Baravelli Dino alpino della Julia racconta la sua guerra in Albania Grecia Russia 1a parte

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  • čas přidán 11. 09. 2024
  • Sabato mattina 29 aprile 2006, con una toccante cerimonia Dino Baravelli, alpino della “Julia” -classe 1921 -, è stato accompagnato nel suo ultimo viaggio dalle note del “silenzio fuori ordinanza”, dal ricordo intenso di Tommaso Magalotti e dalle “penne ne-
    re” in congedo di Cesena. Dino reduce dalla tremenda “campagna di Russia”,dove migliaia e migliaia di militari della nostra “meglio gioventù” vennero immolati in quella
    fornace sacrificale quanto mai inutile, era stato minatore a Formignano dal 1946 sino alla chiusura della zolfatara, nel 1962. Ho avuto la fortuna di raccogliere, nel luglio del 2000, le sue vive e drammatiche testimonianze, le peripezie lungo l’arco della seconda guerra mondiale. Inviato sul fronte greco-albanese e poi, nel febbraio 1942, sarà uno
    dei 230.00 soldati dell’”ARMIR” (armata italiana in Russia) schierati lungo il corso del fiume Don a fronteggiare l’esercito sovietico. Ma già alla fine di dicembre del 1942 ebbe inizio la disfatta e la tragica ritirata dei nostri soldati nelle terribili condizioni climatiche dell’inverno russo. Dino venne fatto prigioniero e contemporaneamente curato, per un grave congelamento alle gambe, in un ospedale militare, poi la lunga prigionia sino al febbraio del 1946 e il ritorno in Italia. Il racconto di quelle
    vicende fatto senza enfasi, con una serenità, una schiettezza, una attenzione ai particolari è di una importanza eccezionale per comprendere quel periodo drammatico della nostra storia. Grazie Dino.
    Pier Paolo Magalotti

Komentáře • 6

  • @jeanjeudi6364
    @jeanjeudi6364 Před 4 lety +2

    rispetto profondamente i patimenti di questo grande Uomo dovuti alla guerra, anch'io ho avuto 2 zii in Russia. Gli "spallacci" di cui parla, per portare le granate sul monte Golico in Albania ad un battaglione rimasto senza munizioni, poichè i muli sprofondavano nel fango, lo fecero gli alpini in una notte ( 10 ore di marcia) . Erano corde tese tra 4 alpini con appese le bombe come la tragedia del Galilea un piroscafo silurato, dove morirono 612 tra alpini e prigionieri greci. Tutti questi fatti li racconta molto bene Giulio Bedeschi nel libro : Centomila gavette di ghiaccio. Grande Dino che riposi in pace.

  • @francobertossa6612
    @francobertossa6612 Před 2 lety +1

    ‘An ‘s capess un cāz..!

  • @enzotomasi7437
    @enzotomasi7437 Před 6 lety

    Peccato per l audio

  • @raffa0280
    @raffa0280 Před 6 lety

    Peccato

  • @raffa0280
    @raffa0280 Před 6 lety +2

    Mi sbaglio,o non si capisce un cazzo?