La lingua italiana non ha alcun senso * VYGOTSKIJ!

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  • čas přidán 8. 09. 2024

Komentáře • 1,5K

  • @lorenzokruger8591
    @lorenzokruger8591 Před 3 lety +1176

    A me ha sempre fatto sorridere che in italiano l'attenzione si presta in inglese si paga.

    • @IctusPordenone
      @IctusPordenone Před 3 lety +30

      e garantito si dà mentre in inglese si prende

    • @fedra76it
      @fedra76it Před 3 lety +43

      A noi pagare piace poco ;)

    • @albertolosi9341
      @albertolosi9341 Před 3 lety +1

      Ahah è vero non ci avevo mai fatto caso

    • @BrunoNeureiter
      @BrunoNeureiter Před 3 lety +18

      In italiano è la persona che ti manca, in inglese sei tu che senti la mancanza

    • @ttttg5302
      @ttttg5302 Před 3 lety +2

      Lorenzo Krüger si chiamano collocazioni

  • @nathanieldrew
    @nathanieldrew Před 3 lety +642

    Bellissimo il video. Mi è piaciuto molto la profondità delle tue spiegazioni.
    Avevo fatto il mio video all’inizio soltanto per ridere un po’ ma alla fine ho imparato molto sulla lingua italiana grazie a persone come te!
    Per quanto riguarda le bestemmie, ho deciso di includere quel punto nel video perché sentivo queste espressioni molto spesso quando sono stato in Italia due anni fa. Quando gli italiani mi hanno spiegato la significazione delle bestemmie, onestamente non riuscivo a capire. Come hai detto tu, non abbiamo questa temperatura emotiva! Neanche esiste in spagnolo, francese o portoghese.

    • @chaossspy6723
      @chaossspy6723 Před 3 lety +4

      :)

    • @francescogironi8507
      @francescogironi8507 Před 3 lety +13

      Grande Nathalien, miglior youtuber americano ♥️

    • @quiricosolinas7876
      @quiricosolinas7876 Před 3 lety +47

      Sulle bestemmie però si può anche intuire che siano frasi "gravissime" contro "l'autorità della chiesa" e il comandamento "non nominare invano il nome di Dio". Infatti le bestemmie sono più sentite come offesa alla cultura e alla sensibilità a sud, più ti spingi a nord e esempio in Veneto più diventano comuni e dissacratorie. Come tentare di spiegare in Italia il problema del black face specialmente nella mia regione (la Sardegna) dove esistono figure e maschere dal viso completamente nero che non hanno niente a che fare con lo schiavismo e che sicuramente verrebbero criticate in una lettura (o errata lettura) moderna dove "tutto" viene decontestualizzato

    • @ttttg5302
      @ttttg5302 Před 3 lety +9

      @@quiricosolinas7876
      Da dove si originano se non dallo schiavismo? Forse da qualche vittoria contro l'Africa anche in tempi molto remoti?
      Cmq non è carinissimo, ad esempio gli austriaci festeggiano sempre con la marcia di Radetsky perché è una musica allegra, e tutti gli anni da noi a capodanno passano il concerto viennese in tv, che si conclude sempre con la marcia di Radetsky, ebbene c'è una controversia in Italia sull'opportunità di suonare questa marcia da noi, dato che fu scritta per festeggiare una vittoria austriaca contro se ricordo bene i moti di indipendenza italiani, o comunque qualche vittoria contro gli italiani.
      Così come noi discutiamo se sia bello o meno che noi suoniamo una marcia allegra e carina che però fu scritta contro di noi, immagina se vedessimo la nostra faccia o la nostra etnia usata a qualche scopo (anche solo nomenclativo o pubblicitario) da qualche altro popolo che una volta ci ha sconfitto. Io direi "eh va be' così è, amen", però non farei i salti di gioia.
      Ad esempio i dolci detti "teste di moro" hanno dovuto cambiare nome in Germania. A noi sembra un nome normale e non offensivo, ma se io andassi in Congo e scoprissi che mangiano "teste di bianco" o "teste di italiano" per colazione, anche se magari si tratta di dolcetti al cocco che secondo loro assomigliano alle nostre facce, non mi farebbe super piacere, direi "ah ok" e non farei un casino, ma non mi farebbe piacere, aggiungici se fossero secoli che veniamo schiavizzati da loro e l'effetto negativo aumenterebbe.
      Per alcune cose io vado contro corrente e contro il politically correct, però è comprensibile che certe cose non facciano piacere. Poi purtroppo molti ad esempio afroamericani non si informano sulle cose bene, o cmq dicono che siccome i libri li hanno scritti i bianchi sono scritti a nostro favore, li ho sentiti con le mie orecchie dire che non ci sarebbe architettura da noi se non fossimo stati invasi dai mori (dato che i mori sono i nordafricani non arabi, questi invasero l'Europa nel medioevo, e l'architettura qui c'era già dall'epoca romana, quindi niente di più errato, se poi vogliamo vedere da chi la presero i romani etc etc arriviamo al medio oriente e non all'africa in sé, senza contare che immagino che l'uomo sia giunto a certe invenzioni indipendentemente in zone diverse del pianeta, dato che aveva gli stessi bisogni e le stesse facoltà mentali); ma per alcune cose bisogna capire che a nessuno farebbe piacere se ci trovassimo in quella situazione
      Cmq cambiare simboli storici è complicato, a meno che non siano sfacciatamente razzisti

    • @quiricosolinas7876
      @quiricosolinas7876 Před 3 lety +23

      @@ttttg5302 l'origine dei mamuthones non è chiarissima, va dai riti nuragici per venerare gli animali, a chi pensa un rito totemico per assoggettare il bue, a chi vuole un rito per divinità ancestrali o un rito dionisiaco durante il cambio delle stagioni, qualcuno vuole invece una vittoria dei pastori sugli invasori saraceni (ma dato che sembri più uno spirito di un animale selvaggio è complicata vedere una natura umana) . Ugualmente l'inno di Mameli poi diventato inno italiano è stato scritto per spronare gli "italiani" alla guerra contro l'Austria. Il problema è che ormai non si riesce a contestualizzare niente ma si parla sempre di riletture secondo la sensibilità moderna, vedi l'altro giorno una traduzione della Commedia di Dante in olandese senza Maometto all'inferno per non turbare i fedeli di fede islamica, il problema è conoscere l'altro non solo se stessi e capire il contesto e accettarlo. Il razzismo e il sessismo sono un problema e vanno combattuti da parte di tutti ma in maniera intelligente.

  • @eugeniygolovko271
    @eugeniygolovko271 Před 3 lety +602

    Non so se posso considerarmi madrelingua straniero, sono nato in Unione Sovietica ma vivo in Italia dal 1994 e ormai penso in un misto di Italiano, dialetto veneto, inglese e russo. Quando arrivai qui e cominciai la prima elementare la cosa che mi stupì più di tutte furono gli articoli determinativi che in Russo non esistono. Ovviamente scoprì presto che era una peculiarità del Russo il non averli. Studiando lingue dalle elementari, notai che l'Italiano è l'unica lingua in cui il soggetto può essere sottinteso: si può dire "ti amo" invece di "io ti amo". In Russo, Inglese, Tedesco e Francese è un errore da matita rossa, ma in Spagnolo invece è consentito quasi come da noi. Quindi questa la escluderei. Altra cosa che mi ha sempre stupito è l'impressionante varietà di tempi e modi verbali, ma anche questa la condividiamo con gli spagnoli mentre russi e inglesi fanno molta più fatica. La doppia negazione tipo "Non è stato nessuno" o "Non stato da nessuna parte" invece mi risulta siamo gli unici ad averla. Se non stato da nessuna parte vuol dire che da qualche parte sono stato, se non è stato nessuno a fare qualcosa vuol dire che qualcuno l'ha fatto ecc. Effettivamente spiegarla ad un americano è alquanto difficile dato che loro direbbero "I haven't been anywhere" (invece di nowhere - nessuna parte). I Russi poi si mettono a ridere quanto provi a spiegar loro questa peculiarità. Ma la cosa oggi che più mi pare assurda, e che più amo dell'Italiano, è la capacità che abbiamo di "bastardizzare" alcune parole estranee: Googolare, triggerare, blastaggio, addare, svappare, pimpato e tante altre ancora. Russi, Francesi e Tedeschi non nazionalizzano così facilmente termini stranieri moderni. Scusa per il pippone, ti followo da sempre!

    • @salvatoreasero250
      @salvatoreasero250 Před 3 lety +19

      La doppia negazione è largamente usata nei paesi anglofoni, anche se grammaticalmente errata

    • @eugeniygolovko271
      @eugeniygolovko271 Před 3 lety +27

      @@salvatoreasero250 Avendo vissuto in America mi ricordo che coloro che tentarono di imparare l'Italiano mi chiesero spiegazioni sulla doppia negazione e la trovavano incomprensibile. Poi magari nel parlato comune e nello slang si usava, ma non mi ricordo di averla sentita (magari sbaglio io). La differenza è che da noi è grammaticalmente giusta mentre per loro è un obbrobrio linguistico. Ora che ci penso pure i Russi la usano nel linguaggio parlato ma come eccezione e rafforzativo.

    • @fabbrus5221
      @fabbrus5221 Před 3 lety +10

      A little party never killed nobody

    • @eugeniygolovko271
      @eugeniygolovko271 Před 3 lety +13

      @@fabbrus5221 Io invece ti potrei citare I System of a Down quanto cantano "The most lonliest day of my life".

    • @lore5862
      @lore5862 Před 3 lety +19

      Mi viene in mente una canzone brasiliana, si chiama "Pra que discutir com madame" e racconta di questa "madame" che odia il samba, per lei una musica "barata", di poco valore. Per le famiglie ricche/aristocratiche del Brasile degli anni '50/' 60 il samba, e in generale chi suonava la chitarra e faceva musica poco "colta", che non fosse opera, era da disprezzare.
      Dato il contesto, c'è un verso della canzone che dice così: "madame não gosta que ninguém sambe". Significa letteralmente "a madame non piace che nessuno faccia il samba (sambar é un verbo in portoghese!)".
      Da come è scritto, sembra che la signora voglia che qualcuno suoni o balli, ma in realtà la doppia negazione sta a significare che proprio non le piace la gente che fa il samba. E niente, era per dire che anche il portoghese (non so se raramente o spesso) ha una forma di doppia negazione che può mettere in difficoltà i non madrelingua.

  • @mariodelprete9730
    @mariodelprete9730 Před 3 lety +370

    Importante qui mi sembra,
    per gli amici di Albione,
    di non far tra membri e membra
    perniciosa confusione.

  • @lanzbonstranza5091
    @lanzbonstranza5091 Před 3 lety +80

    Sono madrelingua spagnolo e quello che trovo assurdo della lingua italiana è che gli italiani hanno un'ossessione nell'adottare e usare parole inglesi nella loro vita quotidiana, anche se l'italiano ha le stesse parole per descrivere le stesse cose, quindi ecco non è una ragione giustificata per farlo. peggiora solo la lingua vasta e ricca che è l'italiano. inoltre, quando gli italiani usano parole inglesi o parlano in “Itanglese” pronunciano male le parole in inglese, quindi è anche peggio.
    Italiani, siate orgogliosi di parlare l’italiano!

    • @salvatoredipalma2742
      @salvatoredipalma2742 Před 3 lety +7

      Totalmente d'accordo

    • @cinzia3643
      @cinzia3643 Před 3 lety +5

      Purtroppo è vero, soprattutto nel posto di lavoro, ormai le circolari di servizio sono piene di inglesismi.

    • @rastrellin1560
      @rastrellin1560 Před 3 lety +7

      Si, per colpa dei media italiani è stato sdoganato... e temo radicato irrimediabilmente, uno strano concetto secondo cui l'esterofilia faccia più moderno... e che la modernità (decisa da chi?) automaticamente faccia più acculturato, come se sapere due parole (male) di inglese bastasse a nobilitarci. Vero è che eravamo più indietro nella conoscenza di questa nuova lingua franca, ma questo non significa che vada usata fuori contesto. Eppure, il fatto che all'estero non facciano come noi, pare non volergli proprio entrare in zucca. Inizialmente era un mezzo della politica per non far capire bene la supposta che volevano mettere al loro ingenuo elettorato o, nel migliore dei casi, per vendere un prodotto musicale o elettronico. La cosa, già a metà degli anni 90 è poi degenerata, prima nelle sigle e altri piccoli elementi televisivi, poi nel soppiantamento di termini comunissimi. Hanno praticamente imposto Runner invece di "podista" o del semplicissimo "corridore" e a momenti ci inculcano persino quella porcata di Rider al posto di "fattorino". Ci hanno provato pure con la lingua francese talvolta, ma hanno desistito presto, eccetto per Clochard, che comunque non mi pare abbia attecchito al di fuori di un giornalismo che si vuol dare arie. Perchè usare lo stesso significato, o comunque uno non migliore in un'altra lingua dovrebbe nobilitare il soggetto o l'oggetto descritto? Non si è capito. Il bello è che se non lo fai sei all'antica, una noce in un sacco che non fa rumore. A nulla son serviti i pareri contrari di persone con un bel cervello riconociuto, in quest'era internettiana del "diamo un megafono agli imbecilli", questi professori, autori e artisti si son visti criticare senza tanti problemi, nonostante argomentassero a dovere. Si intravede in noi italiani, mi spiace dirlo, anche fino alla mezza età, una sorta di complesso d'inferiorità nel volersi ergere e apparire come persone migliori dei propri genitori, una lotta contro un provincialismo fantasma di cui siamo invece portatori. Parte della colpa va sicuramente nel non aver mai voluto far pace con il passato fascisa, una pagina oscura che ha prima rafforzato e poi distrutto le fondamenta del nostro patriottismo. Un periodo storico che, similmente alla contesa Usa/Urss è divenuto un nemico troppo comodo per una grossa parte politica, da tempo a corto di argomenti. Una politica promotrice di sudditanza, mercenaria, tentacolare e troppo egocentrica e sorda per un dialogo vero. Oggi, per colpa di questi spauracchi, avere un minimo di amor proprio al di fuori dello sport è visto male, come se l'unico modo per essere belli fosse non essere italiani al di fuori del remunerativo marchio Made-in-Italy. Tutt'ora, in era pandemica, tra telegiornali e sguaiati salottini sui pettegolezzi vi è stato il delirio linguistico più totale e, se anche puoi ignorare la tv, non troverai terreno migliore su youtube e più in generale, sulle reti sociali, dove trentenni recensori/opinionisti fanno un miscuglio di un orrido da far accapponare la pelle. Vedo spesso in loro anche una certa difficoltà nel trovare l'aggettivo italiano, visto quanto sono abituati ad anglizzare i loro discorsi. Un tempo, avevamo un comico soprannominato Il Cummenda, ecco, lui era appunto una figura spavalda e modaiola da sbeffeggiare, eppure sentito oggi parrebbe un tipo qualunque, e paragonato alla gente che scrive nei forum di videogiochi, addirittura uno con una buona proprietà di linguaggio. Non credo ci sia molto futuro per la nostra povera lingua, e nemmeno per la nostra cultura, che si, come tutte le altre deve respirare per essere viva, ma che invece sta subendo un'autopsia giorno per giorno senza nessuna istituzione che muova un muscolo per dargli una mano seria. Gli unici salvagente che abbiamo sono, perlomeno al centro-sud: un clima che ci ha plasmato per stare più all'aperto che davanti ad elettrodomestici, e i dialetti ancora piuttosto vivi, ma col futuro sempre più tecnologico a cui andiamo incontro, non so quanto basterà, nessuno vuole far nulla.

