měsícem +1

    Grazie Paolo, distributore di luce🌟

  • @markino-4952
    @markino-4952 Před 13 dny

    A me questo discorso - legato alla luce che si frammenta, così come il linguaggio - fa venire in mente l'entropia.
    Il passaggio da un segno + ad un segno -, è proprio questo

  • @theageofhistory23
    @theageofhistory23 Před měsícem +2

    Grazie Paolone❤ come sempre (Ely)

  • @valmontina
    @valmontina Před 2 dny

    Che dire, rimango senza parole 😉

  • @saveriolosurdo5618
    @saveriolosurdo5618 Před měsícem +1

    “per dire una qualsiasi cosa si impiega tanto di quel tempo… perché se non vale la pena impiegare tanto tempo per dire e ascoltare una qualsiasi cosa, noi non la diciamo”
    Caro Paolo, quanto è attuale la frase di Barbalbero?
    Complimenti per questo video superbo

    • @markino-4952
      @markino-4952 Před 13 dny

      Non è per nulla attuale. E aggiungiamo un ahimè.
      Hai proprio ragione

  • @vincenzoberetta1085
    @vincenzoberetta1085 Před měsícem +1

    Vi è l'ipotesi di una seconda influenza sulla filosofia del linguaggio di Tolkien, ovvero C.G. Jung - influenza che proprio la nostra Flieger pare abbracciare. Per esempio, Verlyn Flieger, nel suo articolo "Do the Atlantis Story and abandon Eriol-Saga" (disponibile gratuitamente su internet), ipotizza che l'uso che Tolkien fa delle memorie ancestrali deve basarsi sulla "psicologia junghiana e sulla teoria dell'inconscio collettivo". Per la Flieger, la comprensione dell'uso che Tolkien fa del concetto di inconscio collettivo di Jung chiarirà "alcune delle sue affermazioni apparentemente misteriose sul linguaggio."
    (Occorre ignorare che la Flieger compie, qui, un errore comune,: l'uso del termine "junghiano". C.G. Jung ripetè fino alla morte che "Se qualcuno usa la parola 'junghiano' allora il mio lavoro di una vita non è servito a nulla". Questo perché l'idea andava contro uno dei processi per lui più cruciali per la persona: quello di "Individuazione".)
    Detto questo, in effeti il rapporto tra Jung e Tolkien, probabilmente i due più esperti di fiabe del XX secolo, è affascinante. Tolkien non lascia giudizi, e nei suoi scritti il nome di Jung appare acriticamente , negli appunti per "Sulle Fiabe" solo in una nota criptica "Jung Psych of the unconscious" (senza che però che Jung compaia nel testo finale). Mentre non è chiaro se tale nota si riferisca a "Jung, psicologo dell inconscio" o al suo libro "Psychology of the Unconscious" (1912), è interessante notare come Tolkien paia qui interessato all'*inconscio* in relazione alle fiabe - un interesse non spesso considerato quando si studia la sua opera.
    Oltre a quello della Flieger esistono comunque altri studi che cercano di determinare se può essere tracciato un collegamento tra il pensiero di Tolkien e quello di Jung. Uno (disponibile su JSTOR) si intitola proprio "Tolkien’s Jungian Views on Language", di Nancy Bunting - originariamente apparso in "Mallorn: The Journal of the Tolkien Society, No. 57 (Inverno 2016). La Bunting, condividendio l'opinione già espressa dalla Flieger, sostiene che se Tolkien non condivisse le idee di Jung a parole, lo fece però nei fatti. È un articolo complesso ma interessante, anche se, a mio avviso, è necessaria prima la lettura di "Anima e Terra", di Jung, nel volume 10 delle opere complete, perché è il testo a cui probabilmente Tolkien ha potuto più fare riferimento (grazie all'amore che ne aveva C.S. Lewis) - e che la Bunting utilizza come base per le proprie ipotesi.
    E poi c'è la questione dei due "Libri Rossi"... che effettivamente, all'esame reale (contrapposto al rifiuto arbitrario), presenta paralleli profondi e insospettati. Fin troppe pagine vi sono state dedicate - e non sembre, a mio avviso, con la serietà necessaria. Ma "non tutto quel che è oro luccica", e nelle mie ricerche ho trovato gemme nei luoghi più inaspettati...

