Magistrale lezione del filosofo Carlo Sini su La Differance di Derrida
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- čas přidán 15. 04. 2013
- Il filmato è tratto da una serie di lezioni tenute dal filosofo Carlo Sini nel luglio del 2002 alle Vacances de l'Esprit, settimane di cultura in vacanza, organizzate dall'associazione ASIA di Bologna, su "La fenomenologia e il destino dell'Europa e dell'Occidente".
Carlo Sini (Bologna, 1933), fenomenologo, allevo di Enzo Paci, è titolare della cattedra di Filosofia Teoretica presso l'Università Statale di Milano. La magistrale lezione è su La Differance di Derrida.
Visita il sito: www.vde.it
Fondamentale ! Dovrebbe esserne obbligatorio l'ascolto e il riascolto. Grazie infinite a Carlo Sini.
Molte grazie per il caricamento di questa splendida lezione
Un maestro. Grato di averlo incontrato, non conosciuto
Inestimable il valore della chiarezza intellettuale di Sini. Un vero maestro, una vera lezione magistrale, in grado di dipanare un pensiero complesso anche linguisticamente come quello di Derrida. Grazie.
Amo questo filosofo. Grande Carlo Sini!
Illustre Maestro sei stato chiarissimo,un grazie infinito.
E come postilla alla lectio magistralis mi verrebbe da aggiungere che la poesia non è altro che il tentativo asintotico di afferrare ed esplicitare l'indicibilità della différance; di interrompere l' ineluttabilità del differimento del senso. Tentativo, in sé, necessariamente fallace, tanto da creare un diretto addentellato con l'altra faccia della medaglia poetica: il silenzio, la rinuncia, la morte.
A tal proposito, si vedano alcuni dei maggiori poeti otto-novecenteschi: Rimbaud, Nietzsche, Dickinson.
Lo stesso Michelstaedter lo aveva intuito e più che mai incarnato.
L'impossibilità di possedersi se non nel futuro prossimo e tuttavia sempre inaccessibile, proprio come la tartaruga di Achille.
Che meraviglia!
Bellissima, grazie infinite
bellissima lezione.
Immenso Carlo Sini...
Semplicemente immenso
Simpatico e molto chiaro
Semplicemente unico
Bisogna fare lo sforzo di ragionare su ciò che viene detto e spiegato. Proviamo a tralasciare il Carlo Sini e a impegnarci in ciò che si dice.
Grazie
Eraclito, fr. 45.
Quanto al rapporto tra "différance" e Differenz (Derrida vs Heidegger), si veda czcams.com/video/qLApceCxch8/video.html.
I riferimenti di Sini alla Lichtung non sono attendibili. La questione è molto diversa da come viene qui presentata.
Certo in Heidegger la questione è diversa ma ciò non toglie che la 'lichtung' possa essere ri-pensata; si veda per esempio la prospettiva di Sloterdijk. La mia non è un nota di polemica ma di a'pertura' - il 'grande aperto' cos'altro sarebbe? -
Différance!
ein einzige ... questo, Heidegger lo ha preso da Max Stirner !.....
la cosa deliziosa è la disinvoltura e la piacevolezza con cui Sini sciorina le astruserie di Derrida
non mi e' chiaro se il contesto di questa differenza sia di tipo linguistico o metafisico... in altre parole, quale gioco si sta giocando?
Linguistico, in cui s'inscrive il Metafisico. Che gioco? Quello del Logos e della sua impossibilità.
È giocare col gioco
51:58
la fenomenologia il fuoco della questione ha un punto di partenza è decostruzione la "difference" ...la voce e il fenomeno" crisis husserl...posizioni lunga nota privilegio della vice e della scrittura fonetica vice uguale vice uguale coscienza ...scrittura fonetica più della stora della metafisica il voler dire della voce parola viva autocoscienza veicolo della presenza vivente della cosa e di se stessa ...voce come autofoné passaggio dalla vice alla scrittura
difference...heideger differenza ontologi e ontico i segni che appartiene ancora alla metafisica aldisotto delle sue domande ricaduta nella metafisica prendereva a prestito il linguaggio della metafisica e di Aristotele usare essere o tempo...divenire come vecchie prese metafisiche ineliminabile per parlare della metà come guardata dal difuori..
la differenza ontica ontologica è ancora catturati della metafisica dentro il fonocentrismo occidentale...differenza non più essere dentro il linguaggio della metafisica aldilà della differenza tra essere ed essente...difference sporgersi all di la della parola stessa rassegnarci al non esserci nessun luogo oltre la metafisica in Occidente legato alla " voce" arte come parola dell' essere un debito verso la metafisica....il logos e la foné ...ritorne all'origine del rapporto della foné con la scrittura...i dualismo della cultura occidentale il linguaggio e il segno.sanima corpo anima corpi spiato materia dualismo del linguaggio foné scrittura anima corpo.