    • @quelloliciccionedidoraemon4790
      @quelloliciccionedidoraemon4790 Před 2 lety

      Personalmente gli inglesismi in italiano non mi danno così tanto fastidio, quello che non sopporto sono le espressioni che in italiano sono corrette ma che vengono usate al posto di altre molto più naturali solo perché sono così in inglese. Un esempio è "tizio ha realizzato che" al posto di "tizio si è accorto che" usata solo perché in inglese si dice "to realize" oppure l'espressione "mi piace pensare che" che nessuno in italiano direbbe mai se non fosse la traduzione di una comune espressione inglese.

    • @harpo1909
      @harpo1909 Před 4 měsíci

      92 minuti di applausi...e dopo 3 anni da questo suo messaggio, sono pure aumentate.

  • @lucbots
    @lucbots Před 3 lety +56

    La bestemmia è spesso puro virtuosismo creativo e artistico, in cui pochi riescono ad eccellere.
    Negli USA fanno quelle penosissime sfide tra rapper, qui in Italy basta un tavolo da briscola per creare intere sinfonie: non c'è confronto!

    • @livioangel
      @livioangel Před 2 lety +1

      hhahah . in USA non ci sono le bestemmie perché non hanno avuto il vaticano in Casa; la bestemmia e un modo per ardire per permettersi . daring GOD e il diavolo. in america hanno paura sia di dio che del diavolo. in quel senso sono molto bigotti. no italiani conosciamo sia dio che il diavolo

    • @abiagio1
      @abiagio1 Před rokem +3

      Un tavolo da briscola in Toscana, il massimo.

    • @kevsenzacognome
      @kevsenzacognome Před 6 měsíci

      15 + 18 quanto fa?!

  • @stefanodemarchi8859
    @stefanodemarchi8859 Před 3 lety +194

    Anni fa avevo dei colleghi cinesi e ricordo che la parola che li faceva più ridere era "boh" usato per dire non so.

    • @francesco8723
      @francesco8723 Před 3 lety +36

      Questo lo notai anch'io parlando con una ragazza inglese. La parola la divertiva tanto, che addirittura non vedeva l'ora di farla conoscere agli amici in patria :)

    • @maddalena499
      @maddalena499 Před 3 lety +49

      E un prof. Inglese che parlava e capiva assai bene l 'italiano aveva difficoltà a. Spiegare agli studenti la sfumatura e la differenza tra "boh" e "mah"...... 😆

    • @0pus
      @0pus Před 3 lety +7

      @@maddalena499 consiglio molto il video di Peter Sloan qui si YT! :)

    • @gian_luca
      @gian_luca Před 3 lety +3

      in sardegna vuol dire anche "basta" 😁

    • @maddalena499
      @maddalena499 Před 3 lety

      @AC GT 😃

  • @cyptc1777
    @cyptc1777 Před 3 lety +19

    Salve Roberto
    Mi chiamo Vlad, ho quasi ventitré anni e sono di origine Ucraina. Vivo qui in italia da oltre undici anni, per essere più precisi in Campania.
    Mi sono divertito un sacco seguendo questo suo video perché in un certo senso quando parlava di quel ragazzo statunitense, è come se stesse parlando dell'esperienza che ho vissuto io quando sono arrivato qua e mi sono approcciato alla lingua italiana.
    Non essendo la mia madrelingua, posso affermare che è un vero casino...
    Coniugazione dei verbi, varie regole grammaticali intrecciati con mille eccezioni e casi citati anche da lei in questo video come dita/diti
    Dopo undici anni sto continuando a imparare quasi ogni giorno un qualcosa di nuovo (e spesso ciò avviene grazie a lei) di questa lingua bella, poetica, espressiva ma odiosa allo stesso momento.
    Voglio approfittare di questo commento per ringraziarla per il lavoro che sta svolgendo.
    Il suo canale è un oceano senza fine di cultura, educazione e conoscenza.
    Spero tanto che questo commento arriva alla sua lettura e mi renderebbe molto felice magari una sua risposta contenente anche una sola parola anche se comprendo che di commenti ce ne sono ed è fisicamente impossibile che li leggete tutti ma io spero comunque.
    Grazie mille ancora.
    Con affetto, Vlad

    • @raffaelefederico5427
      @raffaelefederico5427 Před rokem +2

      Caro Vlad, mi dispiace di non essere il buon Roberto ma solo un tizio qualunque, campano, come anche te ormai, che passava di qua tra i commenti. Ho apprezzato molto il tuo, di una educazione e umiltà meravigliose e che esprime una sincera gratitudine che oggi raramente vedo, insomma un commento che ti fa davvero onore. E così mi sono detto che, visto che dici che ogni giorno impari qualcosa di nuovo della nostra lingua e ti piace farlo, pur non potendo mai essere le mie considerazioni paragonabili a quelle che ti avrebbe dato il buon Roberto (eh... tocca arrangiarsi... 😅), forse avresti gradito comunque un paio di semplici, affettuosi e umili consigli su come migliore la tua scrittura in italiano anche da parte mia.
      Intanto devo dire che te la cavi incredibilmente bene e ti faccio i miei complimenti più sinceri. Le uniche cose evidenti che si notano sono, primo, che a volte ti sfugge di accordare il verbo al soggetto, quindi dovresti farci un po' più di attenzione. Ti riporto un paio di esempi da tuo messaggio:
      "... spero tanto che questo commento arriva alla sua attenzione...", corretto sarebbe, "commento arrivi alla sua";
      "... impossibile che li leggete tutti ma io...", corretto, "che li legga tutti ma". Questo perché gli dai del lei, dunque è la terza persona singolare, se gli avessi dato del tu sarebbe stato "che li leggi", seconda persona singolare. Ma sono cose che si correggono un po' alla volta comunque.
      Piuttosto quello che vedo di più rilevante è la seconda cosa, che riguarda prettamente lo scritto più del parlato, e che per dirla tutta purtroppo riguarda anche tantissimi italiani madrelingua ahimé, è la quasi totale assenza di punteggiatura, che rendere difficile leggere tutto il testo in modo scorrevole. Se posso darti un consiglio quindi, lavora soprattutto su questo. Come dico sempre io, virgole e punti sono gratis... non abbiate paura di usarli! Meglio sbagliare mettendo una virgola di troppo che una di meno! 😃
      E con questo ti abbraccio e ti saluto, e magari ci si vede in giro, chissà!... 😉

  •  Před 3 lety +395

    Non è una peculiarità dell'italiano, ma mi ricordo un amico straniero shockato nell'apprendere che i nomi comuni hanno un genere. Ha passato un quarto d'ora buono a chiedermi se le sedie fossero maschili o femminili, poi i tavoli, le automobili, i nasi...concludendo con uno "but HOW DO YOU KNOW?!"

    • @marcoottina654
      @marcoottina654 Před 3 lety +43

      un po' come la pronuncia di moltissime parole inglesi, che spesso poco hanno a che fare con le lettere di cui sono composte XD

    • @JenLaRock
      @JenLaRock Před 3 lety +18

      Idem in tedesco. Non è un cosa cosí strana in realtà, ma capisco eccome possa lasciare perplessi

    • @paoloferraris8518
      @paoloferraris8518 Před 3 lety +9

      non mi preoccuperei più di tanto...ora ci ha pensato la Boldrini a rendere la cosa più facile...ehehe...è tutto al femminile!

    • @francescodarin8100
      @francescodarin8100 Před 3 lety +3

      @@JenLaRock più il neutro (????)

    •  Před 3 lety

      @@emilionovembre8934 in verità lui è curdo, e oltre l'inglese conosce turco e cinese 😊

  • @Angiardini
    @Angiardini Před 3 lety +287

    Sono brasiliano e non mi sento in grado di scrivere in italiano ma farò un tentativo. Suo canale è infatti mio preferito nelle tre lingue que capisco: portoghese, inglese e italiano. Lei fa un bellissimo lavoro. Ho appena scoperto la bestemmia. Anche a me questa cosa ha lasciato perplesso. Lo interessante en una “blasphemy” è que per una società sapere che non la si può dire, si la deve conoscere. Il taboo di la bestemmia garantisce la sua propria esistenza. Penso que anche Borges ha detto cosa simile di le eresie. Diceva che essere dichiarata eresie ha preservato multi idee.Grazie per lo tanto che ho imparato de literatura, cultura e de la lingua italiana con suo canale.

    • @redcoat4348
      @redcoat4348 Před 3 lety +10

      La mia lingua madre è inglese. Voglio dire che hai sbagliato un poco. Si dice “che”, non “que” come in spagnolo

    • @talditale
      @talditale Před 3 lety +20

      @@redcoat4348 fosse solo questo!
      “voglio dire” che anche tu hai sbagliato “un poco”
      ...comunque, per non essere italiani siete stati estremamente chiari!

    • @Angiardini
      @Angiardini Před 3 lety +8

      Grazie per le correzione

    • @simothecrazy
      @simothecrazy Před 3 lety +13

      Effettivamente non puoi bestemmiare se non conosci le bestemmie, ma conoscendole non dovresti bestemmiare, è una cosa che si sostiene da sola, il taboo porta avanti il taboo stesso e si autoalimenta. Non ci avevo mai pensato 😅

    • @oswaldoo9329
      @oswaldoo9329 Před 3 lety +40

      Come al solito ogni commento con degli errori ortografici diventa la giusta occasione per farsi notare. Se volete correggere l'ortografia correggetela tutta, segnalando ogni errore. Ma prendetevi la briga di non solo individuare ogni errore, ma di spiegarlo. Altrimenti siate felici e cercate di cogliere ciò che una persona pur con degli errori ortografici ha cercato di trasmettere.

  • @Taxi1729
    @Taxi1729 Před 3 lety +83

    Va bene, abbiamo dato una spiegazione a questo ragazzo statunitense, ma adesso per favore facciamogli notare che in inglese: Tu sei = you are, Voi siete = you are. Ho detto tutto.

    • @marcoponzio1644
      @marcoponzio1644 Před 3 lety +14

      in realtà all'inizio esisteva thou che voleva dire tu (you era per voi), ma col tempo questa differenza è sparita e di conseguenza anche la parola

    • @slowmolife4289
      @slowmolife4289 Před 3 lety +5

      @@marcoponzio1644 esatto, aggiungo anche che in alcune zone si sono venute a formare delle strutture che sopperiscono alla mancanza di una 2nd petsona plurale nell'inglese, come "y'all" (in alcune zone degli USA) e "you lot" (in zone degli UK)

    • @darioreboli7105
      @darioreboli7105 Před 3 lety +2

      In Irlanda hanno risolto con due parole differenti

    • @pierdurin
      @pierdurin Před 3 lety +5

      Questo perché "you" era originariamente solo la seconda persona plurale. Per un uso generalizzato e frequentissimo del "voi" di cortesia, pian piano il thou ("tu") è sparito del tutto, finché dare del "voi" al prossimo ha perso la sua connotazione di formalità.

    • @corrado53
      @corrado53 Před 3 lety

      @@marcoponzio1644 La stessa cosa è successa, mi risulta anche in Brasile e in Argentina (e forse anche in altri paesi del Sudamerica). Nel primo invece del tu si usa Vosé e nel secondo Vos. Mi corregga per favore chi ne sa più di me,

  • @lucazzonazzonazzo
    @lucazzonazzonazzo Před 3 lety +80

    La velocità con la quale mi frego le mani quando vedo nei feed un nuovo video di Mercadini della durata di quasi 30 minuti potrebbe produrre abbastanza energia da riuscire a fornire il fabbisogno energetico di un concerto dei Rammstein per quattro secondi.

  • @paolorossisr1813
    @paolorossisr1813 Před 3 lety +58

    Bravo come al solito, Mercadini! Spero di fare cosa gradita fornendo la spiegazione storico-linguistica del fenomeno dei doppi plurali in -i e in -a, sul tipo "bracci/braccia", "cigli/ciglia" ecc,, (che si trova nell'insuperabile studio di Traina-Bernardi Perini "Propedeutica al latino universitario"). L'origine del doppione risale al latino, e precisamente al valore originario del genere neutro, che nacque per indicare concetti o oggetti di valenza generale o collettiva: la desinenza -a del neutro plurale era un antico suffisso COLLETTIVO (>SINTETICO) indoeuropeo (il che, tra l'altro, spiega come in greco antico il neutro plurale potesse accordarsi con il verbo al singolare, cfr. il motto eracliteo πάντα ῥεῖ - panta rhei), mentre quella in -i indicava un plurale con valore SINGOLATIVO (>ANALITICO). Tale opposizione in latino subì una drastica riduzione: sopravvissero nel latino classico pochi doppioni, quali "clivi/cliva", "colli/colla", e soprattutto "loci/loca". Il latino, si sa, era una lingua fortemente centripeta, in cui la tendenza alla normalizzazione restò sempre molto forte. Però nella coppia "loci/loca" è ben visibile la distinzione primaria: infatti il plurale collettivo "loca" aderisce in modo compatto al senso proprio e significa appunto "luoghi", mentre quello singolativo "loci" si sfrangia più facilmente, prestandosi agli usi figurati (e infatti significa "passi di un libro"). L'italiano, lingua molto centrifuga, ha ereditato ed esteso l'antitesi tra i due tipi di plurale ad una serie numerosa di nomi: frutti/frutta (quest'ultimo plurale collettivo passò al femminile per la forza analogica della desinenza in -a), bracci/braccia, membri/membra, labbri/labbra, corni/corna, muri/mura, diti/dita, ossi/ossa, cigli/ciglia, gridi/grida, lenzuoli/lenzuola, ecc. Così, mentre il senso figurato scaturisce dal singolativo, il collettivo si afferma e persiste nelle frasi fatte: "avere il latte alle ginocchia", "farsi saltare le cervella", "aggrottare le ciglia", "leccarsi le dita", "tirare le cuoia", ecc.

    • @RobertoMercadini
      @RobertoMercadini  Před 3 lety +6

      Grazie mille per l'esauriente e puntale chiarimento!

    • @paolorossisr1813
      @paolorossisr1813 Před 3 lety +3

      @@RobertoMercadini Sono un tuo ammiratore e ricambio i tuoi preziosi video come posso (da insegnante di latino, ad esempio...)

    • @ThePietrocks
      @ThePietrocks Před 3 lety +2

      Bellissima spiegazione, ti ringrazio!!

    • @paolorossi9189
      @paolorossi9189 Před 3 lety +3

      @AC GT In realtà, non è tanto assurdo: il significato originale di "ciglio" è "orlo", orlo dell'occhio, orlo della strada...

  • @deplumas5435
    @deplumas5435 Před 3 lety +49

    Ciao Roberto. Sono italoargentino e per me la cosa più assurda dell'italiano è che funzioni. In questa rubrica (me lo ha detto vygotskij) analizzi problemi linguistici che in effetti in generale nessuno si pone. è come se la lingua avesse vita a se stante, come se le regole esistessero e andassero scoperte. Mi sembra paradossale che una regola generale possa esistere in una lingua, nonostante il fatto che la gente in generale non la conosca.

    • @pietrobuoso1169
      @pietrobuoso1169 Před 3 lety +8

      Io ritengo assolutamente che le lingue siano organismi viventi! O per meglio dire sono lo specchio vivo e mutevole di un organismo vivente (la comunità di parlanti). Ma la lingua sfugge al loro controllo e li influenza! È questo il bello delle lingue: proprio come noi uomini hanno mille varianti, non-sense e irregolarità (se no studiarle sarebbe noioso)

    • @Marcoooo000
      @Marcoooo000 Před 3 lety

      Come mai non fai più streaming su twitch? Erano belli i tuoi video.

    • @mattiaborsadoli369
      @mattiaborsadoli369 Před 3 lety +1

      Verissimo tutto. Purtroppo molti non la conoscono a dovere. Ma come mai non fai più stream su twitch?