  • @casawhite9211
    @casawhite9211 Před měsícem

    Bellissimo video.
    Come mio modico contributo, a sostegno, anche se solo in parte (visto il progresso degli studi linguistici), del concetto di lingua che Tolkien aveva, cito uno dei più importanti linguisti italiani del novecento, Romano Lazzeroni, che definì la lingua come “intersezione fra natura e cultura”. Cultura intesa propriamente come interpretazione della realtà, come sezionamento del continuum noetico della realtà. Dunque forma di interpretazione e insieme risultato di tale interpretazione.
    Davvero bello vedere questi concetti drammatizzati in un’opera di tale diffusione…

  • @StudioMASP
    @StudioMASP Před měsícem

    Complimenti Paolo per questa perla preziosa: un concentrato di sapere tolkieniano 👏🏻👏🏻👏🏻 (checché ne dicano i leoni da tastiera) 😂

  • @marcobalzarini2175
    @marcobalzarini2175 Před měsícem +1

    Questo video, unito a quello di qualche giorno fa sull'assenza di progresso tecnologico nella Terra di Mezzo, mi fa sorgere la domanda su come si concilia il fatto che i reami elfici rimangono cristallizzati nel passato, "non progrediscono", con il fatto che non ci sia progresso nell'intera Terra di Mezzo. Se si parla solo di assenza di progresso *tecnologico* è difficile, secondo me, scinderlo completamente dal progresso linguistico, sociale. L'idea che gli elfi "rimangono indietro" o "vanno indietro" è un concetto che ho sempre trovato fumoso, non riesco ad afferrarlo.

    • @PaoloNardiSoia
      @PaoloNardiSoia  Před měsícem +3

      Gli elfi che bloccano i loro reami e li staccano dal divenire storico è effetto della tecnica: gli Anelli del Potere elfici amplificano la loro "magia" (o i poteri che gli uomini percepiscono come tali) ma in realtà sono già il risultato della tecnica che manipola l'ambiente ai propri fini

  • @Val4394
    @Val4394 Před měsícem +1

    Paolo! Potresti fare un video tutto su Carn Dum? 😉 Non so se l’hai già fatto, mi piacerebbe approfondire magari..

    • @lorenzotoselli1857
      @lorenzotoselli1857 Před měsícem

      Si,se Morgoth tornasse quello sarebbe il primo "reame" a venire raso al suolo (sebbene già distrutto da Earnur di Gondor e Glorfindel nel 1975 T,E,) insieme agli "esseri dei tumuli" che pretendono di stabilire la "tabella di marcia" da seguire.

  • @lorenzotoselli1857
    @lorenzotoselli1857 Před měsícem +1

    Ecco un intervento certamente un po' più intrigante di quelli riferiti a ROP...comunque argomento di notevolissimo spessore.

  • @NorbertSpina
    @NorbertSpina Před měsícem

    bravo Paolo - inoltre ottima idea una bibliografia

    • @PaoloNardiSoia
      @PaoloNardiSoia  Před měsícem +1

      Me l'ha data Claudio 😬 L'ho già sperimentata qualche altra volta

  • @lucagianchino6404
    @lucagianchino6404 Před měsícem

    Ah video letterari e filosofici sul mito legato al linguaggio? L’azione fa scaturire già di per sé una storia però il linguaggio aiuta a trasmetterle quetso si, in quetso caldo diciamo che il linguaggio crea la storia;) 😅
    Grazie signor Nardi;)

  • @davidebowieman
    @davidebowieman Před měsícem +1

    Scusa la cafonata ma il discorso sull'entico antico come lingua agglutinante mi fa venire in mente al contrario Aldo, Giovanni e Giacomo quando facevano Nico e i sardi a Mai dire gol, dove noi in italiano per indicare una cosa specifica dobbiamo usare una frase lunghissima e invece in sardo bastava una parola 😅.

  • @albertoquagliaroli4230
    @albertoquagliaroli4230 Před měsícem

    Non l'avrà forse conosciuto, Tolkien, ma il pensiero dialogico (nato tra il 10 e il 20 del XX secolo) ha molte affinità in Tolkien.

  • @StefyEsp1984
    @StefyEsp1984 Před 29 dny

    ...e se fosse in qualche modo legato a Yavanna?

  • @oscurosignore8026
    @oscurosignore8026 Před měsícem +1

    Meno male che c'è questo canale Paolo.

  • @SammypieTheNoow
    @SammypieTheNoow Před měsícem

    Like dato ad occhi chiusi