NOTA BENE: senza dubbio, l'italiano non è il forte di Mamadou. Ma se le sue parole non sempre sono comprensibili, le sue lacrime hanno comunicato tantissimo. Succo della sua storia: è un uomo nato in Costa d'Avorio nel 1982 e poi scappato in Italia nel 2015, in cerca di una vita migliore; arrivato come rifugiato, ha ottenuto asilo politico ma tutt'oggi non riesce a regolarizzare la sua vita ed aiutare i suoi figli né tornare nel suo paese di origine. Sopraffatto dall'incertezza e disperazione, sta contemplando tutto compreso il suicidio. La sua lotta per serenità e dignità è continua. Nel dettaglio: partendo da casa sua 9 anni fa con un gruppo, attraversò 4 paesi diversi per uscire dal Sahara (Costa d'Avorio, Burkina Faso, Niger, Libia) - e alcuni di quelli che l'hanno accompagnato morirono già in mezzo al deserto. Giunto al Mediterraneo, mancava un solo passo per poter mettere piede nel Belpaese: attraversare il mare. Ma l'unica era imbarcare un gommone sovraccaricato. Tragicamente, come successo più e più volte, perirono anche quasi tutti quelli a bordo della piccola imbarcazione, cadendo nell'acqua fredda. E' sopravvisuto solo lui, un piccolo miracolo che gli ha permesso quantomeno di continuare a combattere per le sue speranze. Il giorno del Natale 2015 è stato accolto in Sicilia, trasportato a Crotone ed infine al nord dove ha girato varie città prima di "assestarsi" a Bergamo dove si trova ad oggi. Siccome non capiva l'italiano, ha firmato diversi fogli senza sapere di cosa si tratta ed è stato spesso sfruttato (in particolare per farlo lavorare gratis). Al tempo stesso non è mai riuscito ad ottenere carta d'identità e codice fiscale, rimanendo in Italia solo nel contesto dell'asilo politico. Negli anni ha fatto qualche lavoro in nero ma solitamente non è riuscito a farsi pagare e quindi rimpiange il fatto di non poter aiutare molto i suoi 3 figli rimasti in Costa d'Avorio. Nel 2023 non è riuscito ad inviare alcun aiuto economico ai figli, e sa di essere già anche nonno. La sua moglie non c'è più, mentre non è certo che sia viva nemmeno la sua madre - non ha più modo di contattarla. All'interno della sua famiglia, alcuni lo sminuiscono. Gli dicono che altri familiari sono riusciti ad emigrare in Europa ed avere casa nel giro di pochi anni. Nell'angoscia, Mamadou ha pure chiesto di essere mandato indietro in Africa - certo che troverebbe subito un lavoro qualunque - senza successo. Ad aggravare la sua situazione è il fatto che è stato denunciato per violenza sessuale. Lui sostiene che aveva provato a corteggiare una donna in stato di ebbrezza senza però essere stato violento. In un secondo momento inviò una lettera di perdono e lei accettò, ma per colpa della denuncia ci ha rimesso lo stesso. È stato costretto a cominciare un percorso in comunità terapeutica e fare esami tossicologici periodici per dimostrare di essere pulito. In origine non era un alcolista, stando al suo racconto cominciò a bere perché oggigiorno si riposa in un dormitorio e la giornata la passa tutta per strada senza alcuna occupazione. A differenza di altri, riesce almeno ad astenersi dall'uso di droghe pesanti. L'unica sua fortuna sembra essere un avvocato di Firenze; questo, a detta sua, lo ha preso a cuore e cerca di aiutarlo il più possibile. Grazie all'avvocato ha evitato il carcere, ma al momento non si sa se questo professionista riuscirà ad aiutarlo anche ad ottenere i documenti di riconoscimento che sono indispensabili per mettersi in regola. In fiducia, Mamadou ha dato anche a me il numero dell'avvocato; presto lo contatterò e cercherò di capire meglio per conto suo cosa serve e/o cosa si può fare in questo momento per accelerare/sbloccare la situazione una volta per tutte.
@@sarasigismondi7534 Non molto, qualche settimana fa mi sono sentito con l'avvocato che vuole aiutarlo e speravamo di farlo fare un servizio pubblico (che lo avrebbe aiutato a pulirsi il nome) ma senza successo. Non l'ho più visto in giro, non so dove sia.
Credo che quest'uomo abbia sofferto abbastanza! Non sento cattiveria in lui, spero che torni a casa sua e che viva la sua vita in pace. Sono con te fratello e che le tua sofferenza non sia vana. Io ti credo e ti sono vicina. Mi ha spezzato il cuore la tua disavventura e sono triste per te, molto molto triste.
Non molto, qualche settimana fa mi sono sentito con l'avvocato che vuole aiutarlo e speravamo di farlo fare un servizio pubblico (che lo avrebbe aiutato a pulirsi il nome) ma senza successo. Non l'ho più visto in giro, non so dove sia.
NOTA BENE: senza dubbio, l'italiano non è il forte di Mamadou. Ma se le sue parole non sempre sono comprensibili, le sue lacrime hanno comunicato tantissimo.
Succo della sua storia: è un uomo nato in Costa d'Avorio nel 1982 e poi scappato in Italia nel 2015, in cerca di una vita migliore; arrivato come rifugiato, ha ottenuto asilo politico ma tutt'oggi non riesce a regolarizzare la sua vita ed aiutare i suoi figli né tornare nel suo paese di origine.
