Intervista TV MEDICA: IL DR. DENTE PARLA DELLA CHIRURGIA ROBOTICA NELLA CURA DEL TUMORE PROSTATICO

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  • čas přidán 7. 09. 2024
  • Il trattamento del tumore alla prostata è principalmente chirurgico attraverso l’intervento di Prostatectomia radicale. La procedura è ormai effettuata con l’ausilio del sistema robotico Da Vinci (negli Stati Uniti circa il 90% di tutte le prostatectomie radicali sono effettuate con tecnica robotica) che rappresenta il “gold standard” chirurgico nel trattamento della patologia localizzata e consente di poter avere un intervento mini-invasivo (vie di attraverso 5 buchi di circa 5 mm sull’addome), con minimo decorso post operatorio (minimo 2 massimo 5 giorni di ricovero)
    La tecnica è in grado di dare ottimi risultati oncologici e funzionali, ovviamente tutto questo non è legato solo all’utilizzo della macchina, ma soprattutto all’esperienza e all’abilità del chirurgo.
    I vantaggi della prostatectomia radicale robotica, riconosciuti dalle linee guida internazionali di urologica (Linee Guida della Società Europea di Urologia) sono:
    Visione migliorata ad alta definizione ed in 3D con magnificazione di 10 volte.
    Eliminazione del tremore della mano umana.
    Minime incisioni che permettono ripristinare rapidamente le normali funzioni, ridurre la degenza ospedaliera, ridurre i rischi di incontinenza e impotenza, minore/nulla perdita di sangue e riduzione delle trasfusioni.
    Trattamento meno doloroso (la maggior parte dei pazienti non deve assumere antidolorifici dopo la dimissione).
    L’intervento consiste nell’asportazione completa della prostata con l’impiego del sistema robotico DaVinci®.
    VANTAGGI DELLA MININVASIVITÀ
    A partire da circa 6 h dopo la procedura, il paziente viene mobilizzato, comincia a bere ed alimentarsi leggermente la sera stessa dell’intervento.
    Il catetere vescicale, viene mantenuto in sede per un periodo di solito variabile da 3-5 giorni, a seconda di alcuni fattori intra-operatori e del decorso post-operatorio.
    Il paziente viene dimesso dall’ospedale senza catetere vescicale dopo 2-5 giorni
    Le possibili complicanze dell’intervento, vista la tecnica, sono praticamente assenti, tuttavia possibili, per cui è sempre bene averle chiare, visto che, sebbene minimvasivo, la prostatectomia radicale è comunque un intervento di chirurgia maggiore che fino a pochi anni fa si effettuava con taglio addominale.
    QUALI SONO:
    Emorragia intra e postoperatorie che necessita di trasfusioni di sangue
    Linfocele (accumulo di linfa in addome, che avviene solo in caso di linfadenectomia) spandimenti urinosi intorno all’anastomosi tra uretra e vescica
    Lesioni della parete vescicale, lesioni del tratto intramurale dell’uretere
    Tutte queste complicazioni sono direttamente proporzionali al grado di malattia, e ale caratteristiche del paziente (peso corporeo, grosse prostate con terzo lobo, pregressa chirurgia addominale o prostatica, PSA e stadiazione del tumore).
    In questo caso svolge un ruolo fondamentale l’esperienza clinico/diagnostica del medico che studia bene la malattia e prepara il paziente all’intervento e anche la competenza e l’esperienza chirurgica dell’operatorie.
    Il tasso complessivo di possibili complicanze è comunque drasticamente inferiore alle complicanze della prostatectomia radicale effettuata con tecnica tradizionale.
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