È il teorema di gœdel in linguistica!
Sì. E' il Barone di Munchausen che non si può tirar fuori dal pantano per i capelli, è Wittgenstein per il quale ogni metalinguaggio è un linguaggio....
48:00
Sí, creo que Derrida no entendió muchos asuntos de orden filosófico. Y yo casi no entiendo desde el italiano al profesor Sini, por tanto espero que alguien subtitule en español su conferencia. Ciudad de México.
Saludos.
Demasiado Foucault
18:10 - 19:55
Il significante sopra la barra rovesciamento del segno
Ma se davvero la "différance" è indicibile, come mai e perché ci si affanna così tanto a dichiararla come tale? Forse questa detta e ripetuta e affermata indicibilità è solo la maschera di una (malcelata) volontà di dominio, se non addirittura di vendetta e di ressentiment.
«E ora una parola di rifiuto per i recenti tentativi di cercare l’origine della giustizia su un terreno del tutto diverso - cioè quello del ressentiment. Confidiamolo prima di tutto agli psicologi, ammesso che abbiano veramente voglia di studiare finalmente da vicino il ressentiment: questa pianta fiorisce oggi in tutto il suo splendore tra gli anarchici e gli antisemiti, come del resto è sempre fiorita, nascosta, simile alla violetta, anche se il suo profumo è ben altro. E come da simile non può che derivare simile, non c’è da meravigliarsi se proprio da questi ambienti nasceranno tentativi, come spesso ce ne sono stati, di sacralizzare la vendetta col nome di giustizia […] è proprio lo spirito del ressentiment a produrre questa nuova nuance di equità scientifica (a favore di odio, invidia, inimicizia, sospetto, rancore e vendetta)» (Nietzsche, Genealogia della morale).
Non credo. Sini specifica, come anche Derrida, di come «différance» sia soltanto un'allusione all'indicibile, e che ogni nome che si usa per alludere ad "esso", fosse anche appunto différance, non sia in realtà che un nome, cioè altro (cioè: traccia dell'architraccia che non la esaurisce/riempie mai ecc.)
20:13 Husserl
40:00 strippo totale
_il mio regno non è di questo mondo_
La funzione referenziale quella che permette a un messaggio di designare l'oggetto extralinguistico
La differance di Deridda è una finezza che inevitabilmente dovrà cadere perché non offre niente.
faccio fatica a stargli dietro
phonos ... fatevi registrare da un magnetofono ... dopo - vi ascoltate di nuovo "da fuori" : non siete voi, non vi riconoscete !!!.....
esagerato "magistrale"
Banale, diseducativo.
Tante banalità rese inutilmente complesse e confuse, seppure splendidamente spiegate. Quante inutili fuffe, ma questa è la filosofia e contenti i filosofi che si sentono soddisfatti a dedicare la propria vita al nulla camuffato dal qualcosa, viva Wittgenstein
zof31091 Beh diciamo che lei sfonda una porta aperta,il lavoro dei filosofi è proprio quello di studiare le banalità!
zof31091
Fantastica!
zof31091 Ha parlato quella che invece occupa il suo tempo esprimendo la propria opinione su questioni che reputa inutili, senza sapere come, perché e da dove parla, ma supponendo di avere tutto sotto controllo. Nel tuo particolare, tu non ne evinci niente di interessante e per questo finisci in una critica generale basata sul tuo giudizio personale, ma con sentore di oggettività a cui si deve convenire. Ti consiglierei di rivedere la tua posizione leggendo qualcosa della "Critica del Giudizio" di Kant, ma i tuoi infantili meccanismi di difesa ti faranno, in risposta, offendere me, Kant e la filosofia. Se ti sei resa conto di avere questa opinione della filosofia, perché commentare in quel tuo modo supponente e così facilmente contestabile?
zof31091 non diciamo cazzate, questa è una grande lezione. La filosofia di derrida è una formalizzazione dell'esperienza della limitatezza del linguaggio che chiunque pensi seriamente può, appunto, esperire. Non è fuffa filosofica. È piuttosto l'ennesimo sacrosanto calcio nel sedere al pensiero.
È il problema degli universali del nominalismo medievale. Abelardo che ne direbbe? Però pare un po' tutto una clownerie a corte.