    • @deplumas5435
      @deplumas5435 Před 3 lety +1

      @@Marcoooo000 marco mi dispiace. non sto avendo tempo. voglio tornare ma faccio sempre piu fatica a ricavarmi quel paio di orette :(

    • @glicogeno4550
      @glicogeno4550 Před 3 lety +4

      il fatto che esista una regola grammaticale che nessuno conosce esplicitamente ma sa usare facilmente e non se ne è mai posto il problema è un fatto noto in linguistica. esempio: accordo del participio passato col complemento oggetto: "ho mangiato le mele" mangiato si accorda col soggetto. Ma se ti chiedo: che fine hanno fatto le mele? tu rispondi "Le ho mangiate" e il participio passato si accorda col complemento oggetto. Regola complicatissima a dirsi e facile da applicare.

  • @rodrigofernandesgoncalves9564

    Sono brasiliano ed imparo la lingua di Dante da lontano (non vivo in Italia e sono stato li per fare il turista soltanto una volta per dieci giorni). Comunque, non vedo l'italiano come una lingua strana. Ci sono moltissimi similitudini tra il portoghese e l'italiano. Direi che, dopo lo spagnolo, italiano è la lingua "ufficiale" più facile per noi brasiliani da imparare. Ho ancora migliaia di nuovi assunti da capire ed imparare ma non è per niente troppo tardi oppure difficile. Ho cominciato a guardare dei video in italiano tre anni fa quando già avevo 48 anni e questo adesso è una vera passione. Un piacere davvero. So che mai sarò in grado di avere una grammatica oppure pronuncia perfetta, ma già so comunicarmi e credo che ogni lingua ha delle sue incongruenze... Per esempio: in inglese è molto difficile sapere come pronunciare una parola scritta che mai ha sentito prima... Non si scrive come si parla e questo è spesso molto noioso...

  • @mariavicentini7110
    @mariavicentini7110 Před 3 lety +20

    Queste riflessioni mi fanno ricordare una mia amica brasiliana che parlava bene l italiano ma ha sentito per la prima volta l espressione "come mai?" durante un colloquio di lavoro. Lei stava spiegando i suoi studi ed esperienze precedenti e davanti al " come mai?" del suob interlocutore è andata in panne... non sapeva cosa significasse ed effettivamente capisco che ragionandoci è impossibile associarlo a un "perché". Mercadini, illuminaci tu!

  • @andrearazzoli3108
    @andrearazzoli3108 Před 3 lety +46

    Piccolo cortocircuito educativo: mio cognato Gabriele, che no è d'accordo con suo figlio Francesco lo redarguisce e lo richiama: " Ma va là, vieni qua..."....
    Francesco: "Papà però deciditi...."!!!😁😁😁

    • @aiedail82
      @aiedail82 Před 3 lety +16

      Nel dialetto di Paternò (CT) per intimare di NON muoversi si dice Mmòviti femmu....qui si raggiunge il massimo dell'indecisione 😄

    • @profmarchioro
      @profmarchioro Před 3 lety +2

      In Veneto diciamo "vien dentro che te te scaldi fora".

    • @ilakemybike
      @ilakemybike Před 3 lety

      Noi siamo quelli mandati da Dio, ma se siamo mandati da Dio, come mai siamo venuti qui e non mandalti li ?

    • @nicolacampasano7808
      @nicolacampasano7808 Před 3 lety +2

      Quando la sera tardavo, con gli amici del parco, a rincasare, mia mamma si affacciava dal balcone e mi diceva: Jesc a ind! (Esci dentro)

    • @ilakemybike
      @ilakemybike Před 3 lety +1

      @@nicolacampasano7808 A me non molto. Anzi : molto poco ! :-)

  • @cornelmarici2527
    @cornelmarici2527 Před 3 lety +18

    Ciao Roberto! Apprezzo molto il tuo lavoro e il tuo impegno, e soprattutto il tuo approccio con le persone. Io mi chiamo Cornel sono madrelingua rumena e vivo in Italia da 20 anni. Io trovo assurda ad esempio la domanda "c'è nessuno?" per chiedere se c'è qualcuno, oppure l'abbreviazione stamane o addirittura stamani! Un'altra che mi viene in mente è salvadanaio, che presumo derivi da denaro, ma come si sia arrivati a dirla così è un mistero. Tanti saluti e ancora complimenti!

    • @gigliodellavalle6945
      @gigliodellavalle6945 Před 3 lety

      "C'è nessuno? Ahahah! Non ci avevo mai pensato! Siete voi stranieri che ci fate notare queste stranezze, per noi italiani è tutto normale. Un motivo logico ci deve essere se esistono queste espressioni! Io penso che molto deriva dai dialetti di tutta Italia! Espressioni folcloristiche tradotte in italiano.

    • @cosimoquarta6977
      @cosimoquarta6977 Před 3 lety

      Chi ha letto l'Odissea ricorderà il passaggio di Ulisse da Polifemo.

  • @carlahenriquez9550
    @carlahenriquez9550 Před 3 lety +74

    Circa 4 anni fa ho iniziato ad imparare l'italiano. Sono ispanfona, ma dato che conoscevo altre lingue derivate dal latino non è stato qualcosa di radicale.
    Devo ammettere che ho le mie perplessità su alcune cose che trovi SOLO in questa lingua. Per esempio:
    Mi meraviglia il mitico "ne", ha il valore di tutto! Come un ente metamorfico che va dove c'è bisogno. In spagnolo non esiste una cosa del genere, e così neanche in tante altre lingue: una parola che può signicare tutto (fallo, ne va della mia dignità; non ne ho; ne nego il significato) e che, al tempo stesso, può non significare nulla: me NE vado... ma, che valore ha qua ne??? 🤣 Da qua? Adesso? Niente!!! Infatti il verbo andarsene per me è un mistero (in spagnolo è irse, dal famoso ire in latino, ma senza il ne).
    Poi
    La frutta... l'uva.... ma perché?? La frutta è l'insieme dei frutti... allora perché non li chiamo frutti?? (Infatti quando io mangio le patatine uso il plurale, benché sia un insieme). Anche in spagnolo c'è il signicato doppio di frutto: c'è il fructus cioè frutto della pianta, ma anche il frutto inteso come il prodotto finale di qualcosa.
    E non parliamo di "ce l'abbiamo fatta".
    Ma che senso ha questa frase 🤣🤣🤣
    Ce= non so quale sia la sua funzione
    La= cosa?? la quale cosa???, di cosa stiamo parlando???
    Abbiamo= beh, almeno è chiaro che è riferito anche a noi
    Fatta= fatta??? Cosa? È riferito alla famosa "la" di prima?
    Anche se non sono riuscita ancora a darNE (ahia 🤣) una spiegazione, devo dire che tra le lingue che ho studiato, sinceramente è una delle più affascinanti. L'effetto che su uno straniero sentire una poesia in italiano è indescrivibile perché, anche se non capisci molto, c'è qualcosa che ti prende, un certo modo di parlare, i suoni, una sorta di dolce fortezza che ti prende e dici: voglio imparare l'italiano 😍

    • @goken9046
      @goken9046 Před 3 lety +6

      sia il "ne" che il "ce" sono particelle che in analisi logica hanno funzione di complementi diversi a seconda del contesto. è un concetto molto complesso da capire per gli stessi italiani che infatti sin dalla prima elementare fanno analisi logica e grammaticale come esercizio per comprendere il ruolo delle parole nel periodo e il corretto utilizzo di esse. spero di aver fatto un po' di chiarezza

    • @viaggettifelici3710
      @viaggettifelici3710 Před 3 lety +7

      Se hai studiato il francese, in alcuni casi quando NE indica "DA un posto" oppure "DI una certa cosa" si usa come in francese usano EN. Je m'en vois = io me ne vado (ne sottintende "da qui" ma può anche voler dire"da li" se magari stai parlando di una cosa passata e tu non ti trovi più lì).
      Fleurs, J'en ai trois = fiori, ne ho tre (ne sottintende "di fiori". Spero di essere stata chiara.

    • @gigieinaudi24
      @gigieinaudi24 Před 3 lety +4

      L’italiano anzi il fiorentino dei ricchi di Dante è anarchico ma meno di quanto immagini e meno degli italiani.
      Ha peró una caratteristica non è stato imposto da eserciti della meseta provenienti dagli altipiani ventosi e desertici di Castilla a tutti gli altri come è successo o hanno provato a fare in Spagna, ma ce lo siamo scelti da noi nei secoli perché alla fine da Zara a Trieste da Napoli a Palermo da Milano a Bari da Genova alla Corsica ci è sembrata una lingua così bella da essere addirittura più bella di tutte le altre dal napoletano äl milanese dal veneziano al genovese.
      Chissà se capirai, comunque ci ho provato.

    • @maggio8191
      @maggio8191 Před 3 lety +3

      Brava, mi è piaciuto leggere il tuo punto di vista. Io vivendo all'estero conosco persone di tante nazionalità diverse ed è un fatto ricorrente che l'italiano piaccia nell'est europa e soprattutto ai russi. Sono proprio la musicalità e la chiarezza dell'articolazione delle parole che conquistano gli stranieri.

    • @roccopi5045
      @roccopi5045 Před 3 lety +1

      Attenta ai regionalismi! A Bari l espressione "mhe? " può avere svariati significati, a seconda della intonazione.
      La parola spirito, in italiano può avere più di 10 significato.
      La parola calzone può avere significati completamente diversi da Bari a Napoli. Ecc ecc...

  • @fradipsbg1099
    @fradipsbg1099 Před 3 lety +55

    Io parlo come lingue madri italiano 🇮🇹 e finnico 🇫🇮.
    Quest'ultimo ha una struttura completamente diversa da praticamente tutte le altre lingue europee, ma nella sua estrema complessità riesce ad essere molto rigoroso e coerente. Ad esempio ci sono 15 casi per declinare i vocaboli, 6 tempi infiniti e 4 tempi participi, per cui esistono desinenze per conferire numerosissime sfumature di significato a una parola.
    Dell'italiano trovo frustrante, ma anche poetico, il fatto di dover spesso ricorrere a perifrasi per esprimere concetti, anziché aggiungere mattoncini a una radice base. In più mi piace l'imprevedibilità di alcune forme irregolari di passato remoto e participio passato.

    • @matteobertotti
      @matteobertotti Před 3 lety +3

      Il finnico è diverso perchè è una lingua pre-indoeuropea se non mi sbaglio, un pò come il basco o l'etrusco (seppur estinto). Lo stesso popolo finlandese, mi sembra di aver letto, presenta caratteristiche facciali tipiche delle popolazioni dell'Asia orientale; ad esempio alcune persone posseggono occhi a mandorla, proprio per questa sua unicità, confermami se ciò sia vero. Per quanto riguarda l'irregolarità delle forme verbali, è una caratteristica tipica delle lingue latine, spagnolo e francese sono uguali in questo senso.

    • @lorenzoartegiani5258
      @lorenzoartegiani5258 Před 3 lety +1

      Ho sentito dire che il finnico è una delle lingue dalla grammatica più complicata che esistano, anche l'italiano poi non scherza.
      Che dire, sei allenato!

    • @fradipsbg1099
      @fradipsbg1099 Před 3 lety +3

      @@matteobertotti Sì, è una lingua uralica, imparentata molto alla lontana con l'ungherese e le lingue samoiede parlate in Siberia, e relativamente simile, ma non tanto da capirsi a vicenda, a estone e lingue Sámi (lapponi).
      La descrizione che hai dato della composizione etnica si applica di più alle popolazioni Sámi del nord, che hanno una lingua e cultura separata da quelle finlandesi. Però sì, si stima che anche i finlandesi non Sámi abbiano ereditato una certa percentuale dei loro geni da popoli delle steppe orientali.
      Tuttavia oggi, a causa dell'estensivo contatto, risultiamo molto simili agli Scandinavi di Svezia e Norvegia.

    • @matteobertotti
      @matteobertotti Před 3 lety

      @@fradipsbg1099 Ho capito, grazie per queste nozioni ahah, non si finisce mai di imparare.

    • @corrado53
      @corrado53 Před 3 lety

      Io ho studiato lingue all'università: inglese, francese e spagnolo e con nessuna ho avuto grandi difficoltà, non perché io sia un fenomeno, ma perché le prime due sono lingue neolatine e la terza non ha una grammatica complicata e inoltre moltissime parole sono di origine latina. Poi mi sono messo in testa di imparare il tedesco e per riuscirci sono andato in Germania, dove poi sono rimasto (ci vivo da 30 anni). Ricordo le difficoltà con i casi, le parole divisibili (trennbar in tedesco), la sintassi, il vocabolario, etc. e chi ha imparato il tedesco mi può capire. Mi immagino gli sforzi che deve fare chi vuole imparare il finlandese. Chi ci riesce ha tutta la mia ammirazione.

  • @filomenamartorano8599
    @filomenamartorano8599 Před 3 lety +17

    La mia madrelingua è lo spagnolo, ma sono figlia di emigranti del sud di Italia. Anche se ho fatto le scuole elementari in entrambe le lingue, ho la convinzione che l'italiano l'abbia imparato un po a memoria, come le canzoni, senza raggionarci su, ed è bellissimo "sentire" che parli una lingua così vicina e così lontana allo stesso tempo.
    In fine l'italiano è un sentimento💙

  • @eliasuzzi3125
    @eliasuzzi3125 Před 3 lety +62

    Io e la mia ragazza (due insegnanti) discutiamo da anni sul seguente tema: lei lamenta da sempre l'assenza in italiano di un particolare tipo di esortazione, ossia quella alla prima persona plurale concernente un'azione rivolta esclusivamente alla prima persona singolare. Mi spiego con un esempio: facendo un gioco, si presentava per la nostra squadra la necessità di legarla tutti insieme (con anche il suo aiuto) ad un albero; a quel punto, la sua esclamazione è stata: "Presto, LEGHIAMOMI!", generando diffusa ilarità. Ora, la sua rivendicazione di questa forma verbale mi sembra anche grammaticalmente corretta, senonché la mia risposta al suo dilemma in genere si può riassumere così: "Non esiste quest'espressione per il semplice fatto che non si può rivolgere un imperativo a se stessi in prima persona, motivo per cui la prima persona è esclusa anche dal plurale, al quale rimane solo il voi, rendendo l'unica espressione possibile quella che recita 'Presto, LEGATEMI!'". Dopo anni di dispute accesissime su questo tema che mi rendo conto essere particolarmente scottante, non ci rimane che chiedere al Giudice Mercadini di pronunciarsi in merito, sperando che, in qualche modo, gliel'abbia detto Vygotskij!
    P.S.: una nota di colore in questa faccenda è data dalle nostre diverse provenienze: io, creato dalla terra con un calcio, Romagnolo; lei, spuntata tra il granturco, Valtellinese. Che sia insita nel romagnolo l'impossibilità di concepire un autoimperativo?

    • @eliasuzzi3125
      @eliasuzzi3125 Před 3 lety +1

      Ulteriore PS: io sono laureato in Filosofia, lei in Psicologia della Comunicazione.

    • @0pus
      @0pus Před 3 lety +17

      Questa è facile: l'imperativo impone ordini e si danno quindi sempre a qualcun altro, spesso magari subalterno - tant'è che anche già parlando a se stessi si usa comunque il "tu", in uno sdoppiamento interno tra una parte di sé che assume il comando e l'altra parte di sé che lo esegue; tipo: mente e corpo, coscienza che impone doveri al nostro io dedito esclusivamente o principalmente ai piaceri etc.

    • @lucianobatteri
      @lucianobatteri Před 3 lety +8

      Comunque, anche se non cambia niente ai fini del tuo discorso, esiste la prima persona plurale per l'imperativo, "Andiamo!" (Let's go!) è un'esortazione ben diversa dal descrittivo "Andiamo" dell'indicativo.