Sopraffatto dall'incertezza e disperazione, sta contemplando tutto compreso il suicidio.
La sua lotta per serenità e dignità è continua.
Nel dettaglio: partendo da casa sua 9 anni fa con un gruppo, attraversò 4 paesi diversi per uscire dal Sahara (Costa d'Avorio, Burkina Faso, Niger, Libia) - e alcuni di quelli che l'hanno accompagnato morirono già in mezzo al deserto.
Giunto al Mediterraneo, mancava un solo passo per poter mettere piede nel Belpaese: attraversare il mare. Ma l'unica era imbarcare un gommone sovraccaricato.
Tragicamente, come successo più e più volte, perirono anche quasi tutti quelli a bordo della piccola imbarcazione, cadendo nell'acqua fredda. E' sopravvisuto solo lui, un piccolo miracolo che gli ha permesso quantomeno di continuare a combattere per le sue speranze.
Il giorno del Natale 2015 è stato accolto in Sicilia, trasportato a Crotone ed infine al nord dove ha girato varie città prima di "assestarsi" a Bergamo dove si trova ad oggi.
Siccome non capiva l'italiano, ha firmato diversi fogli senza sapere di cosa si tratta ed è stato spesso sfruttato (in particolare per farlo lavorare gratis).
Al tempo stesso non è mai riuscito ad ottenere carta d'identità e codice fiscale, rimanendo in Italia solo nel contesto dell'asilo politico.
Negli anni ha fatto qualche lavoro in nero ma solitamente non è riuscito a farsi pagare e quindi rimpiange il fatto di non poter aiutare molto i suoi 3 figli rimasti in Costa d'Avorio.
Nel 2023 non è riuscito ad inviare alcun aiuto economico ai figli, e sa di essere già anche nonno.
La sua moglie non c'è più, mentre non è certo che sia viva nemmeno la sua madre - non ha più modo di contattarla.
All'interno della sua famiglia, alcuni lo sminuiscono. Gli dicono che altri familiari sono riusciti ad emigrare in Europa ed avere casa nel giro di pochi anni.
Nell'angoscia, Mamadou ha pure chiesto di essere mandato indietro in Africa - certo che troverebbe subito un lavoro qualunque - senza successo.
Ad aggravare la sua situazione è il fatto che è stato denunciato per violenza sessuale.
Lui sostiene che aveva provato a corteggiare una donna in stato di ebbrezza senza però essere stato violento.
In un secondo momento inviò una lettera di perdono e lei accettò, ma per colpa della denuncia ci ha rimesso lo stesso.
È stato costretto a cominciare un percorso in comunità terapeutica e fare esami tossicologici periodici per dimostrare di essere pulito.
In origine non era un alcolista, stando al suo racconto cominciò a bere perché oggigiorno si riposa in un dormitorio e la giornata la passa tutta per strada senza alcuna occupazione.
A differenza di altri, riesce almeno ad astenersi dall'uso di droghe pesanti.
L'unica sua fortuna sembra essere un avvocato di Firenze; questo, a detta sua, lo ha preso a cuore e cerca di aiutarlo il più possibile.
Grazie all'avvocato ha evitato il carcere, ma al momento non si sa se questo professionista riuscirà ad aiutarlo anche ad ottenere i documenti di riconoscimento che sono indispensabili per mettersi in regola.
In fiducia, Mamadou ha dato anche a me il numero dell'avvocato; presto lo contatterò e cercherò di capire meglio per conto suo cosa serve e/o cosa si può fare in questo momento per accelerare/sbloccare la situazione una volta per tutte.
Si sa qualcosa di lui?
@@sarasigismondi7534 Non molto, qualche settimana fa mi sono sentito con l'avvocato che vuole aiutarlo e speravamo di farlo fare un servizio pubblico (che lo avrebbe aiutato a pulirsi il nome) ma senza successo. Non l'ho più visto in giro, non so dove sia.
Credo che quest'uomo abbia sofferto abbastanza! Non sento cattiveria in lui, spero che torni a casa sua e che viva la sua vita in pace. Sono con te fratello e che le tua sofferenza non sia vana. Io ti credo e ti sono vicina. Mi ha spezzato il cuore la tua disavventura e sono triste per te, molto molto triste.
Credo che lui continua a soffrire, anche se in questi giorni non lo sto vedendo in giro. Sto cercando di sentire il suo avvocato.
Amico mio, vogliamo barboni e gente delle comunità che prova a scappare.
Io comunque avrei riproposto un intervista con Marco.
Se è per questo, anche Mamadou è attualmente "barbone". Comunque Marco non lo ho più visto per ora.
Non capisco purtroppo. Chi é straniero non può vedere questo video senza subtitles
Vedi il mio commento in evidenza per favore.
Si sá qualcosa di lui?
Non molto, qualche settimana fa mi sono sentito con l'avvocato che vuole aiutarlo e speravamo di farlo fare un servizio pubblico (che lo avrebbe aiutato a pulirsi il nome) ma senza successo. Non l'ho più visto in giro, non so dove sia.
Questo la racconta e fa la vittima..Forse non ha ancora capito che ci sono delle regole per vivere dignitosamente..
Hai ragione anche tu sulle regole, speriamo che prima o poi riesca a mettersi appunto in regola (sempre se non torna nel suo paese di origine).
Talvolta mancano le possibilità per vivere dignitosamente.
I "compagni" di viaggio morti non li inserisce nel suo commento?
Così, per esempio.