Indro Montanelli incontra Alberto Moravia - 1959

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  • čas přidán 16. 02. 2014
  • Tratto da "Incontri di Indro Montanelli" del 1959,

Komentáře • 33

  • @arturobandini1599
    @arturobandini1599 Před 8 lety +44

    Televisione come organo di divulgazione culturale alleggerita da una sana e lieve ambra d'ironia. Che bello! E poi Moravia vorrei non averlo mai letto per poterlo leggere ancora con lo stupore della scoperta..

  • @AlfonsoAnania
    @AlfonsoAnania Před 7 lety +19

    che simpatici, autoironici, divertenti, moderni, eterni ragazzi. Grazie

  • @alask1
    @alask1 Před 5 lety +40

    Ma pure nel '59 i call center frantumavano le palle?

    • @diegoferrero7657
      @diegoferrero7657 Před rokem +1

      Ma va' erano interruzioni in questo caso realizzate ad hoc x le riprese nell'abitazione del letterato..

  • @antoninopio74
    @antoninopio74 Před 5 lety +5

    Verso il quarto minuto si vede accanto a Montanelli il suo cane gomulka..la storia di quel cane fu scritto dal giornalista stesso in un articolo magistrale

  • @ornellaguidotti3072
    @ornellaguidotti3072 Před rokem +1

    Moravia ha scritto libri sempre degni di ammirazione

  • @canemorto1142
    @canemorto1142 Před 2 lety

    Fantastico super contemporaneo

  • @ornellaguidotti3072
    @ornellaguidotti3072 Před rokem

    Montanelli era un'uomo molto signorile....entrambi due persone non banali

  • @cesaremanfredi7926
    @cesaremanfredi7926 Před 2 měsíci

    Il padrone .. .. Altri tempi davvero .. Adesso ti fanno vertenza per molto meno

  • @filippobonanno797
    @filippobonanno797 Před 2 lety +1

    proprio quando si dice "era mejo quanno era peggio"

  • @andrealasagni3231
    @andrealasagni3231 Před rokem

    Prof minister dottore master

  • @olmaleo
    @olmaleo Před 6 lety +5

    Due falsi miti dai quali ce ne sono piovuti altrettanti. Terribile ammetterlo, ma sono due personaggi meccanici, scarsamente pensanti e ripensanti, emblemi poveri di poca inventiva e di poco pensiero, che si confrontano nel nulla e sul nulla in questa scena malamente organizzata. Anche solo all'orizzonte sentite qualcosa che valga la pena di prendere in considerazione... Non meritano neanche un punto interrogativo, c'erano Montale, Calvino, Ungaretti, Gadda e Pasolini vivi allora (per tacere di tanti altri).

    • @lucaviti
      @lucaviti Před 6 lety +14

      Trovo ingeneroso definire Moravia poco pensante. Nel novecento italiano nessuno come lui è riuscito a ridare alla letteratura una più precisa e analitica raffigurazione della crisi epistemologica. Tolto il disfacimento dei valori borghesi e la vuotezza dell'esperienza umana (che possiamo anche trovare in Buzzati), e preso in considerazione solamente quello filosofico, la definizione di un concetto come quello della "noia" non ha pari fra gli scrittori italiani. L'incomunicabilità e l'assenza di legami con la realtà e dunque il ritorno a una istintività alle volte erotica e sensuale alle volte crudele e avida, è forse la più lucida analisi dell'uomo novecentesco, ultimo postulato di una lunga serie di teorie che partono da Baudelaire (la città infernale) e passano per Nietzsche, Pirandello, e alla frammentazione vociana e alla disillusione del mito dell'uomo eroico nella guerra romantica.
      Gli esempi da lei portati (a parte Gadda, ma la mia opinione è opinabile, io sono in accordo sull'idea che aveva di lui Gianni Brera) sono insindacabilmente pietre miliari della letteratura, ci mancherebbe... Ma io Moravia, tra loro, lo inserirei eccome..
      Sulla scena, io l'ho trovata dolcissima, forse perchè ho un amore spassionato per Elsa Morante...

    • @lucaviti
      @lucaviti Před 4 lety +3

      @LEZIONI DI STORIA Buonasera, la ringrazio per la domanda - chiarifico. Non amo particolarmente Gadda, pur riconoscendone una capacità e una competenza di linguaggio straordinarie - incredibilmente in linea con quelli che sono i miei gusti letterari eppure un po' sciapo al mio palato. Se ho sottovalutato, è stata una sottovalutazione "soggettiva", non mettevo certo in dubbio la grandezza di Gadda.
      Per quanto riguarda Gianni Brera, egli non criticava in sé Gadda (o meglio, non del tutto) ma si piccava per il continuo paragone fra i due stili - fisiologico per certi versi, perché entrambi molto funambolici e fantasiosi, soprattutto portati a ricorrere a dialettismi e neologisimi. Brera si piccava del paragone perché sosteneva che Gadda ne abusasse senza alcuno scopo utilitaristico, solo aleatorio e molto "accademico"; e dunque ogni inezia, nei suoi romanzi, prendeva parabole descrittive siderali senza un vero motivo. A differenza di Gadda, Brera, invece, faceva opera di "artigianato"; ovvero, scrivendo di uno sport che ancora non aveva un linguaggio e una retorica consolidati, il ricorso all'inventiva e al dialetto gli erano obbligatori per definire cose che non avevano una corrispondenza nel vocabolario d'Italiano. L'uno sfruttava una lingua per mimare il garbuglio oscuro dell'intimo umano, l'altro faceva l'opposto, chiarificava qualche cosa che mancava di linguaggio. (Il passaggio preciso nel quale Brera ne discute è contenuto all'interno del saggio intitolato - se non ricordo male - "Il redefossiano", il secondo articolo della raccolta "Il più bel gioco del mondo. Scritti di calcio (1949-1982)")

    • @federicobaccinetti8747
      @federicobaccinetti8747 Před 3 lety +7

      Montanelli sapeva meglio degli italiani cosa è l'Italia e cosa gli italiani sbagliano, questo è il dramma, Altroché il tuo fazioso sproloquio. Da socialista democratico non si può ritenere a mio avviso Montanelli un non pensante. E l'Italia di allora era meno politicamente corretta di oggi (tant'è che onestamente viene ammesso di essere ignoranti, in più dire cameriera e non assistente era la norma allora. Non si può giudicare le cose passate con gli occhi di oggi...)

    • @maxpower2093
      @maxpower2093 Před 3 lety +3

      @@lucaviti evidentemente il signore di prima non ha mai letto moravia

    • @Ekphrasys
      @Ekphrasys Před 3 lety +5

      @@maxpower2093 il signore di prima non sa manco cosa ha scritto....🤦‍♂️