    • @silvialucalaur4673
      @silvialucalaur4673 Před 3 lety +6

      Credo che esista questa esortazione, dovrebbe essere sufficiente dire « leghiamo me ! » : mi e me sono entrambi pronomi in funzione complemento oggetto, una è la forma atona e l’altra tonica. Ma « mi » vale anche come complemento di termine, ecco perché stona una forma come « leghiamomi » che sarebbe pure corretta grammaticalmente. La forma « Leghiamo me » dovrebbe poter esprimere proprio un’esortazione rivolta ad un noi e l’azione ricade sull’io. Ecco, spero di aver capito la questione e di non essere inutilmente fuori tema :)

    • @giuxc3116
      @giuxc3116 Před 3 lety +3

      Anche io sono valtellinese, ma "leghiamomi" mi ha stupito! Davvero penso che sìa un tocco di genialità alpina!

  • @marcomariani3823
    @marcomariani3823 Před 3 lety +25

    Io ricorderò sempre lo spettacolo di John Peter Sloan in cui raccontava con stupore il fatto che in Italiano esistevano due parole che non hanno una traduzione in inglese e lasciava gli inglesi stupefatti. Queste parole erano: mah e boh.

  • @amadeurosa
    @amadeurosa Před 3 lety +46

    At' salut Roberto! Abito in Romagna però sono madrelingua portoghese (brasiliano). Non trovo tante assurdità, anzi ce ne sono delle cose fantastiche! Ti faccio un esempio:
    In Italiano: Ti ho sognato!
    In Portoghese: Sonhei com você traduzione letterale: (Ho sognato CON te).
    Questa logica per me è belissima. In portoghese il sogno è sin dal principio una cosa da fare insieme. In Italiano c'è anche questo insieme di cose o persone, ma c'é un magico momento che precede l'evento, cioè la creazione. L'invenzione di una persona, di una cosa, di un stato d'anima, di un mondo. Una esperienza senz'altro più creativa.

    • @robee6146
      @robee6146 Před 3 lety +1

      Questa tua riflessione me ne ha fatta venire in mente una simile che avevo fatto tempo fa: gli inglesi "make love TO", come se la decisione fosse di una persona sola, che la "dirige" verso l'altra. Noi italiani invece "facciamo l'amore CON", che è più coinvolgente, almeno a livello teorico.
      Poi nella pratica spesso uno decide e l'altro accetta, ma è bello pensare che potremmo fare le cose belle come le dice la nostra lingua :)

  • @lucianorosa9289
    @lucianorosa9289 Před 3 lety +23

    Impareggiabile Roberto, questa tua spiegazione della natura del verbo rispetto al soggetto e all'oggetto, scalfisce soltanto il problema relativo al piacere. Quando dico: "Io penso ad una rosa", non ho bisogno di mettere l'oggetto in relazione con me che penso sulla rosa; quando invece dico: "Mi piace questa rosa", il "mi piace" sta ad indicare che io sono il soggetto dell'azione della rosa, ne subisco la sua natura, in modo che, mi risulta gradita. Quindi il "mi piace" è del tutto giustificato. In tedesco si dice allo stesso modo che in italiano: "Diese Rose gefelt mir", Ma in tedesco si può anche dire all'inglese: "Ich mag diese Rose". Qui è più in risalto la volontà rispetto al sentire. L'Inglese è però più povero del tedesco perché pone in risalto la volontà (di possedere l'oggetto), mentre l'intaliano si mantiene più sul sentire, dà risalto al sentimento che è per sua natura più passivo, cioè il soggetto subisce l'influenza dell'oggetto. L'italiano è la lingua del sentire, del dolce sì, per questo può essere percepita come priva di senso. forse è più giusto sentire come femminili le braccia, le dita, le orecchie in quanto sono cose atte ad abbracciare maternamente l'ambiente. Nel tedesco è più attivo il pensare, nell'inglese lo è il volere.
    Puoi leggere se ne hai desiderio, se ti piace, la differenza che hanno questi tre verbi: pensare, sentire e volere, al capitolo "Il pensare al servizio della comprensione del mondo" nel libro "La filosofia della libertà", di Rudolf Steiner. te ne riporto qui un piccolo estratto:
    "Il piacere non ha affatto col suo oggetto lo stesso rapporto che ha con esso il concetto formato dal pensare. Io ho in modo nettissimo coscienza che al concetto di una cosa pervengo per mia attività, mentre invece il piacere viene provocato in me da un oggetto in modo analogo a quello con cui una pietra che cade induce una modificazione nella cosa sopra cui cade. Rispetto all'osservazione, il piacere è dato proprio nello stesso modo del processo che lo produce. Ora ciò non vale per il concetto (in quanto è il prodotto del pensare: qui io sono attivo, mentre nel sentimento del piacere sono passivo: è l'oggetto che produce su di me l'impressione relativa)". Un saluto da Luciano

    • @glicogeno4550
      @glicogeno4550 Před 3 lety +2

      non saprei. ho sempre sentito dire di queste differenze tra lingue volte al sentire o al volere e cose simili, ma ci credo poco. in giapponese la cosa che piace è soggetto e l'aggettivo può essere tradotto in italiano al passivo (si, in giapponese si mette soggetto e aggettivo e si fa la frase, dove sta il verbo? nell'aggettivo. sott'inteso? no, sta proprio nell'aggettivo, non in tutti, ma negli aggettivi in (i), quelli in "na" hanno bisogno del verbo). Direi che il cervello utilizza qualsiasi cosa funzionale alla comprensione, la prima che capita, basta che funzioni e le possibilità sembrano essere più di qualcuna. Una volta imbroccata una che funziona, poi la si mantiene in eterno nella lingua, e credo c'entri poco che l'italiano sia la lingua del sentire e l'inglese del volere. Quindi quando un determinato schema si afferma, poi cerca di estendersi il più possibile, tipo l'insensata attribuzione di un genere alle cose. Oppure, come mai in italiano tutto deve finire in vocale e in inglese tutto in consonante? Perchè gli italiani sono più melodici? Di questo passo finisce che grazie alla nostra lingua, noi italiani abbiamo inventato tutto: musica, arte, poesia, scienza e poi scopri che è solo monoculturalismo, della serie quelli che abbiamo la sanità migliore del mondo, le banche più solide e il 90% dei beni culturali mondiali e anche la scuola migliore del mondo. Lasciamo perdere.

  • @an_Olek
    @an_Olek Před 3 lety +38

    Non sono Italiano ma mi permetto di dire d'aver imparato la lingua al livello di un madrelingua in un modo piuttosto spontaneo e naturale. Non ho mai considerato l'Italiano una lingua difficile ma questo video mi ha fatto riflettere.

    • @lorenzodg3504
      @lorenzodg3504 Před 3 lety +2

      Di che nazionalità sei, se posso?

    • @an_Olek
      @an_Olek Před 3 lety +5

      @@lorenzodg3504 Ucraina

    • @simothecrazy
      @simothecrazy Před 3 lety +6

      Immagino tu lo abbia imparato vivendo in italia, credo che imparare una lingua sul posto con i madrelingua renda il tutto più naturale e probabilmente più facile, spesso puoi arrivare alla risposta anche solo per assonanza delle parole, e sentire parlare tutto il giorno una lingua comunque te la fa entrare in testa anche passivamenteentre, studiando solo sui libri immagino sia davvero complicato; o magari sei solo portato/a 😁

    • @an_Olek
      @an_Olek Před 3 lety +2

      @@simothecrazy hai ragione. No, non sono particolarmente portato.

    • @matricola8836
      @matricola8836 Před 3 lety +1

      @@an_Olek idem

  • @fabriziopellegrini9517
    @fabriziopellegrini9517 Před 3 lety +14

    Un video che a Paolo Villaggio avrebbe quasi certamente fatto intrecciare i diti.
    Grazie Roberto :)

  • @Pierking10
    @Pierking10 Před 3 lety +48

    Fategli subito volare due o tre lauree ad honorem a 'sto patacca qui.
    Inchini a te, oh Roberto!

  • @valentinadellagatta8432
    @valentinadellagatta8432 Před 3 lety +58

    Mia moglie è americana. Un giorno mi ha sentito dire “fa un freddo cane” e mi ha guardata perplessa cercando di capire se avessi portato dentro casa un cane infreddolito. È anche sempre confusa dal fatto che non si dice “un caldo cane” ma “un caldo boia” e non riesce a far pace col fatto che si dice “sediamoci” e non “sederiamoci”. Sono sempre stupendi i tuoi video, grazie per farli 🙂

    • @BlackiceLORD
      @BlackiceLORD Před 3 lety +5

      però questi sono modi di dire. Noi diciamo "in bocca al lupo" e in inglese "break a leg".

    • @giuseppe4049
      @giuseppe4049 Před 3 lety +3

      Sono frasi idiomatiche, non hanno un senso letterale. L'inglese ne è pieno.

    • @corrado53
      @corrado53 Před 3 lety +8

      Parecchi anni fa insegnavo italiano in una scuola per stranieri. Un giorno proposi ai miei studenti un testo autentico, nel senso che non era stato scritto appositamente per l'insegnamento. E infatti c'era un'imprecisione. La persona che raccontava diceva: "Siamo andati al mare, ma siamo subito venuti via perché c'era [invece di "faceva"] un freddo cane". Due ragazze americane sedevano una accanto all'altra e io ho colto questo dialogo: A. "A cold dog!?" B. "Perhaps it was died!" A. "Awful!"

    • @giannipellegrini2178
      @giannipellegrini2178 Před 3 lety

      L'effetto esilarante dell'inglese - peraltro parla l'italiano benissimo - che esce dalla stanza del "capo" e dice: "Lui ha sempre una patatina sulla spalla!"

    • @robertasciallero7819
      @robertasciallero7819 Před 3 lety +1

      Mais oui je suis french ma in engh si dici piovono cani e gatti e realita ogni paese e ituoi deti ma vivete e pensi libertte in francia russoa ma fuck

  • @cekov6146
    @cekov6146 Před 3 lety +23

    In tedesco esistono entrambe le versioni del "piacere". Si può dire ich mag es (mi piace ciò, dal verbo mögen transitivo) ma anche das gefällt mir (ciò mi piace, verbo gefallen).

    • @abiagio1
      @abiagio1 Před rokem

      Gefallen come caer in spagnolo? Cioè tipo "eso me cae bien/mal"?

  • @filippodardi2180
    @filippodardi2180 Před 3 lety +17

    Da madrelingua italiano, quest'estate ho avuto l'opportunità di spiegare ad un amico tedesco il concetto stesso di bestemmia.
    "Vedi, Otto, praticamente sono insulti rivolti a Dio, senza intermediari."
    ":O :O :O"

  • @emilianopalermo2399
    @emilianopalermo2399 Před 3 lety +33

    Sono Argentino e noi siamo cuasi figli della cultura Italiana. Insomma, e dificile dire qualcosa assurda del idioma, perche noi parliamo una mischa di spagnolo con lo spirito Italiano (sopratutto nelle regione urbane e centrale). Veramente la cosa piu speciale que abiammo in comune con gli italiani e lo assurdo della pasione.

    • @otaku_gamerita
      @otaku_gamerita Před 3 lety +6

      Piccole correzioni:
      "Cuasi" si scrive "quasi"
      E va con l'accento quando indica verbo (is in inglese) e senza accento quando indica congiunzione (and in inglese)
      "Dificile" si scrive "difficile"
      "Mischa" credo che la parola più simile in italiano sia "misto"
      "Sopratutto" si scrive "soprattutto"
      Il plurale di "centrale" è "centrali"
      "Piu" si scrive "più"
      "Que" in italiano si scrive "che"
      "Abiammo" si scrive "abbiamo"
      "Lo assurdo della passione" credo possa essere "L'assurda passione"
      Spero di esserti stato utile

    • @emilianopalermo2399
      @emilianopalermo2399 Před 3 lety +2

      @@otaku_gamerita Grazie!

    • @francescodarin8100
      @francescodarin8100 Před 3 lety +2

      e il piacere del debito?

    • @giorgiodifrancesco4590
      @giorgiodifrancesco4590 Před 3 lety

      @@francescodarin8100 una malattia contraria alla colpa del debito tedesca

    • @francescodarin8100
      @francescodarin8100 Před 3 lety

      @@giorgiodifrancesco4590 con una fallisci con l'altra prosperi
      a lei metterle sullo stesso piano

  • @marcoruviaro
    @marcoruviaro Před 3 lety +3

    Ciao, Roberto! Complimenti per il video : ) io sono brasiliano e abito in terre italiane da una quindicina d'anni… l'italiano l'ho imparato qui, era una lingua totalmente nuova per me, e da allora ho sempre trovato tante cose che mi suonano strane, graziose - ma soprattutto divertenti. Eccone due, a mio avviso molto interessanti:
    1) quale sarebbe la funzione della particella "ci' nell'espressione "ce l'ho"? Finora, nessun amico italiano me l'ha saputo spiegare! Ignaro che sono, io direi che, se io ho qualcosa, io "la ho / l'ho" e basta, senza che ci fosse alcun bisogno di ulteriori particelle… invece il "ci" è sempre lì ed è fondamentale per dire che quella cosa, giustamente "ce l'ho" : ) più divertente ancora sono le forme come ad esempio "non c'ho voglia"! Questo "ci" è proprio è privo di senso eheh
    L'unica spiegazione (che accolgo con piacere, essendo un musicista), è che questi "ci" s'intrufolerebbero in queste espressioni per una mera questione di sonorità 🎶
    2) mi ha sempre fatto molto ridere l'opposizione tra "mi frego di qualcosa" e "me ne frego di qualcosa". Qui, la particella "ne" idealmente dovrebbe essere soltanto una ridondanza, un rafforzativo al "di qualcosa", invece quel "ne" inverte spudoratamente il senso dell'espressione : )
    Poi ce ne sono altre, ma queste due bastano e avanzano :) ciao!

  • @matteotamburini4766
    @matteotamburini4766 Před 3 lety +9

    Penso che una cosa particolare e assurda dell'italiano sia il fatto che esistono molte parole che hanno significati tra loro opposti. Esempi: feriale, ospite, avanti, affittare, noleggiare, tirare, sposare, spolverare, laico, etc. In realtà in alcuni casi, superato il primo sbalordimento, ció puó indurre ad una riflessione superiore e portarci ad una nuova consapevolezza della parola stessa.

  • @davidxsandot8108
    @davidxsandot8108 Před 3 lety +21

    Dimenticavo.Lo spagnolo é la lingua dell'uomo, il francese delle donne, il TEDESCO del DIAVOLO, ma L'ITALIANO è la lingua degli ANGELI, tutti gli Angeli, anche quelli caduti.

  • @TSarina_21
    @TSarina_21 Před 3 lety +122

    L'Italiano è una lingua talmente eccezionale e particolare (nel senso letterale dei termini) che anche i madrelingua fanno tanta fatica a padroneggiarlo 😵

    • @riccardopilu4234
      @riccardopilu4234 Před 3 lety +18

      Sono gli italiani a essere abbastanza particolari da ignorare quanto basta un paio d'anni di studio ad essere affinato.

    • @outis4
      @outis4 Před 3 lety +19

      Ma questi luoghi comuni ve li insegnano da qualche parte? Perchè anche all'estero non padroneggiano la propria lingua; tutte le lingue, inglese in primis, ha eccezioni strane (in tal caso anche per la pronuncia, con regole in cui a volte una cosa si legge in un modo ma poi un un caso va letta in un altro). Insomma...

