«La Città del Sole» di Tommaso Campanella

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  • čas přidán 8. 09. 2024
  • «La Città del Sole» di Tommaso Campanella
    Tommaso Campanella, frate domenicano, compone quest’opera, un testo essenziale del pensiero utopico, nel 1602, in prigione, a Napoli, dove è stato condannato a vita, per avere organizzato nel 1599 una congiura antispagnola e anticlericale nella sua natia Calabria. In precedenza è già stato imprigionato, e torturato, più volte. Rimarrà in carcere a Napoli, fino al 1626, quando grazie al papa Urbano VIII viene liberato, ma dopo qualche anno incappa di nuovo nei rigori dell’Inquisizione, e riesce a fuggire, nel 1634, a Parigi, dove trova accoglienza presso la corte di Luigi XIII, concludendo acclamato e riverito la sua vita. Non abbiamo il testo originale dell’opera, che fu poi pubblicata, nella versione latina a Francoforte nel1623, e nell’ultima edizione a stampa vivente l’autore, nel 1637. L’opera è in fondo il resoconto idealizzato e la rivendicazione orgogliosa della cospirazione ordita dall’autore, che dunque non ha rinunciato al disegno sovversivo. Il testo racconta di un marinaio, appellato “Genovese” (perché si dice essere stato a bordo di una delle navi di Colombo) fa a un “Ospitalario” (ossia un cavaliere dell’Ordine Ospitalieri di S. Giovanni in Gerusalemme), della sua scoperta di un’isola nel mar della Sonda, “Taprobana”, dove gli abitanti hanno istituito uno Stato perfetto, governato da una suprema autorità politica e religiosa (“Sole”o “Metafisico”) coadiuvato da tre“principi collaterali”: Pon (Potestà), Sin (Sapienza), Mor (Amore). Vige in questa città-Stato la totale comunanza di beni, e di donne. Tutto si fa in comune, è abolito il denaro, e la religione è di tipo naturale. Lecase, le mense, i luoghi ricreativi, sono tutti in comune, e i figli sono della collettività. Il comunismo è la regola su cui si fonda la Città del Sole, dove il sociale prevale sull’individuale e la Natura è una divinità da rispettare e da adorare, invece che da sfruttare e consumare.

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