    • @slowmolife4289
      @slowmolife4289 Před 3 lety +9

      Come tutte le lingue del mondo...

    • @GrandeCapo_PallaPesante
      @GrandeCapo_PallaPesante Před 3 lety +10

      Gli ignoranti ed i semianalfabeti sono dovunque. Prova a vedere quanti errori ci sono su CZcams nei commenti degli inglesi e specialmente degli americani.

    • @italoimbriaci994
      @italoimbriaci994 Před 3 lety

      Sono d'accordo è una lingua direi magica o fatata, è una specie di incantesimo (o magia nera?) Non credo che ci sia un'altra lingua al mondo che permetta quella straordinaria varietà incommensurabile di giochi enigmistici (attenzione, non solo giochi di parole o parole chimera come nell'Ulysse di Joyce ma proprio giochi enigmistica pensate ai rebus)

  • @AstroProductionsCartoon
    @AstroProductionsCartoon Před 3 lety +46

    E non scordiamoci che ci sono le versioni per parolacce e bestemmie per ogni dialetto, comunque propongo di mostrare i video di Mosconi a Nathaniel, voglio proprio vedere come tradurrà l'apice assoluto della nostra lingua: "D. canaya de D." 🤣

  • @peoilpeyote5702
    @peoilpeyote5702 Před 3 lety +61

    Io:"Oh finalmente un nuovo video di Robert..."
    CZcams:"🎼🎶🎵Se vuoi sentire storie brutte sulla scienza...🎶🎶🎵"
    Morale, non esistono più le 12 tonnellate di una volta.

    • @mazzonepunitore
      @mazzonepunitore Před 3 lety +4

      Una parte di me adesso odia la scienza brutta preferivo quando riuscivo a distinguere le cose che odiavo

    • @peoilpeyote5702
      @peoilpeyote5702 Před 3 lety +2

      @@mazzonepunitore il prossimo video che farà su CZcams, secondo me, prenderà una sequela di infamate per la pubblicità "leggermente" invasiva.

    • @Alieno0
      @Alieno0 Před 3 lety +1

      BENVENUUUTO AL PODCAST BRUTTO!!

    • @carlodesideriozanella1205
      @carlodesideriozanella1205 Před 3 lety

      Fosse stato lui a pagare etargettizzare quella pubblicità, lo capirei. Ma penso che sia tutto frutto degli stessi pubblicitari che immaginano come si fa la pubblicità sulla TV...che tristezza...

    • @peoilpeyote5702
      @peoilpeyote5702 Před 3 lety

      @@carlodesideriozanella1205 eh lo so....ciò non toglie che è ovunque 🤣

  • @zephyrnarcisse6966
    @zephyrnarcisse6966 Před 3 lety +3

    Salve, io sono bengalese (del Bangladesh 🇧🇩). Io vorrei tranquillizzarvi dicendo che l'italiano da questo punto di vista somiglia tantissimo all'arabo che per fortuna parlo anche; infatti, in arabo ci sono parole che al singolare sono maschili e al plurale cambiano genere oppure addirittura termini come "madre" أم sono femminili sia al singolare sia al plurale ma nella scrittura si scrivono al singolare secondo la grafia per i nomi maschili (ovvero senza la particella distintiva del femminile) e solo al plurale la particella del femminile appare, quindi tali sostantivi al singolare hanno l'aspetto dei nomi maschili (però vogliono verbi e tutto quello che si riferisce a essi al femminile!) e al plurale sono con la particella del plurale femminile أمهات. Mentre "ragazza" بنت ha aspetto maschile sia al singolare che al plurale بنات. Alcune caratteristiche fisiologiche che solo un uomo può avere sono al femminile, alcune caratteristiche fisiologiche che solo una donna può avere sono al maschile. Addirittura la parola "donna" امرأة (avente due plurali) al singolare ha la desinenza del femminile (ة) , al plurale: uno non ce l'ha più نساء, mentre l'altro plurale ha la desinenza DEL FEMMINILE SINGOLARE نسوة !!!! 😅 Il perché? Gli arabi dicono "سماعيا" ovvero "per sentito dire", non c'è una ragione ben precisa, è così, per abitudine dei madrelingua. Sarà anche il caso dell'italiano? Chi lo sa. E non solo, vi dirò di più, il verbo piacere in arabo funziona allo stesso identico modo del verbo piacere in italiano e non come in inglese. Nella mia lingua madre che è il bengalese il verbo piacere পছন্দ (করা / হওয়া) si legge "pochondo =piacere (kora=fare/ howa= essere)" . Come si può vedere il verbo piacere nella mia lingua regge due ausiliari (sì, abbiamo una montagna di verbi ausiliari, fare è uno di essi), in base a quale ausiliare si usa si può esprimere l'idea del piacere sia "alla inglese" e sia "all'italiana" ovvero se dico পছন্দ করা "pochondo kora" è alla inglese e regge l'accusativo ad es. "আমি ইতালীয় ভাষা পছন্দ করি" "ami italyo bhasha pochondo kori" letteral. I like Italian language (in italiano non si può tradurre alla lettera); mentre se uso l'ausiliare essere il soggetto va al genitivo e la cosa che piace in un certo senso diventa essa il soggetto ed è al nominativo "আমার ইতালীয় ভাষা পছন্দ হয়" "amar italyo bhasha pochondo hoy" = mi piace la lingua italiana. Uno dei pochi aspetti strani a mio avviso dell'italiano è il pronome dimostrativo "questi" che è spessissimo usato nei testi anche molto formali per riferirsi all'ultimo nominato che però è al singolare. Le coniugazioni "alterne" per come le chiamo io come "Io vado, tu vai egli va, noi ANDIAMO..... Essi VANNO" ma essendo nato in Italia non mi meraviglio tantissimo.

    • @silvanoragozza656
      @silvanoragozza656 Před 3 lety

      Se sei nato in Italia e vivi in Italia sei italo-bengalese, non solo bengalese. O no? 😊

    • @zephyrnarcisse6966
      @zephyrnarcisse6966 Před 3 lety

      @@silvanoragozza656 Buongiorno! Certamente, sono italo-bengalese. Dato che il signore nel video appellava i non italiani, ho enfatizzato più sulla mia natura bengalese, senza però celare il fatto che io sia nato qui in Italia, e quindi italiano. ☺️

  • @shamaneman-psy847
    @shamaneman-psy847 Před 3 lety +12

    Ci facciamo riconoscere per gli schiamazzi per strada all'estero pure nell'Ulisse di Joyce Ahaah 😂

    • @gigliodellavalle6945
      @gigliodellavalle6945 Před 3 lety +1

      Siamo dei grandi bordellari.

    • @apollo-rig8585
      @apollo-rig8585 Před 3 lety

      @@gigliodellavalle6945 Guarda che i bordellari li trovi in tutti i paesi. Vivo in Canada e ne ho visti di bordellari non italiani!

  • @marcoperusisavorelli4798
    @marcoperusisavorelli4798 Před 3 lety +61

    Per quanto riguarda il verbo "piacere", anche nella lingua cinese, che insegno da vent'anni, la sua traduzione 喜欢 è transitiva; perciò si dice 我喜欢中国 (io piacere Cina) per dire che a me piace la Cina. Questo succede perché i Cinesi considerano gli oggetti inanimati e inerti; quindi non è l'oggetto che mi dà piacere, ma sono io che lo ricavo dall'interazione con esso. Inoltre, siccome i piaceri che si possono trarre da uno stesso oggetto sono diversi, i sinofoni madrelingua tendono a specificare l'azione: per esempio, dire che mi piace il teatro vuol dire che ho l'abbonamento alla Scala o che sono un attore? Dire che mi piace la pittura vuol dire che vado alle mostre oppure che dipingo quadri? 我喜欢看螺罗贝托 (io piacere guardare Roberto), "mi piace guardare Roberto".

    • @giulia8183
      @giulia8183 Před 3 lety +1

      我也说汉语,很喜欢中文

    • @0pus
      @0pus Před 3 lety +4

      Deh ma il cinese è tutto un altro mondo, più che lingua soltanto! Tipo "pensare" = 想 e si disegna (ché è pittografia, un po' come l'egizio: tra l'altro somiglia pure a una faccina, e 'quadra il cerchio' coi simboli geroglifici) con 2 segni vicini, sorretti da un 3°: 木 (albero) + 目 (occhio) + 心 (cuore), s'aprono livelli di lettura fantastici!

    • @De_Bonis_Antonio
      @De_Bonis_Antonio Před 3 lety +1

      No. Questo genero di spiegazione, "succede perché i Cinesi considerano gli oggetti inanimati e inerti; quindi non è l'oggetto che mi dà piacere" non va bene. In portuguese se dice prevalentemente "Eu gosto de beber vinho" = "I like drinking wine" . Peró si può dire "esta casa me agrada".
      Anche se leggi su qualche libro di grammatica cinese la spiegazione che hai fornito, è una spiegazione fallace. Spesso gli autori di grammatiche costruiscono spiegazioni ad hoc per fenomeni linguistici idiomatici. Sei sicuro di che i cinesi non possono esprimere l''idea di che l'aroma di una bistecca rovente non li attraggono?
      Sono italo brasiliano, doppia cittadinanza, nato in Brasile. Premetto che ho imparato un poco di italiano, soltanto dopo i 26 anni di età. Sono italo brasiliano, doppia cittadinanza, nato in Brasile. Premetto che ho imparato un poco di italiano, soltanto dopo i 26 anni di età
      Così, chiedo scusa per gli eventuali errore grammaticali .

    • @marcoperusisavorelli4798
      @marcoperusisavorelli4798 Před 3 lety +1

      @@De_Bonis_Antonio Grazie per la risposta puntuale e per il contributo al dibattito, sarò felice di discutere dell'argomento con i miei colleghi di madrelingua cinese e sarò pronto ad approfondire la materia, se vorrai darmi qualche indicazione bibliografica circa le grammatiche cinesi che hai consultato per formulare la tua tesi.

    • @De_Bonis_Antonio
      @De_Bonis_Antonio Před 3 lety +2

      @@marcoperusisavorelli4798 La tua risposta mi ha fatto assai contento. Avevo il timore de essere male interpretato, per colpa mia si intende.
      Invece me sa che tu abbia capito benissimo mio argomento, ciò è, la natura linguistica dell'questionamento.
      Pure nelle grammatiche di ligua portoghese, trovo molte "spiegazioni" sul perché di certe regole grammaticali che fanno acqua appena scopro regole grammaticali in Italiano o in Inglese che smentiscono le supposte spiegazioni.
      Forse avrò l'opportunità raccontarti come ho scoperto che una normalissima e convincente spiegazione sull'origine di un modo do dire brasiliano ( e portughese, penso) non aveva alcun senso! E questo lo capito in Italia, al sentire equivalente espressione.
      Non sono un linguista. Quello ch mi spinge è la curiosità.

  • @angelobracciani9459
    @angelobracciani9459 Před 3 lety +22

    Mia moglie che è israeliana ma ormai dopo vent’anni a Roma parla un ottimo italiano, afferma che per lei è impossibile capire le doppie, per lei rimangono un mistero. Inoltre per lei certe parole non hanno senso perché si enunciano al maschile mentre sembrerebbero femminili; ad esempio mi dice “ perché dite il problema è non la problema?”

  • @jofel131
    @jofel131 Před 3 lety +80

    La prima cosa strana che mi viene in mente è che 'ferie' vuol dire 'giorni di vacanza', mentre 'feriale' vuol dire 'relativo a giorni non di vacanza, non festivi'.

    • @salvatoreenna9575
      @salvatoreenna9575 Před 3 lety +6

      Beh se ci pensi è anche logico, lavorando 5 giorni alla settimana ad esempio se prendi 2 settimane di ferie, in realtà usufruisci di 10 giorni di ferie perchè il sabato e la domenica non sono lavorativi e quindi non feriali e quindi non pagati. Spero di essere stato chiaro ed esauriente.

    • @domenicoalbanese2508
      @domenicoalbanese2508 Před 3 lety +13

      @@salvatoreenna9575 forse così è più semplice: si chiamano feriali i giorni lavorativi poichè sono i giorni in cui puoi andare in ferie cioè non lavorare. Nei festivi già non lavori quindi non puoi andare in ferie nei giorni festivi

    • @jofel131
      @jofel131 Před 3 lety

      @@salvatoreenna9575 Ah ok. Non ci avevo mai pensato. Grazie.

    • @jofel131
      @jofel131 Před 3 lety +4

      @@domenicoalbanese2508 Ora è chiaro. Wow. Dividere la vita in giorni festivi e in giorni in cui 'puoi' andare vacanza mi sembra un modo stupendo di vedere le cose!

    • @pattino45
      @pattino45 Před 3 lety +3

      Giuseppe; Perchè Ferie stava ad indicare "I giorni di Augusto" (spero che tu sappia chi era l' imperatore Ottaviano Augusto) e il mese in cui era nato (Agosto) erano i "SUOI" giorni e non si lavorava, si facevano feste in suo onore, Feriae Augustae

  • @umbertocasone97
    @umbertocasone97 Před 3 lety +33

    Per me la cosa assurda dell'italiano è la sua predisposizione al continuo mutarsi in dialetti che caratterizzano la nostra penisola da nord a sud, da paese a paese, Semplicemente unica.

    • @0pus
      @0pus Před 3 lety

    • @zaqwsx23
      @zaqwsx23 Před 3 lety

      Ma non è così. L'italiano ha pochi dialetti. Gli altri sono dialetti di lingue diverse.

    • @paolox2458
      @paolox2458 Před 3 lety +1

      @@zaqwsx23 Questione annosa.
      Bisogna intendersi sul significato della parola dialetto (e sul significato della parola lingua)
      Diceva un messicano che nel suo paese chi parla idiomi indigeni si dice che parla in dialetto.
      Le certezze in questo campo non possono esistere.

    • @alessandrolelli3212
      @alessandrolelli3212 Před 3 lety

      Questo succede anche in altri paesi,vedi la Germania e in parte Regno Unito

    • @adrianciobanu5856
      @adrianciobanu5856 Před 3 lety

      @@paolox2458 gli maia aztechi non ano mai parlato spaniola 2000 ani fa.

  • @albertoroffinella8924
    @albertoroffinella8924 Před 3 lety +19

    CZcamsr anglofoni, attenti.
    Roberto Mercadini is watching you.

  • @Marina-sz2kj
    @Marina-sz2kj Před 3 lety +14

    Come direbbe Bastianich l' italiano è un misterio totale...

  • @1982AntonioC
    @1982AntonioC Před 3 lety +6

    Una cosa che mi viene in mente è la canzone Pictures Of You dei The Cure: a un certo punto dice "I've been living so long with MY PICTURES OF YOU"...ecco, appunto, attenzione a quel "my pictures of you": il significato è semplice e chiaro, lui possiede foto che ritraggono lei (sottolineo "possiede" visto che "my" è un aggettivo possessivo). Eppure come lo tradurresti in italiano? "Le mie foto di te"? "Le mie foto che ti ritraggono"? "Le mie foto in cui ci sei"? Mi ha sempre flippato 'sta cosa! A volte siamo portati a credere che l'Italiano, per la sua complessità, sia una lingua in grado di esprimere perfettamente qualsiasi concetto, ma non è sempre sempre così!
    Saluti dalla provincia di Taranto, Roberto.

    • @ottobrerosso1917
      @ottobrerosso1917 Před 3 lety +2

      Bella riflessione. In italiano le foto che ritraggono me sono mie, possono essere in tuo possesso, ma rimangono mie. Le foto sono di chi viene ritratto, indipendente da chi le possieda

    • @oblioned.9729
      @oblioned.9729 Před 3 lety

      @@ottobrerosso1917 Si però la cosa è interpretabile a seconda del contesto, per indicare correttamente "MY PICTURES OF YOU" sarebbe abbastanza chiaro: le foto di te che ho.

    • @1982AntonioC
      @1982AntonioC Před 3 lety

      @@ottobrerosso1917 Vero! Ed è proprio quello il punto, la frase inglese "my pictures of you" non può essere espressa in italiano in modo altrettanto "liscio", efficace...ci saranno anche esempi al contrario di sicuro!

    • @zaqwsx23
      @zaqwsx23 Před 3 lety

      Ma perché? Non si può dire "le mie foto di te"? Se dicessi "le mie foto di Milano" suonerebbe altrettanto strano? Mi sembra una frase grammaticalmente corretta.

    • @gigliodellavalle6945
      @gigliodellavalle6945 Před 3 lety

      @@ottobrerosso1917 perfetto!

  • @lorenzodg3504
    @lorenzodg3504 Před 3 lety +5

    Secondo me la definizione di verbo, come parte del discorso che esprime l’azione compiuta dal soggetto, è puntuale e pertinente. Cioè l’azione non è solo un’attività svolta fisicamente. Utilizzando i tuoi esempi, nel caso di King Kong, esso compie l’azione di “piacere”, cioè anche se non è un’azione che si fa fisicamente è comunque una forza esercitata: dunque King Kong esercita la forza del piacere, e dunque compie un’azione.
    In altre parole, anche azioni statiche sono azioni, scomodando la fisiologia si potrebbe anche dire che per “giacere” il corpo deve comunque agire attivando, ad esempio, la muscolatura posturale e mantenere in ogni caso le attività vitali e metaboliche.
    In ultimo si potrebbe dire che non fare nulla è comunque fare qualcosa.
    L’ultima frase potrebbe essere pericolosa🤣

  • @Flikus97
    @Flikus97 Před 3 lety +19

    Credo che il plurale "diti" funzioni in maniera leggermente diversa: ovvero non credo che il discriminante sia a chi appartengono le dita, ma sul fatto che siano coppie di dita uguali.
    Infatti io posso sollevare i miei diti mignoli, anche se appartengono entrambi a me

    • @artiko888
      @artiko888 Před 3 lety +3

      Li è perché applichi il plurale a mignolo maschile e non a dito/dita, e tutte le dita hanno un nome maschile. Ma il plurale è di trasporto da mignolo dito, dal nome specifico del dito diciamo.

  • @fabiourr
    @fabiourr Před 3 lety +35

    Io da piccolo ho visto King Kong a Fiabilandia quando avevo 4 anni... ed ero molto triste perché "è motto!!! 😞 (morto)" *ricordo sbloccato

  • @AntonioRussoAR
    @AntonioRussoAR Před 3 lety +63

    L'assurdo più affascinante è che per capire un italiano non basta imparare bene l'italiano ma bisogna conoscere anche il suo dialetto.

    • @adrianogiacomini6541
      @adrianogiacomini6541 Před 3 lety +8

      E possibilmente vederlo mentre gesticola

    • @TheBLBrothers
      @TheBLBrothers Před 3 lety +13

      Ma anche no

    • @justanormalyoutubeuser3868
      @justanormalyoutubeuser3868 Před 3 lety +3

      Dipende dalla regione e dall'età. Io ad esempio di dialetto non so una parola.

    • @AntonioRussoAR
      @AntonioRussoAR Před 3 lety +2

      @@justanormalyoutubeuser3868 certo la mia non è una regola fissa ma abbastanza comune in molte zone d'Italia... Poi non è indispensabile parlare dialetto, il luogo da cui provieni e le persone che ti hanno circondato hanno influenzato il tuo modo di intendere le cose e il modo di esporle quando parli con gli altri. Come se un Campano dicesse "ti voglio bene assai", lo interpreterei diversamente da un friulano, per esempio...

    • @slowmolife4289
      @slowmolife4289 Před 3 lety +1

      Aggiungo che, quelli che generalmente chiamiamo "slang" non sono altro che trasposizioni 1 a 1 di espressioni o parole dialettali.

  • @matteobaggio188
    @matteobaggio188 Před 3 lety +10

    Il soggetto è passivo per buona pace di Kant ahaha

  • @theresnothinghere59
    @theresnothinghere59 Před 2 lety +3

    In giapponese il soggetto infatti è esterno a "Io", e genera tutta una serie di azioni in italiano intraducibili. Tipo: Io capisco il libro --> Il libro si rende divisibile e comprensibile , Voglio un fiore -> il fiore procura voglia ecc ecc

  • @ubaldocollu6491
    @ubaldocollu6491 Před 3 lety +8

    Il sig. Nathaniel Drew probabilmente non ha studiato latino o greco e potrebbe darsi una letta veloce di storia della lingua italiana (di cui esistono ottimi testi di facile accesso anche in lingua inglese) ... nel clima di massima tolleranza e stante la mia passione per le lingue, le sue meraviglie derivano dal fatto che la lingua italiana é una lingua viva.
    Stupore n. 1 - derivazione latina e decostruzione del genere neutro. Unica parola neutra rimasta in italiano é "ció".
    Stupore n. 2 - il verbo greco/latino ha 4 modi (attivo, passivo, riflessivo, deponente) mentre l'italiano ne ha 3 (attivo, passivo, riflessivo). Tra l'altro esistono i complementi e pronomi predicativi dell'oggetto e del soggetto. In greco antico un verbo puó essere tradotto e significare sia una azione sia l'opposto proprio perché il verbo consente il transito (il "come" ovvero il "modo") di un'azione. Da notare che oltre a "like" c'é anche "pleasure".
    Stupore n. 3 - la "bestemmia" come concetto in inglese esiste ma essendo una lingua con costrutto semantico diverso (lessico/sintassi/grammatica) certe cose si dicono in maniera diversa. É irrilevante - dal punto di vista semantico - il nome con cui si definiscono. Similmente, ad esempio, noi non ci troviamo allineati con la lingua inglese al concetto di "fortuna".

  • @pietrograssani5030
    @pietrograssani5030 Před 3 lety +5

    Non so se valga anche per i casi moderni (dita,braccia,ciglia...), ma sia in latino che in greco il neutro plurale è da ricondurre a un antico genere “collettivo”: loci,locorum = i singoli luoghi, testuali ad esempio; loca,locorum = i luoghi nel loro complesso

    • @Alessandro_Sciannimanico
      @Alessandro_Sciannimanico Před 3 lety

      Vale anche in italiano, più o meno. Le dita indica le dita in generale. I diti è specifico (i diti indici, non le dita indici). Ciò vale anche per braccia/bracci, ma non per uova (che è semplicemente il plurale, uovi non esiste), e non saprei per orecchio/a/i/e

  • @michaelsteinkugel495
    @michaelsteinkugel495 Před 3 lety +1

    Il problema e' che per uno straniero le troppe eccezioni grammaticali italiane puo' far pensare che certe regole sono prive di senso. In realta' pero l' italiano esprime molto di piu' di altre lingue. Bisogna solo saperlo. Dal punto di vista razionale il ragazzo inglese o americano non ha tutti i torti, ma solo visto dal suo punto di vista. E' vero che l' italiano sembra facile, ma non lo e' affatto. Imparare tutte le eccezioni x uno straniero e' impossibile (x molti, non x tutti). In any case la lingua italiana e una delle piu' belle al mondo, indipendentemente dalle eccezioni che ovviamente ci sono. Un grande complimento a te x aver spiegato in termini semplici una problematica grammaticale non facile da spiegare. E stato comumque divertente ascoltarti e vedere i gesti x accentuare il detto. Gli italiani non solo parlano con la bocca, ma usano anche le mani. Certi gesti non hanno bisogno di commenti e x uno straniero e difficile da capirli. Per me e difficile capire il detto accompagnato da gesti. Perche alle volte senti qualcosa, che si potrebbe tradurre facilmente, ma in realta' il senso e' tutto un' altro. Un gesto cambia praticamente il senso della frase. Imparare tutti i gesti e' quasi impossibile x noi stranieri. Cordiali saluti da Heidelberg.

  • @10bears60
    @10bears60 Před 3 lety +3

    Dell'italiano trovo bizzarre ma anche affascinanti le sfumature che abbiamo per descrivere l'affetto e l'amore… i miei cari (my loved ones), la mia amata (my love), ti voglio bene (I love you), ti amo (I love you)...È bizzarro perché in questo forse siamo più simili al greco antico con tutti i suoi differenti tipi di amore che al latino.

  • @francescocioni4805
    @francescocioni4805 Před 3 lety +2

    ...per quanto riguarda il paragone tra il verbo TO LIKE e PIACERE, per me è molto più semplice: In Italiano il verbo "piacere" è intransitivo mentre in inglese è transitivo. Per cui in Italiano si dice: la mela piace a me oppure mi piace la mela, dove comunque il soggetto è la mela e "a me" o "mi" è il complemento di termine. In inglese la frase "I like apple" prevede il verbo transitivo, con il soggetto "I" e il complemento oggetto "apple".
    Queste due costruzioni diverse sottolineano due concezioni diverse di vedere la cosa: infatti in Italiano si sottolinea la piacevolezza dell'oggetto visto, per cui l'oggetto diventa il soggetto del verbo. In inglese si sottolinea la reazione del soggetto che vede qualcosa di piacevole. è semplicemente lo spostamento di punto di vista.
    In termini più filosofici e fenomenologici (vedere Husserl), Il nostro "piacere" ha a che fare con la manifestazione dell'essere, mentre il "like" inglese ha a che fare con l'intenzionalità del soggetto che osserva l'essere che si manifesta.
    Scusa il pippone, Roberto.

  • @albertobrusegan
    @albertobrusegan Před 3 lety +3

    Vedi che l'algoritmo ogni tanto ti suggerisce gran video! Bella scoperta di oggi

  • @gabrielburzacchini9570
    @gabrielburzacchini9570 Před 3 lety +9

    aspetto un video chiacchierata col buon nathaniel. Verrebbe fuori un bel video

  • @dadaniti7822
    @dadaniti7822 Před 3 lety +19

    Le "assurdità" dipendono da quella logica relativa che impone a ognuno la sua madrelingua. Essendo di madrelingua greca, all'inizio mi sono trovata molto a mio agio: Doppia negazione (traumatica quando ti dicono che non puoi usarla in inglese), libertà di mettere le parole quasi dove vuoi, non necessario l'uso del pronome personale, il motivo pronome di tipo dativo + verbo (mi piace) uguale e comunissimo. Ho accettato la mancanza del genere neutro con una certa perplessità ed ho imparato di usare le particelle "ci" e "ne" anche se non le potevo tradurle in greco. Il Congiuntivo difficile, si, ma visto che anche gli italiani sbagliano almeno non mette tanto in ansia.
    MA: Le preposizioni, le maledette preposizioni! In italiano le preposizioni non hanno un unico significato, dipendono dal verbo usato e dal contesto. Le regole non coprono tutti i casi e molte di loro devono essere inparate a memoria. E come se non bastasse, ti dicono dopo che le devi combinare con gli articoli, formare nuove parole ed usarle nel modo giusto per il quale però devi di nuovo imparare le eccezioni 😨😨😨. Comunque non è un' assurdità, sembra un' assurdità per chi è abituato ad un altro codice di comunicazione.
    Bonus, le bestemmie. Mi sono sembrate molto leggere quelle in italiano perchè un conto è chiamare qualcuno porco, un altro fo@lo (scusate). Quindi il motivo sarebbe: verbo f@@ in prima persona + il personaggio divino scelto. L'ultimo può variare tra il Capo, sua mamma o un santo qualsiasi, preferibilmente il padrone della propria città. Esiste anche la forma personale dove si può aggiungere un possessivo e quindi uno f@@ il TUO di santo etc.
    Ho scritto una tesina e chiedo scusa a chi ha avuto il coraggio di leggerla. È che amo le lingue e adoro l'italiano, anche se sbaglio le doppie quando lo parlo 😍

    • @TazioC
      @TazioC Před 3 lety +3

      Le preposizioni sono sempre un dramma, ma se vuoi vedere il caos delle preposizioni prova il tedesco. Cambiano significato con il caso, ma soprattutto verbi + preposizioni hanno spesso significati difficili da comprendere. Senza considerare le preposizioni che finiscono nel verbo ma sono smontabili, quindi te le trovi a navigare da sole alla fine della frase.

    • @dadaniti7822
      @dadaniti7822 Před 3 lety +2

      @@TazioC LO SO 🤬. Sto al secondo anno del corso di tedesco per storici ed è dura. Comunque non ho problemi con le preposizioni loro, quando sono associate al verbo posso trovare il significato, è piu o meno come i phrasal verbs inglesi. Certe parole composte da 3-4 aggettivi e non so che altro che non riesco a trovare nel lessico però mi fanno perdere la pazienza

    • @robmul2
      @robmul2 Před 3 lety +1

      Non ho capito quale parola sta sotto a "f@...".

    • @corrado53
      @corrado53 Před 3 lety +2

      Ho sentito molti greci parlare italiano e tutti lo parlavano benissimo.

    • @gigliodellavalle6945
      @gigliodellavalle6945 Před 3 lety +1

      @@corrado53 vero.

  • @pasqualepacile1554
    @pasqualepacile1554 Před 3 lety +1

    Il plurale di dito, osso, e altre parti riconducibili al corpo dipende dal fatto se queste parti siano o meno organizzate in un sistema. Le ossa della mano (il sistema mano), gli ossi ai cani (sparsi e non identificati), i bracci delle gru (singoli bracci di più gru), le braccia del candelabro (il sistema candelabro), i bracci destri alzati (singoli, esulano dal proprio sistema), “alzate le braccia al cielo” (pluralità di sistemi).

  • @albertolosano7726
    @albertolosano7726 Před 3 lety +11

    Una piccola osservazione: non potendo affermare che ne sia una regola o una costante, ascoltando il primo esempio ho notato che i plurali di -dito, orecchio, braccio,- sono al maschile quando accompagnati da un aggettivo. I diti indici, ad esempio, che però possono essere appartenenti a un solo soggetto. Mentre una folla alza le braccia, o i bracci destri appunto.
    Per quanto riguarda "I like you", volendo si potrebbe tradurre con "Io apprezzo te", volendo forzare una traduzione strutturale e non etimologica.
    Ma in fondo quale lingua, confrontata con le altre, non ha le sue stranezze? In inglese non esiste una traduzione efficace per dire "ti voglio bene", si salta direttamente al "I love you".

    • @nicoladc89
      @nicoladc89 Před 3 lety +1

      Non è una questione di essere accompagnati da un aggettivo, è una questione che il plurale diti si riferisce ai singoli diti, mentre il plurale dita indica l'insieme delle dita di una mano. Su bracci/braccia la cosa è diversa braccia sono gli arti oppure l'unità di misura, bracci è il plurale di qualsiasi altro significato di braccio (i bracci della croce, i bracci destri nel senso dei collaboratori di qualcuno, i bracci di un edificio). I bracci destri per indicare, gli arti superiori destri, è sbagliato, si dice le braccia destre (in realtà non si usa mai, se uno si rivolge ad una folla non dice alzate le braccia destre, ma alzate il braccio destro, essendo uno per tutti, a differenza dei diti indici).
      Scavando hanno trovato due teste, due piedi, tre diti e due braccia sinistre.

    • @albertolosano7726
      @albertolosano7726 Před 3 lety

      @@nicoladc89 decisamente corretto. La complessità del linguaggio è ciò che lo rende affascinante.

    • @androumeda9538
      @androumeda9538 Před 3 lety

      @@nicoladc89 confesso la mia ignoranza ma io veramente questa del plurale "diti" non l'ho mai sentita. Mi ricordo anzi la mia maestra delle elementari che lo citava esplicitamente come errore da non commettere. Diceva che al limite poteva accettare "ditini" ma di sicuro non "diti". Forse ci insegnava così perché erano gli anni '70 e si era ancora freschi delle esagerazioni linguistiche dei film di Fantozzi...

    • @nicoladc89
      @nicoladc89 Před 3 lety

      @@androumeda9538 Vi insegnava così perché o era una maestra incapace o evitava di complicare le cose, tanto la parola diti si usa rarissimamente. Tra l'altro le maestre hanno fatto na vita a insegnare che "a me mi non si dice" e che "non sono mica stato io non si dice", in realtà nel linguaggio colloquiale, nel linguaggio parlato/familiare, sono entrambe consentite.
      D'altronde ci sono anche un nutrito numero di saccenti che si diverte a riprendere gli altri dicendo "si dice curricula non curriculum", anche se teoricamente parlando, visto che i termini in lingue diverse dall'italiano non vengono mai pluralizzati e di sicuro non vengono pluralizzati con le regole dell'altra lingua, ma al limite con quelle dell'italiano (come diceva Eco, nemmeno i peggiori fans dei barbarismi pluralizzano i termini stranieri), quindi il plurale corretto di curriculum è curriculum (è accettata anche la variante curricula). Oppure tanti spiegano che in una frase del genere "sono convinto che non hanno mangiato abbastanza" si deve usare il congiuntivo "abbiano" invece dell'indicativo "hanno", quando in realtà quella frase (e pure questa deve e non debba) regge l'indicativo.

    • @androumeda9538
      @androumeda9538 Před 3 lety

      @@nicoladc89 Beh si puo' darsi...comunque se Paolo Villaggio ha usato diffusamente "diti" nei suoi film con intento umoristico vuol dire che era già all'epoca una parola abbastanza desueta. Ripeto che non mi è mai capitato di sentirla al di fuori dei film o dei romanzi del succitato e compianto nostro concittadino

  • @anymarysorel8678
    @anymarysorel8678 Před 3 lety +1

    Sempre interessante, sempre a smuoverci i neuroni!!!
    Mi hai fatto ri-venire in mente quando, io romana, mi presi in amicizia eterna con una ragazza di Modena.
    Ho imparato il dialetto. Quello antico. All'inizio, , ero nella stessa situazione di Nat : era tutto assurdo!!! Ma che viaggio meraviglioso è quello nel mondo della "parola"!!!
    E tu che ci stuzzichi sempre!!!💞💞💞

  • @Maxjeix01
    @Maxjeix01 Před 3 lety +7

    Vengo da te (moto a luogo)
    Vengo da Trieste (moto da luogo)

  • @alexandrudancoroiu4992
    @alexandrudancoroiu4992 Před 3 lety +1

    Un video incantevole come sempre.
    Per me che non sono di madre lingua Italiana e il " ti voglio bene" tradotto alla lettera in romeno " iti vreau binele" . Non mi trasmette nulla o almeno non ha quella passione di " ti voglio bene" non è un ti amo ma ha la stessa profondità . In romeno " iti vreau binele " e seco privo di emozione , almeno per me .
    Ti voglio bene Roberto

  • @zawazawaza-
    @zawazawaza- Před 3 lety +4

    Le cose che ho sempre notato essere difficilmente traducibili in inglese sono i modi di dire italiani: mi son trovato a dover spiegare l'espressione "mezzo scemo" più volte. Pare che agli anglofoni non piacciano particolarmente le vie di mezzo, quando si deve giudicare l'intelligenza o un qualsiasi carattere negativo altrui, a volte la nostra lingua conserva ancora questa clemenza.

  • @Luigi-bf1fe
    @Luigi-bf1fe Před 3 lety +1

    Roberto video veramente interessante e curioso, mi hai aperto gli occhi su cose che non avevano mai sfiorato i miei pensieri! Per quanto riguarda l'assurdità dell'italiano , penso che in realtà si tratti di un misto di complessità, giochi linguistici e così come anche hai già spiegato in un altro video è questione dell'evoluzione delle parole e di come esse sono state utilizzate. Il video che hai citato in realtà si potrebbe rispondere anche in modo inverso, mi spiego meglio : il ragazzo nel video dice che alcune parole o verbi tradotti dall'italiano all'inglese non abbiano alcun senso, ma questo in realtà ha , come hai anche detto , una spiegazione che si insinua in quello che è il tessuto culturale di un popolo. Un esempio che mi viene da fare è questo : in inglese se non erro c'è questo modo di dire : " It Is not my cup of tea" Per specificare qualcosa in cui non riusciamo ad avere buoni risultati, qualcosa che non siamo in grado di fare, ma in realtà se provassimo a tradurre letteralmente come ha fatto lui nel video con le bestemmie, il significato in italiano sarebbe : " Non è la mia tazza di thè " Che non ha alcun nesso logico e richiamo al significato che invece danno gli inglesi. Le parole così come i proverbi secondo me non possono essere spiegate analizzando esclusivamente la loro etimologia ma dietro di esse si nascondono secoli di cambiamenti che mutano il loro significato originale proprio come la parola che utilizzerò per concludere questo commento, Ciao!!!!!
    PS : se il ragionamento che ho fatto non è ben chiaro potresti dirmi in cosa sbaglio o cosa ho considerato di sbagliato?

    • @redcoat4348
      @redcoat4348 Před 3 lety

      “It’s not my cup of tea” significa più l’idea che non ti piaccia fare qualcosa. Un esempio:
      “Don’t you think Andy Kaufman is funny?”
      “No, he’s not really my cup of tea.”

    • @Luigi-bf1fe
      @Luigi-bf1fe Před 3 lety

      @@redcoat4348 Non lo sapevo , grazie mille!!

    • @ckcsheridan736
      @ckcsheridan736 Před 3 lety

      @@redcoat4348 Grazie dell'arricchimento, comunque il ragionamento fila liscio

  • @DustlessPuma95
    @DustlessPuma95 Před 3 lety +3

    Fiabilandiaaaaa! Mi hai risvegliato un ricordo lontanissimo!

  • @ivangobbi8899
    @ivangobbi8899 Před 3 lety

    Video illuminante come al solito, ti ringrazio per avermi fatto ragionare su un aspetto della nostra lingua che solitamente non prendiamo molto in considerazione nella vita di tutti i giorni.
    Una cosa che mi è venuta in mente, è che la parola tronco, cosí come molte altre credo, viene utilizzata nel linguaggio comune per indicare una parte dell'albero, ma non solo.
    A volte la parola può subire una trasformazione nella sua forma espressiva.
    Il tronco, quando lo vediamo, può essere di una certa altezza, avere un determinato diametro e circonferenza, può essere giovane, vecchio o secolare.
    Quando diciamo "troncare" in una frase, ad esempio "Questo rapporto di collaborazione è stato troncato", la parola tronco, precedentemente usata per dare un nome ad una cosa concreta diventa un verbo.
    C'è una correlazione tra la parola che definisce una cosa e il verbo nel quale essa si ripresenta?
    Ovvero, per assurdo, si può dire "Questo rapporto di collaborazione è finito perchè un tronco ci ha divisi e quindi non ci ha permesso di arrivare ad un compromesso", assumendo cosí un significato di materialità, letteralmente mettere un tronco tra di noi?
    Oppure ancora, troncare è l'azione che ci permette di tagliare, di abbattere, di mettere fine, di cessare una condizione.
    Ed ecco che può assumere un altro significato ancora, ed il verbo troncare diventa letteralmente una fusione tra il verbo tagliare e l'oggetto in questione, cioé il tronco.
    Ma ancora, il verbo troncare si lega anche alla morte, al dolore, ad un fatto brusco, senza possibilità di scampo. Ad esempio, nella frase "un male che senza preavviso stroncò la sua vita", è il male che svolge l'azione dello stroncare nei confronti di una persona.
    E quindi il male diventa l'accetta e l'uomo, di conseguenza, diventa un albero da abbattere.
    Ci possono essere tantissimi altri esempi suppongo, ma questo è quello più mi ha fatto pensare e mi chiedo se anche con altre lingue avvengono queste trasformazioni nella parola.

  • @mynameisgiovannigiorgio1027

    questo video è approvato da Germano Mosconi :-)

  • @gabrielesalini2113
    @gabrielesalini2113 Před 3 lety +7

    Mi piacerebbe sentire un tuo discorso sulla bestemmia. Da un lato io credo sia qualcosa di culturalmente molto interessante, pregno e significativo. Non qualcosa da relegare a qualcosa da vietare opprimere o solo da folclore ignorante.

  • @amadeurosa
    @amadeurosa Před 3 lety +4

    Quando ci penso, mi accorgo che l'italiano è una lingua più autorale:
    Ho fatto un sogno --> Sonhei --> In brasile sogno non è una cosa che si fa.
    Invece in portoghese c'è la parola "saudade". Saudade è un sentimento, una sorta di mancanza di quello che non c'è fisicamente. Però è qualcosa così viva che ancorà c'è. È sempre lì, reale, vera, chiara, raggiungibile in pensamento, non è un bucco nel tempo o nel spazio. Peró, ci si manca.

    • @mauriziobuzzolo3386
      @mauriziobuzzolo3386 Před 3 lety +1

      Forse la nostalgia?

    • @amadeurosa
      @amadeurosa Před 3 lety +2

      @@mauriziobuzzolo3386 Magari questa sarebbe la traduzione più prossima. In portoghese c'è la parola mancanza (falta) e nostalgia (nostalgia, cambia soltando la pronuncia), ma con l'utilizzo di questa seconda si fa riferimento soltanto al passato. Con la parola saudade si fa riferimento anche al presente oppure ad un presente possibile, anche se questo non c'è fisicamente. Concetto strano, lo sò!
      Ma c'è da dire che è possibile anche dire "Mi manchi" in portoghese: "Você me faz falta".
      Secondo me non esiste una traduzione equivalente in italiano.

    • @Alessandro_Sciannimanico
      @Alessandro_Sciannimanico Před 3 lety

      @@amadeurosa in italiano si usa la parola "necessità", che può avere un significato emotivo molto acceso

    • @zaqwsx23
      @zaqwsx23 Před 3 lety +2

      Saudade è una parola portoghese che non ha una traduzione perfettamente corrispondente in italiano. Infatti è più o meno entrata nell'italiano come prestito linguistico e questo è successo grazie al calcio. Infatti sono stati i tanti calciatori brasiliani che hanno introdotto il termine e il concetto quando provavano quel sentimento stando all'estero. Paradossalmente gli italiani appassionati di calcio hanno più probabilità di conoscere questa splendida parola.

  • @arrena90
    @arrena90 Před 3 lety

    Commento fuori contesto e forse inutile: per me è stupendo guardarti! Spesso i video li ascolto senza guardare ma con te sarebbe uno spreco. Gesticolare ti riesce, a parer mio, magnificamente e mi mette allegria, letteralmente, mi tira su il morale. Bè arrivato al momento dei libri sono scoppiato a ridere! Per estrarre quel libro dal fodero hai... boh non lo so... ma quei movimenti hanno sganciato la molla che, piano piano, gesto dopo gesto, animazione dopo animazione, caricavi. Avrò riguardato quei 3 secondi 10 volte, poi ho dovuto spettere perché avevo male ovunque da quanto ridevo! Sei un grande!

  • @matteogennari3944
    @matteogennari3944 Před 3 lety +8

    Il modo in cui mi avevano spiegato la regola per dita/diti braccia/bracci eccetera era che tutte queste cose sono spesso espresse in gruppi standard, per esempio 5 dita, 2 braccia, 2 lenzuola eccetera. In questo caso il plurale è in a, mentre se tu dici un numero diverso di oggetti per esempio 3 bracci, devi usare la terminazione in i. Bellissimo video continua così che sei un ispirazione per tutti noi.

    • @ManuelaGarreffa
      @ManuelaGarreffa Před 3 lety

      Interesante

    • @Poklaz1
      @Poklaz1 Před 3 lety +2

      Non mi convince molto questa spiegazione. Ad esempio se penso ad un mutante od al pokémon Machamp, mi viene naturale dire che ha 3 braccia nel primo caso e 4 nel secondo. Penso che la differenza sia se l'attenzione viene posta sul gruppo o sul singolo oggetto: le dita è un gruppo, per i diti invece si pone l'attenzione sui diti stessi, nel dettaglio. Non so se mi son spiegato bene.

  • @marymagicbox9122
    @marymagicbox9122 Před 3 lety +2

    A proposito mi ricordo quando con mio padre ,Istriano,in viaggio negli USA ,lui commentava ogni sorta di stranezza o meraviglia con “porco can” e a me toccava tradurlo guardando le facce attonite degli amici americani che non capivano (ed io orgogliosamente ridevo dentro)

  • @intershow2363
    @intershow2363 Před 3 lety +3

    Ciò che più mi fa strano della lingua italiana è il fatto che si usino molto le doppie lettere. Inoltre, un altra cosa strana è che si usi spesso l'apostrofe che tal volta cambia persino il significato della parola usata a seconda del fatto che lo si usi o meno. Nella mia lingua ciò non esiste o perlomeno è veramente raro, quasi unico, usare le doppie lettere o le apostrofi ( ess. è come il verbo essere ed e come congiunzione). Un saluto dal Albania.

  • @alessandrobruni7310
    @alessandrobruni7310 Před 3 lety +2

    Ciao Roberto, bellissimo video, non ci credo che in questo video citi l'Ulisse di Joyce! L'ho comprato stamane ed ho iniziato a leggerlo un'ora prima che uscisse il video...assurdo. Mi sono deciso, dopo tanti anni, dopo aver visto un video su Carmelo Bene in cui lo esalta sopra ogni altra opera. Mi piacerebbe conoscere la tua opinione, se ne hai una, su Carmelo Bene, sia dal punto di vista delle opere che del pensiero.

  • @BrahB612
    @BrahB612 Před 3 lety +4

    Io sono madrelingua albanese, e avendo fatto tutte le scuole meno la prima elementare in Italia non ci faccio caso alle stranezze della lingua italiana perché mi viene naturale. Però quando provo a spiegare la grammatica a mia mamma, che non è esperta, noto che nonostante le due lingue abbiano in comune molte cose, la difficoltà dell'italiano per uno straniero sta nella grande varietà lessicale per dire più o meno la stessa cosa - ma con sfumature diverse -, nelle eccezioni alle regole grammaticali (ovviamente) e in alcune regole grammaticali come gli articoli che nell'albanese mancano del tutto.
    P.S. le bestemmie anche in albanese non esistono e ricordo che da piccola ho faticato parecchio a comprenderne il significato e l'accezione negativa, proprio perché non avevano alcun senso per me.

    • @kriskurti7497
      @kriskurti7497 Před 3 lety

      L'albanese non ha niente di facile che possa essere altrettanto spiegato facilmente a uno straniero. Pensa solo ai modi verbali ammirativo ed ottativo che in italiano non esistono: il primo esprime sorpresa come dice il tempo stesso, qualcosa di cui non si era mai stati a conoscenza fino a quel momento es. "Qënke rritur", cioè "oh sei cresciuto". L'ottativo a sua volta esprime desiderio e speranza es. "Qofsh i lumtur tërë jetën", cioè "che tu possa essere felice per tutta la vita". Detta così sembra semplice, ma solo noi albanesi lo capiamo ed è veramente difficile da spiegare come vanno utilizzati. Un altro è esempio è appunto quello che in italiano si chiama clitico se non sbaglio ed è la vocale che precede gli aggettivi, come per esempio "i lumtur" oppure "e lumtur" se ci si rivolge al femminile. Perché per esempio alcuni colori non ce l'hanno il clitico, tipo "e kuqe", cioè "rosso" lo possiede, mentre "jeshile", cioè "verde" no? Non a caso è una lingua classificata tra le più complicate al mondo e questi erano due esempi in croce

  • @DiBarius
    @DiBarius Před 3 lety +9

    Durante i seminari estivi del Columbia Collage of Music, due italiani hanno tentato invano di spiegare ad un americano ed un portoricano perchè in italiano la parola Pesca è così ambigua.

    • @sospiroeterno4110
      @sospiroeterno4110 Před 3 lety +1

      Sono stati uomini di fede.

    • @corago2472
      @corago2472 Před 3 lety

      Dov'è la difficoltà?

    • @DiBarius
      @DiBarius Před 3 lety +2

      La difficoltà risiede nel significato del termine. Esso infatti può indicare, il frutto derivante dall’albero del pesco, uno sport o può essere sinonimo di estrazione.
      Per loro constatare come la stessa parola, scritta e pronunciata più o meno nella stessa maniera, fosse così camaleontica ha destato molta curiosità ed anche non poche difficoltà

    • @riccardo4396
      @riccardo4396 Před 3 lety +1

      @@DiBarius Non conosco il portoricano, ma anche l'inglese è pieno di parole con più significati.

    • @DiBarius
      @DiBarius Před 3 lety

      @@riccardo4396 certo come ad Esempio la parola Take.
      A loro affascinava che la parola Pesca rappresentasse concetti apparteniti a campi semantici distanti tra loro. ☺️

  • @alinalexandru5240
    @alinalexandru5240 Před 3 lety +7

    Io ho origini rumene, guardando il video ho notato alcune somiglianze di traduzione.
    Dito-dita
    Deget-degete da maschile il plurale diventa femminile proprio come in italiano
    E lo stesso vale per uovo-uova
    Ou-ouâ

    • @davidefuochetti1063
      @davidefuochetti1063 Před 3 lety

      Derivate dal latino anche voi essendo stati un importante provincia romana

    • @pulse4503
      @pulse4503 Před 3 lety

      mi hanno detto che il rumeno ha somiglianze con i dialetti campani

  • @gloriagori9633
    @gloriagori9633 Před 3 lety +2

    Ciao! Ero entrata in questo trio dei plurali senza senso e mi era venuto in mente tempo fa che il plurale fosse in a tipo braccia quando ogni elemento mette in gioco entrambe le braccia. Per questo le braccia del candelabro e la forza di cento braccia. In i quando nn tutti gli elementi sono in gioco tipo i bracci destri i siti mignoli... I bracci meccanici (nn si sa quanti ne ha una macchina cmq probabilmente nn vanno a coppie...)

  • @leoveria2007
    @leoveria2007 Před 3 lety +10

    Non e che è assurda, secondo me (straniero), è complicata essendo una lingua (vechia) basata sul latino. E la stessa cosa con la lingua Greca (vechia) basata nel classico greco, hano complicatissime grammatiche, pero sono lingue molto riche nel senso verbale e lessico. Il fatto sta che l'inglese ha un lessico pieno di greco e italiano (latino) e una gramatica molto piu facile. Ragazzi avete la piu bella lingua del mondo. Ciao dalla Grecia

  • @giuseppeclapiz6541
    @giuseppeclapiz6541 Před 3 lety +2

    Per confermare ciò che dici sulle bestemmie posso dirti, io che abito nell'estremo nord-est a pochi chilometri dalla Slovenia, che gli sloveni, ma anche i croati, quando parlano nella loro lingua bestemmiano in italiano. A una mia precisa domanda ad un'amica di etnia slovena perché bestemmiassero in italiano lei mi ha risposto che nella loro lingua le bestemmie non esistono

    • @ginger942
      @ginger942 Před 3 lety

      La bestemmia è insomma uno stato d'animo ahahha.

  • @Joepesce91
    @Joepesce91 Před 3 lety +8

    nooo Roberto nooo i bracci destri in alto in segno di saluto nooo, dissociati prima di che qualcuno ti dia di nostalgico 🤣🤣

  • @leonardoz.39
    @leonardoz.39 Před rokem +1

    Per quanto riguarda il primo punto si tratta dei nomi sovrabbondanti (hanno due possibilità al plurale con signoficati diversi).
    Per esempio:
    Mura (di una città), muri (di una casa);
    Urla (umani), urli (animali).

  • @robertoincani
    @robertoincani Před 3 lety +21

    Mia moglie (non italiana) trova strani il "Lei" ed il "Voi".

    • @JenLaRock
      @JenLaRock Před 3 lety +5

      La forma di cortesia esiste in molte altre lingue :)

    • @valerylambert2434
      @valerylambert2434 Před 3 lety

      Il voi mi ricorda tanto i romanzi dell'800 aproposito di 1800
      Lascio il link del mio canale la sartoria di valeria
      Gli abiti sono realizzati da me
      czcams.com/video/XrR5W0jL5b0/video.html
      czcams.com/video/06zDY2zCbLw/video.html

    • @paolox2458
      @paolox2458 Před 3 lety +1

      ad esempio a Siena non esistono entrambi. Si da del tu a tutti e in ogni caso.

    • @valerylambert2434
      @valerylambert2434 Před 3 lety

      ☺☺☺

    • @valerylambert2434
      @valerylambert2434 Před 3 lety

      @@paolox2458 o che tu dici !

  • @helmutlocatelli4070
    @helmutlocatelli4070 Před 3 lety +2

    Ricordo che la mia ex ragazza austriaca trovava stravagante la frase "ho cambiato idea". Diceva - "vuol dire che ti sei trasformato in un'altra persona?"

  • @MrCthulhu86
    @MrCthulhu86 Před 3 lety +4

    Per un vecchio amico straniero era complicato il suono "gli" (che si usa per esempio nelle parole "aglio" o "paglia") non solo perchè era un suono a lui non familiare ma perchè abbiamo anche parole che non si pronunciano con "gli" pur essendo scritte allo stesso modo (come ad esempio "glicine" o "anglicano").
    Certo c'è la regola grammaticale ma ricordo che per lui fu complicato imparare e comprendere con facilità questa regola.

    • @Alessandro_Sciannimanico
      @Alessandro_Sciannimanico Před 3 lety +1

      @Calamari in the net non solo. I miei nonni parlano dialetto pavese (che non ha il suono "gli"), perciò la pronunciano come una semivocale

    • @121re
      @121re Před 3 lety

      Perché GLI morbido di aglio è seguito da una vocale, lo Gli di glicine da consonante 😊

  • @luisagavazza7956
    @luisagavazza7956 Před 3 lety

    Grazie per quest'altro video, molto interessante e stimolante (come tutti i tuoi video, del resto...).
    Io sono italiana e, mettendomi nei panni di chi deve imparare la nostra lingua, ho sempre pensato che le difficoltà da affrontare siano molte. In particolare credo che creino molta confusione le parole con tanti significati diversi, come albero, credenza, tempo, eroina, campo, radice, squadra, lira, campagna e molte altre.

    • @ginger942
      @ginger942 Před rokem

      Quale altro significato avrebbe la parola albero?😂 Ti riferisci all'albero motore?

  • @JenLaRock
    @JenLaRock Před 3 lety +7

    Se non ricordo male ci sono dei video risposta al ragazzo fatti da qualche insegnante. Ciò detto è ovvio che l'italiano sia una lingua con pari dignità rispetto alle altre, se penso a quanto mi sono scervellata su certe cose di inglese tedesco o norvegese che per me non avevano nessun senso...Studiando altre lingue inoltre si capiscono molte cose della propria, in ottica comparativa. Al contrario se non si conosce a fondo il proprio idioma difficilmente si riuscirà a studiarne uno nuovo comprendendo appieno il suo funzionamento. Le lingue sono astrazioni bellissime, scavando si scopre sempre il senso di tutto. I madrelingua forse non si fanno neanche troppe domande e usano la propria lingua in modo naturale (spesso sbagliando), mentre ad un occhio esterno certe stranezze saltano subito all'occhio. Credo che ogni italiano dovrebbe avere una buona grammatica nella propria libreria. Io ho recentemente riscoperto un libricino che mi aveva comprato mamma in 1a liceo con tutti gli errori piú frequenti in italiano e le relative spiegazioni. Una chicca

  • @Emmia91
    @Emmia91 Před 3 lety

    Ciao Roberto, grazie per i contenuti che porti su youtube, interessanti e di intrattenimento.
    Vorrei proporre un punto di vista complementare rispetto ad un punto trattato nel video.
    Molto spesso quando ci si approccia alla traduzione da una lingua all'altra si pensa di dover rendere i termini della lingua di partenza in costruzioni equivalenti della lingua d'arrivo, ciò genera spesso confusione in chi cerca di parlare una lingua diversa da quella d'origine generando i giudizi di "stranezza' cui fai riferimento nel video.
    Secondo me invece la questione è piuttosto quella di rendere in due lingue diverse uno stesso concetto che di per sé esiste ed è a-linguistico.
    Comparare costruzioni linguistiche totalmente indipendenti di lingue diverse giudicandole "opposte" o "strane" è spesso uno dei motivi che rende difficile l'apprendimento e l'uso di una nuova lingua... nel caso ad esempio di piacere/to like l'unica cosa che hanno in comune le due costruzioni è quella di rendere nell'immaginario dei propri parlanti madrelingua concetti simili ma non del tutto equivalenti....
    Discorso a parte meritano le traduzioni letterarie dove vi è anche l'esigenza di trasmettere lo stile dell'autore originale (sfida persa prima di iniziare e parzialmente possibile solo tra lingue strettamente imparentate tra loro a parere mio)

  • @lediddee
    @lediddee Před 3 lety +4

    Stavo riflettendo sulla questione del verbo Piacere e direi che per lo spagnolo e il tedesco vale la stessa regola dell'Italiano: "Me gustas tu" e "Du gefällst mir" (du: soggetto, gefällst: verbo coniugato alla seconda persona singolare, mir: pronome personale al caso Dativo che corrisponde al complemento di termine italiano)

  • @sergiorodia1435
    @sergiorodia1435 Před 3 lety +2

    Potresti fare viseo su questo un intera vita xD e sarebbe sempre fantastico! Bellissimo

  • @alerossi6595
    @alerossi6595 Před 3 lety +11

    E' un peccato che l'inglese non contempli la bestemmia; una delle bestemmie più diffuse dell'italiano sarebbe addirittura, se esistesse in inglese, una bestemmia palindroma.

  • @MarioRicciEsc
    @MarioRicciEsc Před 3 lety +1

    il video è interessantissimo e l'argomento è molto stimolante. pertanto ti lascio qui alcune mie osservazioni.
    premetto, non sono un letterato oppure uno studioso della lingua, tuttavia mi piace essere 'preciso' quando si parla della lingua italiana e ne approfondisco ogni aspetto, sempre, nel momento in cui qualcosa mi crei degli interrogativi.
    in questo caso per risponderti vado a 'istinto' perché non ho ancora approfondito, ma lo farò, in particolare riguardo ai singolari e plurali maschili e femminili, per i quali il senso probabilmente c'è.
    basta solo 'cercare' con attenzione.
    LE OSSA e GLI OSSI:
    da quello che posso constatare 'ascoltando' e 'leggendo' secondo me, LE OSSA sono quelle umane, gli OSSI invece sono quelli di tutte le altre specie animali.
    e ti devo contraddire perché nel video affermi che si usa il plurale femminile 'ossa' solo se si parla di se stessi.
    non dici a una persona "ti fanno male gli OSSI" giusto? se ti riferisci a una persona che non sei tu stesso devi utilizzare necessariamente il plurale al femminile 'OSSA'.
    IL DITO, LE DITA E I DITI:
    dunque, se ci fai caso quando usi il plurale femminile DITA ti stai riferendo a più dita di una mano o anche di un piede, o di più mani o piedi, tue o di qualcun altro poco importa,
    quindi anche qui devo contraddirti e correggere quello che dici nel video.
    quando usi il plurale maschile i "DITI"? solo quando ti riferisci a dita dello stesso tipo, proprio come nel tuo esempio "i diti INDICI", "i diti MIGNOLI".
    insomma, se ci pensi puoi dire a qualcuno "INCROCIA LE DITA" e non 'i diti' proprio perché stai parlando presumibilmente di indice e anulare insieme, due dita di tipo diverso.
    di conseguenza, ritornando al tuo esempio, anche se io parlo dei miei due DITI INDICI li chiamo appunto 'DITI', e non 'dita' come affermi tu.
    BRACCIO E BRACCIA, credo che siamo sulla stessa idea delle dita. BRACCI DESTRI o BRACCI SINITRI, miei, tuoi non importa. "BRACCIA" invece quando ci si riferisce a braccio DESTRO e braccio SINITRO insieme, quindi di 'tipo' diverso, stesso ragionamento proprio come per le dita.
    le centomila persone hanno duecentomila BRACCIA (perché ci si riferisce a destra e sinistra), ma le duecentomila persone hanno centomila BRACCI SINITRI e centomila BRACCI DESTRI.
    ed ecco perché il pastamatic ha la forza di cento braccia, perché per impastare usi tutte e due le mani. non trovi?
    quindi, arrivati a questo punto, penso che sia abbastanza evidente che la lingua italiana, anche se articolata, complessa e piena di eccezioni, un criterio logico che ne regola il funzionamento assolutamente ce l'ha. anzi in questi particolari esempi credo proprio che le 'regole' siano chiarissime. almeno, io non ci vedo nessuna 'anomalia'.
    per quanto riguarda la traduzione di "LIKE" puoi semplificare traducendo con "GRADIRE" o "APPREZZARE" e anche "AMARE". vedrai che la direzionalità del piacere è la stessa in entrambe le lingue :)
    il discorso delle bestemmie infine è talmente semplice e lo sintetizzo: siamo in italia, abbiamo la "chiesa", questo purtroppo non condiziona soltanto il 'linguaggio' ma tutta la società e la mentalità di ogni persona che nasce e cresce in questo fantastico paese senza porsi delle 'domande'.
    un abbraccio.
    mario.

    • @ginger942
      @ginger942 Před 3 lety +1

      Ottimo chiarimento. Adesso sembra tutto più cristallino. Nel caso di bracci/braccia se mi dovessi riferire a quelle di un macchinario come dovrei dire? "Le braccia della macchina" o "i bracci della macchina"?

    • @MarioRicciEsc
      @MarioRicciEsc Před 3 lety

      @@ginger942 :D ho anche fatto un po' di ricerche e ho trovato risposte esaustive che completano quelle che prima erano intuizioni, in particolare ti riporto questo approfondimento tratto da Treccani:
      "Si usa il plurale maschile bracci quando indica oggetti o parti di oggetti che sporgono o si prolungano a somiglianza d’un braccio."
      per rispondere alla tua domanda deduco quindi che si debba parlare di "bracci" quando ci si riferisce a una macchina. :)
      un saluto.
      ps: trovo molto stimolanti questi scambi di opinioni :D

  • @giuliofabbri7118
    @giuliofabbri7118 Před 3 lety +14

    Non era ancora uscito ed avevo già cliccato play

  • @korgen6190
    @korgen6190 Před 3 lety

    Uno dei pochi canali che guardo con interesse e che parli in maniera approfondita di qualcosa...sei un grande

  • @blvconlavu1851
    @blvconlavu1851 Před 3 lety +8

    C’è una cosa che mi tormenta da anni, ovvero che alcuni verbi siano “difettivi”. Sto parlando di splendere, incombere, convergere, prudere. Soprattutto quest’ultimo ho avuto bisogno di usare, in passato, nella sua forma al passato prossimo. Non ho potuto.

  • @matteolatorre5187
    @matteolatorre5187 Před 3 lety +1

    Ho imparato cose nuove che non sapevo, grazie Roberto